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Giovanni Goria

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Giovanni Goria

Giovanni Goria (1943 – 1994), politico italiano

Citazioni di Giovanni Goria

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  • Parlerò quando sarò completamente fuori dalle questioni giudiziarie.[1]

La Stampa, 30 dicembre 1986

  • [Sul tasso di sviluppo della produzione industriale italiana] Alto, non so dire quanto, però quasi sicuramente tra i più alti del mondo industrializzato.
  • [Sulla creazione di una tassa comunale, la Tasco] Il Parlamento deve affrontare la questione del riordino della finanza locale, non è possibile che da un anno e più il disegno di legge stia senza una sua soluzione. Il Governo propone la Tasco perché è convinto che senza riavvicinare la responsabilità di spendere a quella di procurarsi i quattrini non si possa gestire nessun sistema.
  • [Sul deficit pubblico] Quello che doveva essere, comunque sempre molto alto, ma per la prima volta non peggio dell'anno scorso.

Intervista di Alberto Pintus, La Stampa, 9 maggio 1988

  • Alla fine del secolo de Mita avrà 72 anni, Andreotti dieci in più. Continuo per questo a credere che le vecchie logiche interne alla dc devono essere messe per sempre in soffitta.
  • [Sulla fragilità del suo Governo] È nato precario, finalizzato a creare le condizioni per un successivo governo più saldo politicamente. E la gente, è noto, non ama le vicende transitorie e gracili.
  • Ho energie culturali e politiche da spendere e, credo, fiducia e ascolto da parte dell'opinione pubblica.
  • Non ho mai partecipato al dibattito parteggiando per il sedicente "nuovo" e combattendo contro il presunto "vecchio". Credo che una nuova generazione di dirigenti dc debba emergere in accordo con quella precedente. Senza scontri.

La Stampa, 30 giugno 1992

  • Si fanno troppe chiacchiere: bisogna colpire l'evasione e fare altre cose serie per garantire lo sviluppo armonico ed equilibrato del Paese e anche la stabilità della lira. (Settembre 1987)
  • Al mio governo, da quando è nato, viene dedicato praticamente un epitaffio al giorno: situazione non ideale per chi ci lavora dentro. Ogni governo è lo specchio del mondo politico che lo esprime e che non nasce dal nulla: raccoglie eredità buone, cattive, qualche volta occulte. (Dicembre 1987)
  • Ci sono tante cose da fare fuori. C'è l'esigenza molto forte di animare il partito. Farei ridere se dicessi che non sarei mai il numero 1 della Dc. (Maggio 1988)
  • De Mita faccia una proposta di rinnovamento per la segreteria Dc, purché non ci proponga un de Mita coi baffi. (Giugno 1992)

Intervista di Alberto Statera La Stampa, 8 luglio 1992

  • Bisogna che tutti comprendano che stiamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità, spendiamo più di quello che produciamo. Se continua così è la bancarotta.
  • Chi vi chiede altri denari è una persona onesta, non ha rubato e ha la coscienza tranquilla.
  • [Sulla difficoltà a contrastare l'evasione fiscale] La struttura della nostra economia è complessa. Basta pensare che in Germania l'80% dei consumi ricorre alla grande distribuzione e l'80% in Italia si rivolge alle piccole botteghe. Un sistema più oneroso per gli operatori.
  • [Sulla responsabilità della Democrazia Cristiana sulla strutturazione del commercio in Italia] Alla dc va anche attribuito il merito di aver preservato città vivibili, non assediate dagli ipermercati.
  • [Sulla nomina del collaboratore Pietro Sguazzi alla presidenza di Ferrovie Nord e la conseguente indagine] Sguazzi è diventato presidente delle Ferrovie Nord su designazione della Dc lombarda nella quale io non conto una cicca. Presumo perciò che sia stato per meriti suoi. Sguazzi, non lo nego, è mio amico, ma mi auguro che il giudice valuti le responsabilità oggettive e non le amicizie.

Intervista di Sergio Miravalle, La Stampa, 27 febbraio 1993

  • [Sull'avviso di garanzia per gli appalti del nuovo ospedale di Asti] Allo stato dei fatti non mi pare che i magistrati mi abbiano contestato alcuna ipotesi di reato e non ho neppure avuto nessuna comunicazione scritta in questo senso.
  • [Sul ruolo avuto nell'approvazione della costruzione del nuovo ospedale di Asti] Premetto di non avere avuto alcun ruolo diretto nella vicenda. È logico che mi sia interessato a un fatto che toccava così da vicino la vita e le speranze dei miei concittadini.
  • [Sul periodo di Mani pulite] Questi sono giorni di grandi travolgimenti. Dobbiamo riflettere tutti su quello che sta succedendo. La sacrosanta sete di giustizia non può essere placata calpestando impunemente la dignità delle persone.

Citazioni su Giovanni Goria

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  • [Sulla scelta di affidare a Giovanni Goria l'incarico di primo ministro] Goria lo ha scelto Cossiga, senza sentire nessuno, sapendo però che proprio lui poteva rappresentare quel punto di equilibrio chiesto per uscire dall'impasse. (Franco Evangelisti)
  • In questi ultimi tempi Giovanni Goria ha condotto per tutta l'Italia il carro di Tespi per propagandare l'affare più grosso che c'è oggi in circolazione: la torta da duecentomila miliardi di lire che riguarda i settori della sanità e della previdenza e che fa gola ai grandi gruppi privati che gestiscono le compagnie di assicurazione, cioè gli Agnelli, i Ferruzzi, De Benedetti e Berlusconi. Goria è andato in giro a propagandare la merce. Insieme a lui, qualche volta, ho visto il liberale De Lorenzo, cioè colui che è diventato oggi ministro della Sanità. (Carlo Donat-Cattin)
  • Nel decennale della sua prematura scomparsa è vivo in me il ricordo di un giovane determinato, ma insieme riservato e schivo. Di lui ho personalmente apprezzato in molte occasioni, lo spiccato senso pratico, la capacità di andare al cuore dei problemi e l'attitudine a spiegare con grande chiarezza anche le questioni più complesse. Per queste doti, unite ad una passione politica costantemente ispirata da forti e tenaci ragioni ideali egli ha saputo conquistare una meritata autorevolezza. (Carlo Azeglio Ciampi)
  • Riflettere oggi sulla figura di Giovanni Goria, significa adempiere ad un debito di riconoscenza che deve essere ancora interamente onorato: a dieci anni dalla sua scomparsa, c'è ancora un grande spazio per rendere il giusto tributo ad un uomo della politica e delle istituzioni che ha operato per rendere migliore l'Italia, e a scelto di farlo lontano dai riflettori e dai clamori della ribalta mediatica. (Pier Ferdinando Casini)

Note

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  1. Citato in È morto Goria il più giovane premier, La Stampa, 22 maggio 1994.

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