Frank Williams

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Frank Williams (1979)

Sir Francis Owen Garbett Williams (1942 – 2021), dirigente d'azienda britannico.

Citazioni di Frank Williams[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Nel 2013, «la F1 di allora e quella di adesso sono due mondi diversi, quale le piace di più?»] Non mi interessa tornare indietro. Preferisco la tecnologia, il maggiore business e lo spettacolo generale che è diventata la F1 attuale, in grado di attirare molti personaggi in gamba sia dal punto di vista tecnico che commerciale. Credo che anche il pubblico possa capire e apprezzare meglio quello che facciamo, che è uno sport sofisticato.[1]
  • [«La Williams ha vinto sei volte il GP d'Italia, ne ricorda qualcuno in modo particolare?»] [Williams ci pensa un po', poi con il caratteristico humor inglese ma raccontando una verità vissuta esclama, ndr] Quello del '74, quando ero molto preoccupato perché non potevo pagare il conto dell'albergo.[1]
  • [Su Ayrton Senna] Era una persona deliziosa e molto intelligente, ma dentro era anche molto ostinato. Sapeva esattamente cosa voleva e sapeva quello che il team avrebbe potuto fare per lui. Ayrton sapeva prendere il meglio da ognuno. Era una sua grande dote oltre ad essere un pilota davvero speciale in pista.[2]

Williams, ultimo gentleman in F1

Intervista di Paolo Ciccarone, avvenire.it, 7 agosto 2009.

  • Alonso somiglia in ma­niera incredibile a Nigel Mansell: è un pilota che trasmette nell'abita­colo la sua energia, la puoi sentire e vedere. Si vede che dà tutto stes­so durante le gare: questo mi pia­ce tantissimo.
  • [«Cosa spinge, invece, Frank Wil­liams ad accettare tutte le mattine la sfida della F.1? Il suono di un motore? I soldi che si possono gua­dagnare?»] Amo la F1, è il mio lavoro. E al tem­po stesso una passione: vivere le proprie passioni, facendole diven­tare un lavoro, è un vero privilegio. Posso dire che una squadra come la mia, che è una piccola realtà in confronto ai colossi dell'auto, de­ve affrontare rischi fi­nanziari pazzeschi che una compagnia norma­le non penserebbe mai di fare. Questo ti tiene sveglio e ti fa pensare molto.
  • Il proces­so per la morte di Ayrton? Era giu­sto aprire una indagine per cono­scere tutti i dettagli di quella trage­dia. La sfortuna ha voluto che ci fossi io al posto dell'indagato...

Citazioni su Frank Williams[modifica]

  • Ci sono state tre epoche ben precise nella storia di Frank Williams: gli inizi, con la vita stentata nelle corse fatta di espedienti e sotterfugi per sbarcare il lunario, da fine anni Sessanta a metà anni Settanta; poi quella dei primi successi grazie ai soldi raccolti presso gli sponsor arabi, periodo che è andato dal 1977 fino al 1986, anno del suo incidente in auto. E infine il terzo periodo, il più glorioso ma triste: in cui ha raccolto successo e guadagnato tanto denaro in F1 ma che lo ha anche reso tetraplegico. Oggi tutti ricordano l'ultimo Frank Williams, il manager che nonostante fosse immobilizzato su una sedia a rotelle, riusciva a guidare la sua squadra con piglio forte e determinato. Un'epoca di trionfi serrati, con 5 mondiali Piloti vinti in appena dieci anni, da Piquet a Jacques Villeneuve. Ma anche di tragedie come la morte di Ayrton Senna a Imola a causa di un guasto tecnico di cui la squadra porterà sempre dentro di sé il rimorso. Ma il primo Frank Williams, quello che si barcamenava per riuscire a schierare in pista le sue monoposto prendendo pezzi di ricambio a prestito da amici e rivali, e che viveva alla giornata utilizzando una cabina telefonica stradale come collegamento per i contatti di lavoro perché non aveva nemmeno i soldi per affittare una sede, pochi lo conoscono. [...] Entrò nel mondo delle corse nel 1966, quando fondò la sua prima scuderia per far correre auto di F3 e F2, poi nel 1969 approdò finalmente alla F1. Che allora era ben diversa dal mondo scintillante di oggi. È in quegli anni che imparò bene la lingua italiana, perché fra il 1965 e il 1970 Frank Williams veniva spesso in Italia portando di nascosto pezzi di ricambio per auto da corsa inglesi per rivenderle a tutti i piloti italiani che gareggiavano con le piccole formule e che non riuscivano ad acquistare oltre Manica i ricambi di cui avevano bisogno. A furia di contrattare e scambiare soldi in cambio di ingranaggi, cambi, freni e frizioni, Williams riusciva a mettere insieme quei quattro soldi per sbarcare il lunario e pagarsi l'attività del suo team. Imparò sul campo l'arte della trattativa d'affari, del business e del mercanteggiamento. Che si rivelò molto utile quando un decennio dopo ebbe a che fare con i munifici sponsor dei paesi arabi che però, come tutti gli abitanti di quei luoghi, amano mercanteggiare quando si tratta di fare business. Tale era la sua frequentazione dell'Italia che nel giro delle corse lo chiamavano, o si faceva chiamare, Franco Guglielmi. La traduzione esatta del suo nome in italiano. (Alberto Sabbatini)
  • Era nato per essere un combattente, ed è combattendo che si è guadagnato il rispetto di tutta la F1. Era un uomo puro, dedicato anima e corpo a quel mestiere, al mestiere delle corse. (Mauro Forghieri)
  • Era un reduce, protagonista di un'epoca che vive nella memoria di vecchi innamorati. (Giorgio Terruzzi)
  • Frank Williams, negli anni diventato Sir, era una di quelle figure che come Enzo Ferrari, incuteva timore, richiedeva rispetto e metteva davanti a tutto e a tutti, piloti compresi, il bene della sua scuderia. [...] Sir Frank se ne è andato lasciando però [...] un senso di immortalità, perché chi scrive la storia ne resta parte integrante, per sempre. (Carlo Vanzini)
  • Ho sempre voluto bene a Frank Williams. Penso che con lui se ne sia andato l'unico "garagista" britannico che davvero meritava di essere avvicinato alla mitica figura di Enzo Ferrari. Del resto e non per caso, da giovane Frank era venuto a vivere nel modenese! Faceva il meccanico al servizio delle ambizioni corsaiole di De Tomaso, pittoresco e funambolico hidalgo d'Argentina calato sulla terra dei motori in un mix tra passione e rapacità. Di sicuro in Williams prevaleva la passione. Voleva assolutamente diventare un costruttore di Formula Uno. Fu bravo a trovare sostegni finanziari tra gli sceicchi e per due decenni buoni, dalla fine degli anni Settanta fin quasi al nuovo millennio, sue furono le macchine che vinsero di più nei Gran Premi. In mezzo ci fu il terribile incidente stradale che lo condannò alla sedia a rotelle. Ma a quella condizione disperante reagì imponendosi di continuare a vivere per le corse. Dalla prima vittoria con Clay Regazzoni in Inghilterra nel 1979 fino all’ultimo mondiale con Villeneuve junior nel 1997, passando per le imprese iridate di Jones, di Piquet padre, di Mansell, di Prost, di Damon Hill, ecco, sempre io ho ritrovato in Frank l'entusiasmo del meccanico che a Modena campava di panini. [...] Quando pensate alla F1, a come era e come è e a come sarà, beh, ricordatevi sempre quanto sia stato grande quest'uomo, il meccanico che mangiava panini in una Modena che non c'è più. (Leo Turrini)

Note[modifica]

  1. a b Da F1, intervista a Frank Williams, automobilismo.it, 14 ottobre 2013.
  2. Da un'intervista a Globo; citato in F1, Frank Williams: «Senna sarebbe presidente del Brasile», corrieredellosport.it, 4 maggio 2014.

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