Nadežda Konstantinovna Krupskaja

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Nadežda Krupskaja nel 1895

Nadežda Konstantinovna Krupskaja (1869 – 1939), rivoluzionaria e pedagogista russa, moglie di Lenin.

Citazioni di Nadežda Konstantinovna Krupskaja[modifica]

  • [Scrivendo a Kamenev] Ieri Stalin mi ha tempestato di insulti oltremodo volgari per un breve biglietto che Lenin mi ha dettato con il permesso dei medici.[1] Non sono entrata nel partito ieri. In tutti gli ultimi trent'anni non ho mai sentito una parola volgare da un compagno.[2]
  • Il marxismo mi ha dato la felicità più grande che una persona possa sognare: sapere dove andare, la quieta fiducia nell'esito finale della causa a cui si è legata la propria vita.[3]
  • Una volta [durante l'esilio in Siberia] organizzammo una caccia alla volpe con bandierine. Vladìmir Ilič si interessò vivamente alla cosa. "Molto accortamente ideata", disse. Disponemmo i cacciatori in modo che la volpe andasse dritto dritto verso Vladìmir Ilič. Egli afferro il fucile, ma la volpe, dopo essersi fermata e averlo guardato un momento, sgusciò via nei boschi. Restammo perplessi. "Perché non hai sparato?", gli domandammo. "Che volete, era così bella", rispose Vladìmir Ilič.[4]

Citazioni su Nadežda Konstantinovna Krupskaja[modifica]

  • Appassionata lettrice di Tolstòi, cominciò a sbrigare personalmente le faccende domestiche e a eliminare dalla propria vita le cose che considerava come lussi. Nei primi anni del decennio tra il 1880 e il 1890, insegnò geografia in una scuola festiva operaia; ben presto scoprì che una delle sue classi era in realtà un circolo di lettura marxista. Si dedicò allora alla lettura degli scritti di Marx e divenne marxista. Le fotografie del tempo della sua adolescenza dimostrano, a dispetto degli abiti chiusi al collo e delle maniche a sbuffo, caratteristici del tempo, una fanciulla che ha qualcosa di mascolino e di ribelle, coi capelli pettinati all'indietro, gli occhi sprezzanti, il naso volitivo e la bocca carnosa ma imbronciata. (Edmund Wilson)
  • Nel 1935 a quanto pare la Krupskaja si schierò con l'associazione dei Vecchi bolscevichi e altri pronunciandosi contro la pena di morte per Kamenev. Fu allora, sembra, che Stalin le disse di adeguarsi alla linea, altrimenti il partito avrebbe conferito a un'altra il titolo di vedova di Lenin: secondo quanto riferiscono, aggiunse che il partito poteva fare «qualsiasi cosa». Questa storia arrivò in Occidente poco dopo, e naturalmente fu messa in dubbio. Ma Hruščev la conferma nelle sue memorie. Stalin, racconta, ventilò più volte l'idea in sua presenza: pare che come nuova vedova fosse stata proposta Elena Stasova[5]. Per quanto la cosa possa apparire incredibile ai non comunisti, non sarebbe stata affatto irrealizzabile. In quel periodo stavano riscrivendo a tutto spiano la storia, e nel caso specifico sarebbe bastato dichiarare che il divorzio e il nuovo matrimonio erano stati tenuti segreti per desiderio di Lenin, ma vista l'attività della Krupskaja contro il partito, il Comitato centrale riteneva ormai necessario svelare la verità. (Robert Conquest)
  • Nessuna delle due donne che nel 1934 erano membri effettivi del Comitato centrale fu giustiziata: K.I. Nikolaeva (per giunta ex seguace di Zinov'ev) e Nadežda Krupskaja. Certo la Krupskaja era un caso a parte, e fu denunciata da Ežov (di sicuro su iniziativa di Stalin) nel 1938, durante una riunione della Commissione centrale di controllo. Ežov la accusò di essere complice di Trockij e di aver affrettato la morte di Lenin, aggiungendo che «solo il rispetto per la memoria di Lenin» gli impediva di «consegnarla a Vyšinskij e Ul'rih[6], come aveva fatto per altri traditori». La Krupskaja svenne, e dovettero portarla in clinica. Morì alla fine di febbraio del 1939, a settant'anni appena, poco prima del XIII congresso del partito. È sempre circolata la voce che fosse stata strangolata. (Robert Conquest)
  • Penso che l'atteggiamento di Stalin nei confronti della Krupskaya fosse ancora un altro esempio della sua mancanza di rispetto nei riguardi di Lenin. Nulla era sacro per Stalin, neppure il nome di Lenin. Stalin non si permise mai neanche un sussurro contro la Krupskaya in pubblico, ma nella sua cerchia ristretta si lasciava andare a ogni genere di oltraggi contro di lei. (Nikita Sergeevič Chruščёv)

Note[modifica]

  1. «Il 22 dicembre [1923] Stalin venne a sapere che Lenin aveva appena scritto a Trockij congratulandosi con lui per la sua vittoria nella questione del monopolio di stato. Telefonò allora alla moglie di Lenin, la Krupskaja, e la insulto con espressioni volgari e violente per aver consentito al marito di scrivere nonostante il suo stato di salute.», R. Conquest, op. citata, p. 116.
  2. Citato in Robert Conquest, Stalin, traduzione di Luisa Agnese Dalla Fontana, Oscar Storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2003, cap. VII, p. 116.
  3. Citato in Nadežda Krupskaja, Stalin, Red Star Press, ISBN 9788867182138
  4. N. K. Krupskaja, Reminiscences of Lenin. In Exile 1898-1901; citato in Edmund Wilson, Stazione Finlandia (To the Finlandia station), traduzione di Alberto Tedeschi, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano, 1974, p. 259.
  5. Elena Dmitrievna Stasova (1873–1966), segretaria di Lenin; R. Conquest, Stalin, op. cit., p. 62.
  6. Rispettivamente Procuratore generale e Presidente del Tribunale della Corte suprema nei maggiori processi delle grandi purghe.

Voci correlate[modifica]

Altri progetti[modifica]

donne Portale Donne: accedi alle voci di Wikiquote che trattano di donne