L'orca assassina
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L'orca assassina
Titolo originale |
Orca |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America, Italia |
Anno | 1977 |
Genere | Drammatico, thriller, avventura |
Regia | Michael Anderson |
Soggetto | Luciano Vincenzoni, Sergio Donati, Robert Towne e Arthur Herzog (romanzo) |
Sceneggiatura | Luciano Vincenzoni, Sergio Donati e Robert Towne |
Produttore | Dino De Laurentiis |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Note | |
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L'orca assassina, film del 1977 diretto da Michael Anderson con Richard Harris.
Frasi
[modifica]- Lo sai quanto lo pagherebbe un acquario uno squalo bianco? Cinquantamila dollari al metro. (Nolan)
- C'è solo un animale capace di aggredire uno squalo: un'orca marina. (Rachel Bedford)
- È uno dei dieci più feroci animali che esistano al mondo. È una specie di balena, un mammifero a sangue caldo che vive in tutti i mari. Gli antichi romani lo chiamavano Orcinus orca, dal nome del dio della morte. La sua forma slanciata e le sue pinne muscolose lo rendono il cetaceo più veloce di tutti i mari. Un maschio adulto di solito è lungo circa dieci metri e pesa sei tonnellate, ma ci sono stati esemplari lunghi persino quindici metri. (Rachel Bedford)
- Se viene catturato da piccolo e si abitua a stare con gli esseri umani, purché sia trattato con gentilezza, diventa un grande amico dell'uomo. Ma in caso contrario... La sua bocca ha quarantotto denti disposti su due file impressionanti. (Rachel Bedford)
- Come genitori, le orche sono esemplari, migliori di molti esseri umani. E, come gli esseri umani, hanno l'istinto della vendetta. Comunque, la cosa più sorprendente di questo animale non è la loro docilità né la loro aggressività, ma la loro intelligenza. [...] Non sappiamo molto sulla natura della sua intelligenza. È certo che esiste, è sviluppatissima e, sotto certi aspetti, potrebbe essere superiore a quella dell'uomo. (Rachel Bedford)
- Le orche parlano, cioè, comunicano mediante la combinazione di suoni e di rilevamenti tipo sonar. I segnali che state ascoltando hanno lunghezze d'onda capaci non solo di attraversare tutto un oceano, ma di fare il giro del mondo. Questo segnale è stato analizzato da dei calcolatori elettronici. È stato accertato che contiene quindici milioni di particelle d'informazione. Che cosa si dicono le orche? C'è piuttosto da chiedersi – hanno bisogno di dire per comunicare tra loro? Il loro sistema sonar è come se noi avessimo nel cervello un apparecchio di raggi X. Se noi fossimo in grado solo guardando il nostro interlocutore di sapere istantaneamente se è sano o sofferente, è ovvio che la domanda "come stai?" perderebbe ogni significato. Ciò che noi chiamiamo linguaggio per le orche potrebbe essere inutile, superfluo o troppo primitivo. (Rachel Bedford)
- I pescatori sono raramente curiosi di quanto si trova nei mari, a meno che non sia qualcosa che vogliano catturare o uccidere. (Rachel Bedford)
- Io capisco che cosa prova quella bestia, perché mi è successo la stessa cosa. Mia moglie era incinta, stava andando all'ospedale da sola e un ubriaco l'è arrivata contromano e l'ha investita. Ha ucciso lei e ha ucciso mio figlio. (Nolan)
- Io non so cosa vuole quell'animale, e non lo sai neppure tu, né quelli del villaggio. Nessuno può saperlo. Ma anche se agisce come un essere umano, qualsiasi cosa voglia, non è detto che lo debba ottenere. (Rachel Bedford)
- Brutto figlio di puttana! Ti vuoi vendicare? Hai vinto tu! Vuoi la vendetta? L'avrai. Vengo dove vuoi tu. Io ti ammazzo! Ti accontenterò, brutto figlio di puttana! Hai vinto tu! Mi senti? Hai vinto tu! (Nolan)
- E così il tentativo di Nolan di risparmiare il suo equipaggio era fallito. Io avevo insistito per partire con loro. Mi ero detta che, in un certo senso, ero responsabile dello stato d'animo di Nolan, che gli avevo riempito la testa di idee romantiche su un orca capace non solo di provare sentimenti di dolore, cosa di cui ero convinta, ma anche capace di un piano di vendetta calcolato, cosa che trovavo difficile da credere, malgrado tutto quello che era successo, e forse speravo che il viaggio mi avrebbe suggerito un altro modo di capire quell'animale. (Rachel Bedford)
- Ti ricordi, qualche tempo fa, quando domandavi quanti soldi avrei fatto con l'orca? Ti ricordi? Io volevo soltanto un po' di soldi per pagare l'ipoteca della barca e tornare in Irlanda. In America non ci sto bene. Guarda cosa ho fatto, invece. Che cosa ho combinato. Tre persone sono morte, una ragazza rovinata per tutta la vita. Che Dio mi perdoni. Domani sarà il mio giorno. (Nolan)
Dialoghi
[modifica]- Annie: Dicono che le orche sono monogame.
Nolan: Monogame? E che significa?
Annie: Che restano con un compagno per tutta la vita. Ti rendi conto che potremmo distruggere una famiglia felice? - Nolan: Si può peccare anche contro un animale?
Reverendo: Si può commettere un peccato persino contro un filo d'erba. Ma in realtà i peccati si commettono sempre contro noi stessi. - Umilak: Tutti gli uomini si sono riuniti. Stanno parlando di te e sono molto arrabbiati.
Nolan: Capisco.
Umilak: Dicono che sei un vigliacco se non vai fuori a uccidere l'orca.
Nolan: Ho le mie ragioni.
Umilak: Io ti credo, Nolan.
Nolan: Ah sì? Perché?
Umilak: Io vedo la paura dentro di te. Ma non di una cosa reale. È la paura di uno spirito, io credo. Ma vengo per avvertirti: va a caccia di questo demonio, qualunque siano le tue ragioni. Se a questo villaggio viene fatto ancora del danno dalla tua orca...
Nolan: La mia orca...! Bene, grazie per il consiglio.
Umilak: Io so cosa i miei antenati avrebbero fatto.
Nolan: Cosa?
Umilak: Così dice la magia: cucire una piccola pelle di una orca e riempirla di fegato di uccelli, bagnarla con acqua e gettarla in mare con parole magiche. Se tutto è fatto bene, lo spirito del mostro esce dalla sua bocca e lui muore.
Nolan: Be', perché non fai questa magia per me?
Umilak: Il mondo è cambiato. Anche i nostri dei ballano su altra musica ormai. - Nolan: Sono venuto qua per ammazzarlo. Bang bang! Uno in ogni occhio. Ma poi mi sono messo nella sua situazione e ho pensato...
Rachel Bedford: Non si farà vivo.
Nolan: Come sarebbe?
Rachel Bedford: Perché ha affondato le altre barche nella rada e non la tua?
Nolan: Vabbè, devo ammettere che è una cosa che non mi spiego.
Rachel Bedford: Ti ha lasciato apposta la tua barca perché vuole combattere con te in mare.
Nolan: No, non lo farò. Mi rifiuto. Io non voglio più combattere.
Rachel Bedford: Vuoi solo assassinarlo! Te ne starai qui al sicuro sul molo e gli sparerai negli occhi! Tu non sei un uomo, sei una bestia. I mostri come te dovrebbero essere tenuti sotto osservazione. Perché non trovi un altro modo per divertirti?
Nolan: Cosa? Io divertirmi? Ah, perché tu ci vedi del divertimento? Allora io rispetto più di te quell'animale.
Rachel Bedford: Con quel fucile?
Nolan: Ho preso questo fucile per ucciderlo, sì. È vero. Ma quando è arrivato il momento, ho capito che non potevo. Mi sono messo a riflettere e ho pensato che se quello che dici è vero, se le orche possono comunicare, io avrei guardato quell'animale dritto negli occhi e gli avrei detto che l'uccisione della sua compagna e suo figlio è stata una disgrazia. Non l'ho fatto apposta, non volevo ammazzarli. E gli avrei detto che mi dispiace e gli avrei chiesto perdono. - Nolan: Dritto come un fuso.
Paul: Verso dove?
Nolan: Gli stretti di Belle Isle. Il mare aperto. Ci sta portando fuori dal golfo verso le coste del Labrador. Ho la strana impressione che questa sarà l'ultima tappa, e a nord non c'è modo di scappare.
Umilak: Hai mai visto il ghiaccio polare, Nolan? Schianterebbe questa barca in un secondo.
Nolan: Sì, ma c'è il ghiaccio anche dalla parte sua. E quindi anche lui sarà costretto a sfondarlo se vuole respirare. Quell'orca non è furbo quanto pensavo.
Citazioni su L'orca assassina
[modifica]- Buona cura nella regìa; dovizia di mezzi, ma troppi debiti di ispirazione con modelli quali «Lo Sqaulo» (per non risalire addirittura a «Moby Dick»). (Dario Argento)
- Durante la produzione ci sono film che hanno subito modifiche nella sceneggiatura e ne hanno compromesso la qualità. Facciamo l'esempio del film L'orca assassina. La trama si è ispirata all'omonimo romanzo di Arthur Herzog. Ed era fantastica. Tu vedevi una storia che evolveva in un modo, poi i personaggi rimescolavano le carte in tavola, i personaggi erano caratterizzati bene, l'ambientazione terrificante, ricca. Ma se confrontassimo L'orca assassina con Lo squalo, be' direi che quest'ultimo è di gran lunga migliore. Ma... l'Orca è un ottimo film e posso dire che la sceneggiatura originale, ovvero il testo di Arthur Herzog, era di gran lunga migliore della sceneggiatura a cui si ispira Lo Squalo, cioè l'omonimo romanzo di Peter Benchley. (Quentin Tarantino)
- Quando mi è arrivata a Roma, la versione definitiva di Orca era completamente differente da quella che mi avevano fatto vedere tre mesi fa a Los Angeles e per la quale avevo preparato la musica. La mia tensione, credetemi, è in questo momento drammatica quanto quella dei protagonisti del film. C'è da sperare che il mio stato d'animo possa rivelarsi utile alla migliore riuscita del commento musicale. (Ennio Morricone)
- Richard Harris, protagonista del film, aveva cominciato a bere più del pellerossa quando aveva scoperto, su un giornale scandalistico, una foto della sua giovane moglie appena sposata, languidamente sdraiata sulla spiaggia di Malibù, in California, in compagnia di un giovane bel fusto. Harris voleva abbandonare il film per volare in California ad ucciderli tutti e due.
Convincerlo a finire le riprese mi procurò i primi capelli bianchi, l'esaurimento nervoso, e anche un occhio nero, perché tra noi ci fu una rissa. Comunque il film fu ultimato, e avevo perfino risparmiato mezzo milione di dollari sugli otto che Dino aveva preventivato. (Luciano Vincenzoni) - Una notte del maggio 1974 mi svegliò lo squillo del telefono: era Dino De Laurentiis che mi chiamava dalla California.
Era rimasto impressionato dal film Lo squalo di Spielberg e mi chiese se lo avessi visto. Alla mia risposta affermativa sbraitò: «Trovami un pesce più fetente e terribile dello squalo bianco, scrivi una sceneggiatura e se mi convince ti faccio fare anche il produttore». La proposta era alettante, ma di pesci conoscevo solo quelli commestibili, sardine, spigole, orate, cappesante, scampi e via dicendo.
Chiesi aiuto a mio fratello Adriano, che non aveva niente a che fare col Cinema, faceva un lavoro molto più serio a Torino, però, da autodidatta, si era fatto una cultura in zoologia. Mio fratello mi mandò una relazione sull'orca assassina, di cui fino a quel momento avevo ignorato l'esistenza. Un concentrato di informazioni da cui appresi che l'orca era più spettacolare e temibile dello squalo bianco. (Luciano Vincenzoni)
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