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Milan Associazione Calcio 1987-1988

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Franco Baresi, capitano del Milan nella stagione 1987-1988.

Citazioni sulla stagione 1987-1988 del Milan Associazione Calcio.

  • Gran parte della critica è accorsa in aiuto del vincitore. Quasi tutti si sono proclamati partecipi di un verbo nuovo, in realtà "deja' vu" se non proprio vecchio come il cucco. [...] Sacchi ha [...] trionfato [...] su tutte le colonne e in tutti i microfoni. Nessuno ha mai voluto ricordargli che senza l'intervento deciso e ispirato di capitan Silvio Berlusconi egli si sarebbe rovinosamente disfatto di Virdis, Colombo, Massaro e Tassotti! (Gianni Brera)
  • Ho gli occhi per vedere come gioca il Milan, non all'italiana, ma questo non è un riferimento al modulo tattico, piuttosto all'impostazione mentale. Come se il fattore-campo non esistesse. (Gianni Mura)
  • Sacchi ha avuto meriti grandi: ha soprattutto creduto in Pincolini e nella sua sapiente preparazione di ginnastica, di onesto diacono dell'atletica leggera, madre di tutti gli sport. Quando il tecnico è sembrato esitare, il presidente ha capito di doverlo sostenere anche a muso duro. Sentendosi protetto alle spalle, Sacchi si è letteralmente superato. Silvio Berlusconi ha avuto una sola veniale ingenuità: quella di proporre tutti i suoi – tecnico compreso – come giusta alternativa ad Azeglio Vicini ed ai suoi azzurri. Il mio Capitano ha forse confuso l'eretismo podistico con il calcio, la potenza atletica con il modulo reale. Senza gli olandesi, il Milan non avrebbe retto nè al suo slancio dinamico nè al gioco delle avversarie migliori. [...] Fare festa al Milan e gioire per il suo meritato trionfo non significa tacere la verità. [...] il modulo del Milan – almeno come ora – non mi sembra destinato ad avere validi eredi in Italia. Sono a studiare invece molto seriamente il metodo di preparazione tecnico-atletica e l'atteggiamento pedagogico di Sacchi – davvero ispirato psicologo – di fronte ai suoi ed agli stessi avversari. (Gianni Brera)
  • Sarebbe ingeneroso verso Arrigo Sacchi disconoscere quale profonda trasformazione egli abbia saputo operare in tempi relativamente brevi sul gioco del Milan. Non ne farei, tuttavia, un mito. [...] Sicuramente il Milan di questa stagione ha applicato – con grande rigore e con abilità persino stupefacente in alcune figure difficili, come la trappola del fuorigioco – il sistema di gioco più adatto ai suoi uomini. Ma Franco Baresi, Tassotti, Maldini, Ancelotti, Donadoni, Virdis si comportano in modo eccellente nelle varie rappresentative azzurre [...] tutte schierate a uomo. E Gullit è giocatore talmente universale da potersi inserire in ogni modulo, e anzi condizionarlo al suo straripante talento. Sostenere che il Milan ha vinto perché ha giocato a zona mi appare riduttivo. (Adalberto Bortolotti)

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