Discussione:Marcel Proust

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Edizioni[modifica]

Ho fatto un po' d'ordine, ma bisogna ancora (oltre a trovare una fonte per le citazioni senza fonte) trovare l'edizione da cui è stata tratta ogni citazione nei casi in cui il titolo diverso non è stato d'aiuto. Bisognerebbe andare a vedere chi le ha inserite; se ha messo anche l'incipit l'edizione sarà la stessa; se ha inserito una citazione da un volume di un ciclo tradotto dalla stessa persona probabilmente anche le altre citazioni saranno dalla stessa edizione (Raboni per Mondadori, Maria Teresa Nessi Somaini per Rizzoli, Paolo Pinto e Giuseppe Grasso per Newton Compton). Poi i sistemi sono parecchi. --Nemo 11:44, 26 apr 2008 (CEST)[rispondi]

Alla ricerca del tempo perduto[modifica]

File:La fatica del wikicitatore.jpg
Pronti, via!

Dopo un'attenta lettura mi accingo ad aggiungere una settantina di citazioni dal romanzo (piú incipit ed explicit). L'edizione che ho letto è Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto, edizione integrale a cura di Paolo Pinto e Giuseppe Grasso condotta sul testo critico stabilito da Jean-Yves Tadié, Newton Compton, 19902, ISBN 978885411634. In genere le edizioni Newton Compton sono ben fatte, inoltre rispetto ad altre citate qui ha il vantaggio di essere basata sull'ultima edizione critica; forse l'edizione Einaudi dello stesso periodo è meglio, ma non ho il tempo di verificare se è effettivamente cosí e nel caso di spulciarla per ritrovare le citazioni (cosa non facile data la scarsa strutturazione del libro in capitoli ecc.), ma se qualcuno lo fa e dà un po' di uniformità alla voce non mi offendo certo. :-) --Nemo 12:25, 29 dic 2010 (CET)[rispondi]

Proposte di rimozione[modifica]

Le seguenti citazioni non mi paiono molto rilevanti, o perché riferiscono concetti già espressi da altre o (piú spesso) perché magari argute ma non molto importanti (e di simili se ne potrebbero estrarre a centinaia). Secondo me si potrebbero togliere, ma non vorrei esagerare...

Citazioni
  • Io tornavo al mio libro, i domestici s'installavano di nuovo davanti alla porta a guardar cadere la polvere e l'emozione sollevate dal passaggio dei soldati.
  • Non vi sono che due classi di esseri: i magnanimi e gli altri. (1963)
  • Ogni bacio chiama un altro bacio. Ah! nei primi tempi di un amore i baci nascono con tanta naturalezza! Spuntano così vicini gli uni agli altri; e a contare i baci che si è dati in un'ora si faticherebbe come a contare i fiori di un campo nel mese di maggio. (1965)
  • Si stupiva anche delle accese requisitorie, alle quali si abbandonava sovente, contro l'aristocrazia, la vita mondana, lo snobismo, "certamente il peccato al quale pensa san Paolo quando parla del peccato per cui non c'è remissione". (1963)
  • Le attrattive della donna che passa sono generalmente in rapporto diretto con la rapidità del passaggio.
  • Quel che [gli artisti] chiamano «la posterità» è la posterità dell'opera.
  • Si diventa morali appena si è infelici.
  • Un'idea forte comunica un po' della sua forza al contraddittore.
  • Citando un verso isolato se ne moltiplica la forza attrattiva.
  • Cessando di essere pazzo, diventò stupido.
  • È più ragionevole sacrificare la propria vita alle donne piuttosto che ai francobolli, alle vecchie tabacchiere, perfino ai quadri e alle sculture. L'esempio delle altre collezioni dovrebbe però ammonirci a cambiare, a non avere una sola donna, ma molte.
  • Lasciamo le belle donne agli uomini senza immaginazione.
  • Nella patologia nervosa, un medico che non dica troppe sciocchezze, è un malato guarito per metà. (1990)
  • Si è potuto perfino dire che la lode più alta di Dio è nella negazione dell'ateo che ritiene la Creazione tanto perfetta da poter fare a meno di un creatore. (1990)
  • C'è qualche cosa che ha un potere di esasperazione non raggiungibile da una persona, ed è il pianoforte. (1997)
  • Certe qualità aiutano a sopportare i difetti del prossimo [...] e un uomo di grande ingegno presterà di solito meno attenzione alla stupidità altrui di quanta ne presterebbe uno sciocco.
  • Ho molto amato la vita, ho molto amato le arti.
  • Ho orrore dei tramonti di sole, è romantico, fa tanto opera. (1997)
  • [Su Venezia] Così disposte ai due lati del canale, le abitazioni facevano pensare a luoghi naturali, ma di una natura che avesse creato le proprie opere con un'immagine umana.
  • La soddisfazione che genera in un'imbecille il proprio buon diritto e la certezza di poterla spuntare è qualcosa che irrita in particolar modo.
  • I nostri pensieri non sempre s'accordano con le nostre parole.
  • Un'azione diversiva va compiuta solo in un punto che abbia una certa importanza.
  • Non ebbi il coraggio di chiedergli nulla ed egli mi disse solo parole comuni, ben poco diverse da quelle che avrebbe detto prima della guerra, come se la gente, nonostante la guerra continuasse ad essere la stessa di prima. Il tono era il solito, solo il contenuto era mutato, ed anche questo di poco.
  • Ma i giornali si leggono come si ama, con una benda sugli occhi: non si cerca di comprendere i fatti. Si ascoltano le dolci parole del redattore come si ascoltano le parole di un'amante. Si è sconfitti e scontenti perché non ci si considera sconfitti ma vincitori.
  • È singolare quanto poco variino non solo i modi di esprimersi, ma anche i pensieri in una stessa persona.
  • Chi non combatte può dire quello che vuole, è perché non se la sente di farsi ammazzare, è per paura.
  • I cervelli piccini restano schiacciati non dalla bellezza, ma dall'enormità dell'azione.
  • La vittoria appartiene, come dicono i Giapponesi, a chi resiste un quarto d'ora di più.
  • La guerra è una malattia, che quandro sembra scongiurata da una parte, riattacca dall'altra.
  • Ma un fascino non si travasa.
  • I ricordi non si spartiscono.

--Nemo 02:52, 2 gen 2011 (CET)[rispondi]

Senza fonte[modifica]

  • Credere che l'amicizia esista è come credere che i mobili abbiano un'anima.
  • I legami fra una persona e noi esistono solamente nel pensiero. La memoria, nell'affievolirsi, li allenta; e, nonostante l'illusione di cui vorremmo essere le vittime, e con la quale, per amore, per amicizia, per cortesia, per rispetto umano, per dovere, inganniamo gli altri, noi viviamo soli. L'uomo è l'essere che non può uscire da sé, che non conosce gli altri se non in sé medesimo, e che, se dice il contrario, mente.
  • Qualsiasi essere amato – anzi, in una certa misura qualsiasi essere – è per noi simile a Giano: se ci abbandona, ci presenta la faccia che ci attira; se lo sappiamo a nostra perpetua disposizione, la faccia che ci annoia.
  • La verità è che io non appartengo a questo mondo, dove mi sento, in esilio; è necessaria tutta la forza della legge di gravità per tenermici ed impedirmi di evadere in un'altra sfera. Appartengo ad un altro pianeta – Alla ricerca del tempo perduto I guermantes (ed. BUr pag. 269)

Varie[modifica]

Nei prossimi giorni aggiungerò altre citazioni, cercando di non esagerare visto che la pagina è già bella piena. Manca però quasi del tutto di "citazioni su" (la Voce è anche in Vetrina tra l'altro), e in giro dovrebbero essercene un bel po': Proust è citato molto. È un invito che lascio per qualche volenteroso affezionato, a me Proust faceva venir sonno :) .
--DonatoD (scrivimi) 23:05, 3 giu 2012 (CEST)[rispondi]