The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair
Aspetto
The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair
Titolo originale |
The Blair Witch Project |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1999 |
Genere | horror |
Regia | Daniel Myrick, Eduardo Sánchez |
Soggetto | Daniel Myrick, Eduardo Sánchez |
Sceneggiatura | Daniel Myrick, Eduardo Sánchez |
Produttore | Gregg Hale |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair, film statunitense del 1999 con Heather Donahue, regia di Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Questi non sono i soliti fanatici, i fanatici non sono così creativi. (Mike)
- Ho paura di chiudere gli occhi... e ho paura di aprirli. (Heather)
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Josh: Adesso capisco perché ti piace così tanto questa telecamera.
Heather: Davvero?
Josh: Non è la pura realtà.
Mike: La realtà mi dice che dobbiamo darci una mossa.
Josh: È una realtà completamente filtrata, bimba. - Heather: Qualsiasi cosa sia, sa che Josh non c'è più.
Mike: Se fosse stato Josh, ci avrebbe detto dov'era.
Heather: Be', qualsiasi cosa fosse, sembrava proprio Josh.
Citazioni su The Blair Witch Project
[modifica]- Blair Witch Project non è una storia vera, | decidi tu se ne vale la pena. (Caparezza)
- È un rozzo film fondato sulla paura del buio, cioè dell'invisibile. Senza spargimento di sangue, senza un effetto speciale, fa paura a molti, specialmente agli adolescenti in grado di identificarsi con i tre personaggi. È un non-film di radicale inettitudine. (il Morandini)
- Effettivamente constatai che il film era davvero copiato, anzi foto-copiato perché adottava la stessa scaletta della mia pellicola [Cannibal Holocaust]. Mi fece un brutto effetto. Anche Oliver Stone mi confidò durante una sua visita a Roma «quei ragazzi hanno fatto fortuna con il film di Deodato, ma Deodato ha fatto altrettanta fortuna?» (Ruggero Deodato)
- Grande successo, ricco marketing (cd, fumetto, libri), ma il risultato rimane senza qualità, senza spavento, dilettantesco. (Lietta Tornabuoni)
- Molti critici vecchi e giovani hanno comunque benedetto l'operazione: i primi lieti di un horror che – per forza di cose – gioca tutto sul fuoricampo e sul mistero non spiegato, i secondi per moda. In definitiva, solo uno scherzo goliardico più interessante per i semiologi e i sociologi che per gli spettatori comuni, anche se in curiosa ed emblematica sintonia con il finto realismo e l'estetica «sporca» dei film del Dogma danese. (Il Mereghetti)
- Sorprendente caso di promozione internettiana per un superindipendente che ha sbancato, dando vita anche a un sequel. Il fenomeno principale del nuovo cinema, girato come real fiction. Si finge il ritrovamento di videocamere in un bosco dove è successo qualcosa, qualcosa di terribile. Che cosa? Non interessa né agli autori né agli spettatori. Quel che conta è il clima, l'atmosfera. È come vendere al prezzo di un Van Gogh una cornice. Impresa geniale, no? (il Farinotti)
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