Conflitto del Nagorno Karabakh

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Situazione militare nel Nagorno Karabakh nel 2020

Citazioni sul conflitto del Nagorno Karabakh.

Citazioni[modifica]

  • Dopo il crollo dell'Unione sovietica nel 1991, il Nagorno Karabakh, dove ci sono alcune delle chiese armene più antiche, non ha mai fatto parte dell'Azerbaijan, e i cittadini della regione autonoma avevano proclamato la loro indipendenza con un referendum. La popolazione era per il 97-99 per cento di etnia armena e il popolo decise di uscire dall'Unione sovietica come uno stato indipendente, come tanti altri stati che ne sono usciti, come ha fatto l'Azerbaijan poco dopo. Già dal 1988 e poi dopo il crollo dell'Unione sovietica gli azeri (che sono i turchi del Caucaso) hanno cominciato ad ammazzare gli armeni a Sumgait e in Nakhichevan dove hanno anche distrutto tutti i monumenti armeni e un intero cimitero con oltre diecimila croci armene finemente scolpite (khatchkar). (Giulio Meotti)
  • Nel Caucaso i paesi confinanti possono essere estremamente diversi: l'Azerbaigian è un paese musulmano sciita e parla quello che è in realtà un dialetto orientale del turco, mentre l'Armenia è cristiano-ortodossa e parla una lingua che non ha parenti noti nella famiglia indoeuropea. Ma i due paesi condividono una lunga storia d’oppressione. Entrambi avevano trascorso quasi un secolo sotto l'impero della Russia zarista, ritrovando brevemente l'indipendenza durante la rivoluzione, per poi passare altri settant’anni nell'Unione Sovietica. Quando entrambi hanno recuperato nuovamente l'indipendenza nel 1991, tuttavia, si sono dichiarati quasi immediatamente guerra. La colpa è di Iosif Stalin. [...] All'Azerbaigian Stalin attribuì la provincia del Nagorno-Karabakh (Karabakh “montuoso”), anche se la popolazione di quell'area era per quattro quinti armena. Quando l'Unione Sovietica cominciò a sgretolarsi, settant'anni dopo, le minoranze locali di entrambi i paesi cominciarono a fuggire verso le zone dove erano in maggioranza per mettersi al sicuro, anche prima che scoppiasse la guerra. (Gwynne Dyer)

Michail Gorbačëv[modifica]

  • Ci sono 400 mila armeni nell'Azerbaidjan, di questi 270 mila sono a Baku. In Georgia ne vivono 500 mila. Che cosa dobbiamo farne? Dobbiamo cedere anche questi all'Armenia?
  • È noto che in Armenia vivono non meno azerbaigiani di quanti armeni vivano nel Nagorny-Karabakh. Vogliamo fare anche per questi una regione autonoma?
  • Per secoli armeni e azerbaigiani sono vissuti su questa terra. Per loro il Karabakh è la culla, per così dire, uno dei capisaldi della nazione armena. Ma dal Karabakh sono venuti non pochi compositori e artisti dell'Azerbaidjan. Non si può passare attraverso l'anima degli uomini, le famiglie, i secoli, in modo semplicistico, come con un aratro.

Ryszard Kapuściński[modifica]

  • Gli armeni! Devono per forza stare insieme. Si cercano per il mondo intero e, tragico paradosso del loro destino, quanto più la diaspora si aggrava e li divide, tanto più cresce in loro la nostalgia, il desiderio e il bisogno di stare vicini. Solo conoscendo questa caratteristica della natura armena si può capire quanto sia dolente per loro la questione del Nagorno Karabakh: abitare a poche decine di chilometri di distanza e non poter stare insieme! Eterno rovello, eterna piaga, eterno marchio.
  • Nessuno era capace di andare nel Nagorno Kharabak. Neppure Gorbaciov, neppure Eltsin. E nessun giornalista, di nessuna nazionalità. Era una sfida. Naturalmente, dopo, mi sono detto: che stupido che sei! Se mi avessero scoperto, sarei finito in chissà quale abbandonata prigione.
  • Per gli armeni un alleato è chi pensa che il Nagorno Karabakh sia un problema. Tutti gli altri sono nemici.
    Per l'azerbajgiano un alleato è chi pensa che il Nagorno Karabakh non sia un problema. Tutti gli altri sono nemici.
    Si resta colpiti dall'estremismo e dalla radicalità delle due posizioni. Non è possibile, stando tra armeni, dire: "Secondo me gli azerbajgiani hanno ragione," o, trovandosi tra azerbajgiani, dire: "Secondo me hanno ragione gli armeni". Non se ne parla nemmeno: quelli ti prendono in odio e ti ammazzano. Lasciarsi sfuggire un: "È un problema!" oppure un "Non è un problema!" nel posto sbagliato o tra gente sbagliata, equivale a rischiare lo strangolamento, l'impiccagione, la lapidazione, il rogo.

Nikol Pashinyan[modifica]

  • Abbiamo un conflitto e andrebbe risolto. Quando diventai premier proposi una formula. Dissi che ogni soluzione doveva essere accettata dal popolo dell'Armenia, dal popolo del Nagorno-Karabakh e dal popolo dell'Azerbaijan. Sono stato l'unico leader armeno a pronunciarsi così. Ho avuto pesanti critiche nel mio Paese. Molti hanno detto: perché il leader armeno dovrebbe prendersi cura del popolo dell'Azerbaijan?
  • Le autorità azere si rifiutano di negoziare con i rappresentanti del Nagorno Karabakh. Sostengono che il Nagorno Karabakh dovrebbe essere considerato una parte indivisibile dell'Azerbaigian. Ma questa è davvero una posizione molto strana. Da un lato, le autorità azere vogliono che il Nagorno Karabakh faccia parte della loro integrità territoriale. D'altra parte, non vogliono dialogare con i rappresentanti del Nagorno Karabakh. Non è un po' strano? Cosa significa questa posizione? Ciò significa che le autorità azere in realtà non vogliono negoziare con il popolo del Nagorno Karabakh, solo perché vogliono solo i territori ma non le persone. Per essere più precisi – territori, senza le persone.
  • Le radici del conflitto risalgono ai primi giorni dell'Unione Sovietica quando una regione armena con il 95% della popolazione armena fu assegnata all'Azerbaigian con una decisione arbitraria del partito comunista. Ciò è accaduto a seguito di un accordo raggiunto tra la Russia bolscevica e la Turchia kemalista nei primi anni '20.

Bako Sahakyan[modifica]

  • Da parte di soldati azeri, sono state commesse delle brutalità simili in tutto e per tutto a quelle compiute dai mujaheddin in Siria e Iraq. In ogni caso, questa non è, e non sarà mai, una guerra di religione. Questa sarà sempre la guerra di un popolo che combatte per il riconoscimento della sua terra e dei suoi diritti.
  • Ecco, noi oggi in Nagorno Karabakh, abbiamo un solo problema. Difendere la nostra terra. Il nostro Paese ha un piano economico avviato: investe sull'istruzione, sulla sanità, sulla democrazia, abbiamo combattuto molti problemi, ma uno solo permane: la guerra.
  • Prima di parlare di un contingente di pace occorre che avvenga una cosa: che l'Azerbaijan riconosca il nostro diritto all'autodeterminazione. Senza questo riconoscimento non ha logica parlare di truppe di interposizione.

Heydər Əliyev[modifica]

  • Io non potrò mai essere d'accordo con la trasmissione del Nagorno Karabakh all'Armenia.
  • La regione del Nagorno-Karabakh dell'Azerbaigian può e deve diventare un luogo sicuro e pacifico per la coabitazione dei due popoli; questo favorirà la pace e i rapporti normali tra Azerbaigian e Armenia. Per tutto questo bisogna liberare il territorio occupato dell'Azerbaigian, bisogna precisare un statuto del Nagorno-Karabakh nell'ambito dell'Azerbaigian.
  • Nessuno Stato ha diritto di violare le frontiere di un altro Stato. Io voglio soltanto che l'Armenia rispetti queste norme giuridiche internazionali.

İlham Əliyev[modifica]

  • L'Armenia persegue una politica di insediamento illegale nei territori occupati. Diverse famiglie composte da armeni provenienti da Libano sono state recentemente trasferite in Nagorno-Karabakh, inclusa Shusha, un'antica città dell'Azerbaigian. Questo è un crimine. Questo è completamente contrario alla Convenzione di Ginevra. L'Armenia dovrà rispondere per questo crimine. Questa è un'altra provocazione contro di noi. L'insediamento nei territori occupati è un crimine e questa politica è perseguita dall'Armenia da molti anni. Il fatto è che la popolazione dell'Armenia, a causa della complicata situazione economica, politica e sociale, sta diminuendo. L'Armenia sta attraversando una crisi demografica e non dispone delle risorse umane per dispiegare la propria popolazione nei territori occupati. Per questo legano le loro speranze agli armeni che vivono all'estero.
  • La terra azerbaigiana deve essere liberata dall'occupazione. I profughi devono ritornare alla terra patria, l'integrità territoriale deve essere ristabilita. L'Azerbaigian non accetterà mai l'occupazione della sua terra. Tutti devono sapere che noi siamo per la pace e non desideriamo la ripresa delle ostilità, ma non vuol dire che la pazienza è illimitata.
  • Quattro risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite chiedono il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze armene dai territori occupati. Queste risoluzioni restano sulla carta da quasi trenta anni. Sono trenta anni che vengono portate avanti le negoziazioni e il risultato è che l'Armenia ha paralizzato il processo negoziale commettendo regolarmente provocazioni militari. Tutte le altre principali organizzazioni internazionali, come l’Organizzazione delle Nazioni Unite, sostengono la nostra legittima posizione.

Voci correlate[modifica]

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