Peter Pan (personaggio)
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Peter Pan, personaggio creato dallo scrittore scozzese James Matthew Barrie nel 1902.
Citazioni di Peter Pan
[modifica]- Io credo nelle fate, lo giuro, lo giuro, io credo nelle fate. (Le avventure di Peter Pan)
- Solo chi sogna può volare! (Le avventure di Peter Pan)
- Sono la risposta alle vostre preghiere. (Kingdom Hearts)
- Tutti crescono. E da grandi dimenticano sempre. Prima dimenticherai come ci si sente da bambini e poi dimenticherai anche me. [...] Dimenticherai... poco a poco, un ricordo alla volta. (Kingdom Hearts: Chain of Memories)
- Wendy, una ragazza vale da sola più di venti maschietti.
- Sono fuggito perché ho sentito papà e mamma discorrere di quello che avrei fatto quando fossi diventato un uomo [...]. Io non voglio diventare mai un uomo. Io voglio restare sempre un bambino e vivere spensierato. Così sono fuggito nei Giardini di Kensington, e ci sono rimasto a lungo con le fate.
- Devi sapere che il giorno in cui il primo bambino sorrise per la prima volta, il suo sorriso si spezzò in mille frammenti. I frammenti rotolarono via tutt'intorno sgambettando e così ebbero origine le fate.
- I bambini, oggi, sanno troppe cose, smettono troppo presto di credere nelle fate e ogni volta che un bambino dice: "Io non credo nelle fate", da qualche parte una fata muore.
- [Sui Bimbi Sperduti] Sono quelli che scivolano fuori dalle carrozzelle quando la bambinaia non fa loro attenzione. Se entro sette giorni i genitori non li ricercano, vengono spediti molto lontano, sull'Isolachenoncè, perché nessuno ne sostiene le spese. Io sono il loro capitano. [...] però viviamo piuttosto soli: capisci, non abbiamo nessuna compagnia femminile. [...] Le bambine, mia cara, sono troppo astute per cadere fuori dalle carrozzelle.
- Tu sai perché le rondini costruiscono il nido sotto le grondaie delle case? Lo fanno per poter ascoltare le favole.
- C'è una cosa che ogni ragazzo, quando entra al mio sevizio, deve promettermi [...]. Se noi ci scontriamo con Uncino in aperta battaglia, devi lasciarlo a me.
- Morire sarà una grande meravigliosa avventura!
- Ti sbagli sulle madri, Wendy! [...] Molti e molti anni fa [...] credetti anch'io come voi che mia madre avrebbe sempre tenuto aperta la finestra per me; perciò rimasi via lune e lune, poi volai a casa, ma la finestra era chiusa da una inferriata, perché la mamma si era dimenticata del tutto di me e c'era un altro piccino addormentato nel mio letto.
- Io sono la giovinezza, io sono la gioa [...]. Sono l'uccello appena uscito dall'uovo.
- È la mamma di Wendy [...]. È una signora graziosa, ma la mia mamma è più bella. La sua bocca è piena di ditali ma non quanto quella della mia.
- Io non voglio andare a scuola e imparare cose noiose [...]. Io non voglio diventare un uomo. O madre di Wendy, pensa un po' se un giorno dovessi svegliarmi e accorgermi di avere la barba!
- Chi è il Capitan Uncino? [...] Appena li ho uccisi li dimentico!
- Ho letto di recente che adesso per gli esperimenti scientifici si usano gli avvocati al posto dei topi. Lo si fa per un paio di ragioni: la prima che gli scienziati si affezionano molto meno agli avvocati; la seconda è che ci sono certe cose che nemmeno un topo di fogna farebbe mai.
- [Rivolto a Trilli] Tu sei... sei un'allucinazione da complesso freudiano legata in qualche modo a mia madre. Non so perché tu abbia le ali, ma hai delle bellissime gambe, nel tuo piccolo sei molto carina. Mia madre? Ma se non so nemmeno chi è; io sono un trovatello e non mi sono mai drogato perché mi sono perso gli anni '60. Facevo il ragioniere.
- Io non sono un pirata. Si da il caso... che io sia un avvocato.
- Rufio, se sono un hamburger di vermi, perché non vieni a mangiarmi, eh? Testa di zebra di colore ricoperta di melma. Coltivabrufoli cervello di paramecio, masticatore del tuo proprio moccio, che soffre di invidia di Peter Pan!
- Non metterti con me bello, io faccio l'avvocato.
- Ho trovato il mio pensiero felice! Ci ho messo tre giorni per trovarlo, e sai cos'è successo? Oplà, ho volato! E sai qual era il mio pensiero felice? Eri tu!
- L'Isola che non c'è è il mio regno, e quindi io vado dove mi pare e quando mi pare! Non invado proprio un bel niente! (Il re del ghiaccio)
- Sull'Isola che non c'è non esiste un pericolo che io non sappia affrontare! (Il re del ghiaccio)
- Lo so anch'io che è una trappola, ma sarà anche una bella avventura, un gioco! E inoltre, sai benissimo che sull'Isola che non c'è non ci sono trappole che possono fermarmi. (Caccia al tesoro)
- Che cos'è un'avventura se non si corre qualche rischio? (Un problema piccolo piccolo)
Citazioni su Peter Pan
[modifica]- Ehi, un momento, un momento, ho indovinato: tu stai lavorando per Peter Pan; ha perso la sua ombra e tu devi ritrovarla, eh?! (Chi ha incastrato Roger Rabbit?)
- Finalmente riuscirò ad uccidere Peter Pan, quel ragazzino arrogante che mi tagliò la mano e la diede in libagione al coccodrillo! (Hook - Capitan Uncino)
- Il mito di Peter Pan è in ognuno di noi, perché in ognuno di noi c'è stato un bambino che non avrebbe voluto crescere per poter continuare a giocare. (Joe Wright)
- Il problema di Peter Pan ragazzo, è che è un vigliacco. Ha avuto l'occasione della sua vita e l'ha sprecata, scappando di nuovo sull'isola che non c'è. È rimasto da solo per sempre, è stata solo colpa sua; povera vecchia Wendy, è dovuta invecchiare senza di lui. Una cazzo di tragedia secondo me. (Skins)
- Perché Peter Pan rappresenta qualcosa di molto speciale, per me. La sua figura ha a che vedere con tutto ciò che è l'infanzia: la voglia di restare bambini, la magia, il volo... tutto in lui ricorda la giovinezza, la meraviglia e la magia. E io, crescendo, non ho mai smesso di amarlo o di considerarlo speciale. (Michael Jackson)
- Quel Peter Pan non mi ha fatto niente | però dev'essere un gran fetente | perché lo dice il mio comandante. (Edoardo Bennato)
- – Sai volare?
– Perché?
– Pensavo che eri come Peter Pan. Come nei cartoni. (Batman: Cataclisma)
- «Ma chi è, piccina mia?»
«È Peter Pan, capisci, mammina?»
Dapprima la signora Darling non capì, ma dopo, ritornando con il pensiero alla sua infanzia, rammentò proprio un Peter Pan che dicevano vivesse con le fate. Si raccontavano molte strane vicende intorno a lui; per esempio, si diceva che, allorché i bambini morivano, lui li accompagnasse per un tratto di strada perché non avessero paura. Lei aveva creduto in lui a quel tempo; ora che era sposata e piena di buonsenso dubitava dell'esistenza di un tale personaggio. - Era un grazioso ragazzino vestito di foglie secche e di linfa, quella che stilla dagli alberi. La cosa più sorprendente era che aveva tutti i suoi dentini da latte. Quando lui vide che lei era una persona adulta, le mostrò con una smorfietta le sue piccole perle.
- Infatti, non solo non aveva la mamma, ma non aveva nemmeno il più debole desiderio di averla. Riteneva che si attribuisse alle mamme eccessiva importanza.
- Benché ci spiaccia ammetterlo, dobbiamo confessare che la presunzione era una delle virtù più incantevoli di Peter, anzi, per dirla con franchezza, non era facile trovare un ragazzo più pavone di lui.
- Nessuno al mondo poteva essere allegro e spensierato come Peter e la sua risata era simile al più incantevole gorgogliare di un ruscello. Aveva mantenuto il sorriso di quand'era venuto al mondo.
- "Seconda a destra, e poi diritto fino al mattino."
Questa, Peter aveva detto a Wendy, era la strada per l'Isolachenoncè, ma neanche gli uccelli che portano con sé mappe e carte geografiche e le consultano quando si imbattono in angoli ventosi potrebbero giovarsi di tale indicazione. Il fatto è che Peter diceva tutto quanto gli passava per la testa. - Aspettava sempre l'ultimo momento e si aveva la sensazione che si compiacesse a esercitare la propria abilità e non a salvare una vita umana. E siccome amava la varietà, e lo sport che lo appassionava un momento il momento dopo lo annoiava, c'era da temere sempre che alla successiva caduta li lasciasse andare a fondo.
- In sua assenza, tutto è quieto e normale nell'isola, le fate si concedono un'ora in più di sonno, le belve badano ai loro piccoli, i pellerossa mangiano a sazietà per sei giorni e sei notti filati, e quando i pirati e i Bimbi Sperduti si incontrano, si accontentano di mordersi i pollici, in atto di reciproca sfida.
Con l'arrivo di Peter, che detesta l'inerzia, tutti riprendono la loro frenetica attività. - La differenza tra lui e gli altri ragazzi della comitiva in simili circostanze era che, mentre quelli sapevano benissimo distinguere la finzione dalla realtà, per lui verità e favola erano la stessa cosa. Talora questo li metteva a disagio, soprattutto quando erano costretti a fingere di aver già cenato e Peter li picchiava sulle nocche delle dita se pretendevano di uscire dalla favola.
- Lui disprezzava tutte le mamme, tranne Wendy, e poi era il solo ragazzo nell'isola che non sapesse né scrivere né leggere una vocale. Lui si sentiva al di sopra di queste cose.
- Spesso Peter usciva da solo, e quando tornava non si era mai certi se avesse o no avuto qualche avventura. Capacissimo di averla dimenticata, al punto da non saperne raccontare nemmeno un particolare. Poi, quando si usciva, si trovava magari un cadavere sulla porta di casa. Oppure un'altra volta raccontava milioni di cose su una qualche sua avventura e non si riusciva a trovarne alcuna traccia. Talvolta rientrava con la testa bendata e allora Wendy lo coccolava, gli faceva impacchi di acqua tiepida mentre lui le esponeva uno stabiliante resoconto.
Naturalmente, lei non era mai certa che Peter dicesse la verità. - Nessuno dimentica la prima slealtà. Nessuno, tranne Peter. Peter l'ha incontrata spesso e l'ha sempre dimenticata. Io credo fosse questa la vera differenza tra lui e gli altri ragazzi.
- Era così pieno di rancore contro gli adulti, i quali come al solito sciupano ogni cosa, che, non appena riuscì a entrare nel suo albero, buttò fuori con intenzione rapidi e corti sospiri alla velocità di circa cinque al minuto secondo. Fece questo perché nell'Isolachenoncè, ogni volta che uno sospira, un adulto muore. Peter, per vendicarsene, li voleva uccidere più in fretta che poteva.
- Ora, anche se Peter aveva davvero avuto una madre, non l'aveva rimpianta a lungo. Poteva benissimo fare a meno di lei. Anzi, non pensava più alla mamma e ne rammentava soltanto i difetti.
- In verità, c'era in Peter qualcosa che spingeva alla follia il capitano dei pirati. Non era il suo coraggio, non era il suo aspetto affascinante, non era... Ebbene, smettiamola di menare il can per l'aia, perché noi sappiamo benissimo che cosa fosse e l'abbiamo già anche detto. Era l'impudente arroganza di Peter. Aveva sempre urtato i nervi di Uncino, gli faceva mulinare l'artiglio di ferro e di notte lo molestava come un insetto. Finché Peter fosse vissuto, quell'uomo tormentato si sarebbe sentito come un leone chiuso in gabbia con un passero.
- Qualche volta, non troppo spesso, Peter sognava e i suoi sogni erano più angosciosi di quelli degli altri ragazzi. Per ore e ore non riusciva a svegliarsi, e gemeva pietosamente, mentre sognava. Quei sogni avevano attinenza, credo, con il segreto della sua esistenza. In queste occasioni Wendy lo sollevava dal letto, se lo metteva a sedere sulle ginocchia coccolandolo e distraendolo, come le suggeriva il suo affetto. Non appena lo vedeva più calmo, e prima che si destasse del tutto, lo rimetteva a letto perché ignorasse di essere stato vezzeggiato da lei come un bambino piccino.
- In verità Peter non sapeva proprio nulla di sua madre. Qualche volta ne parlava, ed erano tutte vanterie.
- Peter, [...] io ti vorrò sempre bene, con la barba o senza! (Wendy Darling)