La Tosca

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La Tosca

Immagine Tosca1973-Vitti&Proietti.png.
Titolo originale

La Tosca

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1973
Genere drammatico
Regia Luigi Magni
Soggetto Victorien Sardou
Sceneggiatura Luigi Magni
Produttore Ugo Tucci
Interpreti e personaggi
Note
Musiche: Armando Trovajoli

La Tosca, film italiano del 1973, regia di Luigi Magni.

Frasi[modifica]

  • [Dopo che le corti pontificia e borbonica riunite hanno saputo della vittoria napoleonica a Marengo, allarmatesi alquanto] Giovanotti per favore con 'sta storia adesso basta: La Regina si spaventa. Nella casa del Signore non si mangia solo pasta: Qualche volta c'è polenta. (Monsignor Governatore)
  • [Ascoltando i sagrestani cantare]
    Certo che, se il Padreterno li sente, vor di' proprio che nun esiste...! (Cavaradossi)
  • Io li capisco li giovani. [...] Allora bisogna che ve sbrigate a cresce', sennò un brutto giorno mi stufo e nun ve capisco più. (Governatore) [A Cavaradossi]
  • Ahò, ma voi nun ridete mai? Mò, perché uno s'è votato a 'n ideale serio, nun deve ride' mai? (Cavaradossi) [Ad Angelotti]
  • Tu dimme che destino... me vado a incapriccia' de 'sto burino [Cavaradossi] quanno c'ho tutta Roma a ginocchioni! (Tosca)
  • Cittadino! L'arte non è arte, se non canta la passione dei popoli! (Angelotti) [A Cavaradossi]
  • Preci de folla... confuse voci inascoltate in cielo! L'Onnipotente ama i solisti! (Scarpia) [Commentando il coro degli sciancati]
  • Ah! Dunque voi lavorate per i preti, avete una casa in Piazza di Spagna, una amant famusa, la villetta in campagna... magari ghe ha anca i soldi in Svizzera? (Angelotti) [A Cavaradossi]
  • Va', Tosca, nel tuo cuore 'sta inguattato Scarpia! (Scarpia)
  • [Riportando l'esito della battaglia di Marengo all'attenzione delle corti borbonica e pontificia riunitesi] Prima avevamo vinto, quanno poi, all'improvviso, tutto de un botto, chi se vede ariva'? Desaix, co' la cavalleria francese de rinforzo. Bonaparte je fa: "Ahò, a quest'ora s'ariva? 'A marescia', avemo perso." [...] Desaix se guarda intorno e vede tutti li morti, i cannoni arivortati, le bandiere tutte sgarate... [...] e alora dice: "Effettivamente, amo perso 'na battaja." [...] Ce ripensa, caccia l'orologgio e dice la frase storica: "Ah, ma so' ancora le tre? Ah...! Allora c'avemo tutto er tempo necessario pe' vincerne n'artra.". Così è stato. (Ussaro)
  • Un artista non vive in un mondo privilegiato de nuvole e de chimere. Un artista è uno come tutti l'artri, sinnò nun è manco 'n artista, è un imbecille! (Cavaradossi) [A Tosca]

Dialoghi[modifica]

  • Tosca: Io che cosa sono per te? Dillo! Dillo davanti alla Madonna delle Spade che te fa casca' la lingua! Dillo!
    Cavaradossi: Ehm...
    Tosca: L'hai detto. Dunque, io sono soltanto uno strumento di piacere...!
  • Angelotti: Mi ho combatu'! Cumbati, semper! Ma lù, disi, lù, chi, cus' al fà?
    Cavaradossi: Io combatto lo stesso!
    Angelotti: E come?
    Cavaradossi: Dall'interno!
    Angelotti: Ma va a da via el cü...
  • Angelotti: Domani tenterò di raggiungere Civitavecchia e di salpare per la Francia. [S'avvicina a Cavaradossi e, fraternamente, gli dà due energiche pacche sulla spalla, per poi porgegli un orologio da taschino] Al tegna.
    Cavaradossi: Sí...?
    Angelotti: Tenetelo, per mio ricordo.
    [...]
    Angelotti: Era di Antonio Gabrielli, che sugli spalti di Castel dell'Ovo, rifiutando la benda, gridò al plotone che lo puntava: "Soldati, siete figli del popolo come me! Non vi trema la mano?".
    Cavaradossi: E je tremò?
    Angelotti: Eh, no. Ma il nome di Antonio Gabrielli è inciso tra i martiri della Rivoluzione. Vinti sul patibolo, sì, ma vincitori nella Storia!
    Cavaradossi: Ecco, io invece vorrei vincere la Storia, ma senza essere vinto sul patibolo. Se po'?
    Angelotti: No!
    Cavaradossi: ...E io solo questo volevo sapé.
  • Scarpia: Ma è così attraente quel francese?
    Tosca: Ma non è francese, è romano (anche un po' burino)! Ma, barone mio, l'amore...
    Scarpia: No, no, no... io intendevo francese d'opinione...
  • Cavaradossi: Io sono molto nella manica de monsignor governatore...
    Scarpia: Anch'io. Semo così [Si tocca l'indice col medio] ...e io so' quello de sopra.
  • [Durante la tortura]
    Tosca: No, non lo torturate più!
    Scarpia: Siete voi che lo torturate. Dateci la risposta giusta e noi...
    Tosca: Torturame a me.
    Scarpia: E perché? Mò che stamo a fa?

Canzoni[modifica]

  • Padreterno, Padreterno, | 'sto 14 de giugno | gira l'occhi da 'sta parte, | fa che oggi Bonaparte | a Marengo sbatta er grugno! (governatore)
  • Un ave, un Padre e un Gloria | pò fa cambia' la Storia! (governatore)
  • Mi' madre è morta tisica | tu me farai mori' de crepacore! | Vabbè, che posso fa'? Questo è l'amore...! (Tosca)
  • Hai fatto er cielo | hai fatto er mare | quanno te pare | sai fa pe' te [...] hai fatto bbene tutto er creato | te sei sbajato | solo con me... (coro di sciancati)
  • Se sete innocenti | se sete dabbene | se sete cristiani | devoti ai sovrani | sia pure credenti | fedeli all'altare... | tremate lo stesso | cacateve addosso! (scagnozzi di Scarpia)
  • Chi po' sape' che cavolo ce sia | ner còre d'un solerte funzionario | dell'alta polizia? (Scarpia)
  • Noi semo l'assertori | der libbero pensiero | adesso er cielo è nero | ma poi si schiarirà. | Viva la libbertà. (Angelotti e Cavaradossi)
  • Nun je da retta, Roma | che t'hanno cojonato | 'sto morto a pennoloni | è morto suicidato. (Cavaradossi)

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