John Dewey

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John Dewey

John Dewey (1859 – 1952), filosofo, pedagogista e psicologo statunitense.

Citazioni di John Dewey[modifica]

  • Ci vuole più umiltà nei nostri momenti di successo che non in quelli di sconfitta.[1]
  • Finché l'arte sarà il salone di bellezza della civiltà, né l'arte né la civiltà saranno al sicuro.[2]
  • I nostri musei e le nostre gallerie d'arte d'oggi, in cui sono relegate e depositate opere d'arte bella, rendono evidenti alcune cause che hanno fatto sì che l'arte venisse segregata.[2]
  • [Emerson è] il filosofo della democrazia [e] quel cittadino del Nuovo Mondo il cui nome si possa pronunciare insieme a quello di Platone.[3]
  • L'istruzione non è un affare di parole dette o ascoltate, ma un processo attivo e costruttivo.[4]
  • [...] l'unico valore supremo da stabilire è solo il processo che consiste nel vivere.[5]
  • Noi non risolviamo i problemi filosofici, li superiamo.[6]
  • V'è alcunché di ridicolo e sconcertante insieme nel modo in cui gli uomini si sono fatti influenzare al punto da ritenere che il modo di pensare della scienza colga l'intima realtà delle cose, e nel fatto che essi definiscono falsi gli altri modi di pensare le cose, di percepirle e di goderle. Ciò è ridicolo perché questi concetti scientifici, come ogni altro strumento, sono fabbricati dall'uomo espressamente nel tentativo di giungere alla realizzazione di un determinato scopo, quello cioè della massima convertibilità di ogni oggetto di pensiero in qualsiasi altro […]. Ma tali modi di pensiero non sono dei rivali o dei sostituti degli oggetti percepiti e goduti più di quanto non lo fosse, nei riguardi della stoffa, il telaio elettrico che è certo uno strumento di maggior efficacia del telaio a mano.[7]

L'arte come esperienza[modifica]

Incipit[modifica]

Per un'ironia della sorte, che spesso è presente nel corso delle cose, l'esistenza delle opere d'arte dalle quali dipende la formulazione di una teoria estetica è divenuta un ostacolo per la teoria stessa. Da una parte, queste opere sono prodotti che hanno una esistenza esteriore e fisica. Nel comune modo di concepire, l'opera d'arte si identifica spesso con l'edificio, il libro, il dipinto o la statua nella sua esistenza separata dall'esperienza umana. Poiché, invece l'opera d'arte, concretamente, è il modo in cui il prodotto opera con e nell'esperienza, la comprensione di essa non ne risulta favorita.

Citazioni[modifica]

  • I «nouveaux riches», che sono un sottoprodotto importante del sistema capitalistico, si sono sentiti in particolar modo tenuti a circondarsi di opere d'arte che, in quanto rare, sono anche costose. (I, L'essere vivente, p. 13)
  • L'arte celebra con particolare intensità i momenti in cui il passato rafforza il presente, e il futuro è una accelerazione di ciò che ora è. (I, L'essere vivente, p. 25)
  • Lo scrittore, il compositore, lo scultore e il pittore possono ritornare, durante il processo di produzione, su ciò che hanno fatto in precedenza. Quando nella fase passiva o percettiva dell'esperienza ciò che è stato fatto non soddisfa, possono, fino ad un certo punto ricominciare da capo. Questi ritorni non sono così facili a farsi nel caso dell'architettura – il che è forse una delle ragioni per le quali esistono tanti edifici così brutti. (III, Come di forma un'esperienza, p. 64)
  • Non vi è incomprensione più diffusa della pittura di quella che riguarda la natura del disegno. L'osservatore, che ha appreso a riconoscere, ma non a percepire esteticamente, sosta davanti a un Botticelli, a un Greco, o a un Cézanne e dice: «Peccato che un simile pittore non abbia mai imparato a disegnare!» (V, L'oggetto espressivo, p. 111)
  • I nudi di Renoir danno diletto senza suggerimenti pornografici. Le qualità voluttuose della carne sono conservate, accentuate perfino. Ma sono state astratte dalle condizioni di esistenza fisica di un corpo nudo. Attraverso l'astrazione e a mezzo del colore, le associazioni consuete di un corpo nudo sono trasferite in un nuovo regno, perché queste associazioni sono stimoli pratici che scompaiono nell'opera d'arte. (V, L'oggetto espressivo, p. 114)
  • Il fatto che forma e materia in un'opera d'arte sono connesse non significa che esse si identificano. Significa che nell'opera d'arte esse non si presentano come due cose distinte; l'opera è materia formata. (VI, Contenuto e forma, p. 136)
  • C'è sempre qualcosa di stupido nel volgere la poesia in una prosa che si ritiene debba spiegare il significato della poesia. (VIII, L'organizzazione delle energie, p. 194)
  • La più grande rivoluzione estetica nella storia della pittura si verificò quando il colore venne usato strutturalmente; allora i quadri cessarono di essere disegni colorati. (IX, Il contenuto comune delle arti, p. 237)
  • Guardare un'opera d'arte per accertare l'osservanza di certe regole e la conformità a certi canoni, impoverisce la percezione. (IX, Il contenuto comune delle arti, p. 242)
  • Le classificazioni rigide sono inette (se sono prese sul serio) perché distraggono l'attenzione da quello che è esteticamente fondamentale: il carattere, qualitativamente unico e integrale, dell'esperienza di un prodotto artistico. (X, Il contenuto variabile delle arti, p. 257)
  • Mentre tra prosa e poesia non c'è una differenza esattamente definibile, tra prosaico e poetico c'è un abisso in quanto termini estremi limitativi di tendenze dell'esperienza. Uno di essi realizza il potere delle parole di esprimere ciò che esiste in cielo, in terra e sotto i mari per mezzo dell'estensione; l'altro per mezzo dell'intensità. (X, Il contenuto variabile delle arti, p. 284)
  • L'arte è una qualità che permea un'esperienza; non è l'esperienza stessa se non per metafora. L'esperienza estetica è sempre più che estetica. (XIV, Arte e civiltà, 381)
  • Le teorie che attribuiscono all'arte un intento e un effetto morale diretti falliscono poiché non tengono conto della civiltà collettiva che è il contesto in cui le opere d'arte vengono prodotte e godute. (XIV, Arte e civiltà, p. 404)
  • L'arte è una forma di previsione che non si può trovare nei grafici e nelle statistiche, e insinua possibilità di rapporti umani che non vanno cercati nella regola e nel precetto, nell'ammonimento e nella procedura. (XIV, Arte e civiltà, p. 408)

Scuola e società[modifica]

Incipit[modifica]

Noi siamo proclivi a considerare la scuola da un punto di vista individuale, come alcunché che si limita ai rapporti fra maestro e alunno, fra insegnante e genitore. Quel che ci interessa al massimo è naturalmente il progresso fatto da quel determinato fanciullo di nostra conoscenza, il suo sviluppo fisico, il suo profitto nell'abilità di leggere, di scrivere, di ritrarre, l'accrescimento delle sue conoscenze geografiche e storiche, il miglioramento nel suo modo di comportarsi, nelle abitudini di prontezza, di ordine, di diligenza.

Citazioni[modifica]

  • Tutto quel che la società ha compiuto per se stessa è posto, mediante l'istruzione, a disposizione dei suoi membri futuri. (p. 1)
  • Una società consiste di un certo numero di individui tenuti insieme dal fatto di lavorare in una stessa direzione in uno spirito comune, e di perseguire mire comuni. (p. 7)
  • Non c'è motivo sociale evidente nell'acquisto di puro sapere, non c'è chiaro beneficio sociale nel procurarselo. (p. 9)
  • L'unità di tutte le scienze è trovata nella geografia. Il significato della geografia è che essa presenta la terra come la sede duratura delle occupazioni dell'uomo. (p. 11)
  • Il mondo all'infuori della sua relazione con l'attività umana non è mondo. (p. 11)
  • La terra è la sorgente ultima di qualsiasi alimento dell'uomo. (p. 11)
  • Quando natura e società vivranno nell'aula scolastica, quando le forme e gli strumenti didattici saranno subordinati alla sostanza dell'esperienza, allora sarà possibile operare questa identificazione, e la cultura diventerà la parola d'ordine della democrazia. (p. 40)
  • La storia non deve essere presentata come un'accumulazione di risultati conseguiti o come una mera esposizione di avvenimenti, ma come una poderosa realtà in azione. (p. 108)
  • La consapevolezza della finalità sociale della storia frena la tendenza a ridurre la storia a mito, novella o pura letteratura. (p. 110)

Citazioni sul libro[modifica]

  • Gran parte dei più celebrati pionieri dell' "educazione nuova" ha attinto a queste pagine, direttamente o indirettamente, stimolo a riproporsi criticamente parecchi problemi della pedagogia e della didattica e suggestioni profonde. (Ernesto Codignola)

Citazioni su John Dewey[modifica]

  • La scuola elementare di Dewey e la scuola professionale di Cherschensteiner sono l'antecedente immediato del risorgere, nella pedagogia contemporanea, dell'ideale umanistico dell'istruzione. (Sergei Hessen)
  • Nel suo linguaggio caratteristico, il Dewey fa risalire l'inadeguatezza dei metodi scolastici tradizionali, che sopravvivono tenacemente al mondo storico che li ha generati, alla "vecchia" psicologia, cui continuano ad attenersi troppi insegnanti. (Ernesto Codignola)

Note[modifica]

  1. Da Natura e condotta dell'uomo.
  2. a b Da Arte come esperienza.
  3. Da Emerson: The Philosopher of Democracy, 1903.
  4. Citato in AA.VV., Il libro della filosofia, traduzione di Daniele Ballarini e Anna Carbone, Gribaudo, 2018, p. 231. ISBN 9788858014165
  5. Da Democrazia e educazione. Citato in Come funziona la filosofia, a cura di Marcus Weeks, traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2020, p. 81. ISBN 9788858025598
  6. Citato in AA.VV., Il libro della filosofia, traduzione di Daniele Ballarini e Anna Carbone, Gribaudo, 2018, p. 230. ISBN 9788858014165
  7. Da La ricerca della certezza.

Bibliografia[modifica]

  • John Dewey, L'arte come esperienza (Art as experience), presentazione di Corrado Maltese, La Nuova Italia, Firenze 1966.
  • John Dewey, Scuola e società (The School and Society), traduzione di Ernesto Codignola e Lamberto Borghi, La Nuova Scuola Editrice, Firenze 1969.

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