Signore e signori, buonanotte

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Signore e signori, buonanotte

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Titolo originale

Signore e signori, buonanotte

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1976
Genere commedia
Regia Age, Leo Benvenuti, Luigi Comencini, Piero De Bernardi, Nanni Loy, Ruggero Maccari, Luigi Magni, Mario Monicelli, Ugo Pirro, Furio Scarpelli, Ettore Scola
Soggetto Age, Leo Benvenuti, Luigi Comencini, Piero De Bernardi, Nanni Loy, Ruggero Maccari, Luigi Magni, Mario Monicelli, Ugo Pirro, Furio Scarpelli, Ettore Scola
Sceneggiatura Age, Leo Benvenuti, Luigi Comencini, Piero De Bernardi, Nanni Loy, Ruggero Maccari, Luigi Magni, Mario Monicelli, Ugo Pirro, Furio Scarpelli, Ettore Scola
Produttore Franco Committeri
Episodi
  1. Una lingua per tutti
  2. La bomba
  3. Sinite parvulos
  4. L'ispettore Tuttunpezzo
  5. Il personaggio del giorno
  6. Il disgraziometro
  7. Santo Soglio
Interpreti e personaggi

Signore e signori, buonanotte, film italiano a episodi del 1976.

Frasi[modifica]

  • Signore e signori, buonasera! Benvenuti alla quindicesima puntata del nostro "Disgraziometro"! Alla puntata di questa sera partecipano tre autentici megadisgraziati, il che dimostra che in Italia in questo momento i disgraziati non mancano mai, perché questi sono stati scelti tra migliaia e migliaia di disgraziati che hanno fatto domanda! Allegria! Allegria! (Presentatore)

Dialoghi[modifica]

  • Paolo T. Fiume: Siamo qui in Piazza Montecitorio in attesa di una personalità che in questi giorni è al centro di vivaci polemiche e sconcertanti interrogativi. Oh ma, eccolo. Signor Ministro mi consenta alcune domande per conto di Tg3.
    Ministro: Purché si sbrighi, per favore.
    Paolo T. Fiume: Lei è al corrente delle gravi accuse che le sono state mosse riguardo ai fondi sottratti alle mense degli orfani? Si parla di duecento miliardi.
    Ministro: Certo, certo che ne sono al corrente.
    Paolo T. Fiume: Ecco, e non crede che sarebbe opportuno in attesa di conoscere la verità, di dare le immediate dimissioni dalla sua alta carica?
    Ministro: Giovanotto, dimettermi mai. Questa sarebbe una mossa sbagliata.
    Paolo T. Fiume: Lei vorrebbe dire che le sue dimissioni sarebbero un implicito riconoscimento delle accuse?
    Ministro: Ma no, no, io non mi dimetto per combattere la mia battaglia da una posizione di privilegio! Dal mio posto posso agevolmente controllare l'inchiesta, inquinare le prove, corrompere i testimoni, posso insomma fuorviare il corso della giustizia.
    Paolo T. Fiume: Onorevole ma non è irregolare? Dico, contro la legge?
    Ministro: Ah, no giovanotto. Io le leggi le rispetto e soprattutto la legge del più forte! E siccome in questo momento io sono il più forte, intendo approfittarne, è mio dovere precipuo.
    Paolo T. Fiume: Ma dovere verso chi, scusi?
    Ministro: Ma verso l'elettorato che mi ha dato il voto per ottenere da me posti, licenze, permessi, appalti, perché li spalleggi in evasioni fiscali, in amministrazioni di fondi neri, crolli di dighe mal costruite, scandali, ricatti, contrabbando di valuta!
    Paolo T. Fiume: Scusi ma... ma che cacchio sta dicendo?
    Ministro: Io sto dicendo che l'elettorato vede in me un prevaricatore. Se invece voleva scegliere un uomo probo, onesto e per bene, ma che dava i voti a me? Addio ragazzo. Andiamo, andiamo.
    Paolo T. Fiume: Ma... ma tu guarda che fijo de 'na mignotta!

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