Robert Bosisio
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Robert Bosisio (1963 – vivente), pittore e incisore italiano.
Citazioni su Robert Bosisio
[modifica]- Una pittura pura, lontana dal chiasso, quella di Robert Bosisio, 36enne altoatesino di Trodena ma con la personalità in buona parte scolpita nelle prolungate tappe a Vienna, cinque anni, a Berlino, cinque anni, New York e Londra, un anno. È nel soggiorno a Berlino, a partire dal 1989 (l'ultimo anno del muro, che Bosisio vive le esperienze artistiche più significative. Ed è lì che matura l'amicizia con il cineasta Wim Wenders.
- Wenders rimane colpito dagli spazi angusti dell'atelier dell'artista. Non ci pensa due volte e gli mette a disposizione un suo appartamento-studio, più ampio e luminoso, ubicato proprio sotto l'attico al settimo piano dove vive, quello con la terrazza che gli ha ispirato Il cielo sopra Berlino. Qualche volta Wim bussa da Robert e poi si ferma a parlare di pittura, soprattutto della luce protagonista delle opere dell'artista di Trodena. Di tanto in tanto Wenders si presenta in compagnia di amici e una volta arriva con un signore garbato, timido, che farfuglia appena il suo nome: Krzysztof Kieślowski.
- Bosisio trae ispirazione da una manciata di soggetti: interni (spesso il suo studio), nature morte, rari paesaggi e oggetti comuni. Il più "coccolato" è una teiera dipinta con il sorprendente dinamismo di una figura egizia di profilo. [...] Grande protagonista di questi interni, come avevano intuito Wenders e Kieślowski, è la luce, spesso un solo fascio di raggi rincorsi in tutti rimbalzi possibili tra pavimenti, pareti e monacali arredi. Sono interni raffigurati con una grande sapienza compositiva che tradisce la predilizione di Bosisio per Piero della Francesca e per i grandi fiamminghi, Vermeer su tutti. Se aggiungiamo altri due nomi che risuonano nell'atelier di Trodena – Morandi e Balthus – si capirà meglio come Bosisio sia immerso in una ricerca appartata che poco ha da spartire con le onde effimere di certa arte contemporanea.
- Osservando i quadri di Bosisio si avverte una strana sensazione: è come se lo sguardo fosse imprigionato. Vero è che questo succede sempre quando si è di fronte a opere di eccelsa qualità, ma nelle tele di Bosisio c'è qualcos'altro: un ingegnoso artificio, una specie di cornice tonale che "chiude" la composizione e in un certo qual modo ne protegge la fruizione "ostacolando" la fuga dell'occhio. Alla fine, dunque, ci si sofferma – e a lungo – su ciò che Robert Bosisio vuol farci vedere: una "bolla" di creato dipinta con francescano stupore e con una inquietudine moderna eppure priva dei fumi del malanno corrente.
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