Piero Bargellini
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Piero Bargellini (1897 – 1980), scrittore e politico italiano, sindaco di Firenze durante l'alluvione del 1966.
Citazioni di Piero Bargellini
[modifica]- Nel giorno dell'Ascensione i Fiorentini invadono il parco delle Cascine, per celebrare la festa del grillo. Tale usanza, antica di parecchi secoli, deriva molto probabilmente dall'ecatombe primaverile, fatta dai contadini, che consideravano un vero flagello l'apparizione dei grilli nelle loro campagne. In seguito ci si contentò d'imprigionare i piccoli devastatori dentro gabiette di saggina. Ma i Fiorentini, per la festa del grillo, preferirono, col tempo, far merenda sui prati delle Cascine, acquistando dai rivenditori le gabbie col «grillo canterino», che di sera attaccavano fuori dalla finestra, per ascoltare, durante la notte, il tremulo e malinconico verso.
In questi ultimi anni la caccia al grillo è sembrata troppo crudele, e dolorosa è apparsa la cattività dell'insetto. C'è stato qualcuno che ha proposto l'abolizione della festa tradizionale, o per lo meno la sparizione delle gabbie col grillo prigioniero. Ma la festa del grillo senza più grillo non avrebbe più significato. Ora però l'usanza fiorentina è meno crudele: i grilli sono ancora venduti dentro le graziose gabbiette, ma i compratori, specie i bambini, li liberano dalla prigionia e il divertimento consiste nel vedere i grilli sparire rapidamente nell'erba. A casa vien riportata la gabbietta vuota a testimonianza di un rito che il tempo ha ingentilito. (da La festa del grillo a Firenze; citato in Selezione dal Reader's Digest, settembre 1962) - [Parlando alla radio durante l'alluvione di Firenze] Fiorentini! In questo momento mi giunge la triste notizia che l'acqua dell'Arno è arrivata in Piazza del Duomo. In alcuni quartieri l'alluvione giunge al primo piano. Ed è lì che deve giungere anche l'aiuto più urgente della città. Invito tutti alla calma e a ridurre al minimo la circolazione, mentre prego i possessori di battelli di gomma e di mezzi anfibi, anche in plastica, di farli affluire in Palazzo Vecchio, per gli immediati soccorsi sanitari, alimentari e di salvataggio. Importante è che vengano segnalati all'ufficio di Palazzo Vecchio i casi veramente urgenti e drammatici! (4 novembre 1966)
- [Parlando dell'itinerario della visita del Presidente della Repubblica Saragat che non passava per le zone più colpite dall'alluvione] O la senta: viene o non viene a vedere com'è ridotta Firenze? Se viene a fare una passeggiata l'è un altro discorso. (citato da L'alluvione di Piero Bargellini di Bernardina Bargellini Nardi, pag. 42)
- [Al Presidente della Repubblica Saragat] Senta presidente, lei è un socialista no? Allora deve venire a vedere in che condizioni si trova il popolo di Firenze. Guardi, non s'aspetti buon viso, l'insulteranno, però deve venire dove dico io. (citato da L'alluvione di Piero Bargellini di Bernardina Bargellini Nardi, pag. 42)
- [Al Presidente della Repubblica Saragat] Vede, presidente, come sono i fiorentini? Prima insultano, poi aiutano, infine stringono la mano. (citato da L'alluvione di Piero Bargellini di Bernardina Bargellini Nardi, pag. 44)
- [Parlando in consiglio comune dell'alluvione] Sulle prime, si è diffuso in tutti noi un senso di impotenza, sia per l'isolamento in cui ci siamo trovati nei momenti drammatici dell'inondazione sia per le proporzioni assunte dal disastro. [...] Il criterio cui ci siamo ispirati è stato quello di richiedere natanti in grado di portare i primi soccorsi (ma in comune sono affluiti mezzi inadeguati alla necessità). Poi abbiamo cercato di portare cibo e acqua nelle zone rimaste sommerse. Ci siamo trovati davanti alla gente che rifiutava la cioccolata pur di avere pane e acqua. Questo esempio, meglio di qualunque altro, ci ha dato l'esatta misura di ciò che occorre a Firenze. Perciò abbiamo inviato richieste di cibo al governo e in tutte le parti d'Italia; le colonne hanno cominciato ad affluire poche ore dopo il ritiro delle acque e, attraverso i centri di smistamento realizzati dal nostro personale, abbiamo dato il via ai rifornimenti. [...] Bisogna però fare tanto di più e abbiamo bisogno di tante cose. Ecco perché occorre sviluppare un'azione coordinata che impegni la giunta e i rappresentanti del consiglio nei piccoli come nei grandi eventi. [...] Il Capo dello Stato ha potuto rendersi conto dell'immensità del disastro poiché ho personalmente insistito per la modifica dell'itinerario che era stato predisposto. Siamo stati nelle zone centrali e nel rione Santa Croce e avrei voluto accompagnarlo in Oltrarno verso Villamagna e il Bandino. Era già predisposto un barcone, ma le autorità non hanno voluto che il presidente andasse dall'altra parte del fiume e lo stesso onorevole Saragat, a questo punto, ha detto di aver visto abbastanza e di essersi reso conto delle proporzioni della sciagura. "Non credevo – è stato il suo commento – che il disastro fosse di questa misura". Ecco perché oggi Firenze è in condizione di chiedere tutti quegli aiuti che gli che sono necessari a farla risorgere. (citato da L'alluvione di Piero Bargellini di Bernardina Bargellini Nardi, pag. 45-46)
Citazioni su Piero Bargellini
[modifica]- [Dopo l'alluvione di Firenze del 1966] [...] Era in quelle stanze di pianterreno che Bargellini teneva gran parte della sua biblioteca. Poverissimo di famiglia, se l'era tesaurizzata rutta da sé, non investendo in libri il poco che gli avanzava dai pasti, ma investendo il poco che gli avanzava dai libri. Ne era avido e geloso. Li covava, li cullava. Credo che neanche sua moglie abbia mai ricevuto da lui carezze altrettanto affettuose. erano il suo orgoglio, il suo blasone, e forse anche tutto il suo patrimonio. Non ne restava più nulla. Il poco che l'Arno non era riuscito a trascinare nei suoi proditori vertici, avanzi di scaffale, costole scollate, pagine accartocciate, marciva nella motriglia. E quel panorama di devastazione mi toglieva il coraggio di affrontare la vittima. Stavo infatti per tornarmene mestamente alla ricerca del mio Caronte di melma, quando una voce mi gridò dal pianerottolo della scala:"Guarda chi si vede". Era lui, Bargellini, vestito da palombaro: una divisa che mai avrei immaginato di vedergli un giorno addosso "O che fai?" gli chiesi stordito. "Come che fo? I fanghi, non lo vedi? Me li hanno portati a domicilio..." (Indro Montanelli, Corriere della sera del 20 dicembre 1969)
- Piero Bargellini, uno dei più pregiati intellettuali cattolici del Novecento, negli anni Trenta scrisse opere importanti di segno cattolico, ma aderì sorprendentemente al «manifesto della razza», pur ospitando su una sua rivista critiche antirazziste di Giovanni Papini. E si lasciò andare ad affermazioni come «uomini come Mussolini non hanno niente da invidiare ai Cesari, anche nel fisico, anche nelle parole, anche nei gesti...». Nel dopoguerra fu sindaco di Firenze e senatore democristiano. (Bruno Vespa)
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