Mariano Rumor

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Mariano Rumor nel 1968

Mariano Rumor (1915 – 1990), politico italiano.

Citazioni di Mariano Rumor[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

Da L'eccidio delle Ardeatine commemorato da Rumor

Citato in La Stampa, 25 marzo 1969.

  • L'ispirazione fondamentale della Resistenza è stata la conquista della libertà. Libertà per tutti e di tutti.
  • L'ordine è necessario per garantire la libertà, ma non è sufficiente. Bisogna garantirla anche dalla stanchezza morale, dall'egoismo, dalla paura.
  • Una libertà che garantisca tutto, che doni tutto, che non chieda assunzioni di responsabilità, spirito di servizio, gerarchia di valori, finisce per deludere l'attesa della coscienza umana.

Da Dicono di lei: "L'on. Rumor"

Intervista di Enzo Biagi, La Stampa, 1° febbraio 1973

  • [Se non avesse seguito la carriera politica] Avrei continuato a fare il professore di liceo. E magari, se ci fossi riuscito, la libera docenza e magari l'Università. [...] La Resistenza mi rivelò una vocazione che non credevo di avere.
  • [Sul personaggio della Storia che maggiormente ammira] Difficile rispondere. Di quella recente? De Gasperi e, subito dopo, Togliatti.
  • [Sulle difficoltà di essere primo ministro e segretario della Democrazia Cristiana] Ho fatto tutte e due le esperienze; molto, molto più scomodo manovrare la Democrazia Cristiana.
  • [Sulla strage di piazza Fontana] I funerali, il silenzio nel Duomo, le spoglie, il cardinale vestito di rosso, i parenti dei morti erano quasi tutti contadini, senza odio, non chiedevano nemmeno giustizia.
  • [Sul potere] Obiettivamente, è lo strumento della politica. Ma per me è il mezzo per fare alcune cose che io desidero siano buone. La posizione di rilievo, l'elemento vanità, non mi importa: è una risposta presuntuosa, me ne rendo conto, ma è proprio così.

Citazioni su Mariano Rumor[modifica]

  • Andreotti, Fanfani, Rumor, e almeno una dozzina di altri potenti democristiani, dovrebbero essere trascinati sul banco degli imputati. E quivi accusati di una quantità sterminata di reati: indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, collaborazione con la Cia, uso illegale di enti come il Sid, responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole incapacità di colpirne gli esecutori), distruzione paesaggistica e urbanistica dell'Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani, responsabilità dell'esplosione "selvaggia" della cultura di massa e dei mass-media, corresponsabilità della stupidità delittuosa della televisione.
    Senza un simile processo penale, è inutile sperare che ci sia qualcosa da fare per il nostro paese. È chiaro infatti che la rispettabilità di alcuni democristiani (Moro, Zaccagnini) o la moralità dei comunisti non servono a nulla. (Pier Paolo Pasolini)
  • Il partito era squassato dal primo grande scandalo della politica italiana, quello della Lockheed. Vi erano rimasti impigliati un socialdemocratico, Mario Tanassi gia ministro della difesa, e due democristiani, Mariano Rumor e Luigi Gui. Uno scandalo, mondiale per la verità, che travolse la corona olandese e anche il primo ministro del Giappone. (Giancarlo Santalmassi)
  • Montanelli lo ha definito "un trapezista". Gigi Ghirotti, suo biografo, informa che "i giornali lo descrivono morbido, affettuoso, sfumato, guardingo, tergiversante, duttile, colorito, garbato". C'è da scegliere. (Enzo Biagi)
  • Personaggio da commedia goldoniana più che da tragedia contemporanea. (Indro Montanelli)

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