Luc de Clapiers de Vauvenargues: differenze tra le versioni
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*I grandi uomini intraprendono le grandi imprese, perché le sanno tali; i pazzi perché le credono facili. (1923) |
*I grandi uomini intraprendono le grandi imprese, perché le sanno tali; i pazzi perché le credono facili. (1923) |
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*Il difficile non è essere intelligenti, ma sembrarlo. |
*Il difficile non è essere intelligenti, ma sembrarlo. |
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*L'ingratitudine più odiosa, |
*L'ingratitudine più odiosa, ma più antica e più comune di tutte, è quella dei figli verso i loro genitori. (1923) |
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*L'odio dei deboli non è così pericoloso come la loro amicizia. |
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*L'[[orgoglio]] è il conforto dei deboli. |
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*La buona tavola è il primo vincolo della buona società. |
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*La [[chiarezza]] adorna i pensieri profondi. (1923) |
*La [[chiarezza]] adorna i pensieri profondi. (1923) |
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*La clemenza vale |
*La clemenza vale più della giustizia. (1923) |
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*La costanza è la chimera dell'[[amore]]. |
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*La [[pazienza]] è l'arte di sperare. |
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*Nessuno, quanto gli sciocchi, si crede capace di ingannare le persone intelligenti. (1923) |
*Nessuno, quanto gli sciocchi, si crede capace di ingannare le persone intelligenti. (1923) |
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*Non ci sono persone più acide di quelle che son dolci per interesse. |
*Non ci sono persone più acide di quelle che son dolci per interesse. |
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*Non è nato per la gloria chi non conosce il valore del tempo. |
*Non è nato per la gloria chi non conosce il valore del tempo. (1923) |
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*Per operare grandi cose, bisogna vivere come se non si dovesse mai morire. (1923) |
*Per operare grandi cose, bisogna vivere come se non si dovesse mai morire. (1923) |
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*Se è vero che le nostre gioie sono brevi, la maggior parte delle nostre afflizioni non sono ben lunghe. |
*Se è vero che le nostre gioie sono brevi, la maggior parte delle nostre afflizioni non sono ben lunghe. |
Versione delle 03:59, 23 giu 2008
Luc de Clapiers, marchese di Vauvenargues (1715 – 1747), saggista francese.
Citazioni
- Il frutto del lavoro è il più dolce dei piaceri. (da Introduzione alla conoscenza dello spirito umano)
- Il pubblico non ha l'obbligo di essere grato alle persone senza talento della fatica che fanno a scrivere. (da Pensieri diversi)
- Per sapere se un pensiero è nuovo, non c'è che un mezzo: esprimerlo con la massima semplicità. (da Pensieri diversi)
Senza fonte
- Amiamo persino le lodi che non crediamo sincere.
- Coloro che disprezzano l'uomo non sono grandi uomini.
- Criticare uno scrittore è facile. Il difficile è apprezzarlo.
- I consigli ritenuti più saggi sono sempre quelli meno adatti alla nostra situazione.
- I grandi pensieri vengono dal cuore.
- I pigri hanno sempre voglia di far qualcosa.
- Il bisogno avvelena i mali che non può guarire.
- Il commercio è la scuola della frode.
- Il pretesto con cui per l'ordinario si giustifica chi è causa dell'infelicità di un altro è che gli voleva bene. (1923)
- La coscienza è la più mutevole delle regole.
- La mediocrità di spirito e la pigrizia fanno più filosofi che la riflessione.
- La ragione ci trae in inganno più spesso della natura.
- L'arte di piacere è l'arte di ingannare.
- L'onestà, che ai mediocri impedisce di raggiungere i loro fini, per gli abili è un mezzo di più per riuscire.
- Nessuna cosa di lunga durata è molto piacevole, nemmeno la vita; tuttavia l'amiamo.
- Nessuno è più esposto all'errore di chi agisce soltanto per riflessione.
- Quando un'innovazione è troppo difficile da introdurre è segno che non è punto necessaria.
- Sappiamo più cose inutili di quante ne ignoriamo di necessarie.
- Si dicono poche cose solide, quando si cerca di dirne di straordinarie.
- Si rivolta un pensiero come un abito, per servirsene parecchie volte.
- Sono più grandi le fortune che i grandi ingegni.
- Talvolta i nostri difetti ci legano l'uno all'altro tanto strettamente quanto la virtù stessa.
- Vi sono persone che senza i loro difetti mai avrebbero fatto conoscere le loro qualità.
Riflessioni e massime
- Bisogna mantenere le forze del corpo per conservare quelle della mente.
- Chi è nato per obbedire, obbedirebbe anche sul trono.
- Chi sa tutto soffrire può tutto osare.
- Come sono inutili anche i migliori consigli, quando le nostre stesse esperienze ci insegnano così poco!
- Disprezza i grandi progetti chi si sente incapace di grandi successi. (1923)
- Disprezziamo molte cose per non disprezzare noi stessi.
- È forse contro la ragione o contro la giustizia amare se stessi? E perché dobbiamo volere che l'amor proprio sia sempre un vizio?
- È più facile dire cose nuove che mettere d'accordo quelle che sono state già dette. (1923)
- È un grande segno di mediocrità lodare sempre moderatamente. (1923)
- È un errore creder di aver fatto fortuna quando non si sa goderne. (1923)
- Finisce col dire poche cose importanti, chi cerca di dirne sempre di importantissime. (1923)
- I grandi uomini intraprendono le grandi imprese, perché le sanno tali; i pazzi perché le credono facili. (1923)
- Il difficile non è essere intelligenti, ma sembrarlo.
- L'ingratitudine più odiosa, ma più antica e più comune di tutte, è quella dei figli verso i loro genitori. (1923)
- L'odio dei deboli non è così pericoloso come la loro amicizia.
- L'orgoglio è il conforto dei deboli.
- La buona tavola è il primo vincolo della buona società.
- La chiarezza adorna i pensieri profondi. (1923)
- La clemenza vale più della giustizia. (1923)
- La costanza è la chimera dell'amore.
- La pazienza è l'arte di sperare.
- La schiavitù invilisce gli uomini a tal punto che se ne fa amare. (1923)
- La solitudine mette a dura prova la castità.
- Le massime degli uomini scoprono il loro cuore.
- Le tempeste della giovinezza sono circondate di giorni brillanti. (1923)
- Molti uomini vivono felici senza saperlo.
- Nell'infanzia di tutti i popoli, come in quella dei singoli individui, il sentimento ha sempre preceduto la riflessione ed è stato il suo primo maestro.
- Nessuno, quanto gli sciocchi, si crede capace di ingannare le persone intelligenti. (1923)
- Non ci sono persone più acide di quelle che son dolci per interesse.
- Non è nato per la gloria chi non conosce il valore del tempo. (1923)
- Per operare grandi cose, bisogna vivere come se non si dovesse mai morire. (1923)
- Se è vero che le nostre gioie sono brevi, la maggior parte delle nostre afflizioni non sono ben lunghe.
- Se non si scrive perché si pensa, è inutile pensare per scrivere.
- Tutti gli uomini nascono sinceri e muoiono bugiardi.
- Un principe è grande e degno d'amore quando ha le virtù di un re e i difetti di un privato cittadino.
- Una massima che abbia bisogno di essere spiegata non vale niente.
Bibliografia
- Luc de Clapiers de Vauvenargues, Riflessioni e massime, traduzione di Paolo Serini, Sansoni, Firenze 1923.
- Luc de Clapiers de Vauvenargues, Riflessioni e massime, traduzione di Ugo Bernasconi, TEA, Milano 1989.
Altri progetti
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