Lettere dai film

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La scena della lettera con Isa Miranda in Malombra (1942)

Raccolta di lettere tratte dai film.

Lettere dai film[modifica]

  • Al procuratore distrettuale. Caro signore, mia moglie e un amico, il quale è anche il mio medico, hanno in progetto di uccidermi. Lui era innamorato di lei da prima che io la incontrassi. (La lettera accusatrice)
  • Andrea caro, ti chiedo perdono se per tanto tempo ti ho nascosto l'esistenza di tuo figlio. Era l'unico affetto che mi restasse al mondo e volevo difenderlo ad ogni costo, ma non ne avevo il diritto e forse per questo sono stata punita. Ora devo rinunciare anche a lui. Si chiama Giorgio ed è tanto caro, avrà bisogno di tenerezza, comprensione, e non potrà averne che da te. Da oggi è soltanto tuo, ti sarà facile volergli bene. Io non sarò più d'ostacolo fra voi due, ma non fare che dimentichi del tutto la sua povera mamma. Qualche volta parlagli di me, se nella tua memoria c'è ancora un ricordo felice. Addio, Andrea. (Disperato addio)
  • Cari amici, il Natale sta arrivando e anche noi ci stiamo attrezzando. Le palle che mi avete mandato, sì, sono bellissime, però magari l'anno prossimo mandatele di plastica. Il raccolto di quest'anno sarà il più abbondante di sempre e se voi non mi fate casino col clima, l'anno prossimo andrà ancora meglio. A casa mia... cioè a casa vostra, tutto a posto? Spero di no, spero sia cambiata. Spero sia diversa, perché alla fine, sono le cose diverse che fanno crescere il mondo. Ci vorrà fatica a mischiare tutto, a capire che non c'è ordine migliore di un sano disordine. E comunque siamo vicini, per rimettere le cose a posto basta un viaggio di pochi giorni, si fa tutta una tirata. Sì, insomma, il mondo è troppo piccolo per non viverlo tutto, tutti. Un sogno? Forse sì. Ma fare sogni fantastici e internazionali è la cosa più bella che ci può capitare nella vita. Finalmente tutti a casa. Mandatemi vostre notizie, qualche foto del mio adorato Mamadou. (Contromano)
  • Cara Luisa, questa è la centoduesima lettera che ti scrivo. Il fatto è che tu non abbia risposto a nessuna delle altre centoundici, vuol dire forse che il tuo amore per me si è raffreddato? Sarei propenso a pensare di sì. Nell'ultima lettera che mi hai scritto, mi dici: "Non mi rompere le palle, sto con un altro". Come devo interpretare queste tue sibilline parole? Eh? Sii chiara, Luisa. Se non mi ami, dimmelo. Senza a ricorrere dei generici sotterfugi. (Due strani papà)
  • Cari perdenti so cosa vi sembrerà , ma questo non e il biglietto di un suicida. Probabilmente vi chiederete perché ho fatto quello che ho fatto. Perché sapevo di avere troppa paura di tornare. E se non fossimo stati insieme, se tutti noi vivi non fossimo stati uniti, sapevo che saremmo morti. Perciò ho fatto l'unica cosa logica. Mi sono tolto dall'elenco. Ha funzionato? Beh se state leggendo, conoscete la risposta. Io ho vissuto sempre nella paura: paura di quello che sarebbe venuto dopo, paura di quello che mi lasciavo alle spalle. Voi non fatelo. Siate chi volete essere. Con orgoglio. E se trovate qualcuno che vale la pena di tenersi stretto, non lasciatelo mai e poi mai andare. Seguite il vostro sentiero. Dovunque vi porti. Pensate a questa lettera come a una promessa. Una promessa che vi chiedo di fare. A me. L'uno all'altro. Un giuramento. Vedete la cosa bella di essere un perdente è che non hai niente da perdere. Perciò... siate sinceri. Siate coraggiosi. Siate forti. Credete... E non dimenticate mai. Noi siamo i perdenti e lo saremo sempre. (It - Capitolo due)
  • Caro Bruno, uno che ti vuole bene sente il dovere di informarti quanto segue: mentre tu eri lontano Gina s'è messa con Tullio. Io ti ho voluto avvertire. Uno che ti vuole bene. (Due lettere anonime)
  • Caro Don Bruno, prima di tutto si accerti che nessuno la stia spiando: l'occhio indiscreto non dorme mai. Le scrivo perché, come ben sa, non sono mai riuscito a sedermi davanti a lei nel confessionale. È vero che i nostri parrocchiani non sono dei capitani di industria, però, lo ammetto, anch'io ho contribuito a farli sembrare ancora più poveri. Tecnicamente non lo definirei un furto, eh? Piuttosto... un prestito, ecco, un prestito non autorizzato e senza garanzia di rientro, però sempre un prestito. Ma lei lo sa, a volte è così difficile chiedere: abbiamo paura che ci venga rifiutato quello di cui abbiamo bisogno... e io avevo tanto bisogno di aprire il gas a manetta e sentire il rombo dei miei 250 cavalli sotto il mio sedere! Padre, scendo dall'autobus del peccato ma salgo su un altro mezzo ben più pericoloso. Speriamo almeno che, una volta giunti al capolinea, il suo superiore lassù sia benevolo almeno quanto lei lo è con i suoi parrocchiani! PS: Padre, ma è vero che all'inferno il casco non è obbligatorio? (Il cosmo sul comò)
  • Caro Dottor Brown, il giorno del mio viaggio nel tempo, tu sarai ucciso dai terroristi. Prendi le precauzioni necessarie per evitare questo terribile disastro. Il tuo amico, Marty. (Ritorno al futuro)
La scena della lettera con Vittorio De Sica (a letto) ne Il generale Della Rovere (1959)
  • Caro Gianni, spero ardentemente che queste poche righe possano arrivare fino a te. Ho saputo del tuo arresto dal nostro console. L'ho detto anche ai ragazzi. Sono stati molto bravi, non hanno pianto. Nemmeno io ho pianto. Abbiamo letto la lettera che ci hai scritto dopo l'8 settembre e ci siamo ripetute le tue parole: "Quando non sai qual è la via del dovere, scegli la più difficile". I ragazzi stanno bene, a scuola si fanno onore, sono contenta di loro. In ogni momento, in ogni circostanza, qualunque cosa accada, saremo degni di te, amore mio. Preghiamo per te e ti siamo vicini, col pensiero, col cuore. Dio non può permettere che non ci si riveda più. Io e i ragazzi ti abbracciamo con tutto il nostro affetto. Bianca Maria. (Il generale Della Rovere)
  • Caro Marty, se i miei calcoli sono esatti, riceverai questa lettera non appena la DeLorean sarà stata colpita dal fulmine. Primo: lascia che ti assicuri che sono vivo e sto bene. Ho vissuto felicemente questi otto mesi nell'anno 1885. Il fulmine che ha colpito la DeLorean ha provocato un sovraccarico di gigawatts che ha spezzato i tempo-circuiti, ha attivato il condensatore del flusso e mi ha riportato nel 1885. Il sovraccarico ha fatto saltare i tempo-circuiti e distrutto i circuiti di volo. Sfortunatamente la macchina non volerà mai più. [...] Io ho cominciato a fare il maniscalco come copertura mentre cercavo di riparare il danno ai tempo-circuiti. Purtroppo questo si è rivelato impossibile perché le parti di ricambio adatte non saranno inventate fino al 1947. Comunque sono diventato piuttosto esperto nel ferrare i cavalli e riparare i carri. [...] Ho sepolto la DeLorean nella miniera abbandonata di Delgado accanto al vecchio cimitero dei pistoleros mancati come indicato nell'acclusa mappa. Auspicabilmente dovrebbe restare lì indisturbata finché tu non la riporterai alla luce nel 1955. All'interno troverai le istruzioni per ripararla. Il mio alter-ego del 1955 [...] non dovrebbe avere problemi a ripararla, così tu potrai ritornare al futuro. Quando sarai tornato nel 1985 distruggi la macchina del tempo. [...] Non cercare – ripeto – non cercare di venire qui a prendermi. Io sono molto felice di vivere all'aria aperta e in questi grandi spazi, e credo che viaggiare nel tempo quando non occorre possa solo mettere ulteriormente in pericolo il continuum tempo-spazio. E ti prego, abbi cura di Einstein per me. [...] Con te sarà in buone mani. Ricordati di portarlo a spasso due volte al giorno e che gli piace la carne in scatola. Queste sono le mie volontà, ti prego di rispettarle e di seguirle. Ed ora Marty... ora ti do il mio saluto e ti auguro buona fortuna. Sei stato un leale e fedele amico e hai fatto la differenza nella mia vita. La nostra amicizia rappresenta un tesoro per me, ti ricorderò con dolcezza e avrai sempre un posto speciale nel mio cuore. Il tuo amico nel tempo, Doc Emmett L. Brown, 1° settembre 1885. (Ritorno al futuro - Parte III)
  • Caro Red, se leggerai questa lettera vorrà dire che sei uscito e se sei arrivato fin qui, forse hai voglia di andare un po' più lontano. Ricordi il nome della città, vero?" Zihuatanejo "Mi servirebbe un uomo in gamba per aiutarmi nel mio progetto. Spero proprio che tu venga; c'è anche una scacchiera che ti aspetta. Ricorda, Red: la speranza è una cosa buona, forse la migliore delle cose, e le cose buone non muoiono mai. Spero che questa lettera ti trovi e ti trovi bene. Il tuo amico Andy. (Le ali della libertà)
  • Frittole, estate quasi 1500.
    Santissimo Savonarola, quanto ci piaci a noi due! Scusa le volgarità eventuali. Santissimo, potresti lasciar vivere Vitellozzo, se puoi? Eh? Savonarola, e che è? Oh! Diamoci una calmata, eh! Oh! E che è? Qua pare che ogni cosa, ogni cosa uno non si può muovere che, questo e quello, pure per te! Oh! Noi siamo due personcine perbene, che non farebbero male nemmeno a una mosca, figuriamoci a un santone come te. Anzi, varrai più di una mosca, no?
    Noi ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, senza chiederti nemmeno di stare fermo, puoi muoverti quanto ti pare e piace e noi zitti sotto. Scusa per il paragone tra la mosca e il frate, non volevamo minimamente offendere.
    I tuoi peccatori di prima, con la faccia dove sappiamo, sempre zitti, sotto. (Non ci resta che piangere)
  • Gentile Signor Core, tre giorni fa, i lupi hanno preso mio figlio Bailey. È già successo due volte qui. Ma nessuno al villaggio dà la caccia a loro e devo lottare da sola. Ho letto il suo libro e so che lei l'ha già fatto. Dentro i me so anche che può farlo ancora. Non mi aspetto che ritrovi mio figlio vivo, ma forse troverà il lupo che me lo ha portato via. Venga a ucciderlo. So el suo attaccamento a questo animale, ma non lo capisco. A breve mio marito tornerà a casa dalla guerra e vorrà una prova di quanto accaduto. Cordiali saluti. Medora Slone. (Hold the Dark)
  • Io, Cecilia, per ricordarmi! Che io mi ricordi, nel nome di Dio! Altrimenti perché rinascere? Tu che hai ritrovato e leggi queste parole, conosci in te l'anima mia infelice. Ricordati! Tu sei me stessa! (Malombra)
La scena della lettera con Virginia Belmont ne Il bacio di una morta (1949)
  • La guerra è alle porte. Sento il bisogno di ricordarmi a te. Se dovessi morire, sappi che sei stata sempre in cima ai miei pensieri e ai miei sogni più puri. Porto sempre con me, come una reliquia, il medaglione con il tuo ritratto. Invoco il tuo nome benedicendoti. (Il bacio di una morta)
  • Madre, sarai contenta che non sono diventato un tossico, non ho preso l'AIDS. Studio molto, tutti i giorni vado a lezione di pedagogia, carpenteria metallica, artigianato e perfino di teologia. Così stare qui dentro [in carcere] è meno dura. Imparo cose nuove. Il compagno Wolver mi sta insegnando il bulgaro. Mi piace anche molto la Bibbia. Adesso mi sto occupando della Genesi. Penserai che sono diventato matto, vero? Ma se non voglio impazzire, devo avere la testa occupata. Non devo pensare. (Carne trémula)
  • Mia adorata Elisa, ho ricevuto la tua lettera. Leggo le tue parole e mi pare di toccarti. Ci sono giorni in cui mi immagino al tuo fianco mentre scrivi, mentre mi scrivi, e io ti guardo, guardo ogni gesto, ogni parola che mi regali. E guardo le tue mani, e tutti i tuoi nei. E le tue pause, e la tua fretta. E la mia. Immagino le nostre lettere tutte insieme come se fossero amuleti. E tu e io nude e sdraiate sopra di esse, come se tutte le parole che ci siamo scritte l'un l'altra potessero proteggerci dal freddo, dalle persone, dalla distanza. Ogni volta che arriva una tua lettera, prima di aprirla la abbraccio, abbraccio te, e le tue parole calmano la mia impazienza, la paura di non vederti, la paura di essere dimenticata. Le tue parole d'amore penetrano nella mia pelle, credo che i miei nei siano le tue parole. Ti amo tanto, Elisa. (Elisa e Marcela)
  • Mia adorata Marcela, sono passate quattro settimane, tre giorni e nove ore dall'ultima volta che ho sentito il tuo profumo, eppure ti sento così vicina a me nei miei pensieri, che potrei quasi toccarti. Tutto mi ricorda te, tutto: i bambini, mia zia, le suore, il sole, la pioggia, il mare, la sabbia, questo foglio di carta che riempio di parole che mi portano a te, la penna, l'inchiostro. Ti sogno spesso, Marcela, persino da sveglia. Ti dipingo, e così ovunque io guardi ti ritrovo. Mi manchi così tanto, tanto. Vorrei baciare il tuo neo. Per sempre tua, Elisa. (Elisa e Marcela)
  • Miei cari amici, è incredibile come vadano veloci le cose qua fuori. Ricordo che una volta quando ero ragazzo vidi una macchina, ma adesso, sono dappertutto. Sembra che all'improvviso il mondo abbia una gran fretta. Il comitato per la libertà condizionata mi ha trovato una camera in un posto che si chiama "il birraio". E un lavoro: sono inserviente in un supermercato. È un lavoro duro. Io faccio del mio meglio ma le mani mi dolgono in continuazione. Al direttore non sono molto simpatico. Qualche volta, dopo il lavoro, vado nel parco e do da mangiare agli uccelli. A volte penso che anche Jake potrebbe venire lì, così, per farmi un saluto, ma non l'ho mai visto. Spero che dovunque si trovi stia bene e che si sia fatto nuovi amici. Ho qualche problema a prendere sonno la notte. Faccio spesso dei brutti sogni in cui cado nel vuoto, mi sveglio spaventato e a volte mi ci vuole un po' per ricordarmi dove sono. Magari dovrei comprarmi una pistola e rapinare il supermercato così mi rimanderebbero a casa; potrei sparare al direttore giacché ci sono, tanto per andare sul sicuro. Ma credo di essere troppo vecchio ormai per fesserie del genere. Non mi piace qui; mi sono stancato di avere paura in continuazione, così ho deciso di andarmene. Non credo che se la prenderà nessuno... A che serve un avanzo di galera come me? P.S. Dite a Heywood che mi dispiace di avergli graffiato il collo. Con affetto, Brooks. (Le ali della libertà)
  • Peter, so che questi ultimi mesi sono stati difficili per te. Ma io andrò in un posto migliore e starò bene. E sarò sempre insieme a te... Tu sei la luce della mia vita, mio prezioso figliolo. Mio piccolo Star-Lord. Con amore, mamma. (Guardiani della galassia)
  • Piccolo mio, ti chiedo perdono se non posso vivere con te. Ma sappi che non ti dimenticherò mai. Ovunque io sia mi chiederò cosa starai facendo e quanti anni avrai. Ti auguro una vita felice, Hikari Katakura. [messaggio nascosto:] Ti prego di non dimenticarmi. (True Mothers)
  • Quello che amo di Charlie. Charlie è indomito. Non permette che opinioni altrui o eventuali intoppi lo ostacolino in ciò che vuole fare. Charlie mangia come se volesse togliersi il pensiero e come se il cibo non fosse sufficiente per tutti: un panino dev'essere strangolato mentre viene divorato. Ma è incredibilmente preciso e mi affido a lui per tenere le cose in ordine. Risparmia l'energia elettrica. Non si guarda spesso allo specchio. Piange quando guarda i film. È autosufficiente: sa rammendare i calzini, preparare la cena e stirare una camicia. Non si dà mai per vinto, cosa che invece io faccio sempre. Charlie accetta sempre ogni mio umore, non si lascia coinvolgere e non mi fa sentire in colpa. Ha ottimo gusto nel vestire e non è mai imbarazzante, il che è difficile per un uomo. È molto competitivo. Ama fare il padre, ama tutte quelle cose che dovrebbe odiare, come i capricci e svegliarsi di notte. È quasi fastidioso quanto gli piaccia ma, alla fine, è dolce. Si perde nel suo mondo. Lui e Henry in questo si somigliano. Sa dire alle persone che hanno del cibo tra i denti o sul viso in un modo che non le fa sentire in imbarazzo. Charlie si è fatto da solo: i suoi genitori li ho incontrati solo una volta ma... mi ha detto che la sua infanzia è stata segnata da alcol e violenza. Si è trasferito a New York dall'Indiana senza nessun aggancio e adesso è più newyorkese di qualsiasi newyorkese. È bravissimo a creare una famiglia con le persone che lo circondano. Con tutta la compagnia crea un incantesimo per farli sentire inseriti. Nessuno, neanche uno stagista era insignificante, ricordava le battute scambiate con ogni persona. È estremamente organizzato e scrupoloso, è molto lucido su ciò che vuole. A differenza di me che non sempre lo sono... (Storia di un matrimonio)
  • Quello che amo di Nicole. Sa far sentire le persone a proprio agio anche in situazioni imbarazzanti. Ascolta davvero quando qualcuno le parla. A volte ascolta fin troppo e troppo a lungo. È una cittadina modello. Sa sempre cosa fare quando si tratta di rotture di coglioni familiari. Io faccio molto a modo mio e lei sa quando insistere e quando lasciarmi stare. Taglia i capelli a tutti noi. Prepara sempre inspiegabilmente una tazza di té che non beve mai. E per lei non è facile mettere a posto un calzino o chiudere un pensile o lavare un piatto, ma ci prova per me. Nicole è cresciuta a Los Angeles circondata da attori, registi, film e televisione, ed è molto legata a sua madre, Sandra, e a Cassie, sua sorella. Nicole fa dei regali fantastici. È una madre che gioca, gioca davvero. Non si tira mai indietro se c'è da giocare, né dice mai che è troppo. Ma dev'essere troppo, a volte... È competitiva. È bravissima ad aprire i barattoli grazie alle sue braccia muscolose che ho sempre trovato sexy. Lei tiene il frigo troppo pieno: nessuno soffre la fame a casa nostra. Sa usare il cambio manuale. Dopo quel film 'All over the girl', sarebbe potuta restare a Los Angeles e diventare una star del cinema ma ha rinunciato per fare teatro con me a New York. È coraggiosa. È un'ottima ballerina, contagiosa, vorrei saper ballare così. Lo ammette sempre se non sa qualcosa, se non ha letto un libro o non ha visto un film o uno spettacolo, mentre io fingo e dico "L'ho visto tanto tempo fa". Quando ho delle idee folli non vede l'ora di capire come metterle in scena. È la mia attrice preferita. (Storia di un matrimonio)
  • Questa è una confessione, io ti amo. Sono una donna passionale e sola, e tu sei l'amore della mia vita. Adesso lo sai. Perciò, per favore, distruggi questa lettera e vattene. Io sarò di ritorno all'ora di cena e tu dovrai essertene già andato. Perché vedi chéri, se mai dovessi trovarti ancora a casa, il fatto stesso che tu sia rimasto, vorrebbe dire una cosa sola, che mi vuoi quanto ti voglio io come compagna di tutta la vita e che sei pronto a legare la tua esistenza alla mia per sempre e a fare da padre alla mia bambina. (Lolita)
  • Salvatore, amore mio,
    qui le giornate non passano mai. Trovo il tuo nome dappertutto: se leggo un libro, se faccio il cruciverba, se sfoglio un giornale. Ti ho sempre davanti agli occhi. Oggi purtroppo ho una notizia un pó brutta: a fine ottobre ci trasferiremo a Palermo, per via dell'università. Sarà difficile vederci tutti i giorni. Ma non avere paura, tutte le volte che potrò scappare verrò sempre da te, al Cinema Paradiso. (Nuovo Cinema Paradiso)
  • Salvatore,
    perdonami, poi ti spiegherò cosa è successo. Non averti trovato è stato terribile. Purtroppo stasera stessa parto con mia madre per la Toscana. Ci trasferiamo. Ma io amo solo te, non starò mai con nessun altro, te lo giuro. Ti lascio l'indirizzo di una mia amica dove puoi scrivermi. Non abbandonarmi. Un bacio,
    La tua Elena. (Nuovo Cinema Paradiso)
  • Signora, siete quasi vedova e lo sarete veramente se non portate staSSera stessa, al pozzo dei rosPPi, 5 milioni in contanti. Niente scherSi! Appena arrivate bendatevi la faccia che meno vi si vede e meglio è. Ignazio detto Il Torchio. (Totò, Peppino e i fuorilegge)
La scena della lettera con Totò e Peppino De Filippo in Totò, Peppino e la... malafemmina (1956)
  • Signorina veniamo noi con questa mia addirvi una parola che scusate se sono poche ma settecentomila lire; noi ci fanno specie che questanno c'è stato una grande moria delle vacche come voi ben sapete.: Questa moneta servono a che voi vi consolate dai dispiaceri che avreta perché dovete lasciare nostro nipote che gli zii che siamo noi medesimo di persona vi mandano questo perché il giovanotto è studente che studia che si deve prendere una laura che deve tenere la testa al solito posto cioè sul collo.;.; Salutandovi indistintamente, i fratelli Caponi (che siamo noi) (Totò, Peppino e la... malafemmina)
  • So che non posso in nessun modo convincerti che questo non è uno dei loro trucchi, ma non mi interessa. Io sono io. Mi chiamo Valerie. Non credo che vivrò ancora a lungo e volevo raccontare a qualcuno la mia vita. Questa è l'unica autobiografia che scriverò e... Dio! Mi tocca scriverla sulla carta igienica. Sono nata a Nottingham nel 1985. Non ricordo molto dei miei primi anni, ma ricordo la pioggia. Mia nonna aveva una fattoria a Tottlebrook e mi diceva sempre che "Dio è nella pioggia". Superai l'esame di terza media ed entrai al liceo femminile. Fu a scuola che incontrai la mia prima ragazza: si chiamava Sara. Furono i suoi polsi... erano bellissimi. Pensavo che ci saremmo amate per sempre. Ricordo che il nostro insegnante ci disse che era una fase adolescenziale, che sarebbe passata crescendo. Per Sara fu così, per me no. Nel 2002 mi innamorai di Christina. Quell'anno confessai la verità ai miei genitori. Non avrei potuto farlo senza Chris che mi teneva la mano. Mio padre ascoltava ma non mi guardava. Mi disse di andarmene e di non tornare mai più. Mia madre non disse niente, ma io avevo detto solo la verità, ero stata così egoista? Noi svendiamo la nostra onestà molto facilmente, ma in realtà è l'unica cosa che abbiamo, è il nostro ultimo piccolo spazio. All'interno di quel centimetro siamo liberi.
    Avevo sempre saputo cosa fare nella vita, e nel 2015 recitai nel mio primo film: Le pianure di sale. Fu il ruolo più importante della mia vita, non per la mia carriera ma perché fu lì che incontrai Ruth. La prima volta che ci baciammo, capii che non avrei mai più voluto baciare altre labbra al di fuori delle sue. Andammo a vivere insieme in un appartamentino a Londra. Lei coltivava le Scarlett Carson per me nel vaso sulla finestra e la nostra casa profumava sempre di rose. Furono gli anni più belli della mia vita. Ma la guerra in America divorò quasi tutto e alla fine arrivò a Londra. A quel punto non ci furono più rose... per nessuno.
    Ricordo come cominciò a cambiare il significato delle parole. Parole poco comuni come "fiancheggiatore" e "risanamento" divennero spaventose, mentre cose come "Fuoco Norreno" e "Gli articoli della fedeltà" divennero potenti. Ricordo come "diverso" diventò "pericoloso". Ancora non capisco perché ci odiano così tanto. Presero Ruth mentre faceva la spesa. Non ho mai pianto tanto in vita mia. Non passò molto tempo prima che venissero a prendere anche me. Sembra strano che la mia vita debba finire in un posto così orribile, ma per tre anni ho avuto le rose e non ho chiesto scusa a nessuno. Morirò qui... tutto di me finirà... tutto... tranne quell'ultimo centimetro... un centimetro... è piccolo, ed è fragile, ma è l'unica cosa al mondo che valga la pena di avere. Non dobbiamo mai perderlo, o svenderlo, non dobbiamo permettere che ce lo rubino... Spero che chiunque tu sia, almeno tu, possa fuggire da questo posto; spero che il mondo cambi e le cose vadano meglio ma quello che spero più di ogni altra cosa è che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò e non piangerò con te, e non ti bacerò, mai... io ti amo. Dal più profondo del cuore... Io ti amo. (V per Vendetta)

La meglio gioventù[modifica]

  • Caro Carlo, sono contento di sapere dei tuoi successi a Cambridge. Qui le cose vanno come al solito, è complicato lavorare dentro le istituzioni, cercando di cambiarle poco per volta. È con Giulia che le cose non vanno bene. È diventata aggressiva, ostile, insoddisfatta di qualcosa che non riesco a capire. Oramai è da più di sei mesi che dormiamo come fratello e sorella.
  • Caro Matteo, ti scrivo per darti una bella notizia. Ho ritrovato Giorgia. Credo che abbia sofferto molto in questi anni. Stranamente per lei è come se il tempo non fosse passato. Rivederla è stata una grande emozione. Mi sono tornate in mente le cose di quell’estate di tanti anni fa quando la mia vita, la tua e quella di tanti altri è cambiata. E ho pensato… perché non lasci per qualche giorno le forze del disordine e non vieni su a Torino a trovarci? Giorgia ne sarebbe felice. E io pure.
  • Caro Ni-Nicola, avrei p-preferito n-non scrive-rre q-q-questa let-tera. La tua m-m-ma-mamma è-è-è... mancata, n-non ha s-sofferto, s’è a-a-ad-dorment-tata pian-no pian-no. T-ti scrivo solo or-ra, per-rché s’er-ra fatta promm-mettere ch-che q-quando fosse ac-caduto n-on avrei dovuto distur-ba-re ness-suno. Ti bacio, a pr-presto. Mirella.
  • Sara, amore mio, lavoro ormai da un po’ di tempo a Firenze in un archivio. L’altro giorno mi è capitata tra le mani una pubblicazione del 1966, e ho trovato una foto, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere vedere com’erano tuo padre e tua madre da ragazzi. Questo per dirti che tu sei nata dall’amore di due persone allegre, e che tutto quello che è accaduto di triste è accaduto dopo, e non riguardava te. Sto provando a ricominciare, lontano da tutti. So di essere una presenza ingombrante. Cerco di non dare fastidio a nessuno...

Voci correlate[modifica]