Pervez Musharraf
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Pervez Musharraf (1943- 2023), politico e generale pakistano.
Citazioni di Pervez Musharraf
[modifica]- La nuova amministrazione pachistana ha fissato delle priorità come la ripresa economica con l'adozione di severe misure di austerità, la riconquista della fiducia degli investitori, assicurare l'ordine, migliorare la giustizia e soprattutto la burocrazia e ricostruire l'unità del Paese.[1]
- Il Kashmir scorre nelle nostre vene. Per questo noi daremo sempre pieno sostegno al suo popolo.[2]
- Per risolvere la crisi indo-pachistana occorre aprire un dialogo con la popolazione e le prospettive storiche vanno messe da parte perché noi siamo pronti ad affrontare qualunque minaccia provenga dall'esterno, a morire per il nostro paese nel caso in cui qualcuno oltrepassi il confine.
- [Sulla possibilità d'un conflitto nucleare con l'India] Non credo che qualcuno sia così irresponsabile di spingersi fino a tanto. Direi anzi che non bisognerebbe neanche parlare di certe cose, perché una persona sana di mente, indipendentemente dalle circostanze, non dovrebbe neanche pensare di imbarcasi in una guerra non convenzionale.[3]
- Io ho sempre messo gli interessi del Pakistan sopra ogni cosa e mi sono preso carico del Paese quando stava cadendo nelle mani dei terroristi.[4]
- Quelli che mi criticano sono semplicemente contro la nazione.[4]
Citazioni su Pervez Musharraf
[modifica]- L'amministrazione Bush puntava su Benazir Bhutto per ricondurre il paese a una decente democrazia, dopo lo strappo autoritario di Pervez Musharraf. L'ideale sarebbe stata un'intesa, un compromesso tra i due. Il compromesso, che avrebbe meritato l'aggettivo di storico, è stato cancellato dal kamikaze. Ora i sostenitori della Bhutto vedono in Musharraf l'istigatore dell'assassinio. Non sarà facile disinnescare le passioni. (Bernardo Valli)
- Non è giusto incolpare il Pakistan d'aver tenuto in vita i talebani – essi ricevono appoggio anche dai mullah in Teheran e dagli islamisti in tutto il mondo – ma non c'è dubbio che Musharraf ha fatto meno di quanto gli spettava fare nel combatterli. (Amir Taheri)
- [Su Musharraf e Benazir Bhutto] Nonostante le loro divergenze politiche, erano alleati, con il sostegno degli americani. (Fatima Bhutto)
- Una volta paracadutista, sempre paracadutista. Ecco come si potrebbe descrivere il Presidente pakistano generale Pervez Musharraf alla vigilia della sua decisione nel fine settimana di sospendere la costituzione e d'imporre lo stato d'emergenza. Gli è sempre riuscito in passato di tirarsi fuori da situazioni difficili. Ma funzionerà la tattica questa volta? [...] Nel 1999, Musharraf andò il potere con un colpo di stato ma non impose la legge marziale. Otto anni dopo ha optato per un secondo colpo di stato, questa volta con il pugno di ferro – uno sferzante commento su quello che lui stesso ha conseguito mentre è stato in carica come presidente. (Amir Taheri)
- Che sia l'esercito, gli americani, i vecchi alleati cinesi del Pakistan o gli amici nelle forze armate britanniche, insomma qualcuno oggi deve dire al generale Musharraf che è venuto il momento di abbandonare il campo. Al suo ritiro dalla scena politica, il Pakistan dovrà fare uno sforzo per ristabilire un governo democratico. Sarà una sfida ardua e rischiosa, ma l'alternativa è catastrofica.
- Forse è stato l'11 settembre a scombussolare i suoi piani, con l'arrivo dell'esercito americano in Afghanistan, che ha spinto Osama bin Laden e altri capi di Al-Qaeda a rifugiarsi al di là del confine, nelle regioni tribali ingovernabili del Pakistan, rafforzando allo stesso tempo le forze del fondamentalismo islamico nel Paese. Forse avrebbe governato come un vero dittatore militare anche a dispetto di quelle pressioni, se i suoi nuovi alleati americani non l'avessero costretto a rispettare la costituzione e a mantenere in vita le speranze di riportare la democrazia in Pakistan. Forse. Ma la verità è che, per molte ragioni, il governo del generale Musharraf è stato un insuccesso.
- Un vero dittatore militare non fa finta di collaborare con la costituzione del Pakistan, conservando un Parlamento democraticamente eletto e un sistema giudiziario a quanto pare indipendente. Ma è quello che Musharraf ha tentato di fare. Forse si è illuso nel ritenersi semplicemente un presidente provvisorio e che queste fossero davvero le sue intenzioni quando prometteva di riportare la democrazia nel Paese nel giro di breve tempo. Forse diceva la verità, quando affermava che avrebbe presto rinunciato alla divisa militare, anche se l'ha fatto dopo otto anni dalla presa del potere.
- Chiunque poteva rendersi conto che Musharraf stava facendo il doppio gioco con gli americani, prendendo i loro soldi con una mano e aiutando con l'altra i jihadisti, che i nostri servizi segreti definiscono «risorsa strategica». Gli Stati Uniti dicono di averci dato miliardi di dollari perché collaborassimo alla loro campagna contro al Qaeda, ma noi non abbiamo visto neanche un centesimo. In compenso Musharraf si fece costruire una villa a Islamabad, sulle rive del lago Rawal, e comprò un appartamento a Londra.
- Così come l'invasione sovietica dell'Afghanistan aveva cambiato tutto per il generale Zia, grazie all'attentato alle Torri gemelle il generale Musharraf si trasformò da pecora nera internazionale a leader richiesto da tutti: fu invitato alla Casa Bianca da George W. Bush e a Downing Street da Tony Blair.
- Il generale Musharraf era diverso dal generale Zia sotto molti punti di vista. Anche se spesso si mostrava in uniforme, di tanto in tanto indossava anche abiti occidentali e si faceva chiamare «amministratore delegato» e non «amministratore in capo della legge marziale». Aveva dei cagnolini, che per noi musulmani sono animali impuri. Invece di proseguire l'islamizzazione del paese praticava quella che lui stesso definiva una «modernizzazione illuminata». Aveva aperto il settore dei media, autorizzando la messa in onda di nuovi canali televisivi privati, e tolto alcune restrizioni relative alla TV, come quella che riguardava la presenza in video di annunciatrici donne nei programmi di informazione oppure la programmazione di scene di danza, autorizzando al contempo alcune feste tipicamente occidentali come il giorno di San Valentino e Capodanno. Aveva addirittura permesso che una volta all'anno, la vigilia della festa dell'Indipendenza, si svolgesse un concerto pop che veniva trasmesso via radio in tutto il paese. E poi aveva fatto anche qualcosa che nessuno dei nostri governanti democratici aveva osato fare, nemmeno Benazir, e cioè aveva abolito la legge secondo cui una donna, per dimostrare di essere stata violentata, doveva produrre quattro testimoni maschi. Infine aveva nominato la prima donna governatore della banca di stato e le prime donne pilota di aerei di linea e guardia costiera. Annunciò anche che presto ci sarebbero state delle donne in divisa pure a guardia della tomba di Mohammad Ali Jinnah, a Karachi.
Note
[modifica]- ↑ Citato in Cina-Pakistan: Generale Pervez Musharraf a Pechino, Adnkronos.it, 17 gennaio 2000.
- ↑ Citato in Musharraf, dialogo con l'India e guerra al fondamentalismo, Repubblica.it, 12 gennaio 2002.
- ↑ Citato in Musharraf: «Impensabile la guerra nucleare», Corriere.it, 1 giugno 2002.
- ↑ a b Citato in Pakistan: Musharraf si dimette, Corriere.it, 18 agosto 2008.
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