Casey Stoner
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Casey Stoner (1985 – vivente), pilota motociclistico australiano.
Citazioni di Casey Stoner
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Credo che la storia dei pochi test sia una scusa un po' inflazionata. Una moto ha due gomme, un manubrio, freni, marce e un cambio. C'è bisogno di un po' di feeling e trovare un buon settaggio, ma quattro giorni prima di una stagione sono sufficienti.[1]
- [Rivolto a Valentino Rossi, dopo il Gran Premio di Spagna 2011] La tua ambizione è superiore al tuo talento.[2]
- [«Dovesse rinascere, farebbe ancora il motociclista?»] Forse mi darei una seconda occasione di provare e vedere come vanno le cose. Non mi sono mai pentito di quello che ho fatto, come della decisione di ritirarmi. Ma farei più attenzione a curarmi il corpo, chi mi era attorno nei primi anni non ha badato troppo ai miei infortuni e so che quando sarò più vecchio la pagherò.[3]
- Marc ha il suo stile ed è incredibile. Il modo in cui riesce a sentire quando sta per perdere l'anteriore e a riprenderlo è qualcosa che non ho mai visto in questo campionato. Senza dubbio, questa è la sua forza.[4]
- [«Com'è cambiata la tua vita senza le gare?»] Ho scoperto quanto sia bello svegliarmi ogni mattina nel mio letto: è una sensazione bellissima. Con le gare ero sempre in giro per il mondo mentre adesso non ho più lo stress del paddock ad accompagnarmi. Sono sereno.[5]
- Mi sono chiesto tante volte se quello che mi ha spinto a correre fosse la passione per le moto oppure la pura voglia di adrenalina e di velocità. Forse 50 e 50, ma a questa domanda non ho ancora dato risposta.[5]
- Tutti chiedono che la moto si adatti al loro stile di guida, il problema è che modificare il comportamento di una moto richiede tanti soldi e impegno da parte del costruttore, senza peraltro avere garanzie in merito ai risultati. Al contrario, se il pilota adatta il suo stile alla moto, i risultati possono arrivare molto più velocemente e con soddisfazione.[6]
- Anche quando correvo io molti non capivano l'importanza dell'allenamento con il cross. È qui che ho imparato a gestire la potenza, anche in bagarre: lì ci si trova spesso molto vicini, e in questo senso è piuttosto simile alla velocità. Ed è lo stesso con le discipline come il flat track, dove contano i minimi dettagli: bisogna andare a cercare il grip, gestirlo, saperlo ritrovare quando si perde aderenza. E lì non si può contare sull'intervento dell'elettronica.[6]
- [Sul motomondiale 2007] Neanche in Ducati pensavano che potessi lottare per il Mondiale, ero solo uno che aveva tappato un buco, che costava poco e di cui sbarazzarsi a fine anno. Nessuno si aspettava nulla, ma per la prima volta una squadra era lì per me, e invece di dirmi cosa dovevo fare, mi si chiedeva di cosa avessi bisogno.[7]
- [...] nelle mie gare, non mi sono mai goduto più di tanto le vittorie. Sentivo più che altro un senso di sollievo. Era fatta, il weekend era andato.[8]
- Probabilmente non mi piaceva fare degli errori più di quanto non mi piacesse vincere. Quella era una cosa più importante per me di quanto non lo fosse vincere. Non ero proprio un perfezionista, ma ci andavo vicino. Se anche vincevo una gara ma avevo fatto degli errori, non ero contento.[8]
- [Sulla MotoGP degli anni Duemilaventi] Farei dei cambiamenti nel format. Tutte le schifezze devono sparire: niente winglet, niente dispositivi di altezza di guida, niente controllo anti-wheelie, controllo di trazione ridotto al minimo. I costi devono diminuire e le regole devono durare dieci anni, in modo che i costruttori meno performanti possano recuperare. Al giorno d'oggi non ci sono più impennate. Il pilota ha pochi problemi a controllare la moto. Basta aprire il gas su una moto da 280 CV e non succede nulla. È frustrante. Ogni moto ha bisogno dei suoi punti di forza e di debolezza, in modo che la competizione sia equilibrata. Ma al momento tutti si limitano a copiare i migliori, il che fa sì che tutti si muovano nella stessa direzione. Per quanto ami le corse, questo sviluppo mi delude. Abbiamo più elettronica della Formula 1. Questo deve finire. [...] Mi piacciono le cose semplici: le marce corte, trovare la trazione con quello che hai. Mi piace trovare l'aderenza meccanica, trovare il passo, trovare il giusto equilibrio. L'unica cosa che possono fare in questi giorni i piloti è frenare più tardi, rischiare di più sull'anteriore e poi si verificano brutte cadute. Lasciate che la gente faccia errori in uscita dalle curve. Non vogliamo un campionato a moto unica, vogliamo differenze.[9]
- Per me è molto emozionante sapere che la replica del mio casco è ancora una delle più vendute [...] anche a tanti anni dal mio ritiro. Ho avuto una buona base di fan e sono davvero contento di questo. Quando ho iniziato a correre, in Australia c'erano tre numeri a disposizione da poter utilizzare, e quando sono venuto in Europa la situazione era molto simile, quindi quando ho disputato il campionato Inglese scelsi il 66. In Spagna, con il team Telefonica Movistar, bisognava accettare il numero che ti veniva dato, e fortunatamente mi venne assegnato il 27, il tutto mentre Puig mi diede l'opportunità di dimostrare il mio talento, così come nel Motomondiale. Anche in quel caso scelsi il 27, perché era il numero che mi era stato dato quando ho avuto l'occasione di poter correre e in segno di rispetto per quello che Puig aveva fatto per me [...][10]
- Mi piaceva soprattutto essere in moto e tirare fuori il massimo dalla mia moto, tutto quello che potevo. Ero anche molto autocritico quando non ci riuscivo. Ma quando queste moto sono diventate troppo elettroniche, troppo controllate, il divertimento è scomparso. La MotoGP è diventata troppo politica per i miei gusti.[11]
- [Sul motomondiale 2015] Marc, in una certa misura, si è meritato le critiche. Ha cercato di mettersi in mezzo, anche se tutti lo incolpano per l'intera faccenda, mentre la gente dimentica che Valentino ha iniziato. Marc è Marc, fa tutto questo durante le sue gare. Erano tutti amici, poi Valentino ha iniziato una guerra verbale e Marc si è vendicato. Se qualcuno guida in modo aggressivo e sai che sia capace di tutto, non pensare di essere al di sopra di lui per spaventarlo. [...] Tutto ciò che ha fatto nel 2015 – un Mondiale che avrebbe potuto vincere – è stato punzecchiare il peggior pilota sulla griglia per farlo: qualcuno che poteva batterlo, che poteva essere più veloce di lui e che poteva buttarlo fuori da una gara o dal Mondiale. Non capisco perché la gente crei rivalità con persone che possono farle fuori senza problemi. Quando si invecchia, lo si dovrebbe capire meglio. È stato un errore da parte sua: ha perso il controllo sui media, ha iniziato una faida con Marc e poi si è fatto coinvolgere troppo dalla gara in Malesia.[12]
Intervista di Riccardo Guglielmetti, gpone.com, 20 ottobre 2023.
- [...] questa è sempre stata una pista speciale per me, dove riuscivo a trovare quella fiducia di cui avevo bisogno. Anche se qua a Phillip Island ci sono tanti aspetti come il vento o lo scarso grip, il mio stile riusciva a esaltare il mio potenziale, infatti sembrava fossi sempre di traverso.
- [Sulla MotoGP degli anni Duemilaventi] L'elettronica sta dominando la MotoGP attuale e questa è una delle più grandi ragioni che mi hanno spinto a lasciare. Io penso una cosa: è figo guidare queste moto, ma ora è tutto controllato. A questi piloti non stanno dando l'opportunità di crescere e capire cosa gli manchi nella guida, dato che tutto è compensato dai controlli. Dovrebbero togliere i controlli, sarebbe tutto più divertente e spettacolare, come lo è il DNA delle due ruote. Invece l'unica cosa che fa la differenza è la frenata e l'entrata in curva. Ormai questa MotoGP sta diventando come la Formula 1 se non peggio, dove a dominare è l'elettronica. Ma queste non sono macchine, bensì moto. Non abbiamo bisogno di muoverci verso quella direzione.
- [«[...] chi è il nuovo Stoner? Pensi ci sia qualcuno che si avvicina a te?»] Non penso ci sia. Non perché gli attuali piloti non abbiano talento, ma perché ogni pilota è diverso. Occasionalmente capita di trovare due piloti che sono simili e lo si vede nel loro atteggiamento e in qualche altra area, ma io sono sempre stato duro con me stesso. Tante altre persone sono competitive con gli altri, mentre io lo sono sempre stato con me stesso. Le persone a volte non capiscono che io no volevo battere disperatamente gli altri, semplicemente non ero contento con me stesso se non facevo il mio lavoro. Avevo una brutta reputazione per il fatto che ero turbato dopo le gare, anche quando vincevo perché non mi importava di aver vinto, ma di aver fatto qualche errore e di non aver ottenuto la mia miglior performance. Quello che mi importava era la mia realizzazione personale e il fatto che alcuni abbiano creato una sorta di guerra contro di me per certi versi è stato positivo perché, per quanto fossi duro con me stesso, ha dato ancora più fame e motivazione per fare al meglio il mio lavoro.
Intervista di Fabio Meloni, motociclismo.it, 31 marzo 2024.
- Penso sempre che avrei potuto ottenere di più. Di tante cose sono orgoglioso, di tante altre meno. [...] ma non guardo mai al passato con rimpianto perché devi essere contento di ciò che hai fatto. Con le squadre con cui ho corso siamo stati in grado di ottenere molto più di quello che tante altre persone possono anche solo sognare. Quindi invece di sedermi e pensare a cosa avrei potuto fare o dovuto fare credo sia meglio essere felice per quello che ho fatto. Certamente avrei potuto prendere decisioni migliori, ma da ogni sbaglio che ho fatto ho imparato qualcosa che mi è poi stato utile. [...] Le corse sono un lavoro difficile non solo per i piloti ma anche per i meccanici, gli ingegneri. Non avete idea della pressione che c'è per ottenere risultati. A un certo punto è il pilota che deve finalizzare il lavoro di tutti. Quando riuscivo a fare quello che nessun altro era in grado di fare, vincere gare e campionati rendendo tutti così contenti, ecco, quella era la miglior sensazione per me.
- Probabilmente la parte più divertente del lavoro erano le qualifiche. Per me non è mai stata una questione di battere gli avversari, era più una sfida con me stesso. Ecco perché anche quando ero parecchio più veloce di tutti gli altri non mi fermavo lì, volevo sempre di più dalla moto e da me. Il riferimento per me non era quello che facevano gli altri in pista, era quello che stabilivo io. Credo che questo mi abbia anche permesso di concentrarmi su quello che avevo e non di focalizzarmi su quello che avevano gli altri, una cosa che mi ha aiutato quando ho guidato moto difficili di cui altri si lamentavano. Cercavo sempre di fare qualcosa in più, indipendentemente da tutto il resto. Le gare invece erano molto stressanti. [...] Io volevo lavorare con gli ingegneri dopo le varie sessioni e invece dovevo partecipare a qualche VIP village o cose del genere. [...] Inoltre in gara non puoi sbagliare. Io volevo rendere felici le persone della mia squadra e questo ti mette pressione. In qualifica è diverso. Specialmente quando la moto è a punto, hai grip e riesci a fare un bel giro... è davvero bellissimo.
- [«[...] ti sei mai sentito imbattibile?»] Sì. Diverse volte nella mia carriera mi sono trovato al punto di guidare al 60% delle mie possibilità. Quando tutto funzionava bene la cosa più difficile per me era restare concentrato. Ho sempre lavorato meglio sotto pressione. Mentre quando tutto viene facile è più semplice fare un errore perché sei meno concentrato. In certe gare ero più veloce di chiunque di oltre un secondo al giro e dovevo davvero guidare piano per essere sicuro di portare a casa la gara. Una bella sensazione.
- [«Qual è la miglior moto che tu abbia mai guidato?»] La Honda RCV del 2012, prima che Bridgestone modificasse le gomme. All'inizio dell'anno, quando abbiamo fatto i test, la moto era la migliore che io avessi mai guidato. Dopo un paio di gare le gomme sono cambiate completamente e ci hanno creato un sacco di problemi, avevamo un sacco chattering e non riuscivamo a fermare la moto. È stato frustrante perché prima di quel momento era quasi perfetta. Bella in frenata, grande trazione, eccellente in curva, motore dolce, ottimo bilanciamento. Probabilmente non la migliore in alcune aree ma nel complesso fantastica.
- [«Com'era [...] la Ducati MotoGP del 2007, quella con la quale hai vinto il Mondiale? Eri l'unico a guidarla così forte [...]»] Era estremamente difficile. Quella del 2007 in particolare è stata la moto più difficile che io abbia guidato nella mia carriera. Tutti pensano che siccome riuscivo a essere competitivo la moto funzionava bene ma c'erano un sacco di altre Ducati in pista e non andavano da nessuna parte. Era davvero particolare. Addirittura spaventosa in certi momenti. Quando pensavi di averla capita sbagliavi. C'erano un sacco di cose complicate. L'acceleratore ride by wire non dava feeling, nella prima parte di rotazione del comando non sentivi alcuna connessione col motore e questo spesso innescava dei pompaggi; il tiro catena era un disastro; il motore non aveva accelerazione. Sì, avevamo potenza agli alti ma niente in basso. La moto non girava. Di buono aveva la stabilità in frenata e la velocità in quarta, quinta e sesta marcia. Dovevo essere davvero al limite in molti punti della pista per essere competitivo con quella moto.
- Senza nulla voler togliere ad alcuni piloti, credo che oggi le MotoGP siano molto facili da guidare. In Formula 1 vedi che le due auto di un team di solito sono molto vicine, giusto? Lo stesso accade in MotoGP. Hanno tutte le stesse cose, la stessa elettronica. I piloti non possono più fare la differenza. Adesso escono di curva e hanno tutti il controllo di trazione che lavora allo stesso modo. Non succede nulla, non ci sono errori. È molto facile guidare in questo modo. L'unica area in cui possono fare un po' di differenza è in frenata ed è per questo che vediamo così tanti errori e incidenti in quella fase. Hai le turbolenze create dall'aerodinamica, le gomme anteriori che si surriscaldano. È spiacevole perché non puoi vedere il vero talento. Ci sono piloti, non dirò chi, che riescono a essere davanti o comunque in buone posizioni secondo me non grazie al talento ma grazie a quanto le moto siano sicure e facili. Oggi devi piegare e aprire il gas, fine.
- Io trovavo l'elettronica noiosa già quando correvo. [...] Il punto è che l'elettronica secondo me non può essere impiegata a vantaggio della guida ma solo per la sicurezza. In questo modo i piloti potrebbero mettere in luce il loro talento. Si vedrebbero ancora i sovrasterzi, si vedrebbero i piloti controllare l'impennamento, che è un punto complicato della guida. Un piccolo angolo di impennata è utile per l'accelerazione mentre appena al di sopra o appena sotto questa condizione stai perdendo tempo. Se riesci a stare in questo perfetto equilibrio utilizzando la posizione del corpo, la gestione del gas, il freno posteriore, cambiando al momento giusto, a quel punto hai un vantaggio enorme su chi non riesce. Le moto di oggi appiattiscono tutto questo.
Da un'intervista al podcast Ducati Diaries; citato in Valerio Barretta, formulapassion.it, 14 luglio 2024.
- Valentino [Rossi] aveva tutti sotto controllo, anche per quanto riguarda la stampa, perché era così importante per ogni forma di media. Se scrivevano qualcosa di negativo su di lui, li metteva sulla lista nera. E i media non potevano permetterselo. Non potevano permettersi che il loro giornale non potesse più avere alcun tipo di intervista o di rapporto con Rossi. Io non ho cercato di seguire le orme di Valentino. Lui è lui e ha il suo carattere. È stato fantastico per questo sport, faceva tutto quasi alla perfezione. Però vedo molti piloti cercare di essere questo stesso personaggio, cercare di afferrare la base dei fan di Valentino. È tutto così recitato, eppure sono amati per questo. Mi viene da credere che forse avrei dovuto essere quella persona falsa che ha cercato di attirare l'attenzione. Io volevo solo correre in moto e divertirmi, non perché lo volesse la gente ma perché è divertente quello che facciamo.
- Penso che quando Valentino era al suo apice, prima che io, Daniel Pedrosa e Jorge Lorenzo arrivassimo in MotoGP, fosse in grado di entrare nella mente dei piloti intorno a lui. E penso che lui credesse che ciò accadesse anche con noi, ma l'unico risultato era quello di rafforzarci. Imparavamo i suoi trucchi, a sapere di cosa fosse capace e a gestire la situazione. Così [...] mi hanno trasformato nel cattivo. Le persone, solo perché magari non sono così esteriormente gentili, spesso ricevono cattiva stampa.
- Non piaceva la sua serietà, ma il carattere di Daniel [Pedrosa] è emerso in seguito. [...] Non è stato amato quanto probabilmente avrebbe dovuto o potuto perché forse era troppo serio e concentrato sui risultati e non faceva lo showman.
Citazioni su Casey Stoner
[modifica]- Casey è stato un assoluto fenomeno. [...] È uno straordinario talento naturale. Lo è anche Márquez ma la differenza fra i due è che Marc cura il suo talento allenandosi tantissimo, Stoner non lo faceva. (Davide Tardozzi)
- Casey era fantastico, velocissimo, ma guidava d'istinto, non sapeva nemmeno quello che faceva. Gli ribaltavi la moto, cambiavi di due gradi l'inclinazione del cannotto, faceva lo stesso tempo. A Donington, la prima curva da terza: in staccata lui scalava fino alla seconda, poi rimetteva la terza per inserire la moto. Al box guardavano la telemetria e gli chiedevano: perché fai così? Ah, davvero, faccio così? Boh, non me n'ero accorto... (Marco Melandri)
- Casey ha fatto un lavoro incredibile con la Ducati e se riguardo la sua telemetria non capisco come abbia fatto. La gente pensa che Stoner fosse molto veloce, ma poco intelligente e per questo alla fine ha fatto il botto. Ma la realtà è che con la Ducati ha dovuto guidare sempre oltre il limite, andare più forte possibile. E se guidi così, alla fine ti schianti. (Valentino Rossi)
- Con Casey era difficile, si passava dall'amore all'odio senza motivazioni. Hai presente quelle ragazze belle, che ti piacciono anche se sono delle stronze? Lui è così. E quando saliva in moto si faceva perdonare tutto, era veramente un fenomeno che non ho mai visto e che farò fatica a rivedere. (Vittoriano Guareschi)
- Guidava in un modo incredibile. È unico. Se mi manca? In pista sì. Era un grande talento, difficile da battere. Fuori dalla pista no. Senza di lui, tra noi piloti va molto meglio. (Valentino Rossi)
- Le fasi della vita dovrebbero essere: nasci, cresci, vedi un giro di Stoner a Phillip Island, ti riproduci e poi muori. (Danilo Petrucci)
- Non si può dire che Valentino Rossi ad esempio non abbia talento, ma arriva ad esprimere la sua velocità attraverso il metodo. Casey Stoner invece sale in moto e piazza subito il giro veloce al primo tentativo. Per un qualsiasi rivale è la situazione peggiore da dover fronteggiare. (Andrea Dovizioso)
Note
[modifica]- ↑ Da un'intervista all'evento Wrooom di Madonna di Campiglio, 2009; citato in Stoner: 'Almeno cinque piloti in grado di battere Rossi', motogp.com, 26 gennaio 2009.
- ↑ Citato in Giovanni Zamagni, Corse e ricorsi. Il GP di Jerez, moto.it, 2 maggio 2014 .
- ↑ Da un'intervista a La Gazzetta dello Sport; citato in MotoGP: Casey Stoner "Io avrei potuto battere Marc Marquez", corsedimoto.com, 7 novembre 2017.
- ↑ Dall'intervista di Oriol Puigdemont, Esclusivo, Stoner: "Non vedo tutta questa crescita nel livello della MotoGP", motorsport.com, 7 febbraio 2018.
- ↑ a b Dall'intervista di Nicolas Patrini, Stoner: "Ho ancora tantissime proposte per correre, ma non tornerò", motociclismo.it, 10 luglio 2018.
- ↑ a b Da un'intervista a Paddock-GP; citato in Edoardo Licciardello, MotoGP, Casey Stoner: "I piloti di oggi sono troppo orgogliosi", moto.it, 15 giugno 2020.
- ↑ Da La Gazzetta dello Sport; citato in Stoner: "A Laguna Seca Rossi ha mostrato veramente chi era", formulapassion.it, 15 novembre 2021.
- ↑ a b Da un'intervista al podcast ufficiale della MotoGP, Last on the Brakes; citato in Matteo Senatore, MotoGP / Stoner: "Nel 2007 non mi godetti il titolo", formulapassion.it, 27 novembre 2021.
- ↑ Da un'intervista a speedweek.com; citato in MotoGP, Stoner: "Cambierei il format e le moto: tutte le schifezze devono sparire", gpone.com, 15 luglio 2023.
- ↑ Da una conferenza stampa di Nolan; citato in Alessandro Prada, Casey Stoner nuovo brand ambassador di Nolan, formulapassion.it, 12 ottobre 2023.
- ↑ Da un'intervista a TNT Sports; citato in Marco Caregnato, MotoGP, Stoner: Marquez ha trovato un motivo per continuare, io no, gpone.com, 27 dicembre 2023.
- ↑ Da un'intervista al podcast Ducati Diaries; citato in Valerio Barretta, Marquez-Rossi, Stoner: "Marc si è meritato le critiche, ma Valentino ha cominciato la guerra", formulapassion.it, 13 luglio 2024.
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