Malombra (film 1942)
Malombra
Andrea Checchi e Isa Miranda nel film
Titolo originale |
Malombra |
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Lingua originale | italiano e ungherese |
Paese | Italia |
Anno | 1942 |
Genere | drammatico |
Regia | Mario Soldati |
Soggetto | Antonio Fogazzaro (Malombra) |
Sceneggiatura | Mario Bonfantini, Renato Castellani, Ettore Maria Margadonna, Agostino Richelmy, Mario Soldati |
Interpreti e personaggi | |
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Malombra, film italiano del 1942 con Isa Miranda, regia di Mario Soldati.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Io, Cecilia, per ricordarmi! Che io mi ricordi, nel nome di Dio! Altrimenti perché rinascere? Tu che hai ritrovato e leggi queste parole, conosci in te l'anima mia infelice. Ricordati! Tu sei me stessa! (Cecilia) [lettera]
- Bisogna bere, signore. Sì, bere per igiene del cuore, ad exhilarandum cor! Il vino è gioventù perpetua. Io finché vivo voglio avere venti anni per tre o quattro ore al giorno. (Andrea Steinegge)
- Solo gli asini e i furfanti non si meravigliano mai di niente. (Cesare d'Ormengo)
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Marina: Avete paura?
Corrado: Di vincere, semmai.
Marina: Perché di vincere?
Corrado: Perché non so farmi inferiore se non lo sono.
Edith: Non poterlo difendere, adesso che tutti lo accusano, lo insultano, ed egli non può dire una sola parola di difesa. Adesso io lo dimenticherò, lo abbandonerò anche col pensiero? Mai, finché avrò vita, e spero che lo potrà sapere nel mondo più giusto in cui si trova. Vorrei che lo aveste conosciuto come l'ho conosciuto io: aveva un sentimento vero, delicato, ed è stata la sua sventura, perché così non poteva riuscire nel mondo, né intendersi con la gente solita, e si è chiuso in sé, nelle sue amarezze.
Don Innocenzo: Ecco, egli riposerà qui. Che pace! Non vi sembra che per tutti, per tutti, ci sia una speranza?
Citazioni su Malombra
[modifica]- Adattamento del romanzo di Antonio Fogazzaro con un cast di eccezione e una misurata e sapiente regia dello scrittore torinese Mario Soldati. Soldati riesce a ricreare magistralmente il crepuscolarismo di Fogazzaro tingendolo di sfumature surreali che imprimono al film un misterioso incanto, determinato anche dalla continue citazioni alla figurazione impressionista e macchiaola. Vetta indiscussa del cinema di Soldati che reinterpeta il grande cinema europeo di Feyder. (il Farinotti)
- Era difficile portare sullo schermo la densa materia del piu inquietante romanzo fogazzariano. Soldati, il letteratissimo Soldati, lo ha fatto. Si tratta di un lavoro nel quale lo sforzo di fare qualcosa di molto grosso e di molto bello è evidente: evidente anche nei risultati. Ma i pregi di Soldati, ora surrealista, ora medianico e ora crepuscolare, sono stati decantati tanto che sarebbe uggioso ripetersi. È da osservarsi piuttosto come sugli attori la follia di Marina di Malombra si riflette così che sembrano tutti un po' matti, Tra le trovate, c'è molto gergo lombardo, alcune didascalie tipo 1915 e una voce d'oltretomba. [...] In quanto alla Miranda, bisogna intendersi. Dividerei le artiste in tante categorie: le vezzose, le tenebrose, le rugiadose, le smorfiose. La Miranda è la capolista delle misteriose. Alcune parti le stanno dunque a pennello. Ma, siamo sinceri, ella non ha nulla di araldico. [...] Per essere obbiettivi, questo film ha anche bellissimi squarci: quello della passeggiata nel parco con la bicicletta dalla ruota altissima e con la musica deliziosa, quello della morte dello zio, quello del discorso del frate nel salotto, quello del pranzo sulla veranda. La graduatoria degli attori, prescindendo dalla protagonista e dal dignitosissimo Corrado Silla, è questa: Biliotti, Irasema Dilian, Nino Crisman, Gualtiero Tumiati, Moschini, la Dondini. L'elemento piu affascinante è, questa volta, la fotografia. È dolcissima la ricerca dei panorami. Il gusto del lago, allucinatorio, dà un brivido di angoscia e di piacere. Bella Italia, amate sponde. Così viene voglia di mormorare. E, poiché alla fine del film si afferma che nel mondo c'è una speranza per tutti, vien voglia di dire a Soldati che da lui, cosi bravo e cosi sensitivo, il nostro cinematografo spera sempre di più. (Diego Calcagno)
- La vicenda, che è chiarissima nel libro, diventa nel film oscura e complicata e tutto e tutti appaiono immersi nelle tribolazioni di una fotografia a tinte di carbone, in un continuo gioco di ombre soffocato nella più profonda notte. Quei pochi esterni che dovrebbero ricreare viva la poesia descrittiva del romanzo, riescono appena a dare un po' di respiro e di serenità ottica. [...] L'interpretazione subisce il fascino intelligente della regia. [...] Isa Miranda difende la sua parte con estatica diligenza. Nella figura, negli atteggiamenti, nella grazia Irasema Dilián sente, capisce ed esprime l'innocenza di Edith. (Fabrizio Sarazani)