Manifesto del Partito Comunista: differenze tra le versioni

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*Il governo moderno non è che un comitato amministrativo degli affari della classe borghese. ([[s:Il Manifesto del Partito Comunista/I#Il governo moderno|cap. I]])
*Il governo moderno non è che un comitato amministrativo degli affari della classe borghese. ([[s:Il Manifesto del Partito Comunista/I#Il governo moderno|cap. I]])
*La borghesia sopprime ogni dì più lo sparpagliamento dei mezzi di produzione, della proprietà e della popolazione. Essa aggruppa le popolazioni, accentra i mezzi di produzione e concentra la proprietà nelle mani di qualche individuo. La conseguenza fatale di questi cambiamenti fu lo accentramento politico. ([[s:Il Manifesto del Partito Comunista/I#La borghesia sopprime|cap. I]])
*La borghesia sopprime ogni dì più lo sparpagliamento dei mezzi di produzione, della proprietà e della popolazione. Essa aggruppa le popolazioni, accentra i mezzi di produzione e concentra la proprietà nelle mani di qualche individuo. La conseguenza fatale di questi cambiamenti fu lo accentramento politico. ([[s:Il Manifesto del Partito Comunista/I#La borghesia sopprime|cap. I]])
*Provincie riunite tra loro solo dai legami federali, aventi interessi, leggi, governi, tariffe doganali differenti, furono riunite in una sola nazione, un solo governo, una sola tariffa doganale, un solo interesse nazionale di classe. La borghesia, dal suo avvenimento appena secolare, creò delle forze produttive, più svariate e più colossali che tutte le generazioni passate prese insieme. ([[s:Il Manifesto del Partito Comunista/I#Provincie riunite|cap. I]])
*Basta menzionare le crisi commerciali che, per il ritmo periodico, mettono ognor più in questione l’esistenza della società borghese. Ogni crisi distrugge regolarmente, non soltanto una massa di prodotti già creati, ma ancora una grande parte delle stesse forze produttrici. Una epidemia colpisce l’umanità, che nelle epoche precedenti sarebbe sembrata un paradosso: è l’epidemia della sopra-produzione. ([[s:Il Manifesto del Partito Comunista/I#Crisi|cap. I]])
*Come fa la borghesia per superare queste crisi? Da una parte con la distruzione forzata d’una massa di forze produttrici, dall’altra con la conquista dei nuovi mercati e lo sfruttamento più perfetto degli antichi. Cioè essa prepara delle crisi più generali e più terribili, e riduce i mezzi per prevenirle. ([[s:Il Manifesto del Partito Comunista/I#Superare la crisi|cap. I]])
*Ma la borghesia non ha soltanto fabbricato le armi che devono darle la morte; essa produsse pure gli uomini che devono manipolarle – gli operai moderni, ''i Proletarii''. Con lo sviluppo della borghesia, cioè del capitale, si sviluppa il Proletariato, la classe degli operai moderni, i quali non vivono, che a condizione di trovare lavoro, e che non ne trovano più appena che il loro lavoro cessa di aumentare il capitale. ([[s:Il Manifesto del Partito Comunista/I#Fabbricare armi|cap. I]])
*La borghesia vive in uno stato di guerra perpetua; prima contro l’aristocrazia, poi contro questa categoria della borghesia i cui interessi entrano in contraddizione col progresso dell’industria, ed infine contro la borghesia dei paesi stranieri. ([[s:Il Manifesto del Partito Comunista/I#Borghesia continua lotta|cap. I]])
*Di tutte le classi, attualmente avversarie della borghesia, il proletariato solo è veramente rivoluzionario. Le altre classi si dislocano e scompaiono in causa della grande industria: il proletariato, al contrario, è il suo prodotto particolare. ([[s:Il Manifesto del Partito Comunista/I#Proletariato rivoluzionario|cap. I]])
*La classe media, i piccoli fabbricanti, i bottegai, gli artigiani, i contadini lottano contro la borghesia perch’essa compromette la loro esistenza in qualità di classe media. Per conseguenza essi non sono rivoluzionarii, ma conservatori. Anzi sono reazionari, poiché si sforzano di far retrocedere il cammino alla storia. Se essi agiscono rivoluzionariamente è per la paura sempre presente di cadere nel Proletariato. Essi difendono in questo caso i loro interessi futuri, e non i loro interessi attuali; essi rinunciano al loro proprio punto di vista per mettersi in quello del Proletariato. ([[s:Il Manifesto del Partito Comunista/I#Classe media|cap. I]])


==Capitolo II, ''Proletarii e Comunisti''==
==Capitolo II, ''Proletarii e Comunisti''==
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*Sono state strette in ''una sola'' nazione, con ''un solo'' governo, ''una sola'' legge, ''un solo'' interesse nazionale di classe, ''un solo'' confine doganale. Nel suo dominio di classe, che dura appena da un secolo, la borghesia ha creato delle ''forze produttive'' il cui ''numero'' e la cui ''importanza'' superano quanto mai avessero fatto tutte insieme le generazioni passate.
*Basti ricordare le ''crisi commerciali'', che nei loro ritorni periodici ''sempre più minacciosamente mettono in forse l'esistenza di tutta la società borghese.''
*Nelle ''crisi'' scoppia una epidemia sociale che in ogni altra epoca sarebbe apparsa un controsenso: ''l'epidemia della sovrapproduzione.''
*Con quale mezzo riesce la borghesia a superare la crisi? Per un verso, ''distruggendo forzatamente una grande quantità di forze produttive''; per un altro verso, ''conquistando nuovi mercati e sfruttando più intensamente i mercati già esistenti''.
*Ma la borghesia non ha soltanto ''fabbricato le armi che le recano la morte; essa ha anche creato gli uomini che useranno quelle armi'' – i moderni operai, ''i proletari''.[...] Nella misura in cui si sviluppa la borghesia, vale a dire il [[capitalismo|capitale]], si sviluppa anche il proletariato.
*Quelli che furono sinora i piccoli ceti medi, i piccoli industriali, i negozianti e la gente che vive di piccola rendita, gli artigiani e gli agricoltori, tutte queste classi spofondano nel proletariato.[...] Così il proletariato si recluta in tutte le classi della popolazione. [...] La sua lotta contro la borghesia incomincia colla sua esistenza.
*La borghesia è di continuo in lotta: dapprima contro l'aristocrazia, poi contro quelle parti della borghesia stessa i cui interessi sono in contrasto col progresso dell'industria; sempre contro la borghesia di tutti i paesi stranieri.
*Di tutte le classi che oggi stanno di fronte alla borghesia, solo il proletariato è una classe veramente rivoluzionaria. [...] <br />I ceti medi, il piccolo industriale, il piccolo negoziante, l'artigiano, il contadino [...] Non sono dunque rivoluzionari, ma conservatori. Ancora più, essi sono reazionari, essi tentano di far girare all'indietro la ruota della storia.
*Lo ''scopo'' immediato dei comunisti è quello stesso degli altri partiti proletari: ''formazione del proletariato in classe, rovesciamento del dominio borghese, conquista del potere politico da parte del proletariato.''
*Lo ''scopo'' immediato dei comunisti è quello stesso degli altri partiti proletari: ''formazione del proletariato in classe, rovesciamento del dominio borghese, conquista del potere politico da parte del proletariato.''
*Abolizione della proprietà privata [...] E la borghesia chiama l'abolizione di questo stato di cose abolizione della personalità e della libertà! E ha ragione. Perché ''si tratta, effettivamente, di abolire la personalità, l'indipendenza e la libertà borghese.''
*Abolizione della proprietà privata [...] E la borghesia chiama l'abolizione di questo stato di cose abolizione della personalità e della libertà! E ha ragione. Perché ''si tratta, effettivamente, di abolire la personalità, l'indipendenza e la libertà borghese.''

Versione delle 11:34, 23 dic 2015

Copertina dell'edizione originale

Manifesto del Partito Comunista, saggio scritto da Karl Marx e Friedrich Engels tra il 1847 e il 1848.

Incipit

Lucio Caracciolo

Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro: il papa e lo zar, Metternich e Guizot, radicali francesi e poliziotti tedeschi.
Dov'è il partito di opposizione che non sia stato bollato di comunismo dai suoi avversari al governo, dove il partito di opposizione che non abbia ritorto l'infamante accusa di comunismo sia contro gli esponenti più progressisti dell'opposizione che contro i suoi avversari reazionari?
Di qui due conseguenze.
Il comunismo viene ormai riconosciuto da tutte le potenze europee come una potenza.
È gran tempo che i comunisti espongano apertamente a tutto il mondo la loro prospettiva, i loro scopi, le loro tendenze, e oppongano alla favola dello spettro del comunismo un manifesto del partito.
A questo scopo si sono radunati a Londra comunisti delle più diverse nazionalità e hanno redatto il seguente manifesto, che viene pubblicato in lingua inglese, francese, tedesca, italiana, fiamminga e danese.

Antonio Labriola

Uno spettro s'aggira per l'Europa: — è lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si alleano per dare santamente una spietata caccia a cotesto spettro: — e ossia il papa e lo czar, Metternich e Guizot, i radicali francesi e i poliziotti tedeschi.
Qual è il partito di opposizione, che i suoi avversarii al potere non abbiano colpito con la nota ingiuriosa di comunistico? e qual è il partito di opposizione, che alla sua volta non abbia ricambiata l'accusa, respingendo la infamante designazione del comunismo, o sugli elementi più avanzati della opposizione stessa, o su gli avversarii apertamente reazionarii?
Da questo fatto si viene a due conclusioni.
Il comunismo è oramai dalle potenze d'Europa quale un'altra potenza.
È tempo oramai che i comunisti espongano senz'altro innanzi a tutto il mondo il loro modo di vedere, i loro intenti, le loro tendenze e che allo spettro del comunismo contrappongano il manifesto del partito.

Capitolo I, Borghesi e proletari

  • Ogni dì più la società si divide in due grandi campi opposti, in due classi nemiche: la Borghesia ed il Proletariato. (cap. I)
  • Il governo moderno non è che un comitato amministrativo degli affari della classe borghese. (cap. I)
  • La borghesia sopprime ogni dì più lo sparpagliamento dei mezzi di produzione, della proprietà e della popolazione. Essa aggruppa le popolazioni, accentra i mezzi di produzione e concentra la proprietà nelle mani di qualche individuo. La conseguenza fatale di questi cambiamenti fu lo accentramento politico. (cap. I)
  • Provincie riunite tra loro solo dai legami federali, aventi interessi, leggi, governi, tariffe doganali differenti, furono riunite in una sola nazione, un solo governo, una sola tariffa doganale, un solo interesse nazionale di classe. La borghesia, dal suo avvenimento appena secolare, creò delle forze produttive, più svariate e più colossali che tutte le generazioni passate prese insieme. (cap. I)
  • Basta menzionare le crisi commerciali che, per il ritmo periodico, mettono ognor più in questione l’esistenza della società borghese. Ogni crisi distrugge regolarmente, non soltanto una massa di prodotti già creati, ma ancora una grande parte delle stesse forze produttrici. Una epidemia colpisce l’umanità, che nelle epoche precedenti sarebbe sembrata un paradosso: è l’epidemia della sopra-produzione. (cap. I)
  • Come fa la borghesia per superare queste crisi? Da una parte con la distruzione forzata d’una massa di forze produttrici, dall’altra con la conquista dei nuovi mercati e lo sfruttamento più perfetto degli antichi. Cioè essa prepara delle crisi più generali e più terribili, e riduce i mezzi per prevenirle. (cap. I)
  • Ma la borghesia non ha soltanto fabbricato le armi che devono darle la morte; essa produsse pure gli uomini che devono manipolarle – gli operai moderni, i Proletarii. Con lo sviluppo della borghesia, cioè del capitale, si sviluppa il Proletariato, la classe degli operai moderni, i quali non vivono, che a condizione di trovare lavoro, e che non ne trovano più appena che il loro lavoro cessa di aumentare il capitale. (cap. I)
  • La borghesia vive in uno stato di guerra perpetua; prima contro l’aristocrazia, poi contro questa categoria della borghesia i cui interessi entrano in contraddizione col progresso dell’industria, ed infine contro la borghesia dei paesi stranieri. (cap. I)
  • Di tutte le classi, attualmente avversarie della borghesia, il proletariato solo è veramente rivoluzionario. Le altre classi si dislocano e scompaiono in causa della grande industria: il proletariato, al contrario, è il suo prodotto particolare. (cap. I)
  • La classe media, i piccoli fabbricanti, i bottegai, gli artigiani, i contadini lottano contro la borghesia perch’essa compromette la loro esistenza in qualità di classe media. Per conseguenza essi non sono rivoluzionarii, ma conservatori. Anzi sono reazionari, poiché si sforzano di far retrocedere il cammino alla storia. Se essi agiscono rivoluzionariamente è per la paura sempre presente di cadere nel Proletariato. Essi difendono in questo caso i loro interessi futuri, e non i loro interessi attuali; essi rinunciano al loro proprio punto di vista per mettersi in quello del Proletariato. (cap. I)

Capitolo II, Proletarii e Comunisti

  • [...] i comunisti possono riassumere le loro teorie in questa proposta: abolizione della proprietà privata. (cap. II)
  • Voi siete spaventati perché vogliamo abolire la proprietà privata. Ma nella vostra società attuale, la proprietà privata è abolita per nove decimi dei suoi membri. Ed è precisamente perché essa non esiste per nove decimi, che esiste per voi. (cap. II)
  • Il comunismo non toglie a nessuno potere d'appropriarsi la sua parte dei prodotti sociali, esso non toglie che il potere di assoggettare coll'aiuto di quest'appropriazione, il lavoro degli altri. (cap. II)
  • [...] il potere pubblico perde il suo carattere politico. Il potere politico è l'organamento del potere di una classe per l'oppressione di un'altra. Se il proletariato, nella sua lotta contro la borghesia, si costituisce forzatamente in classe, se egli si erige con una rivoluzione in classe dominante e, come classe dominante distrugge violentemente i vecchi rapporti di produzione, egli distrugge, nello stesso tempo che questi rapporti di produzione, le condizioni di esistenza dell’antagonismo di classe, egli distrugge le classi in generale, e quindi la sua stessa dominazione come classe. (cap. II)

Capitolo III, Letteratura socialista e comunista

Sottocapitolo 4, Posizione dei comunisti a petto dei differenti partiti dell'opposizione

  • I comunisti non si abbassano a dissimulare le loro opinioni ed i loro fini. Essi proclamano altamente che questi fini non potranno essere raggiunti senza il rovesciamento violento d'ogni ordine di cose attuale. Che le classi dominanti tremino pure all'idea d'una rivoluzione comunista. I proletarii non hanno nulla a perdere, all'infuori delle loro catene: essi hanno un mondo da guadagnare. Proletari di tutti i paesi unitevi! (cap. III.4)


  • Lo scopo immediato dei comunisti è quello stesso degli altri partiti proletari: formazione del proletariato in classe, rovesciamento del dominio borghese, conquista del potere politico da parte del proletariato.
  • Abolizione della proprietà privata [...] E la borghesia chiama l'abolizione di questo stato di cose abolizione della personalità e della libertà! E ha ragione. Perché si tratta, effettivamente, di abolire la personalità, l'indipendenza e la libertà borghese.
  • Gli operai non hanno patria. Non si può toglier loro ciò che non hanno. [...] Ma poiché il proletariato deve conquistarsi prima il dominio politico, elevarsi a classe nazionale, costituirsi in nazione, è anch'esso nazionale, benché certo non nel senso della borghesia.
  • La critica della religione è il fondamento di ogni critica.
  • La storia di ogni società sinora esistita è la storia di lotte di classi.[...] in una parola oppressori e oppressi sono sempre stati in contrasto fra di loro, hanno sostenuto un lotta ininterrotta, a volte nascosta, a volte palese: una lotta che finì sempre o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la rovina comune delle classi in lotta.
  • Il proletariato si servirà della sua supremazia politica per strappare alla borghesia, a poco a poco, tutto il capitale, per accentrare tutti gli strumenti di produzione nelle mani dello Stato, vale a dire del proletariato stesso organizzato come classe dominante, e per aumentare, con la massima rapidità possibile, la massa delle forze produttive.
  • In una parola, i comunisti appoggiano dappertutto ogni moto rivoluzionario contro le condizioni sociali e politiche esistenti. In tutti questi moti essi mettono avanti sempre la questione della proprietà, abbia essa raggiunto una forma più o meno sviluppata, come la questione fondamentale del movimento. I comunisti finalmente lavorano all'unione e all'interesse dei partiti democratici di tutti i paesi.
  • I nostri borghesi, non paghi d'avere a disposizione le mogli e le figlie dei proletari, per non parlare neppure della prostituzione ufficiale, trovano uno dei loro divertimenti principali nel sedursi reciprocamente le loro mogli.

Citazioni sul Manifesto del Partito Comunista

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