Bruno Vespa

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Bruno Vespa nel 2009

Bruno Vespa (1944 – vivente), giornalista e conduttore televisivo italiano.

Citazioni di Bruno Vespa[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Bertinotti abita in una casa ordinatissima, tranquillissima, dolcissima, normalissima. I soprammobili al loro posto, le foto di famiglia in vista. I tormenti della politica deve lasciarli fuori perché qui non ce n'è traccia. Lo si sapeva monogamo e innamorato della moglie. Basta uno sguardo per averne conferma. «Vuoi un caffè?» mi chiese. Risposi di no per non disturbare. Ma era tutto pronto. Il bricco col caffè caldo, il bricco del tè, i biscotti del Mulino Bianco. La moglie Lella, una bella donna col sorriso solare e innamorato (ma politicamente, se possibile, più radicale di lui), aveva lasciato tutto pronto prima di andarsene in ufficio. E fu bevendo quel caffè che evocammo i fantasmi della preistoria. Basso, Lombardi, Foa, Vecchietti, Libertini. Stava con loro, allora, il lombardiano Bertinotti e i comunisti doc avvertono ancora la diversità d'origine, il fatto che con lui al massimo si è stati cugini, mai fratelli. (da La Svolta, Mondadori 1996, p. 180)
  • [Riferendosi a Fini, invitato a partecipare ad una puntata di Porta a Porta] Gliela strutturiamo, gliela confezioniamo addosso. (dalla telefonata del 4 maggio 2005 con il portavoce di Fini, Salvatore Sottile, intercettata dalla Procura di Potenza; citato in Marco Travaglio, La scomparsa dei fatti, p. 273)
  • Le intercettazioni sono una schifezza in questo Paese. Se ne fa un uso assolutamente illegittimo a mio giudizio. L'Italia è il Paese al mondo e non credo che sia l'unica democrazia al mondo nel quale le intercettazioni vengono utilizzate di diritto e di rovescio, spesso in maniera impropria. (dal programma televisivo Tetris, 23 novembre 2007)
  • Per una deplorevole illusione ottica, negli ultimi anni abbiamo avuto la sensazione che l'onorevole Di Pietro trovasse molto confortevoli le poltrone di Porta a Porta, dove è stato sempre ospitato anche nei periodi di bassa stagione delle altre trasmissioni. Così evidentemente non era. Per salvaguardare la sua incolumità a tutela della democrazia italiana, eviteremo pertanto da questo momento di invitarlo a sedersi sulla "sedia elettrica" della nostra trasmissione. A meno che, naturalmente, non si scusi. (citato in «Stop al canone Rai, abbonatevi a Sky», Corriere della sera, 15 settembre 2009)
  • Se oggi fermate qualcuno per strada e gli chiedete chi è l'avversario di Berlusconi, difficilmente avrete una risposta univoca. (da Il Cav è il nemico, ma il suo avversario chi è?, Panorama, 12 ottobre 2009)
  • Come tutti i grandi imprenditori, Berlusconi non ha la purezza di San Francesco. (ibidem)
  • Berlusconi ha commesso leggerezze imperdonabili. Eppure, il suo consenso resta sorprendentemente intatto. Ma non conta: quando vince lui, il risultato elettorale è frutto d'ignoranza e arretratezza. (ibidem)
  • Mi dispiace che non si pubblichino i contratti del compianto Enzo Biagi, il contratto precedente e quello attuale di Fabio Fazio, quello di Daria Bignardi e altri ancora [1]. Io sono pronto a confrontarmi pubblicamente con tutti. Peccato che mi manchino gli interlocutori. (citato in Il Cda Rai rimanda Vespa: "Il suo contratto è troppo costoso, così non va", Adnkronos, 22 ottobre 2009)
  • Assegniamo ora il Premio Campiello opera prima a Silvia Avallone, autrice del romanzo 'Acciaio', e prego la regia di inquadrare il suo strepitoso décolleté.[2]
  • L'unità d'Italia si è fatta per caso. Nessuno osava sperarci. Ancora nel 1847, all'immediata vigilia della rivoluzione, il cancelliere austriaco Klemens von Metternich ci vedeva come un «nome geografico». Non un'«espressione» in senso dispregiativo, come si è appurato recentemente, ma insomma un luogo dove stavano bene Stati sovrani e indipendenti tra loro, con l'Austria che ci metteva paternamente la mano sulla spalla. (da Corriere della sera, 5 novembre 2010)
  • Vendola ha due facce ed è un pavido. Incontrandomi in un ristorante di Venezia durante l'ultimo Festival del cinema mi è venuto incontro cordialmente e si è detto disponibile ad essere ospite di Porta a Porta, rispondendo sempre poi peraltro negativamente ai nostri inviti.[3]
  • Nessuno ha cancellato Annozero, anche se questo era una vecchia aspirazione. C'è stata un'onorevole e molto cospicua transazione superiore a due milioni di euro, con uno scivolo per Santoro [...] che ha accettato di uscire dalla RAI, salvo poi volerci rientrare ad altre condizioni. (in un'intervista al TgLa7 di Enrico Mentana, 10 giugno 2011, Adnkronos Il Mattino YouTube)
  • [Riferendosi a Santoro e alla risoluzione del suo rapporto con la RAI nel 2011] Si è fottuto per il suo delirio di onnipotenza. (in un'intervista al TgLa7 di Enrico Mentana, 10 giugno 2011, YouTube)
  • [Sulle Signorine buonasera] Io le rimpiango. Soprattutto quelle in bianco e nero. Erano belle, ma non conturbanti. Perfette per entrare in casa senza irrompervi. Punti di riferimento garbati, con la dizione perfetta, con gli abiti giusti e il sorriso giusto. Autorevoli in una televisione autorevole. Perché così era la Rai.[4]
  • [Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] Il tema in questione mi pare piuttosto interessante. Il vostro obiettivo è arrivare in Transnistria? Allora il Donbass non c’entra più niente. È una scusa. L’obiettivo è avere mezza Ucraina, volete toglierle il Mar Nero. Come può pensare che l’Ucraina possa mai accettare una cosa di questo genere? Pensa che noi italiani e noi occidentali, che aderiamo alla Nato, potremmo mai accettarlo? Francamente io direi di no.[5]

Da Bruno Vespa

Intervista di Claudio Sabelli Fioretti, Corsera Magazine, 24 novembre 2005; riportata su SabelliFioretti.it.

  • Sono l'unico moderato che riesce a stare su piazza da così tanto tempo.
  • Porta a porta sta al pluralismo come un secchio d'acqua sta al lago D'Orta. L'ha detto Crozza. Ma è satira.
  • Il fatto che i miei libri abbiano successo dà fastidio ai miei colleghi. Scrivere va bene, ma vendere è insopportabile.
  • La trasmissione che mi ospita, come minimo, non perde ascolto. Perché gli ospiti vanno in televisione? Per promuovere qualcosa. Ma io sono un dilettante rasoterra al confronto di Celentano. La parte più fantastica dei suoi contratti con la Rai non è la barca di miliardi che gli danno. Con uno starnuto di Celentano ci paghiamo un anno di Porta a porta, ma che dire degli spot che gli fanno per sei mesi, dei dischi che promuovono?
  • C'è un'altra trasmissione in cui ci sia sempre il sospiro di destra e il sospiro di sinistra? Prendi le tonnellate di articoli che parlano male di me. Nessuno indica una scorrettezza.
  • In Italia chi sta a sinistra vive meglio. La sinistra abbraccia, è una grande mamma.
  • La vita mi ha insegnato che chiunque mi abbia fatto del male alla fine non ha tratto benefici.
  • Io sono un ammiratore di Santoro. Ma l'equilibrio non è la sua virtù principale.
  • Il larghissimo fronte moderato non ha punti di riferimento. Porta a porta, pur avendo sempre uno di qua e uno di là, è una trasmissione moderata. Senza Porta a porta i moderati italiani non avrebbero condizioni di parità con la sinistra.
  • Sono la vittima delle stagioni dell'odio. È possibile che io debba leggere che sono un'anomalia da eliminare?

Interviste sul socialismo in Europa[modifica]

Incipit[modifica]

Lei, onorevole Craxi, è uno dei leader più giovani del socialismo europeo. Le sue testimonianze dirette sulla vita del partito e del paese cominciano con gli anni del tardo dopoguerra e della ricostruzione. Vorrei tuttavia chiederle un giudizio politico su alcuni avvenimenti essenziali della storia della sinistra italiana, che fanno da sfondo al dibattito attuale. Cominciamo da Livorno. La scissione era inevitabile? Perché nell'immediato i rapporti di forza furono favorevoli ai socialisti?

Citazioni[modifica]

Donne di cuori[modifica]

Incipit[modifica]

«Signora, la frase è un po' troppo sopra le righe. Mi permette di tagliarla?»
«Direttore, ho i miei buoni motivi per averla scritta. Comunque, si regoli come meglio crede. L'importante è che la sostanza di quel che penso esca immutata.»
Mancavano pochi minuti alle 22 di martedì 28 aprile 2009 quando si chiuse l'ultima conversazione di un animato pomeriggio tra Veronica Lario e Giampiero Gramaglia, allora direttore dell'agenzia Ansa. Gramaglia era stato contattato dopo le 17 da due persone vicine alla moglie di Silvio Berlusconi. «Può darsi che la signora voglia rilasciare una dichiarazione all'Ansa» era il messaggio.

Citazioni[modifica]

  • Se il dibattito sulle lenzuola sostituisce quello politico, come è accaduto in Italia negli ultimi sei mesi, l'unica a non giovarsene è la democrazia. (dalla premessa, p. 6)
  • [Su Lucrezia Borgia] Se Teodora di Bisanzio fu bravissima a far dimenticare le sue dissolutezze giovanili, Lucrezia – vissuta un migliaio d'anni più tardi – da cinque secoli si trascina l'ingiusta fama di essere il simbolo della femmina che per raggiungere e conservare il potere utilizza senza remora alcuna il sesso, l'incesto e il delitto. Il ritratto della spregiudicata avvelenatrice, riproposto fino all'Ottocento da Alexandre Dumas e da Victor Hugo, e che ispirò anche l'opera di Gaetano Donizetti, è completamente falso e solo in anni recenti è stato rivisto. (p. 127-128)

Citazioni su Bruno Vespa[modifica]

  • A me, e a Bruno Vespa che conduceva insieme a me, hanno dato il premio TeleRatto 2011 per la peggior coppia televisiva. Ce lo siamo proprio meritato. Una coppia peggio di noi non si trovava. (Pippo Baudo)
  • Bruno Vespa è tutto mio nonno, ha una caratteristica distintiva della famiglia Mussolini: il tratto dalla narice alla bocca. Prima o poi farà outing. (Alessandra Mussolini)
  • Bruno Vespa è un danno per il Paese, per l'informazione libera e per l'economia. (Beppe Grillo)
  • Bruno Vespa fu un giornalista a totale e completo servizio della Prima Repubblica; nelle veste di bardo della Democrazia Cristiana, remunerato con la direzione del Tg1, prono agli ordini dei suoi padroni di turno e veri datori di lavoro, vale a dire i vari segretari del Biancofiore, e il cui unico atto di coraggio di una vita da domestico fu di ammettere di esserlo quando (ma erano ormai gli ultimi giorni di Saigon) disse «il mio editore di riferimento è la Dc». Bruno Vespa sta alla prima Repubblica come Mario Appelius sta al fascismo. (Massimo Fini)
  • Bruno Vespa prende il viagra. Per non pisciarsi sulle scarpe. (Daniele Luttazzi)
  • Chi striscia non inciampa. (Beppe Grillo)
  • Costanzo non mi piace. Litigammo nel '94 quando fece trovare a Berlusconi un pubblico di persone ostili. Vespa invece ha creato Porta a Porta, un capolavoro. È stato più utile lui di Costanzo. Porta a Porta è la cosa più utile che ci sia per il centro-destra. (Gianni Baget Bozzo)
  • Da demitiano è diventato forlaniano e poi casualmente direttore del TG1. (Ezio Greggio)
  • È come Carosello ormai. Si va a letto dopo Vespa. (Claudio Amendola)
  • È troppo accomodante. Non mette in imbarazzo i suoi interlocutori. Conduce bene ma con le briglie mosce. Se ne vanno tutti soddisfatti e anche rimborsati. (Alfredo Biondi)
  • È un pesce in barile. E poi scrive troppi libri. E poi li presenta troppo. Esagera. (Claudio Amendola)
  • È un vero maggiordomo. Il Re. Sotto braccio a Forlani o in bicicletta con Prodi, per lui non cambia niente. È il solo a poter pubblicizzare le sue fatiche letterarie con 20 apparizioni promozionali. L'unico che va a promuovere il suo libro da Raffaella Carrà davanti a 10 milioni di persone. (Norma Rangeri)
  • Ha un fiuto eccezionale. Guardi lui e capisci come va il mondo. [«Invece di fare tante analisi politiche...»] Basta guardare Bruno. È un barometro. Come quelle madonnine... lui diventa rosso o blu... (Victoria Cabello)
  • Io vado a Porta a Porta e dico delle cose. A volte sono d'accordo con Vespa e a volte no. Trovo che Vespa sia molto bravo. È scientifico, mai approssimativo. (Renato Mannheimer)
  • La dirigenza Rai, costola di governo, da una parte boicotta le trasmissioni di punta ad altissimo indice di gradimento come Report della Gabanelli, Annozero di Santoro e Ballarò di Floris, dall'altra elabora strategie fallimentari come TivuSat e promuove l'informazione faziosa di soggetti come Minzolini o Vespa, che stanno al giornalismo come la sedia elettrica alla vita umana. (Antonio Di Pietro)
  • Vespa è pericoloso. È uno dei quattro, cinque uomini più potenti d'Italia. C'è chi dice che Porta a Porta è la terza camera. Io direi la prima. Anzi l'unica. (Riccardo Barenghi)
  • Vespa non è fazioso. Contro l'uno o per l'altro. Vespa è comunque e a prescindere "a favore" di qualsiasi uomo di potere gli capiti di ospitare nel suo salotto. Grande o piccolo potere, politico o industriale, editoriale o spettacolare. Quanto maggiore è il potere, tanto meglio viene lo show. Se poi è di grandissimo potere, in tutti i settori elencati, allora Vespa tocca il sublime. (Curzio Maltese)
  • Vespa non lo considero un giornalista, lo considero un servo di regime. [...] Non è una questione, di sinistra o di destra: non si può essere considerati giornalisti se non si ha il coraggio di dire la verità, e la verità non è né di sinistra né di destra. (Giorgio Bocca)

Note[modifica]

  1. Il Cda Rai aveva rimandato l'approvazione del contratto di Bruno Vespa, giudicato troppo costoso in un momento di grande contenimento dei costi da parte dell'azienda per arginare gli effetti della crisi.
  2. Citato da Gad Lerner in Se anche la scrittrice è trattata da velina, ilpost.it, 6 settembre 2010.
  3. Citato in «Porta a Porta è ignobile, non ci vado», corriere.it, 16 marzo 2011.
  4. Citato in Laura Rio, Le Signorine Buonasera Sono state le prime "influencer" d'Italia. Dal 2016 sono andate in pensione. Un libro fa rivivere la storia delle annunciatrici tv, ilgiornale.it, 1 dicembre 2020.
  5. Citato in Bruno Vespa, applausi da Ucraina, ilsussidiario.net, 9 luglio 2022.

Bibliografia[modifica]

  • Marco Travaglio, La scomparsa dei fatti, il Saggiatore, Milano 2006. ISBN 8842813958
  • Bruno Vespa, Donne di cuori: duemila anni di amore e potere. Da Cleopatra a Carla Bruni, da Giulio Cesare a Berlusconi, Mondadori, 2009. ISBN 9788804593621

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