Lingua catalana

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Diffusione della lingua catalana in Europa

Citazioni sulla lingua catalana.

  • Come elemento identitario di ogni nazione, la lingua è dunque parte integrante nel patrimonio culturale catalano e ha manifestato la sua vitalità sopravvivendo a ogni tentativo di cancellarla. Una lingua vitale ma sempre rispettosa delle altre identità espressive con cui è venuta a contatto nel corso della sua storia, sulle quali non ha mai tentato di prevalere, come dimostra la relativa scarsità di catalanismi non tanto in italiano, quanto in aree dialettali a lungo esposte alla sua presenza, come il siciliano, e soprattutto il sardo. Unica eccezione: Alghero, una colonia a tutti gli effetti, la sola enclave linguistica catalana fuori della Penisola iberica. (Giuseppe Tavani)
  • Il poeta e critico letterario Joan Arus[1] nel suo volume: La nostra expanciò literària, giustamente osserva come la lingua catalana sia stata, sin dalle sue origini, la sola radice inestirpabile che non abbia lasciato morire del tutto l'albero della Patria. Però l'oppressione di tre secoli l'aveva quasi rinsecchita e spesso profondamente traviata sotto le influenze del provenzale e del castigliano. (Giuseppe Ravegnani)
  • La questione del catalano, non risolta quando con maggior forza è stata posta, ritorna così pressoché intatta ai nostri giorni. Il fallito tentativo della sua cancellazione da parte del franchismo è ancora ben presente nella memoria storica di molti catalani. Questo certamente contribuì a rendere centrale la questione della lingua nella discussione del primo statuto d'autonomia (Estatut de Sau dal luogo dove venne redatto) dell'epoca democratica. L'articolo 3, entrato in vigore alla fine del 1979, stabiliva che «la lingua propria della Catalogna è il catalano» e che esso «è la lingua ufficiale della Catalogna così come lo è il castigliano, ufficiale in tutto [lo] Stato spagnolo». (Patrizio Rigobon)
  • La repressione franchista di qualsiasi forma di autonomismo regionale ripristina il divieto di usare e diffondere il catalano, proibisce la produzione e la pubblicazione di ogni manifestazione culturale che non sia di carattere spagnolista e rigorosamente in castigliano. (Giuseppe Tavani)
  • Oggi lo spagnolo (o castigliano) e il francese (quello dell'Île-de-France) e l'italiano (il toscano) da dialetti sono diventati lingue ben distinte, centri di attrazione cui è difficile resistere. Il catalano non può aspirare a questo, né vi aspira e così non deve sorprendere nessuno e nessuno se la deve prendere per il fatto che io, ad esempio, quando leggo in catalano pensi allo spagnolo e al francese e, quando leggo francese o spagnolo, non pensi al catalano. (Leopoldo Alas)
  • Possiamo privarci di questa lingua? Potremo fare nostra, innestandola nella nostra bocca e nel nostro cuore, la gloriosa lingua di Castiglia? La prova è già stata fatta: è durata cinque secoli e la lingua catalana non è voluta morire. Ho detto prima che «è resuscitata»? No, non si tratta di questo. Scacciata dalle vette, si è rifugiata nella vivacità della bocca del popolo e dopo cinque secoli – cinque secoli! – le ha riconquistate. Volete un segnale più grande di tale immortalità? Potreste ancora consigliarci il sacrificio? La nostra mano tremerebbe come innanzi a cosa sacra. Piuttosto la nostra mano cadrebbe ferita misteriosamente a morte. (Joan Maragall)

Note[modifica]

  1. Joan Arús i Colomer (1891 - 1982).

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