Tenebre (film)
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Tenebre
Titolo originale |
Tenebrae |
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Lingua originale | italiano, inglese e spagnolo |
Paese | Italia |
Anno | 1982 |
Genere | thriller, horror |
Regia | Dario Argento |
Sceneggiatura | Dario Argento |
Produttore | Claudio Argento |
Interpreti e personaggi | |
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Tenebre, film italiano del 1982, regia di Dario Argento.
In un'indagine, eliminato l'impossibile, quello che rimane — per quanto sembri improbabile — deve essere la verità[1]
Frasi
[modifica]- L'impulso era diventato irresistibile. C'era una sola risposta alla furia che lo torturava. E così commise il suo primo assassinio. [...] Aveva infranto il più profondo tabù e non si sentiva colpevole né provava ansia o paura, ma libertà. [...] Ogni ostacolo umano, ogni umiliazione che gli sbarrava la strada, poteva essere spazzato via da questo semplice atto di annientamento: l'OMICIDIO. (Voce narrante di Dario Argento)
- Ho riflettuto su questa storia e ne ho ricavato la sensazione che manchi qualche cosa... C'è come una contraddizione. È morto qualcuno che dovrebbe essere vivo ed è vivo qualcuno che dovrebbe essere morto. In un suo libro, Il mastino dei Baskerville, Conan Doyle scrive, mi pare: «in un'indagine, eliminato l'impossibile, quello che rimane — per quanto sembri improbabile — deve essere la verità». E l'impossibile, nel nostro caso, è che questa catena di delitti sia priva di senso. Ne Il mastino dei Baskerville, l'impossibile era che esistesse un mastino fantasma. L'improbabile in questo caso, come nel libro, è altrettanto strano, inimmaginabile, ma possibile... E dobbiamo scoprirlo. La verità è sempre possibile. (Peter Neal)
Citazioni su Tenebre
[modifica]- Generalmente sottovalutato, è un vero spasso per gli amanti del genere, che non si dimenticheranno facilmente di scene come quella della mano mozzata (eliminate, attenzione!, nella versione che circola in televisione, perché l'attrice è Veronica Lario, futura signora Berlusconi). (il Mereghetti)
- Il successo internazionale del film è stato controverso a causa dell’estrema violenza di alcune scene, all’epoca ritenute davvero crude. E poi per il tema dell’omosessualità davvero scabroso per quei tempi: uscì con il divieto ai minori di 18 anni. Pensare che io accettai il ruolo per andare contro ogni bigottismo, proponendo un personaggio coraggioso. (Mirella D'Angelo)
- Mentre Dario stava scrivendo un film a Los Angeles, un folle iniziò a telefonargli giorno e notte riempiendolo di complimenti e, alla fine, gli lasciò un "annuncio di morte" sul taxi, spingendolo a fuggirsene via! La storia di Tenebre è nata così, da un incredibile caso di amore/odio che non riusciremo mai a comprendere. (Daria Nicolodi)
- Per me è stata un'esperienza negativa in quanto inizialmente avrei dovuto interpretare il personaggio di Veronica Lario che, come tutti i personaggi a doppia faccia, dei quali non si sa se siano buoni o cattivi, mi piaceva molto; inoltre io sono maestra nel creare l'equivoco delle parti... poi, all'ultimo momento, l'attrice americana che doveva recitare il ruolo della compagna di Franciosa si ritirò. così Dario mi chiese di sostituirla e io, seppure controvoglia, accettai. Ho quindi recitato un po' fuori dalle mie corde, senza identificarmi molto con il personaggio, ma mi sono divertita lo stesso, sfogando la rabbia per quello che non sono riuscita a fare nell'interminabile urlo finale. (Daria Nicolodi)
- Se esistesse l'Oscar della macelleria, questo 8° film di D. Argento se lo aggiudicherebbe facilmente. (Il Morandini)
- Uno dei film più interessanti e riusciti di Dario Argento. La storia è ben congegnata e i personaggi sono tratteggiati con cura e attenzione: la logica non è sempre ferrea, ma l'abilità e la concitazione nella narrazione mettono in secondo piano queste piccole lacune. (Rudy Salvagnini)
- È accaduto che su Tenebre, per vie a me ignote, sono uscite anticipazioni che non corrispondono alla verità. Ad esempio, ho letto che sarebbe la continuazione di Suspiria e Inferno, completando così la trilogia delle tre «madri». E invece Tenebre non è affatto la continuazione di quei due film.
- In effetti Tenebre è la mia tesi sul giallo, sul cinema giallo, sulla letteratura gialla. È una specie di studio, di saggio, sulle possibilità del giallo, ma anche sui suoi trucchi e trabocchetti. In alcuni momenti, però, se ne frega del giallo, come peraltro hanno fatto alcuni grandi autori di romanzi gialli, che se ne sono fregati delle regole. In quel film io enuncio le regole e poi le contraddico, come del resto ha fatto Agatha Christie, per esempio. È un film dove mi sono fermato per fare una riflessione importante sul cinema giallo, sul cinema horror...
- Quando ho ideato Tenebre pensavo che il film fosse ambientato nel 1994, dopo una decina d'anni dalla realtà, che si situasse un leggerissimo passo in avanti rispetto ai nostri giorni. Non tanto, non venti o trenta anni, ma solo una decina, in un mondo un po' diverso, un po' idealizzato, quasi da fantascienza.
- Tenebre è un giallo. Un giallo classico. Secondo le vecchie regole, anche se nel suo profondo più argentiano, e quindi il più personale, dei miei film.
- Tenebre l'ho concepito come una specie di viaggio velocissimo e turbolento attraverso fatti terrificanti e sbalorditivi. Una sorta di montagne russe della paura. Un incubo ad occhi aperti nel reale, nel moderno, nell'oggi.
- Una volta De Laurentiis mi ha chiesto di adattare Lovecraft per lo schermo, e sono stato con lui vari mesi in Inghilterra per lavorare a questo progetto. Però sentivo un distacco e una disaffezione, ho capito che era inutile continuare. E infatti mi misi a scrivere Tenebre.
- Con Tenebre Argento torna ai suoi assassini realistici, agli psicopatici guidati dalla follia nei loro atti terribili. I personaggi non sono più spettri, come in Suspiria e Inferno, ma esseri reali.
- Più che un film realista, se si vuole Tenebre è un film feticista. I continui primissimi piani ci mostrano bicchieri, pillole, chiavi, lampadine, scarpe. [...] Il dettaglio, il minuzioso, il piccolo oggetto, sono le caratteristiche principali di questo feticismo.
- Tenebre resta forse il capolavoro di Argento, la punta più alta del suo delirio cinematografico.
Note
[modifica]- ↑ Citazione di Sherlock Holmes.