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Teoria del tutto

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La materia, dal livello macroscopico a livello subatomico

Citazioni sulla teoria del tutto.

  • La convinzione che la Teoria del Tutto esista davvero mi fa venire in mente le religioni monoteistiche, che nel corso dei secoli hanno rimpiazzato le più disparate collezioni di divinità dai poteri limitati con un solo dio, onnipotente e onnicomprensivo. In genere questo fatto è visto come un «progresso» della civiltà, ma assomiglia a una fallacia logica molto diffusa, in cui la stessa causa è attribuita a vari fenomeni misteriosi. (Ian Stewart)
  • – Prima di iscrivermi a medicina, pensavo di prendere un dottorato in fisica. Sai cos'è la materia oscura? Dal modo in cui ruotano le galassie e dal moto dell'universo si deduce che ci sia sei volte più materia di quanta ne rileviamo. È stato teorizzato ma nessuno ha dimostrato che esista.
    – E così vuoi darti alla ricerca? Perché?
    – È il più grande mistero che ci sia... La teoria del tutto! (Dr. House - Medical Division)
  • Quand'anche ci fosse una sola teoria unificata possibile, essa sarebbe solo un insieme di regole e di equazioni. Che cos'è che infonde vita nelle equazioni e che costruisce un universo che possa essere descritto da esse? (Stephen Hawking)
  • Se esiste veramente una teoria completa della fisica che governa ogni cosa, è presumibile che determini anche le nostre azioni. Essa lo fa però in un modo che è impossibile da calcolare concretamente quando abbiamo a che fare con un organismo complesso come un essere umano, e racchiude inoltre un certo grado di casualità dovuta agli effetti della meccanica quantistica. Pertanto potremmo dire che gli esseri umani ci appaiono dotati di libero arbitrio perché non siamo in grado di predire come si comporteranno. (Stephen Hawking)
  • Weinberg crede nell'esistenza di una "teoria finale" e spera che un giorno potremo scoprirla. Una tale teoria potrebbe fissare in modo univoco le leggi fondamentali che governano il nostro universo: potrebbero venire tutte ricavate da alcune equazioni basilari. (Martin Rees)
  • Senza dubbio la gravitazione è stata riportata alla struttura dello spazio; ma, al di fuori del campo di gravitazione, c'è ancora il campo elettromagnetico; è stato necessario introdurre questo ultimo nella teoria, come una formazione indipendente dalla gravitazione. Nell'equazione di condizione per il campo si sono dovuti introdurre alcuni termini supplementari corrispondenti all'esistenza del campo elettromagnetico. Ma il pensiero teoretico non saprebbe sopportare l'idea che ci sono due strutture di spazio indipendenti l'una dall'altra: una di gravitazione metrica, l'altra elettromagnetica. S'impone la convinzione che queste due specie di campo devono corrispondere a una struttura unitaria dello spazio. Ora la «teoria del campo unitario», che si presenta come un'estensione matematicamente indipendente della teoria della relatività generalizzata, cerca di rispondere a questo postulato.
  • [Nel 1948] Nel mio lavoro di ricerca sono ostacolato da difficoltà matematiche – sempre le stesse – che mi rendono impossibile la conferma o la confutazione della mia teoria generale relativistica del campo; [...]. Non ne verrò più a capo; il problema verrà dimenticato per essere riscoperto più tardi. È già successo tante volte in passato.
  • [Nel 1951] La teoria unitaria del campo, in sé è ultimata. Ma è così difficile da trattare matematicamente che, con tutta la pena che mi sono dato, non sono in condizione di verificarla in alcun modo. Questo stato di cose è destinato a durare per anni, principalmente perché i fisici hanno poca attitudine a capire gli argomenti logici e filosofici.
  • [Nel 1953] Nessuno osa prendere posizione sulla validità o meno [della teoria unitaria dei campi] per un semplice motivo: non esiste modo di affermare alcunché riguardo alle soluzioni di un sistema di equazioni non lineari tanto complesso, se si escludono casi particolari.

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