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Nicola Fratoianni

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Nicola Fratoianni nel 2013

Nicola Fratoianni (1972 – vivente), politico italiano.

Citazioni di Nicola Fratoianni

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  • Alle nostre spalle ci sono due grandi fratture: una sociale prodotta dal governo Monti, fra l’altro con la riforma Fornero, e una politica prodotta da Matteo Renzi, che ha portato il Pd molto lontano dalle origini.[1]
  • [Sul G8 di Genova] Bene, il capo della Polizia, Franco Gabrielli, dice cose che avrei voluto ascoltare 16 anni fa, ma la sua intervista resta importante e coraggiosa. Il suo omologo di allora, Gianni De Gennaro, si sarebbe dovuto dimettere un minuto dopo il G8 di Genova per rispetto al Paese e al corpo che dirigeva. Ma non lo ha fatto, ha fatto tutt’altro e per me lui resta uno dei simboli di quella pagina dura. Sono passati 16 anni, ma una sua parola oggi sarebbe utile, anche se temo non arriverà. Almeno chiedesse scusa, visto che non si può più dimettere.[2]
  • Ha avuto il merito di porre con forza alcuni temi su scala europea: la ridistribuzione della ricchezza, la lotta per l’uguaglianza, i diritti. Dalla campagna elettorale è emersa anche con forza, dal basso, a volte il dispiacere, a volte il fastidio per la frammentazione delle proposte di Sinistra. È un tema vero. È una frammentazione a volte davvero inspiegabile e prima delle elezioni europee abbiamo provato con ogni sforzo ad aggregare una proposta unitaria che si riconoscesse nella cultura della Sinistra ed ecologista europea.[3]
  • Il voto ci pone un’altra questione: collocare lo sforzo di ricomposizione e rigenerazione dentro la costruzione di un’alternativa alle destre. Il nodo non può essere più aggirato. Non possiamo chiuderci fra noi dicendo che abbiamo ragione ma non ci hanno capiti. Senza rinunciare ai nostri valori e contenuti, occorre dichiararsi pienamente coinvolti dalla richiesta che viene dal paese: costruire un’alternativa a una destra che raggiunge il 50 per cento e in cui la destra radicale sta sul 40.[4]
  • Io penso che il capitalismo finanziario sia un modello che negli ultimi decenni ha messo sempre di più al centro il profitto, l’interesse di pochi. Ovviamente a danno dell’interesse collettivo. Pensiamo alla sanità, che è stata privatizzata o ridotta a una logica di carattere aziendale. Io non ho niente contro l’impresa privata, ma bisogna riconoscere che essa si muove per fare profitto. Ci sono settori importanti su cui non puoi applicare questa logica, primi fra tutti istruzione, salute, trasporti e ambiente. Se riduciamo a mercato anche tutto ciò che serve a garantire diritti universali, quando arriva una pandemia non ci sono abbastanza posti letto in terapia intensiva e si deve iniziare una corsa per evitare di trovarsi 一 come a momenti è successo 一 a dover scegliere chi curare; è inaccettabile.[5]
  • La verità, come dimostra la storia più recente, è che il sistema maggioritario ha favorito in modo impressionante la frammentazione, con partiti che nascono come funghi e lo fanno quasi sempre in Parlamento, fuori dalla dialettica democratica, fuori dalla dimensione in cui le forza politiche sono espressione di interessi collettivi, di corpi sociali e di bisogni organizzati. [...] Con il proporzionale invece, tutte le volte che si è misurato con la dialettica democratica ha ridotto la frammentazione, proprio perché, in qualche modo, ha costretto gli attori politici a misurarsi sui contenuti, sul profilo politico-culturale, sulla proposta, favorendo l’aggregazione intorno ad aree culturali più che a logiche di carattere personalistico legate al semplice esercizio di una leadership carismatica. Penso quindi che in termini di prospettiva il modello proporzionale possa anche permettere all’azione di governo di misurarsi con le questioni reali del Paese.[6]
  • È impossibile sostenere che i rapporti con la Guardia costiera libica siano virtuosi e limitino gli sbarchi. La nomina di una figura come quella di Bija a capo della cosiddetta Guardia costiera, perché in realtà non si può chiamare tale, ne rende evidente gli interessi criminali che vi sono dietro. In Libia non c’è nessun porto sicuro, quando le imbarcazioni libiche raccolgono migranti non li stanno salvando, li stanno catturando.[7]
  • I profughi e gli immigrati di Open Arms sono sbarcati, e questa è una cosa positiva. Le autorità giudiziarie di Agrigento hanno proceduto ad un incomprensibile “sequestro preventivo” della nave. Questa situazione è inaccettabile e deve essere fermata e le navi devono essere restituite alle loro ONG per tornare in mare e salvare vite. Ultimamente abbiamo pianto parecchi morti, che forse avremmo potuto evitare se non ci fosse stata questa guerra contro i profughi e gli immigrati e contro quelli che salvano vite umane in mezzo al mare e molte volte in condizioni molto avverse. I decreti Salvini devono essere aboliti, annullati e rappresentare l’esempio da evitare per tutti i paesi europei.[8]
  • La responsabilità della Brexit è dei conservatori inglesi, e del loro leader di allora, Cameron, non a caso oggi considerato in Gran Bretagna come uno dei peggiori governanti della storia contemporanea del Regno. Ha usato l’Europa per regolare i conti dentro al proprio partito, sbagliando clamorosamente i suoi stessi calcoli. La Brexit è la più grave crisi politica in Europa degli ultimi decenni.[9]
  • [Salvini ha detto: «Mediterranea è la nave pagata dai centri sociali».] (Sorriso). Visto che Salvini è un ex frequentatore di centri sociali, e che quella frase era sprezzante, non capisco se si tratti del classico rancore dell’ex o di un problema personale. [Bella battuta. Però non ha risposto alla mia domanda] Non ci sono «i centri sociali» tra i nostri finanziatori, né soggetti organizzati: solo cittadini sottoscrittori che si sono tassati fino a superare 809 mila euro di sottoscrizione per una operazione che ha solo fini umanitari. [Il ministro dell’Interno ha anche detto: «Mediterranea è la nave pagata con i soldi della sinistra radical chic».] (Sorriso). Anche questa affermazione, battuta a parte, è concettualmente sbagliata. Quella, casomai è la nave finanziata dai debiti della sinistra.[10]
  • Non mi pare proprio che i giornalisti che fanno il loro dovere, con la schiena diritta, facciano i preziosi.[11]
  • Se vuole fare propaganda politica a tutti i costi, tolga il disturbo dal Viminale, ministero delicato e complesso, e vada a fare il leader della Lega. Non può giocare con la sicurezza dei cittadini.[12]
  • [...] la violenza sulle donne è innanzitutto un problema nostro: è un problema degli uomini, dei maschi di questo Paese, e non solo di questo Paese.[13]
  • [...] dobbiamo fare i conti con la dimensione culturale di questo fenomeno, perché la violenza sulle donne è il frutto dell'esercizio di una rivendicazione proprietaria degli uomini sul corpo e sulla vita delle donne. È il frutto della negazione della differenza, se non nella sua trasformazione, di certo in una forma di gerarchizzazione, che pone la donna sempre e comunque in una condizione subalterna rispetto all'esercizio del potere maschile.[13]
  • Sono molti anni che in questo Parlamento si cerca di introdurre una norma che preveda l'educazione sentimentale, l'educazione affettiva, l'educazione alla differenze e all'uguaglianza nelle scuole, e sono molti anni che non ci riusciamo. Sono molti anni che non ci riusciamo, perché, colleghe e colleghi, anche nell'occasione di un dibattito come questo, che registra quasi sempre una larghissima unità di intenti, che ci mette quasi sempre in condizione di votare, al termine della nostra discussione, mozioni comuni, frutto di un lavoro di mediazione e di condivisione, anche in questa occasione, anche attorno a temi come questi, esiste un grado forte di ipocrisia nel nostro dibattito pubblico. C'è l'ipocrisia di chi, per esempio, di fronte al tentativo di intervenire sul terreno educativo e formativo si fa scudo della fragilità dei bambini e delle bambine, di chi rifiuta un intervento che faccia dell'educazione la differenza e la base fondamentale, per rimuovere fin dall'età più giovane la radice della violenza ovvero la costruzione della gerarchizzazione e del potere maschile sul corpo della donna. C'è l'ipocrisia del continuo richiamo alla famiglia tradizionale e ai valori fondativi della nostra società, che spesso e volentieri hanno a che fare proprio con quella cultura patriarcale, che costruisce l'origine del comando maschile sulla vita della donna e, in fondo, l'origine del processo che porta alla violenza come dimensione generale dei rapporti tra uomini e donne.[13]
  • [Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] [...] c'è qualcuno che è in grado di spiegare a noi quando arriva il momento in cui l'equilibrio sul campo, garantito agli armamenti e dalla via militare, renderà finalmente possibile un cambio di passo, con un'iniziativa diplomatica, una proposta di pace o un tavolo negoziale? Quando arriva quel momento? Perché, badate, mentre si rilancia come unica strada quella dell'escalation militare, le voci critiche si moltiplicano. L'ultima è quella del capo dello stato maggiore americano, Mark Milley che dice in modo chiaro - sapete, i militari poi sono più pragmatici, fanno poche chiacchiere - che oggi non c'è credibilmente una possibilità di risolvere per via militare questo conflitto.[14]
  • Avete cercato gli amici e le amiche di Putin tra i pacifisti, nelle file dell'ANPI, dell'ARCI, dei Beati i costruttori di pace, nel cattolicesimo moderato e popolare; avete cercato gli amici e le amiche di Putin lì, quando era ben chiaro dove andarli a trovare. In parte, stanno con voi, nelle fila di questo Governo, stanno nelle schiere della destra italiana e internazionale, lì, ci sono gli amici e le amiche di Putin e ci sono sempre stati, perché Putin è un uomo di destra, un nazionalista di destra, amico delle destre.[14]
  • Avete costruito, attorno a questa guerra, una retorica insopportabile, perché insopportabile è la retorica sulla guerra, sempre, ancor di più quando dà la caccia alla pace, invece che alla guerra, quando se la prende con chi chiede la fine dei combattimenti, invece che con chi li alimenta.[14]
  • Erdoğan, il dittatore, quello che reprime donne, intellettuali, professori universitari, che ora, in questi giorni, con le armi della nostra alleanza militare riprende a bombardare, a fare strage di quel popolo curdo a cui tutti e tutti dicemmo grazie, perché in grado per nostro conto di battersi contro il califfato dell'ISIS.[14]
  • [Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] Non c'era bisogno di dichiararlo per sapere che senza il protagonismo e il consenso di chi è innanzitutto vittima di quel conflitto non c'è pace possibile, ma che a noi non riguardi anche discutere e ragionare sui possibili strumenti e sulle possibili articolazioni di un piano di pace è francamente inascoltabile [...][14]

Note

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  1. Dall'intervista di Daniela Preziosi, Fratoianni: «Ora una Coraggiosa nazionale, alleata con il centro-sinistra», Il Manifesto, 29 gennaio 2020.
  2. Citato in Paolo G. Brera, "De Gennaro chieda scusa. E ora subito i numeri sui caschi degli agenti", Repubblica.it, 19 luglio 2017.
  3. Da un post di Fratoianni nel proprio profilo Facebook. Citato in Marta Faccihini, Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: “Mi dimetto da Segretario” , Tpi.it, 1 giugno 2019.
  4. Citato in Elezioni europee: intervista a Nicola Fratoianni, Lasinistrainzona.it, 1 giugno 2019.
  5. Citato in Intervista a Nicola Fratoianni, deputato e portavoce di Sinistra Italiana, Miche Post, 20 aprile 2020.
  6. Dall'intervista di Pietro Mecarozzi, Per Nicola Fratoianni, il proporzionale è la terapia per la crisi della democrazia italiana, Linkiesta, 19 dicmebre 2019.
  7. Dall'intervista di Pietro Salvatori, "Chiedo a Conte un vertice sulla Libia", Huffington Post, 31 ottobre 2019.
  8. Dall'intervista di Argyrios Argiris Panagopulos, L'Italia deve voltare velocemente pagina, Alganews, 27 agosto 2019.
  9. Dall'intervista di Roberto Sorrentino, Intervista a Nicola Fratoianni, Segretario di Sinistra Italiana, Dimensione Informazione, n. 5, maggio 2019.
  10. Dall'intervista di Luca Telese, La mia casa per i migranti. Intervista a Nicola Fratoianni, Licatelese.it, 11 luglio 2019.
  11. Citato in Annalisa Cangemi, Inchiesta Sesa e rifiuti, Nicola Fratoianni: “Giusto che Fanpage non riveli le fonti ai carabinieri, Fanpage.it, 17 giugno 2019.
  12. Citato in I tweet di Salvini mettono a rischio indagini su mafia nigeriana. Fratoianni: Inadatto a fare il ministro,, Sinistra italiana, Torino.
  13. a b c Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 19, 23 novembre 2022.
  14. a b c d e Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 16, 30 novembre 2022.

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