Clemente Rebora
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Clemente Maria Rebora (1885 – 1957), sacerdote e poeta italiano.
Citazioni di Clemente Rebora
[modifica]- Ferma il mio dire, se non dico il vero.[1]
- [...] Gesù Signore, dammi il tuo Natale | di fuoco interno nell'umano gelo [...].[2]
- La poesia è un miele che il poeta, | in casta cera e cella di rinuncia, | per sé si fa e pei fratelli in via; | e senza tregua l'armonia annuncia.[3]
- Quando morir mi parve unico scampo, | varco d'aria al respiro a me fu il canto: | a verità condusse poesia.[4]
- Quel che da lungi m'invita | va sempre più in là: | e nulla è mio al passaggio.[5]
Frammenti lirici
[modifica]- Del male è il bene più forte. (XVIII)
- Cristo ha ragione e Machiavelli vince. (Libreria della "Voce", XXII)
- Immane ferve | e di macchine suona e di monete | l'uman contrasto, | mentre in disparte l'umiltà dei vinti | geme. (XXXIV)
- Se l'uom tra bara e culla | si perpetua, e le sue croci | son legno di un tronco immortale | e le sue tende frale germoglio | d'inesausto rigoglio, | questo è cieco destin che si trastulla? (V)
- Sterile nulla è il cielo.[6]
Lettere
[modifica]- Amici, studiatemi e ne caverete qualcosa di gustoso! (Vol. I e II)[7]
- [Milano] Che solitudine in questa affollata città rombante! (vol. I, n. 100)[7]
- Io penso certe volte che devo forse, in questo stadio di esistenza, far da concime—io, che con irrefrenabile gioia mi sento fusto e fronde e fiore e frutto al cielo (lo dico perché lo sento, anche se non è modesto il dirlo); far da concime all'albero della Vita. (vol. I, n. 830)[7]
- La mia invocazione perenne è: Signore, concedi ch'io meriti tanto da poter capire con chiarezza cosa voglia questo impeto che m'urge dentro, così da trovare giusto posto e forza al mio dovere, comunque. (vol. I, n. 744)[7]
- La poesia, essenzialmente dopo che il Vivente, Amore infinito, si è fatto creatura, è uno scoprire e stabilire convenienze e richiami e concordanze tra il Cielo e la terra e in noi e tra di noi. (12 novembre 1950)[8]
- Sono un cane da fiuto del divino nell'umano. (vol. I, n. 744)[7]
L'egual vita diversa urge intorno; | Cerco e non trovo e m'avvio | Nell'incessante suo moto: | A secondarla par uso o ventura, | ma dentro fa paura.[9]
Citazioni su Clemente Rebora
[modifica]- La poesia dei Frammenti è come uno di quei relitti di automobili che, si dice in America, mettono su un piedistallo nel mezzo di un quadrivio battuto dalle macchine, per ricordare a chi corre troppo l'accidente probabile... La poesia di Rebora ha voluto essere così, ha preferito servire di più, che essere più bella. (Carlo Betocchi)
Note
[modifica]- ↑ Da Curriculum vitae, a cura di R. Cicala e G. Mussini, Interlinea.
- ↑ Da Avvicinandosi il Natale. Citato in "Dolce Amor, Cristo bello!" Clemente Rebora e l’incontro con Cristo 7 - Attraverso l'oscurità dolorosa l'incontro con l'Amato, CulturaCattolica.it, 13 luglio 2012.
- ↑ Da Canti dell'infermità, Scheiwiller.
- ↑ Da Curriculum Vitae, Scheiwiller.
- ↑ Da Le poesie, "Sempre più in là". Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
- ↑ Da Frammenti lirici, Interlinea, 2008.
- ↑ a b c d e Ed. di Storia e Letteratura. Citato in Arche di Noè: le prose fino al 1930, a cura di Carmelo Giovannini, Jaca Book, 1994.
- ↑ Dalle Lettere, a cura di Margherita Marchione, Edizioni di storia e letteratura.
- ↑ "L'egual vita diversa urge intorno"; citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
Bibliografia
[modifica]- Clemente Rebora, Le poesie, a cura di G. Mussini e V. Scheiwiller, Garzanti, Milano, 1988.
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