La ricerca della felicità
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La ricerca della felicità
Titolo originale |
The Pursuit of Happyness |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 2006 |
Genere | biografico, drammatico |
Regia | Gabriele Muccino |
Sceneggiatura | Steve Conrad |
Produttore | Will Smith, James Lassiter, Steve Tisch, Todd Black, Jason Blumenthal, DeVon Franklin |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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La ricerca della felicità, film statunitense del 2006 con Jaden e Will Smith, regia di Gabriele Muccino.
Frasi
[modifica]- [Uscendo dall'asilo dove ha accompagnato suo figlio] Da piccolo decisi che se mai avessi avuto dei figli, i miei figli avrebbero saputo chi era il loro padre. (Chris)
- [Guardando la folla intorno a sé] Me lo ricordo ancora quel momento, mi sembrarono così... non lo so, tutti così felici, perché non potevo esserlo anch'io?
- [Presentandosi al colloquio di lavoro vestito da imbianchino] Sono stato seduto là fuori per mezz'ora cercando di trovare una storia per giustificare il fatto di essere venuto qui vestito in questo stato. E ho cercato di pensare a una storia in grado di dimostrare delle qualità che sono sicuro voi apprezziate qui, come l'essere volenterosi, essere precisi, avere un obiettivo, fare gioco di squadra, ma non m'è venuto niente in mente. (Chris)
- [al figlio che gioca a basket] Ehi! Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Neanche a me. Ok? Se hai un sogno tu lo devi proteggere. Quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non la sai fare. Se vuoi qualcosa, vai e inseguila. Punto. (Chris a Christopher)
- [correndo in ufficio] Questa piccola parte della mia vita si può chiamare stage. (Chris)
- [una lezione in ufficio prima dell'esame d'ammissione] Solo uno di noi diventerà qualcuno. Questo qualcuno sarà colui che trasformerà questo [montagna di libri] in questo, ottocentomila dollari di commissioni sulle vendita. (Datore di lavoro)
- [Dopo essere stato lasciato dalla moglie] Fu in quel momento che cominciai a pensare a Thomas Jefferson e alla dichiarazione d'indipendenza, quando parla del diritto che abbiamo alla vita, libertà e ricerca della felicità, e ricordo di aver pensato: come sapeva di dover usare la parola ricerca. Perché la felicità è qualcosa che possiamo solo inseguire, e che forse non riusciremo mai a raggiungere, qualunque cosa facciamo, come faceva a saperlo?! (Chris)
- [Passeggiando con il padre] Un uomo sta affogando in mare. Passa una barca e chiede all'uomo: «Ti serve aiuto?» e lui: «No, no, Dio mi salverà.» Passa un'altra barca e chiede all'uomo: «Ti serve aiuto?» e lui: «No, no, Dio mi salverà». Poi l'uomo annega e va in Paradiso. L'uomo chiede quindi a Dio: «Ma perché non mi hai salvato?» e Dio: «Ma se ti ho mandato due barche a salvarti, stupido!» (Christopher)
- Questa parte della mia vita, questa piccola parte della mia vita si può chiamare felicità! (Chris)
- Se tu sei felice io sono felice. (Chris a Christopher)
- [Il pastore, durante la messa a cui assistono Chris e il figlio] La cosa più importante della libertà è che ti fa scalare le montagne. Tutti noi abbiamo delle montagne da scalare; montagne che salgono ripide verso l'alto e montagne che scendono cupe e profonde.
- Sei un bravo papà. (Christopher)
- Ripensai a quando da ragazzo presi ottimo all'esame di storia, o quello che era, ed ebbi la sensazione che sarei riuscito a fare qualunque cosa nella vita e, invece, non ero riuscito a combinare niente. (Chris)
Dialoghi
[modifica]- [Parlando del murales fuori dalla scuola di Christopher]
Chris: L'hanno scritto con la ypsilon, invece dovrebbe esserci una "i" in "happiness"...
Christopher: È un aggettivo?
Chris: No, veramente è un sostantivo. Però non è scritto bene.
Christopher: "Fanculo" è scritto bene?
Chris: Sì, è scritto bene, ma non fa parte del motto della scuola, quindi non devi dirlo: è una parola usata dai grandi per esprimere rabbia e... altre... cose...
- [In strada, si parcheggia una Ferrari, Chris parla col proprietario]
Chris: Uhh però.. Senta avrei due domande da farle. Che lavoro fa? E come si fa?
Broker: Eheh.. faccio il broker.
Chris: Uhh, serve una laurea per diventare broker?
Broker: No, non serve. Devi essere bravo coi numeri e a trattare con la gente.
Chris: Sì?
Broker: Tutto qui.
Chris: Grazie, ci vediamo. Ehi, le faccio usare la macchina per il week-end, però lunedì la rivoglio.. ehh.
Broker: Paga il parcheggio... ehh.
Citazioni su La ricerca della felicità
[modifica]- Gabriele Muccino ricomincia dall'America, lasciando a casa il suo cinema d'interni, di famiglie borghesi in crisi e di dialoghi urlati, accelerati e quasi sempre travolti dalla musica. Il film promette all'inizio ma non mantiene cammin facendo. Ripetitivo e prevedibile. (Il Farinotti)
- Muccino realizza un film sul fascino dell'american dream di cui lui stesso sembra l'incarnazione. Ma nonostante le promesse di mantenere uno sguardo ruvido per fotografare con realismo le due facce di un paese tanto generoso quanto inesorabile, il regista scade nello stucchevole e nel sentimentale in un susseguirsi imperterrito di scene madri verso le lacrime più facili. Forza del film è l'interpretazione concitata del protagonista, nominato all'Oscar. I duetti con il (vero) figlio Jaden riciclano la lezione de La vita è bella, come nella scena dei bagni in metropolitana. (Il Morandini)
- Voluto da Will Smith per dirigere la storia vera di Gardner (sceneggiata da Steven Conrad), l'esordio statunitense di Muccino avviene nel migliore dei modi possibili: una nomination per Smith, buoni incassi sia in America che in Italia e una consacrazione professionale nella mecca del cinema. Quella che poteva essere la più scontata e zuccherosa delle storie (un uomo precipita ai gradini più bassi della povertà prima di risalire verso il successo) diventa il ritratto coinvolgente e credibile di un americano alle prese con le tante contraddizioni della vita e della società, che Muccino sceglie di raccontare utilizzando il più possibile ambientazioni dal vero -ricoveri per senzatetto compresi- per imprimere al film un'atmosfera credibilmente realistica (aiutato anche dalla fotografia di Phedon Papamichael). Frenando ogni facile concessione emotiva (le tante umiliazioni che Chris deve sopportare, la notte trascorsa nella metropolitana, l'egoismo degli amici) e controllando la recitazione di Will Smith, il mito dell'«edonismo reaganiano» finisce per essere letto da un'angolazione meno scontata e superficiale e l'eterna favola del successo a portata di mano diventa qualche cosa di più complesso e credibile. (Il Mereghetti)
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