Prima guerra del Nagorno Karabakh

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Profughi azeri durante la guerra

Citazioni sulla prima guerra del Nagorno Karabakh.

Citazioni[modifica]

  • Durante la prima guerra del Karabakh, 3900 cittadini azerbaigiani sono scomparsi e l’Armenia rifiuta di dare qualsiasi informazione sul loro destino. (Rashad Aslanov)
  • La guerra vera e propria è andata avanti dal 1992 al 1994, ed è stata un conflitto brutale con pulizie etniche: seicentomila azeri e trecentomila armeni sono fuggiti dalle loro case. Sulla carta, l'Armenia avrebbe dovuto perdere, perché ha una popolazione di soli tre milioni di persone rispetto ai nove milioni di quella dell'Azerbaigian, ma in realtà ha vinto la maggior parte delle battaglie. (Gwynne Dyer)
  • Non ci sarebbe stata la guerra se non ci fossero stati i massacri di Sumgait nel 1988 e di Baku nel 1990, che non erano spontanei ma organizzati dalle autorità azere. Il risultato è stato che né a Sumgait né a Baku vive oggi più alcun armeno. (Vahagn Khachaturyan)

Heydər Əliyev[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Questa guerra ha dimostrato ancora una volta la forza, potenza, eroismo, saggezza del popolo azerbaigiano a tutto il mondo. Il nostro popolo ha subito grande perdite. Difendendo la nostra terra, i figli eroi sono diventati i martiri di questo popolo.
  • Il sangue dei nostri martiri non rimarrà senza vendetta. La loro memoria vivrà sempre nei nostri cuori, i nostri giovani e le generazioni future prenderanno esempio del loro eroismo, il popolo azerbaigiano riunirà tutte le sue forze, avrà un esercito forte e proteggerà il suo stato, la sua terra.
  • Il nostro conflitto per noi è una disgrazia così grande e ci occupa cosi tanto che io a dir la verità, non ho tempo per determinare l'anatomia di quei conflitti, e a volte non ne vedo neanche la necessità.
  • È noto che in seguito all'aggressione dell'Armenia contro l'Azerbaigian, il 20% del territorio è stato occupato dalle forze armate armene. Più di un milione di connazionali sono stati esiliati e vivono in condizioni gravi. Sono stati distrutti i monumenti storici, i luoghi sacri, le moschee, l'economia del paese, la ricchezza. L'Azerbaigian ha subito perdite, dieci mila persone sono diventate invalide. Tutto questo è il risultato dell'aggressione dall'Armenia contro l'Azerbiagian.

Aleksandr Ivanovič Lebed'[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Sono arrivato a Sumgait un po' più tardi. E lì, per la prima volta dall'Afghanistan, ho visto camion e autobus bruciati, case carbonizzate e i capelli delle persone, naturalmente neri, diventati bianchi a causa degli orrori che avevano visto. E gli occhi... gli occhi... Tutto questo, nel mio paese – com'era allora!
  • Siamo rimasti stupiti dalla posizione che stavano assumendo le forze dell’ordine locali. Gli armeni, siano essi sospettati o vittime, sarebbero sottoposti a insulti, umiliazioni e percosse. Non c'era riguardo per la giustizia, almeno non per gli armeni.
  • La tensione aumentò notevolmente quando i profughi azeri iniziarono ad arrivare dall'Armenia. Cenciosi, bastonati, isterici, senza un soldo e nemmeno un tozzo di pane, facevano paura, per la febbre della loro rabbia, per la loro sete di vendetta. Inizialmente furono sfortunati perché erano fuggiti per salvarsi dalla violenza e dalla crudeltà, privati ​​di tutto – un tetto sopra la testa, bestiame, mobili, vestiti, denaro – nel giro di un'ora. E in secondo luogo perché erano ben lungi dall'essere accolti nella loro "patria storica". Dopo aver vissuto per secoli in Armenia, avevano perso gran parte della loro lingua, dei loro costumi e delle loro abitudini, e furono subito soprannominati con disprezzo "Yerazy" - azeri di Erevan - e furono trattati come "intoccabili". Erano trattati con disprezzo o con schizzinosa compassione. Le autorità azere si sono limitate a dare a ciascun rifugiato 50 rubli.
  • Quando un gatto viene messo all'angolo diventa una tigre. Se lo Stato non adotta misure adeguate e lascia i suoi cittadini al limite della sopravvivenza, saranno questi cittadini ad adottare le misure da soli. I profughi azeri iniziarono a impossessarsi di appartamenti e case armeni. Agli abitanti è stato detto: "Ci hanno cacciato dalle nostre case, dalla nostra terra, quindi noi scacceremo voi! 'Occhio per occhio e dente per dente!' Fuori!" (La stessa cosa è successa in Armenia con gli armeni fuggiti dall'Azerbaigian).
  • C'è un'antica battuta che suona più o meno così: il comandante di un reggimento sta discutendo con il suo capo di stato maggiore. Chiamano il funzionario politico a fare da arbitro. Ascolta il comandante e riassume: "Comandante, hai ragione". Poi ascolta il capo di stato maggiore e dice: "Hai ragione!" Il segretario del comitato del partito interviene: "Come può essere? Il comandante ha ragione, e anche il capo di stato maggiore ha ragione? Non può essere!". Il funzionario politico dice: "Anche tu hai ragione!"
    Questa battuta è il modo migliore per riassumere la posizione assunta da Michail Gorbačëv rispetto ai continui problemi in Azerbaigian. L'Armenia aveva ragione. L'Azerbaigian aveva ragione. Aveva ragione anche la Turchia, l'Iran, la diaspora armena all'estero e in generale chiunque volesse intervenire nel conflitto in Azerbaigian.

Ayaz Mütallibov[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Perché di nuovo l'acuirsi della crisi nel Nagorno Karabakh? È semplice. Da una parte forze distruttive che vogliono minare l'Azerbaigian e la sua entità quale nuovo Stato sovrano e indipendente. Dall'altra questo stesso Stato che ha il dovere di difendersi dai terroristi. Se non ci fossero terroristi non ci sarebbero conflitti.
  • [Sull'abbattimento del Mil Mi-8 azero del 1991] Il popolo era furioso, e io ne sono il presidente. Ho espresso i sentimenti comuni dicendo che i responsabili avrebbero avuto la punizione che meritano. Si può anche pensare a una punizione divina. Non ho mai detto che avremmo ucciso qualcuno.
  • Noi facciamo la lotta al terrorismo, non alla popolazione pacifica. Finché non ci sbarazzeremo dei terroristi non ci sarà pace. Sono loro a impedire a azeri e armeni di convivere pacificamente.

Lewon Ter-Petrosyan[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • In Nagorno Karabakh è in atto una vera guerra. Da quando le forze di pace russe sono state ritirate ci sono scontri ogni giorno, sempre più violenti, con gli azeri sempre più armati. Anche gli armeni sono armati, e pronti a resistere. Ma l'Azerbaigian sta creando le proprie forze armate e quando le avrà gli armeni del posto saranno schiacciati.
  • [Sull'abbattimento del Mil Mi-8 azero del 1991] Il fatto dell'elicottero è stato usato come provocazione. Già due mesi fa ne era caduto uno, carico di armi. Noi abbiamo chiesto una inchiesta neutra di russi e kazachi, ma gli azeri hanno strumentalizzato tutto e lanciato un attacco su larga scala.
  • Non nascondo che [in Nagorno Karabakh] ci sono in giro molte armi. Ma non le manda il governo armeno, posso dirlo fermamente. Ma noi abbiamo 300 mila rifugiati dall'Azerbaigian, e quasi tutti hanno parenti in Nagorno Karabakh. Sono loro a procurarsi le armi e portarle nella zone di crisi per l'autodifesa. Non è facile controllare tutti. D'altra parte anche gli azeri sono sempre più armati.

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