Mari Yamazaki

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Mari Yamazaki (1967 – vivente), fumettista giapponese.

Citazioni di Mari Yamazaki[modifica]

  • Credo che qualcuno possa trovare strano l'atteggiamento di Lucio [di Thermae Romae] . È un antico Romano e ha una mentalità un po' strana, diversa da quella degli Italiani di adesso, che hanno vissuto l'influenza del Cristianesimo.
    Lucio è un po' rigido e molto orgoglioso del suo essere romano, forse somiglia più ad un giapponese più che ad un italiano di oggi.[1]

Thermae Romae[modifica]

  • Molti edifici, strade e acquedotti costruiti dagli antichi romani vengono utilizzati tuttora in Europa e nel mondo, a duemila anni di distanza, e questo è di per sé formidabile, ma più scopro i traguardi raggiunti dagli antichi nel campo delle scienze naturali più cresce in me la stima nei loro confronti. Originariamente avevo iniziato a disegnare Thermae Romae, perché volevo trasmettere, attraverso l'approfondimento della comune abitudine di rilassarsi nell'acqua calda, una serie di concetti: quanto fosse meravigliosa la civiltà dell'antica Roma, appartenente a un lontano passato, e quale incredibile sviluppo avesse raggiunto, non solo dal punto di vista delle infrastrutture, ma anche nell'architettura e nel campo artistico e culturale. Man mano che procedo nelle mie ricerche, tuttavia, scopro talmente tanti fatti sorprendenti che ho l'impressione sarà difficile descriverli tutti all'interno di questo fumetto! (IV, Roma, i bagni e l'amore vol. 16, p. 189)
  • Il rispetto per il passato è in grado di suscitare modestia e, allo stesso tempo, potenziare la creatività. Vi invito perciò ad ammirare le meraviglie lasciateci dai nostri antenati visitando una città storica o un museo: può darsi che, a partire da simili esperienze, da qualche parte nel mondo si verifichi prima o poi un nuovo Rinascimento! (V, Roma, i bagni e l'amore vol. 19, p. 133)
  • Qualche mese fa ho visto il film Midnight in Paris diretto da Woody Allen, che affronta in modo "raffinato" il tema del time slip. Il protagonista, un aspirante scrittore statunitense, si ritrova catapultato nel mondo dei letterati parigini degli anni venti, che ha sempre considerato ideale, e vi incontra una donna che si dichiara invece nostalgica di un'epoca ancora più lontana: "Detesto il presente. Adoro la Belle Époque." Ed ecco che si verifica un ulteriore time slip. Mentre guardavo le scene speravo ardentemente che, andando sempre più indietro nel tempo, alla fine qualche personaggio avrebbe affermatio qualcosa del tipo "Indubbiamente le civiltà mesopotamiche sono le migliori…". Tuttavia, per quanto bizzarro, il film non si è concluso in modo così assurdo. Comunque sia, è evidente che in ogni epoca sono vissute persone che, venendo in contatto con le tracce del passato, hanno pensato: "Oh, quelli sì che erano tempi gloriosi!". In effetti io stessa ero talmente "immersa" nell'antica Roma che, quando disegno, vivo una sorta di time slip bidimensionale. E di certo anche tra gli antichi romani c'era chi pensava: "Avrei preferito nascere nel passato, piuttosto che in quest'epoca…". (V, Roma, i bagni e l'amore vol. 19, p. 134)
  • Per quale motivo esiste una scienza chiamata archeologia? E soprattutto, per quanto è impegnativo organizzare degli scavi a partire dalla fase di raccolta dei fondi? Quanto possono risultare utili a questa scienza gli oggetti rinvenuti? Presso qualunque rovina o scavo ci si rechi bisogna tenere in considerazione questi aspetti
    Una volta mio suocero, venuto in Siria dall'Italia, andò a visitare un certo sito archeologico. Dopo qualche ora ci raggiunse in un ristorante poco lontano con le mani piene di ossa, secondo lui umane. Era eccitatissimo, come se avesse fatto la scoperta del secolo, ma proprio in quel momento arrivò il proprietario del ristorante che disse "Oh, ha trovato le ossa dei montoni che abbiamo cucinato l'altro giorno!"
    Scivolando dalle mani di mio suocero, le ossa caddero a terra come frammenti di sogni infranti, e in quell'istante mi resi conto che noi profani non possiamo improvvisarci archeologi. (VI, Roma, i bagni e l'amore vol. 21, p. 53)

Olympia Kyklos[modifica]

  • Ho sempre pensato che le pitture vascolari dell'antica Grecia avessero qualcosa in comune coi manga. In effetti, quello stile semplice e bidimensionale, dal tratto monolineare, è lo stesso che caratterizza il fumetto giapponese moderno. Inoltre, con mio sommo stupore, tra le pitture vascolari si possono trovare anche disegni che ricordano i manga per ragazze dei giorni nostri. Quando ho visto quelle figure dalle lunghe ciglia e degli occhi luccicanti, mi è venuto il dubbio che Yasuko Aoike e Riyoko Ikeda avessero viaggiato nel tempo fino all'antica Grecia. (da Io, i vasi e le olimpiadi, in vol. 1)
  • Io sono convinta che [le olimpiadi] bisognerebbe organizzarle di nuovo a Olimpia, come nell'età antica. Chiunque potrebbe prendervi parte. Del resto, fino a 2000 anni fa, i giochi olimpici si sono svolti lì per secoli a cadenza quadriennale. Riorganizzandoli in forma di raduno come una volta, con le tende e la possibilità di andare ad assistere alle gare che si preferisce, sarebbe una cosa molto divertente. Se venissero ospitate da una città tranquilla e umile come Olimpia, non servirebbero investimenti faraonici e, soprattutto, dietro allo sport non si anniderebbe il denaro. Ci sono anche delle antiche rovine, per cui atleti e spettatori proverebbero sicuramente un certo rispetto per la storia del luogo e dell'evento sportivo a cui stanno prendendo parte. (da Conversazioni Olimpiche, in vol. 3)
  • A proposito di trasmettere l'importanza dello humor, mi viene in mente La vita è bella. È la storia di un padre e un figlio che vengono rinchiusi in un campo di concentramento durante l'olocausto. L'uomo si fa in quattro per convincere il figlio che è tutto un gioco. In breve, è un film su quanto la commedia e la risata possano aiutare le persone nelle situazioni più gravi. Un vero capolavoro! (da Conversazioni Olimpiche, in vol. 5)
  • Di recente ho visto Nomadland, che ha vinto il Leone d'oro al Festival Internazionale del Cinema di Venezia. Anche questo è un film straordinario. C'è una scena in cui la protagonista si libera di tutti i ricordi che aveva stipato in un furgone. Si emancipa dalla se stessa legata al passato e raggiunge una condizione in cui le basta vivere, per essere felice. Vederla allargare le braccia in mezzo alla tempesta mi ha fatto mettere in dubbio la visione stereotipata che abbiamo della felicità. (da Conversazioni Olimpiche, in vol. 5)
  • Grazie all'intelligenza artificiale possiamo evitare i contatti stretti con le persone, per esempio nel caso di una pandemia. Già oggi, al supermercato, possiamo fare acquisti con un bip della carta anche senza andare dal commesso, no? In futuro la società avrà sempre meno bisogno dell'apporto umano. L'intelligenza artificiale però resta pur sempre un'elaborazione digitale e non è assolutamente in grado di costruire pensieri "analogici" come l'amore, la tolleranza o l'ampia gamma dei sentimenti umani. Se ci affidiamo troppo all'intelligenza artificiale, temo che arriverà il giorno in cui ci sarà un sovraccarico e qualcosa finirà per rompersi. (da Conversazioni Olimpiche, in vol. 6)
  • Per investire tempo e denaro in attività artistiche occorre la giusta disposizione mentale. Se l'arte dà il suo meglio proprio quando sembra di non poterselo permettere, riesce a farci sentire che andrà tutto bene. I legami tra le persone e il senso di comunità che si creano grazie alla diffusione della cultura, inoltre, sono un'ottima rete di sicurezza per permetterci di continuare a vivere. (da Conversazioni Olimpiche, in vol. 6)

Bibliografia[modifica]

  • Mari Yamazaki, Thermae Romae, traduzione di Rie Zushi, Star Comics, Perugia, 2011 – 2014 (6 volumi).
  • Mari Yamazaki, Olympia Kyklos, traduzione di Michela Riminucci, Star Comics, Bosco, 2020 – 2023 (7 volumi).

Note[modifica]

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