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Claudio Garella

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Claudio Garella (1975)

Claudio Garella (1955 – 2022), calciatore, allenatore di calcio e dirigente sportivo italiano.

Citazioni di Claudio Garella

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Citazioni in ordine temporale.

  • [«Dicono che lei, nelle uscite, è un po' azzardato»] Lo ritengo un complimento. Vuol dire che rischio a favore della squadra, che mi sacrifico, che vado a giocarmi una brutta figura pur di proteggere la squadra.[1]
  • Io spero di parare anche coi polpacci e con qualunque altra parte del corpo perché l'importante è che il pallone non finisca in fondo alla rete. Tutto il resto è poesia.[1]
  • Vivo dimenticato. Il grande calcio si è scordato di me e non so perché. Sono direttore sportivo diplomato a Coverciano e da anni aspetto una telefonata che non arriva. Spiegazioni? Non mi sono inginocchiato davanti a nessuno, non frequento i giri giusti.[2]
  • Sono stato un portiere anomalo, nessun allenatore ha cercato di cambiarmi. Istinto? Non solo, avevo un mio codice. Ricordo ciò che disse Italo Allodi, il manager che mi portò al Napoli: "L'importante è parare, non conta come".[2]
  • L'importante è evitare il gol. E se poi i guantoni non si sporcano, pazienza.[3]
  • Gli arbitri possono condizionare una partita ma non l'andamento di un intero campionato.[3]

Intervista di Gianni Mura, la Repubblica, 13 maggio 1987.

  • [...] io so, per la mia filosofia del ruolo, che noi siamo lì per parare i gol ma anche per beccarli. Un gol per noi è dispiacere (per alcuni dolore, per me no) e per gli altri è spettacolo. Un portiere, secondo me, non deve pensare alla personale prestazione, ma inquadrarsi con gli altri. A me di non prendere gol per 1254' non me ne frega niente, sono robe da contabili, a me basta che si vinca 4-3, quello che posso lo paro e sennò amen.
  • [...] io dico che il portiere basta che pari, se poi vola come un angelo o la becca di piede, come faccio spesso io, basta che la palla non vada dentro. Se va dentro, per un bel gesto atletico, io batto le mani a chi m ha infilato. Cosa c'è di strano? Non siamo mica dei selvaggi.
  • Non è vero che noi siamo calciatori diversi, è che tutti gli altri provano in settimana i loro schemi e noi siamo più obbligati a improvvisare.
  • È strano anche il modo di valutare il portiere. È un bel ruolo. Romantico, dicono. Beh. Certo ha il suo fascino. Ma in Italia si esagera, si sopravvaluta l'importanza del portiere; o salvi la patria o sei un disgraziato. Ci sono recuperi difensivi dei terzini molto più importanti di una bella parata, ma quanti se ne accorgono? Il portiere è un cocktail. È più calmo e riposato, perchè sta fermo mentre gli altri corrono, ma è anche più teso, infatti si chiama estremo difensore, se sbaglia lui è la frittata.
  • Io azzardo che Diego sia il migliore di tutti i tempi, oppure diciamo che mi resta la curiosità di vedere Pelè e Di Stefano giocare con i ritmi che ci sono oggi.

Intervista di Simone Sacco, calcionews24.com, 20 gennaio 2015.

  • [...] il calcio resta una bellissima malattia per me, una passione che non ho minimamente voglia di spegnere solo perché i cosiddetti "grandi" si sono scordati di me. Quindi ben venga questo mio ruolo tra i dilettanti: quando ami una cosa, puoi farla in provincia come a New York, non fa alcuna differenza.
  • [...] non ce la faccio più a spiegare alla stampa ed ai tifosi che io paravo anche con le mani! [ridacchia, ndr] Ormai questa "maledizione" di Garella bravo solo con le parti basse me la porterò dietro finché campo...
  • La palla devi sempre prenderla in tutte le maniere, punto. Quando ti ritrovavi davanti gente assetatata di gol come Paolo Rossi o Pruzzo, non potevi andare troppo per il sottile! E allora te ne inventavi di tutti i colori, pur restando nell'ambito del regolamento che allora — non dimentichiamocelo — te lo permetteva. [«Già, il regolamento...»] Oggi giocare per un portiere è diventato impossibile! [Garella se la prende a cuore ed alza il tono di voce, ndr] Appena sfiori il pallone un centimetro fuori dall'area o travolgi l'attaccante per troppo slancio, boom, rosso diretto e te ne vai a fare la doccia! Ma mi spieghi come li dobbiamo fermare 'sti benedetti attaccanti moderni? Mica possiamo scomparire con la bacchetta magica...
  • [Sulla «brutta esperienza» nella Lazio] [...] non è che avessi combinato chissà quali disastri, ma solo sbagliato un paio di partite... Ma a Roma si sa come vanno le cose: una volta che subentra il pregiudizio, non te ne liberi più.
  • Grande società, grandi giocatori, grande tifoseria. Tutti uniti verso un obbiettivo comune. Gli scudetti, in Italia, si vincono così da sempre. A Verona come a Napoli.
  • Vincere a Napoli, per me, batte il resto del mondo. A Madrid o Barcellona, altri due posti calienti del calcio mondiale, neanche si immaginano cosa significhi festeggiare sotto il Vesuvio. Voglio dire: noi alla partitella del giovedì, a Soccavo, avevamo 15mila spettatori e poi la domenica 100mila allo stadio. Se ci ripenso mi vengono i brividi...

Citazioni su Claudio Garella

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  • Certamente Garella non esce da nessun trattato sui portieri, non è un esempio di stile, non si definisce una saracinesca. È un portiere che ha sdrammatizzato il ruolo del portiere. Sivori ha sempre sostenuto che il portiere non è un giocatore di calcio. Garella e il suo modo di stare in porta, non solo le sue parate di piede, sembrano fatti apposta per smentire Sivori e riportare il portiere alla pari degli altri dieci compagni. Questo vuole essere Garella, non il cristo crocefisso tra due pali e una traversa. [...] non ambisce né al paradiso dei portieri, né al regno degli acrobati. (Mimmo Carratelli)
  • Garella è il marziano di Flaiano, sorprendente e sorpreso, che è sceso [...] da pianeti lontani, non ha niente del portiere, neanche le mani che usa pochssimo. È un portiere senza i sette dolori dei portieri. Non fa l'eroe ma non si atteggia neanche a vittima. Para come un maggiordomo, a volte scivolando col vassoio in mano. Ha una faccia serena e ironica. Il gol non lo umilia mai. Perché Garella è al di sopra del gol e delle prodezze che compie. Non è uno di quei portieri mistici che poi si consegnano alla leggenda. È un impiegato di concetto che poi passa a ritirare lo stipendio. Per diventare famoso ha dovuto inventare una serie di errori definiti pittorescamente "garellate". Quando ha conquistato questa subdola popolarità, Garella ha rimesso a posto il meccanismo delle sue parate ed ha vinto anche uno scudetto. [...] non ricorda nessuno dei grandi portieri del passato. Perché Garella è come i portieri del futuro. Para senza sorridere, si fa battere senza piangere. Un robot con l'occhio grande e il piede lungo. Se ha un cuore, se lo toglie e lo sistema in fondo alla rete come facevano i vulnerabili portieri antichi coi loro berrettini. (Domenico Rea)
  • Garella è il più forte portiere del mondo. Senza mani, però. (Gianni Agnelli)
  • Garella para tutto, ma proprio tutto: inutile indagare sul come. (Bruno Pizzul)
  • [«Mi spieghi come ha fatto il tuo compagno di squadra Garella a vincere due scudetti?»] Impossibile, anzi inspiegabile. Ti giuro su quello che ho di più caro che durante la settimana era un fenomeno, poi la domenica ne combinava una a partita. A Tor di Quinto, finito l'allenamento, Vinicio metteva dodici palloni a un paio di metri dalla linea dell'area di rigore simulando altrettante punizioni. Con Claudio facemmo una scommessa: se avesse preso meno di quattro gol avrebbe vinto lui. Dopo un po' abbiamo smesso altrimenti ci toglieva anche le mutande. Le parava tutte! E a tirare quelle punizioni, oltre al sottoscritto, c'era gente come Giordano, Clerici, Cordova e Totò Lopez. (Vincenzo D'Amico)
  • Portiere discusso soltanto da chi confonde il ruolo con le leggiadre movenze degli efebi. Garella non si libra con grazia, né recita a beneficio della telecamera: ma oppone ogni parte del corpo alle ingiurie nemiche [...] senza la consolazione di aver debellato la diffidenza dei critici. Ma credo che se ne crucci il giusto, cioè poco più di niente. (Adalberto Bortolotti)
  • Quella di parare coi piedi, al tempo dei portieri-eroi, era una tecnica disperata, la prodezza estrema, l'ultimo tentativo di salvezza, l'artiglio di fortuna. Garella ne ha fatto una tattica di ordinaria follia. Però mai è disperato il gesto atletico di Garella, mai si impasta di ardimento e di gloria, non è mai l'olocausto di un portiere. Tocca le coronarie ma non arriva al cuore. (Mimmo Carratelli)
  • Un portiere è perfin quel furbone da novantasei chili di Garella l'armadio, che in un paese di furbi ha inventato il portiere mattacchione senza presa. Però questo Garella dimostra che c'è posto per tutti, in questo mondo. [...] Evidentemente, anche un armadio può volare. (Vladimiro Caminiti)

Note

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  1. a b Dall'intervista di Mimmo Carratelli, Il marziano, Guerin Sportivo nº 4 (626), Bologna, Conti Editore, 21-27 gennaio 1987, pp. 44-47.
  2. a b Dall'intervista di Sebastiano Vernazza, Garellik è "disperso" in serie D, gazzetta.it, 23 gennaio 2007.
  3. a b Dall'intervista di Timothy Ormezzano, Fare miracoli con i Piedi, la Repubblica, 28 luglio 2010.

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