Anne Schützenberger

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Anne Schützenberger nel 2009

Anne Schützenberger (1919 – 2018), psicologa e psicoterapeuta francese.

Il piacere di vivere[modifica]

  • Penso che non serva a nulla chiacchierare di ciò che non va; preferisco, se necessario, fare o rifare una "tranche" di terapia o di analisi per parlarne in maniera utile. (p. 44)
  • Fui molto toccata dalla gentilezza delle persone al nostro passaggio, sconosciuti che ci davano acqua, pane, contadine in lacrime che ci facevano segni di amicizia, La solidarietà è una cosa straordinaria, l'amore nell'impotenza, e tutto questo in silenzio. Indicibile e indimenticabile. (p. 47)
  • Come detto, io non cerco le cose, queste accadono. (p. 51)
  • Françoise Dolto. Lei mi ha insegnato a fidarmi delle mie intuizioni e a verificarle, tranquillamente, aiutandomi inoltre a pensare che l'origine dei problemi si trova nei genitori e nei nonni. È forse al suo primo incontro che devo le mie ricerche sul transgenerazionale ed è lei che mi ha mandato i miei primi clienti e mi ha supervisionato come psicoterapeuta, psicoanalista e psicodrammatista. (p. 62)
  • Per me, lo psicodramma è come una grande famiglia. L'indomani mattina, alle otto, telefonai alla mia banca a Parigi. Avevo ricevuto un po' di soldi dalla mia famiglia per comprarmi un pied-à-terre a Nizza dove ero stata nominata... Chiesi di fare un bonifico a Vienna e anche di prestarmi i soldi per il Congresso di Vienna. Ho quindi pagato i debiti del Congresso di Psicodramma agli psichiatri austriaci. Non ho detto niente a nessuno. (p. 76)
  • Elaborare il lutto del passato è fondamentale per chi vuole vivere la propria vita. Françoise Dolto diceva, in questo senso, che la terapia permette di essere "in divenire". (p. 124)

La sindrome degli antenati[modifica]

  • La vita di ciascuno di noi è un romanzo. Voi, me, noi tutti viviamo prigionieri di un'invisibile ragnatela di cui siamo anche uno degli artefici. Se imparassimo dal nostro terzo orecchio e dal nostro terzo occhio ad afferrare, a comprendere meglio, ad ascoltare e vedere queste ripetizioni e coincidenze, l'esistenza di ciascuno di noi diventerebbe più chiara, più sensibile a ciò che siamo e a ciò che dovremmo essere. Ma è possibile sfuggire a questi fili invisibili, a queste triangolazioni, a queste ripetizioni? (p. 17)
  • Le persone o le cose (una nonna, una nutrice, la vicina di casa che assolve una funzione materna, un cane, un pianoforte, la casa familiare o un quadro) compongono l'atomo sociale. (p. 17)
  • In Francia e in Italia Moreno è, da sempre, un po' misconosciuto. (p. 21)
  • Quando si scoprono segreti, rivelazioni provvidenziali, un certo numero di affetti, legati a un vissuto difficile di ripetizioni nocive e di traumi, scompaiono. (p. 60)
  • Se Freud parla di revenants (coloro che ritornano), Françoise Dolto parlava degli invisibili e ricordava che Jules Laforgue citava spesso la frase di Sant'Agostino: "i morti non sono assenti, sono esseri invisibili". Per lei, gli invisibili sono presenti intorno a noi e ci guidano (gli invisibili della Dolto sono simili al Daimon di Socrate). Questa potrebbe essere un'altra intuizione riguardo al modo in cui avviene la trasmissione degli avvenimenti e dei traumi tra generazioni. (p. 76)

Lo psicodramma[modifica]

  • Moreno si dice certo che ciascun uomo rechi in sé una facoltà creatrice, che può essere portata alla luce: lo psicodrammatista sarà, come Socrate, una balia, una levatrice. (p. 21)
  • Per Moreno, come per Freud, l'uomo nasce incompiuto. Necessita di una matrice sociale e di ego ausiliari (madre, famiglia, amici, gruppo, società, terapeuta o consulente) per nascere come uomo. (p. 38)
  • Secondo Moreno, è durante il rovesciamento dei ruoli che avviene l'incontro, quando si vede con gli occhi e si parla con la bocca dell'Altro, avvertendone il mondo interiore, al suo posto. (p. 170)
  • Può aversi anche uno psicodramma d'esplorazione preventivo, diagnostico, educativo, terapeutico, sociologico o psichiatrico...diretto, non direttivo (che non è passivo), permissivo, aggressivo, finalizzato a testare la nostra attività e vitalità. Vi sono maniere differenti di fare lo psicodramma:

Psicodramma in situ: psicodramma ambientato nel contesto abituale, o psicodramma austriaco, che Moreno talvolta chiama psicodramma esistenziale. [...]
Psicodramma classico moreniano, incentrato sul gruppo, sul protagonista e la rappresentazione.
Psicodramma analitico: sintesi di psicodramma e psicoanalisi.
Psicodramma esistenziale: d'ispirazione esistenziale, incentrato sull'hic et nunc, sulla maniera di essere nel mondo dei partecipanti e sull'espressione dei loro sentimenti nella situazione (ivi compresi talvolta quelli del terapeuta).
Psicodramma triadico: psicoterapia di gruppo, psicodramma, dinamica dei gruppi incentrati sul gruppo.
Psicodramma di esplorazione (o di diagnostica): ricerca della sindrome di gruppo, che viene trattato come un insieme, [...]
Psicodramma didattico o pedagogico: insegnamento dello psicodramma in un gruppo di formazione o mediante un gioco di ruolo.
Psicodramma indiretto: in genere si conviene che lo psicodramma agisce soprattutto sugli attori o su quelli che si esprimono; ma agisce anche per contraccolpo sui partecipanti ad una sessione, quando guardano, osservano, parlano o non parlano. (p. 223)

  • Sociogramma: rappresentazione grafica della scelta sociometrica, che è differente secondo un determinato criterio, per il lavoro, per il tempo libero, la coabitazione, per l'esecuzione di un compito difficile o dannoso, per la vicinanza a tavola, in macchina...Si tratta della rappresentazione simbolica delle relazioni reciproche che sussistono tra i membri del gruppo. Se A sceglie B, non è che la metà della relazione; B può scegliere A, respingerlo o ignorarlo. Il sociogramma è un grafico stabilito secondo un criterio di scelta, sia liberamente su un foglio, con le frecce, sia in bersaglio, con i leader che stanno al centro, sia infine in un quadro a doppia entrata (sociomatrice). Quando il sociogramma viene dato con il codice, si ha l'alfabeto sociologico. (p. 240)
  • Moreno avanza l'ipotesi che l'ansia è in funzione della spontaneità: quando questa aumenta, quella decresce. (p. 242)
  • Moreno definisce spesso il tele come una reciproca comunicazione, aperta, reale, comprensiva del transfert e dell'empatia e che sarebbe fattore di coesione dei gruppi. Lo avvicina alla sua teoria dell'Incontro, del co-conscio di gruppo, del co-inconscio e dell’espansività affettiva; pertanto può essere positivo o negativo. (p. 245)
  • La terapia attraverso il teatro e un ruolo appreso non costituiscono per Moreno lo psicodramma. (p. 246)
  • Moreno è il primo ad aver osservato che il terapeuta è membro del gruppo, come gli altri partecipanti, sebbene con un ruolo diverso, che partecipa a modo suo al gruppo e in una certa maniera ne trae beneficio anche lui. (p. 248)
  • Non vogliamo discutere se Moreno fosse a sua insaputa pirandelliano o se Pirandello sia stato influenzato da Moreno. “A ciascuno la sua verità”. “Come tu mi vedi, come tu mi vuoi” è la dialettica dell'incontro, che persino un bambino, un malato o un adulto un po' fragile possono comprendere, tramite l'azione e l'interazione, con tutte le modificazioni profonde e durature che ne conseguono. (p. 250)

Psicogenealogia[modifica]

  • La psicogenealogia è un'arte e una scienza. È un modo di procedere che ci consente di comprendere e utilizzare al meglio la nostra eredità psichica o, se necessario, di trasformarla. Si basa sulla psicoanalisi estesa ai legami transgenerazionali e sulla tecnica sociopsicologica del sociogramma, un albero genealogico arricchito dei legami e dei fatti di vita importanti. (p. 19)
  • Le date di nascita e di matrimonio si ripetono spesso attraverso più generazioni. (p. 38)
  • Il cambiamento rappresenta spesso una difficoltà per le persone, le famiglie e la società. In generale esso è al tempo stesso sperato e temuto. (p. 66)
  • Molti di noi soffrono di un lutto non elaborato, personale, familiare, transgenerazionale o anche cultural-nazionale. (p. 108)

Una malattia chiamata genitori[modifica]

  • Ogni bambino cresce in risonanza coi propri genitori. Nel bene, come nel male. (p. 7)
  • Se è vero che la sofferenza psichica si trasmette da una generazione all'altra, in questo libro abbiamo voluto dimostrare che tale trasmissione avviene anche sul piano delle disfunzioni corporee. (p. 8)
  • Quando le ferite sono insormontabili e inenarrabili, lasciano un segno. Quello che non può essere espresso, persiste e viene trasmesso. Ecco dunque che la somatizzazione persevera e il figlio, il nipote o il pronipote diventano i messaggeri dei loro avi feriti, i portavoce dei loro traumi. (p. 72)
  • Già Bion aveva detto che il pensiero si radica nell'esperienza emotiva e che questa si trasmette attraverso i genitori oppure si arresta bruscamente. L'esperienza viene interiorizzata sia attraverso ciò che Nicolas Abraham e Maria Torok chiamano introiezione (con tanto di rappresentazioni) sia tramite una inclusione psichica, nella quale l'esperienza si rinchiude in una specie di cisti, un'armatura psichica, sotterranea come una cripta, scissa dal resto della personalità e relegata ai margini della vita psichica. (p. 83)

Bibliografia[modifica]

  • Anne Schützenberger, Il piacere di vivere, Di Renzo, Roma, 2010. ISBN 978-88-8323-232-9
  • Anne Schützenberger, La sindrome degli antenati, traduzione di Francesca Garofoli, Di Renzo, Roma, 2004. ISBN 888323076-0
  • Anne Schützenberger, Lo psicodramma, traduzione di Francesca Garofoli, Di Renzo, Roma, 2004. ISBN 888323209-7
  • Anne Schützenberger, Psicogenealogia, Di Renzo, Roma, 2011. ISBN 888323233-X
  • Anne Schützenberger, Una malattia chiamata "genitori", traduzione di Francesca Garofoli, Di Renzo, Roma, 2006. ISBN 888323254-2

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