Tullio De Mauro
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Tullio De Mauro (1932 – 2017), linguista italiano.
Citazioni di Tullio De Mauro
[modifica]- Chi non legge smette anche di studiare. In Italia solo un venti per cento di quadri segue corsi di aggiornamento: quattro volte meno della media europea. Una classe dirigente male alfabetizzata, quindi non aggiornata, è la rovina di un paese, molto più di un crollo della Borsa.[1]
- [Su Aliminusa] Dal quadro dipinto dai fratelli Gullo[2], appare chiaro che la figura dominante di Aliminusa è il piccolo coltivatore diretto, succube della Coldiretti, della "bonomiana". La polverizzazione delle aziende (su 355, 308 sono a condizione diretta, 150 sono di meno di tre ettari), la rudimentalità delle colture (frumento, quasi esclusivamente), la povertà dei mezzi (il mulo è ancora preferito, e non a torto, dato lo stato dei viottoli d'accesso) sono i tratti d'una realtà agraria assai arretrata. Alla arretratezza economica fa riscontro la povertà delle articolazioni sociali e politiche. Dei 481 occupati, la grande maggioranza lavora nell'agricoltura. Si tratta soprattutto di lavoratori in proprio. Poverissimo è il ceto operaio, professionale e imprenditoriale.[3]
- Dopo la grande stagione di Noventa e Gotti, la fioritura lirica continua non solo tra anziani... ma tra meno anziani e giovani: da Pascutto, alle straordinarie prove dialettali di Zanzotto, alle Monade di Ferry Fölkel, al ciclo storico e lirico di Renzo Francescotti, altro caso di dialettale nuovo nella cui opera prende corpo una narrazione storica rivissuta come dal basso, in chiave di forte e convincente protesta umana e politica.[4]
- Il Croce evitò con cura i tecnicismi d'ogni sorta: lo "aborrimento del gergo filosofico, che spesso cela l'incertezza e l'oscurità del pensiero" e la sua inclinazione a "servirsi del linguaggio ordinario" sono da lui esplicitamente dichiarate [...] giova non poco a conferire limpidezza alla pagina crociana.[5]
- Il libro di Martha Nussbaum [Non per profitto] ci aiuta a capire che nella formazione mediosuperiore dei paesi occidentali al centro della sfida vi è il recupero pieno dell'importanza dello studio della classicità come prima chiave per aprire la mente alla comprensione dell'altro da noi, innanzitutto di quell'altro di cui noi siamo figli.[6]
- Imparare a scrivere manualmente in corsivo ha effetti benefici sullo sviluppo linguistico e cognitivo.[7]
- La democrazia vive se c'è un buon livello di cultura diffusa. [...] se questo non c'è, le istituzioni democratiche – pur sempre migliori dei totalitarismi e dei fascismi – sono forme vuote.[8]
- Per la duttilità, per la "affabilità" verificata largamente in un secolo e per l'ormai avvenuto passaggio dalla fase di lingua progettata a quella di lingua stricto sensu, cioè effettivamente usata da centinaia di migliaia di locutori sparsi in tutto il mondo [...], l'esperanto vede schiudersi oggi prospettive concrete d'uso. [...] Una comune lingua senza base etnica definita può essere (come già è tra gli esperantisti) una chiave facilitante, transglottica, dei sempre più necessari rapporti tra culture. E, in molti casi (redazione di testi e codificazioni di rilievo internazionale), potrebbe assumere una importante funzione di riferimento giuridicamente primario e nazionalmente neutro.[9]
Note
[modifica]- ↑ Citato in Michele Smargiassi, Nell'Italia dei laureati che non sanno scrivere, Repubblica.it, 6 febbraio 2008.
- ↑ Lillo Gullo e Tano Gullo, Aliminusa. Strada, donna, religiosità. Prospettive socio-antropologiche della cultura contadina, Savelli editore, 1977.
- ↑ Dalla Presentazione a Giuseppe Battaglia, Campa cavallo che l'erba cresce, Bulzoni editore, Roma, 1977.
- ↑ Da L'Italia delle Italie, Editori Riuniti, Roma, 1987, p. 110. ISBN 8835930553
- ↑ Da Storia linguistica dell'Italia unita, p. 265.
- ↑ Dall'introduzione di Martha Nussbaum, Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica, traduzione di Rinaldo Falcioni, Il Mulino, 2013, 2a edizione, p. 16.
- ↑ Da Lexi torna al corsivo, Il Post.it, 18 novembre 2016.
- ↑ Da L’ignoranza degli italiani, Il Fatto Quotidiano.it, 29 settembre 2010.
- ↑ Introduzione a B. Migliorini, Manuale di Esperanto, Cooperativa Editoriale Esperanto, 1995.
Bibliografia
[modifica]- Tullio De Mauro, Storia linguistica dell'Italia unita, Feltrinelli, Milano, 1963.
Voci correlate
[modifica]- Mauro De Mauro, fratello
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