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Questa è la vita

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Questa è la vita

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Totò ne "La patente"

Titolo originale

Questa è la vita

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1954
Genere commedia
Regia Giorgio Pàstina (La giara)
Mario Soldati (Il ventaglino)
Luigi Zampa (La patente)
Aldo Fabrizi (Marsina stretta)
Soggetto Luigi Pirandello (novelle)
Sceneggiatura Giorgio Bassani, Vitaliano Brancati, Aldo Fabrizi, Mario Soldati, Luigi Zampa, Giorgio Pàstina
Produttore Felice Zappulla
Episodi
Interpreti e personaggi
La giara
Il ventaglino
La patente
Marsina stretta
Doppiatori italiani
Note
Musiche: Carlo Innocenzi, Armando Trovajoli


Questa è la vita, film del 1954, diviso in quattro episodi, La giara, Il ventaglino, La patente e Marsina stretta, rispettivamente diretti da Giorgio Pàstina, Mario Soldati, Luigi Zampa e Aldo Fabrizi.

Direttore del doppiaggio: Allora, vogliamo andare?
Fonico: Ma io sono pronto da mezz'ora, non apetto che voi.
Direttore del doppiaggio: Parti con il sonoro, molto positivo.
Fonico: Va bene.
Direttore del doppiaggio: Ecco, allora come nelle prove, oramai le pause le conosci.
Fonico: Partito!
Emilio Cigoli: Il cinema a una delle sue svolte più caratteristiche prese dalla vita elementi veri per rappresentare delle finzioni. Avemmo così sullo schermo operai, pescatori, professori eccetera, che seppero rendere a volte, con notevole verità e autorità, i loro personaggi, rappresentarono cioè se stessi. La Fortunia Film ha voluto invertire i termini e ha dato, a registi e ad attori professionisti, un autore che ha scritto dalla vita e per la vita, soprattutto forse per l'insegnamento che da essa può venire. Questa è la vita è un film con le sue luci, le sue ombre, i suoi insegnamenti, tratto da quattro novelle di Luigi Pirandello. La giara. Si dice che il buon senso è da preferire alla litigiosità. Il ventaglino... eh, il ventaglino è un inno alla vita che è fatta anche di adorabili, inutili, fatue cose. La patente. La patente ci conferma che la superstizione, quando è portata agli eccessi, è una vera peste. Ho detto quando è portata agli eccessi. Marsina stretta... be', la vedrete e le conclusioni ognuno le trarrà da solo... convincendosi che questa è la vita.

La giara

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Turi Pandolfini
  • Raccogli i panni, sta per venire il teporale! E il raccolto? E mo' chi lo sente il padrone! Se piove, ci puoi giurare che se la piglia con me. E chi è che canta!? State zitte, fate presto, non vedete che viene a piovere? (Compare Peppe)
  • Quattro once! Quattro once l'ho pagata! Ma causa gli voglio fare a quel fornaciaio maledetto! Il pretura, in Appello, in Cassazione! Gli voglio mangiare tutto! (Don Lolò)
  • Don Lolò: E non usate neanche salutare quando vi presentate davanti a qualcuno?
    Compare Peppe: Salutate, salutate! È il padrone.
    Zi' Dima: Abbisogna della mia opera o del mio saluto? Della mia opera, credo. Mi dica quello che ho da fare e lo farò.
    Don Lolò: Se le parole vi costano care, perché non le risparmiate?
  • Compare Peppe: Zi' Dima, sentite, sanate questa bella giara con il vostro mastice. Non lo fa vedere a nessuno il suo mastice.
    Don Lolò: E che è? Ostia consacrata?
  • Don Lolò: Voglio sapere se la mia giara accomodata verrà bene.
    Zi' Dima: Così? Subito? Io credo quando vedo. Mi dia tempo.
  • Contadina: Zi' Dima, sto pregando la buonanima di mia nonna per voi!
    Zi' Dima: Impiccati! Fammi uscire, piuttosto!
  • Un'oncia e trentatré a lui? Pazzia, Signor Avvocato? Io ci faccio i vermi qua dentro. (Zi' Dima)
  • Non ci sto per mio piacere qua dentro. Mi faccia uscire e me ne andrò ballando, ballando. (Zi' Dima)
  • Don Lolò: Non potrei citarlo per alloggio abusivo?
    Avvocato Scimè: Eccome no! Mandate l'usciere con lo sfratto!
  • Avete visto come ci si perde ad essere permalosi e colerici? Buon senso nella vita, insegna la vita. (voce narrante)

Il ventaglino

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  • Popolana: Quanto tempo c'ha?
    Tuta: Un anno e mezzo.
    Popolana: Marito vero?
    Tuta: Siamo sposati con la Chiesa.
    Popolana: Ah, con la Chiesa...
    Tuta: E che dé? Non è marito?
    Popolana: E no fija nun serve
    Tuta: Come non serve?
    Popolana: Ma, no. Ce lo sai pure tu ce vole il matrimonio in Municipio.
    Tuta: E lo so, sì... figuratevi se non ce lo so. Per questo me so dovuta addatà a venì a Roma.
    Popolana: Eh, l'omo è cacciatore, se sa. Prima se fa i comodacci sui, poi te fanno fa un fijo e tanti saluti. Ma pure tu fija bella ce potevi pensa', te potevi far da' un po' di sordi. Invece, scommetto che è un morto de fame, vero?
    Tuta: Lui dice che i sordi ce li ho nel petto.
  • Dio non fa le cose giuste... e se non le fa lui figurati noi. Tiriamo a campa'. (Tuta)
  • Er pupo dorme. Tiramo a campa'. Dio provvede. (Tuta)

La patente

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  • Figlia di Rosario 3: Ma perché ti vuoi vestire a lutto? Chi è morto?
    Rosario: Io, vostro padre. Non lo sapete? Lo hanno ammazzato. Lo hanno assassinato. Un povero lavoratore che lavorava onestamente, cacciato via, messo in mezzo a una strada, con tre figlie da mantenere e una moglie paralitica...
  • Figlia di Rosario 1: Ma tu vedi nemici dappertutto, papà. C'è anche la gente buona in questo mondo.
    Rosario: Ah, sì? E chi sarebbe la gente buona? Il tuo fidanzato? Il professore. L'uomo colto. L'uomo superiore. Colui che non crede alla superstizione... e ti ha piantato. (Rosario)
  • Ma se tutte queste cose vengono dette in tribunale, la calunnia che hai addosso non te la levano nemmeno con il coltello. (moglie)
  • Voglio che sia riconosciuta questa mia potenza terribile che oramai è l'unico capitale che mi è rimasto. (Rosario)
  • Rosario: Lei, Signor Giudice, per esercitare questa professione, anche se l'esercita così male, ha dovuto pigliarsi una laurea?
    Giudice istruttore D'Andrea: Sì, certo.
    Rosario: E dunque voglio la mia patente. La patente di jettatore, con tanto di bollo legale. Jettatore patentato dal Regio Tribunale.
  • Ma io devo avere giustizia. devo avere la patente. La patente che darà il pane a me e ai miei figli. È chiaro? Pane e giustizia! (Rosario)
  • Anch'io credo alla jettatura ma quella degli altri di coloro che mi hanno rovinato, capisci? (Rosario)
  • Scrivi: Gioielleria: lire 100. Spostamento alla gioielleria rivale: lire 150 […] Caffè gelateria: lire 30 anzi no 35 […] Casa con ammalato: SC Cioè vale a dire: "Secondo le condizioni economiche familiari". Oratore in piazza: lire 100. Se è del Governo: lire 200. Corsa automobilistica: rettilineo lire 300, appostamento in curva 500. (Rosario)

Marsina stretta

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Aldo Fabrizi
  • Colonnello Franco Alonzo: È la stoffa che conta, non c'è un tarlo. Professore, la naftalina fa dei miracoli.
    Professor Fabio Gori: Oh, be' certo. Se avessero dato la naftalina al Colosseo, penso che sarebbero intatti anche i leoni.
  • Me la sento proprio stretta, ma che faccio? La ginnastica svedese? (Professor Fabio Gori)
  • Colonnello Franco Alonzo: Vede che si sente più sciolto?
    Professor Fabio Gori: Sì, come un salame.
  • Si può dire anche bella. Una bellezza alla quale il dolore le ha dato una certa grazia, una certa nobiltà. (Professor Fabio Gori)
    • Ospite: Ah, che profumo snervante. Scusi Signora, che fiori sono?
      Gina Migri: Sono tutti soldi sprecati.
  • Coraggio Angela, qua ci sono io. Lascia a me la responsabilità di quello che fai. Vai a prepararti adesso, cara. E senza perdere tempo. (Professor Fabio Gori)
  • Come vede tante volte il destino e la felicità di una persona dipendono da una marsina stretta. (Professor Fabio Gori)

Altri progetti

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