Anna Karenina (film 1997)

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Anna Karenina

Immagine Personenwagen Bayerische Ludwigsbahn 1835 Rad 13032010.JPG.
Titolo originale

Anna Karenina

Lingua originale inglese e russo
Paese Stati Uniti d'America, Regno Unito, Russia
Anno 1997
Genere drammatico
Regia Bernard Rose
Soggetto tratto dal romanzo di Lev Nikolaevic Tolstoj
Sceneggiatura Bernard Rose
Produttore Bruce Davey
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Anna Karenina, film del 1997 con Sophie Marceau, Sean Bean e Alfred Molina, regia di Bernard Rose.

Incipit[modifica]

Sempre nei miei sogni mi ritrovavo aggrappato ad un ramo conscio della morte che ineluttabilmente mi attende. La paura di morire senza aver mai conosciuto l'amore era la più grande della paura stessa della morte. Ora so che non ero solo nel terrore di quell'oscurità. Identica era la paura di Anna Karenina. Fu allora che una goccia di miele abbastanza dolce da distogliere i miei occhi dalla triste verità, entro nella mia vita: era la Principessa Ekaterina Shcherbatsky. (Levin)

Frasi[modifica]

  • Credo di essere innamorato, ma temo di essere mediocre e troppo vecchio. Potrebbe volermi bene come un amico ma per farmi amare come marito dovrei essere bello, fuori dal comune. (Levin)
  • Siete tornato nella corrotta Babilonia. Trovate Babilonia convertita o anche voi vi siete corrotto? (Contessa Nordston)
  • Come mai nella nostra campagna Kaluga i nostri contadini hanno speso tutto in vodka e non ci pagano quanto ci devono? Come spiegate questo fatto? Voi che fate sempre le elogi dei contadini? (Contessa Nordston)
  • Quella donna è giovane ed è bella. Io non ho più queste qualità. Me l'hanno portata via lui e i suoi figli. Lo odio. (Dolly)
  • Eravamo entrambi disperati per trovare affetto. (Levin)
  • [Apre una busta dove vi sono delle banconote] Ti piace sentirti magnanimo, sentirti nel giusto. Ti lascerò avere questa soddisfazione. [Mette i soldi in tasca.] (Nikolai)
  • Quei brevi attimi intossicarono Anna, come se una luce fosse fluita nell'oscuro grembo che era la sua vita. (Levin)
  • Non una parola, non un solo vostro gesto, cercherò e riuscirò a dimenticare. (Aleksej)
  • Può essere deriso un uomo che perseguita una fanciulla, ma un uomo innamorato di una donna sposata ha una parte bellissima e non priva di eroismo. E mai apparirà ridicolo. Ora mi direte che le ragazze devono essere virtuose, le donne caste, gli uomini virili e i figli educati e pagare sempre i propri debiti e altre sciocchezze del genere. (Betsy)
  • Quando sarò brutta e vecchia, diventerò come loro. Ma per una donna bella come Anna è ancora troppo presto perché il suo spirito sia chiuso in quell'ospizio. Dobbiamo salvarla prima che sia troppo tardi. (Betsy)
  • Io credo che per conoscere l'amore occorra prima di tutto sbagliare e poi semmai riparare. (Betsy)
  • L'amore è come la scarlattina. È come una malattia che ognuno deve fuggire. Bisognerebbe trovare il modo di farsi vaccinare. (Betsy)
  • Non potremo mai essere amici. Lo sapete anche voi. Saremo le creature più felici o le più sventurate. Tocca a voi decidere. (Aleksej)
  • I tuoi sentimenti riguardano solo la tua coscienza, ma io ho il dovere d'indicarti i tuoi doveri. Le nostre due vite sono state unite da Dio e solo una colpa potrebbe spezzare questa unione. Ma una colpa di tal genere è sempre seguita dal castigo. (Aleksej Karenin)
  • Sto ascoltando te, ma è lui che penso. Lo amo. Sono la sua amante. Non posso sopportarti e sono disperatamente infelice. Fa pure di me quello che vuoi. (Anna)
  • Aliosha caro, non puoi emettere giudizi, la tua moralità non te lo consente. (Contessa Vronskaya)
  • Non mi vergogno di quello che ho fatto. Non mi vergogno del mio amore per te. (Anna)

Dialoghi[modifica]

  • Kitty: Starete qui a lungo?
    Levin: Non lo so, dipenderà da voi.
  • Levin: Vi ho detto che non sapevo se fossi rimasto qui a lungo, che sarebbe dipeso da voi. Io volevo... volevo dirvi che... diventate mia moglie.
    Kitty: È impossibile, perdonatemi.
    Levin: Non poteva che essere così.
  • Contessa Nordston: Voi credete negli spiriti, Constantine Dmitrich?
    Levin: Perché me lo domandate. Conoscete già la mia risposta.
    Contessa Nordston: Vorrei sentire la vostra opinione.
    Levin: La mia opinione è che un tavolino che si muove prova che la cosiddetta "società colta" è al livello dei contadini. Anche loro credono al malocchio e ai sortilegi.
  • Anna: Stepan è sinceramente pentito.
    Dolly: Ma ha fatto l'amore on lei!
    Anna: Gli uomini danno poca importanza... queste cose.
  • Anna: Che cosa fate qui?!
    Aleksej: Sapete che devo trovarmi dove voi siete. Non posso fare altrimenti.
  • Anna: Non ho più nulla al mondo tranne te, ricordatelo.
    Aleksej: Non m'importa di nient'altro, ormai. Neanche della vita... per un momento di felicità insieme te.
    Anna: No, ti prego. Non parlare più di felicità, non farlo.
  • Anna: Non so nulla. Mi sembra di cadere a testa in giù in un precipizio. Qualcuno ti afferrerà.
    Stepan: Noi non ti lasceremo cadere.
    Anna: Niente conta più per me, fuorché la fine di tutto questo.
  • Levin [davanti alla bara di suo fratello Nikolai]: Nell'infinità del tempo, nell'infinità della materia, nell'infinità dello spazio una cellula organica è sorta, si manterrà per un po' e poi si dissolverà. Quella cellula sono io. Non posso vivere senza sapere cosa sono e perché vivo. E questo non mi è concesso di saperlo. Non ho dunque più ragione di vivere.
    Kitty: Konstia.
    Levin: Cosa?
    Kitty: Sono incinta.

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