Giuseppe Toniolo

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Giuseppe Toniolo

Giuseppe Toniolo (1845 – 1918), economista, sociologo e accademico italiano.

Citazioni di Giuseppe Toniolo[modifica]

  • Il presidente dell'Opera [dei Congressi, conte Giovanni Grosoli] non ha bisogno di essere difeso da me, che stimo ed amo come fratello, appunto perché è uno di quegli uomini rari che non vivono per il proprio io, ma per la santa causa della Chiesa, da cui non si dipartirebbe, se gli costasse l'esistenza.[1]

Incipit di alcune opere[modifica]

Dei remoti fattori delle potenza economica di Firenze nel Medio Evo[modifica]

La Toscana considerata nella sua posizione geografica, nei suoi naturali confini, e in tutti gli elementi del suo territorio, apparisce una regione destinata ad apprestare alle popolazioni che vi si fossero insediate, le condizioni di un'alta vita autonoma, la quale, senza rescindersi dal processo generale dell'incivilimento delle altre regioni d'Italia, mantenesse uno speciale ordine di sviluppo e caratteri suoi proprii.
Tali condizioni territoriali della regione debitamente estimate forniscono gli argomenti, che potrebbonsi dire estrinseci, a dar spiegazione così in generale degli avvenimenti civili-politici della stessa, come in particolare delle sue vicende e risultanze sociali-economiche.

L'odierno problema sociologico[modifica]

Ogni uomo mediocremente colto, oggi interrogato sulla fisonomia della scienza nel XIX testé tramontato, risponderebbe con ogni asseveranza, che questa si contrassegna per il carattere positivo, cioè di una cultura fondata sul fatto sensibile, esterno, concreto.
Lo scienziato di professione, confermata la verità del giudizio, ne scolpirebbe ancor più l'espressione, aggiungendo, che tale fisonomia positiva del sapere scientifico moderno, delineatasi dapprima siccome un semplice processo logico d'invenzione (cioè il metodo positivo) e tramutatasi in breve generalmente in un sistema filosofico (ossia nel positivismo che esclude dalla scienza ogni vero soprasensibile), raffigurò nell'ultimo secolo un ciclo distinto, originale, grandioso (qualunque ne fosse il valore intrinseco) nella storia del pensiero umano riflesso; presso a poco come nel medio evo il teologismo (passi l'espressione), che tutta la scienza incardinava in Dio e nella fede e come l'umanismo nell'età del rinascimento classico, che quella trasferì come a suo centro all'uomo e alla pura ragione.

Citazioni su Giuseppe Toniolo[modifica]

  • Ebbe, come tutti coloro che si lasciano travolgere nella vita pubblica, amarezze, disillusioni, contraddizioni; ma non mai dubbii o sconforti: la solida costruzione del suo intelletto, la limpida schiettezza del sentimento, la energia della volontà che non si sarebbe indovinata nella persona non certo fiorente di forze fisiche, anzi recante le tracce di una originaria costituzione non robusta e le stigmate del lavoro ininterrotto, lo preservarono da qualsiasi tentazione di abbandonare il campo: se qualche volta parve starsene in disparte, fu per deferente ossequio a direttive autorevoli prevalse in dissenso dalle sue, dissenso ch'egli tuttavia non proclamò mai, come altri invece volle fare, che anzi dissimulò sempre, preoccupato sopra ogni cosa di non compromettere con intempestive agitazioni lo svolgersi sicuro e graduale del moto cristiano restauratore e riformatore ch'egli non ammetteva possibile ed efficiente se non sulla base di una assoluta ortodossia e di una disciplina tetragona ad ogni seduzione di scisma, senza per questo sentire il bisogno di avvilirla nella rinuncia ai suoi metodi, ai suoi convincimenti, alle sue speranze. (Filippo Meda)

Piero Gobetti[modifica]

  • A Giuseppe Toniolo [...] attribuiremo il merito singolare di aver data espressione e sistemazione politica alle esigenze di azione sociale che Leone XIII era venuto agitando e di aver mostrato così, contro il proprio intento, agli uomini di buona fede, che ancora non se ne fossero persuasi , l'irreducibile repugnanza di ogni posizione cattolica col pensiero moderno, e l'intimo carattere reazionario di una praxis politica che voglia appoggiarsi alla Chiesa, come a istituto e organo della lotta politica in Italia.
  • Il Toniolo sotto la moderazione letteraria, è un intransigente; e pur attraverso i vizi stilistici dell'accademismo e gli ornamenti d'una convenzionalità ufficiale, mostra il bisogno di atteggiamenti chiari e netti, di un centro ideale che permetta operose discussioni dei concetti e spregiudicata negazione dei termini contrastanti. Se non ha i fulmini di Veuillot e di Casoni per il mondo moderno, ne ripete tuttavia un'identica critica negativa.
  • La sola spiegazione soddisfacente della vita e della natura dell'uomo, per il Toniolo, deve riconoscersi a priori nella dottrina cattolica. Tutto ciò che vi repugna, repugna con la verità. Bisogna ripetere con Dante:
    Avete il Vecchio e il Nuovo Testamento
    E il Pastor della Chiesa che vi guida.
    La filosofia per eccellenza, la verità, è la Scolastica. Bisogna riprenderla integralmente. Bisogna eliminare le ultime reliquie deleterie della Riforma luterana.

Note[modifica]

  1. Da una lettera a Romolo Murri del 29 giugno 1903; citato in Romolo Murri, Battaglie d'oggi, IV. Democrazia cristiana italiana (1901-1904), Società I. C. di Cultura, Roma, 1904, p. 232.

Bibliografia[modifica]

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