Aleksandr Ivanovič Lebed'
Aleksandr Ivanovič Lebed' (1950 – 2002), generale e politico russo.
Citazioni di Aleksandr Lebed'
[modifica]1995
[modifica]Intervista di John Kohan e Jurij Zarachovič sulla prima guerra cecena, Time.com, 27 febbraio 1995
- Guardate la Cecenia. Si sono scontrati contro il recinto ceceno come un toro e si sono incastrati le corna. Ora stanno impazzendo per la loro impotenza ed incompetenza.
- Look at Chechnya. They charged like a bull at the Chechen fence and got their horns stuck. Now they are going crazy out of their own impotence and incompetence.
- Questa operazione è stata innescata o da dilettanti o da pazzi.
- This operation was launched by either dilettantes or madmen.
- Quei ragazzi non addestrati furono gettati a volontà per poi uscirne traumatizzati, avendo varcato una linea che nessun essere umano dovrebbe varcare. Per vincere, devi pianificare attentamente e poi fare la guerra tempestivamente. In questo caso, non pianificarono affatto. Sono stufo di contare il numero di volte in cui hanno dichiarato di aver preso Groznyj.
- Those untrained boys who were thrown in will only come out traumatized, having crossed a line that no human being should cross. To win, you've got to plan carefully and then make war with the speed of lightning. In this case, they did not plan at all. I'm tired of counting the number of times they claim to have taken Grozny.
- Gli esseri umani non sono spazzatura. Il sangue umano non è acqua da versare. Questa guerra, di cui nessuno ha bisogno, va fermata a qualsiasi costo, prima che dilaghi nell'intera regione, nella Russia propriamente detta.
- Human beings are not trash. Human blood is not water to be spilled. This war, which nobody needs, must be stopped under any conditions, before it spreads throughout the entire region, into Russia proper.
- È uno stato di affari abnorme quando le madri rapiscono i loro figli dalle forze armate. L'assurdità dice molto sul livello di leadership militare e politico nel Paese. Ma poi, questa guerra è contro la Costituzione. Il Presidente ha mai firmato un decreto per iniziare le ostilità? C'è soltanto un ordine dal Ministro della difesa. Quindi, indipendentemente da quello che qualcuno può fare, non può essere chiesto conto dinanzi alla legge. Tutto questo affare è stato politicamente inetto sin dall'inizio.
- It's an abnormal state of affairs when mothers steal their sons from the armed forces. This absurdity says a lot about the level of military and political leadership in the country. But then, this war is unconstitutional. Did the President ever issue a decree to start hostilities? There is just an order from the Defense Minister. So no matter what anybody does, they cannot be called to account before the law. This whole thing has been politically inept from the start.
- [Sulla crisi costituzionale russa del 1993] Guardate cos'è successo in ottobre 1993. Chi ha determinato quale linea politica assumere allora? Un comandante di un regimento di carri armati. Sparò alla Casa Bianca e fece una decisione politica. Quindi, se volete influenzare la politica nella Russia di oggi, prendetevi cura dei comandanti dei regimenti di carri armati.
- Look at what happened in October 1993. Who determined what political line to take then? A tank regiment commander. He fired on the White House--and made a political decision. So if you want to influence politics in Russia today, take good care of tank regiment commanders.
- [Sulla crisi costituzionale russa del 1993] Non ho mai difeso la Casa Bianca. Ho difeso il buonsenso. Cercarono di spingermi, un generale russo, a sparare contro il mio popolo nella capitale del mio proprio Stato. Nessuna forza esistente nel mondo potrebbe spingermi a farlo. Non sono un poliziotto. Il mio lavoro è sistemare i nemici esterni. Create una guardia nazionale o qualunque cose vogliate per sistemare i problemi domestici, ma lasciate le forze armate fuori!
- I never defended the White House. I defended common sense. They tried to push me, a Russian general, to shoot my own people in the capital of my own state. No such force exists that would compel me to do this. I'm not a policeman. My job is to deal with external enemies. Build up a national guard or whatever you want to deal with domestic problems, but leave the armed forces out of it!
- Nessun comandante può sapere tutto. Deve affidarsi ai deputati, competenti nelle aree ristrette a loro assegnate. La sua responsabilità è di controllare che nessuno di loro tiri il lenzuolo a un lato del letto.
- No commander can know everything. He must rely on deputies, competent in the narrow areas assigned them. His responsibility is to make sure none of them tugs the blanket to one side of the bed.
- I presidenti vengono e vanno, ma la madrepatria rimane sempre. Noi non siamo in uno Stato normale. La Comunità degli Stati Indipendenti è, in effetti, un'alleanza di stati abnormi. Ecco perché succede tutta questa pazzia.
- Presidents come and go, but the motherland always remains. We are not in a normal state. The Commonwealth of Independent States is, in fact, an alliance of abnormal states. That is why all this madness is going on.
- Ho subito più della mia quota di guerra e sono arrivato alla conclusione che non risolve niente. Anche le guerre più lunghe, durate cento anni, finiscono comunque con accordi di pace. Quindi perché non parlare subito e saltare il passo dello scontro militare? Non ci può essere un vincitore nel tipo di gerra che stanno facendo ora nell'ex Unione Sovietica, solo orde di sconfitti.
- I've had more than my share of war and have come to the conclusion that it doesn't resolve anything. Even the longest wars, lasting a hundred years, still end in peace talks. So why not talk right away and cut out the military fighting stage? There can't be a victor in the kinds of war they are waging now in the former Soviet Union, only throngs of defeated.
Da una conferenza sulla candidatura alle Presidenziali del Kro (Congresso delle comunità russe), La Stampa, 15 dicembre 1995
- La Nato? Per ora l'allargamento a Est sono solo chiacchiere. Ma se cominciano a fare sul serio, allora la nostra risposta sarà precisa: contromisure difensive immediate, incluso l'elevamento della dissuasione nuclear, ricostruzione di alleanze militari, con quello che segue. I denti non ce li hanno dati solo per masticare chewing gum, ma anche per mostrarli, quando è il caso.
- Privatizzazione? Noi non porteremo via niente a nessuno. Ma per quelli che hanno recato danno allo Stato nessuno ha ancora abolito il codice penale. Il loro posto è in galera, e in galera andranno.
- [Su Boris Nikolaevič El'cin] Un tempo l'abbiamo amato tutti. Adesso la Russia è prigioniera in un triangolo i cui vertici sono il Cremlino, l'Ospedale Centrale e il sanatorio di Barvikha. E in quel triangolo c'è tutto il marcio di cui dobbiamo liberarci.
- Noi non siamo contro i ricchi. Che guadagino, che lavorino, Dio conceda loro benessere. Ma faremo in modo che non ci siano poveri. Certo bisogna che la smettiamo di sbattere la faccia contro i muri e sfregarci il naso riflettendo sugli errori già fatti. I cinesi hanno un piano di riconversione dell'industria militare che andrà fino al 2050. Noi, anzi il governo, abbiamo preteso di farlo in due anni. E ci siamo rotti il muso.
- [Sulla Costituzione della Federazione Russa] È l'unico caso al mondo di una legge fondamentale preparata in un mese, e approvata da 40 milioni di persone che non l'hanno letta... [...] Ecco, nessuno l'ha letta. Bisogna cambiarla. L'hanno scritta per quello là [Boris El'cin], gli hanno dato tutti i poteri. Bisogna che il governo renda conto al Parlamento, al popolo.
- [Sulla prima guerra cecena] [...] Cernomyrdin, che adesso si è messo la medaglia del pacifista, avrebbe dovuto dimettersi quando la guerra è cominciata, invece ha approvato tutto.
- Nostalgia del passato? Bisogna capire. Prima tutto era semplice. Non granché, ma ciascuno sapeva come vivere. Adesso siamo in un vicolo cieco e di fronte abbiamo un muro. Molti si voltano indietro perché non sanno dove andare. Prima con la pensione e il salario si poteva vivere, adesso non si può più. Viviamo meno. Ottocentomila morti in età lavorativa, dieci divisioni abbiamo perduto, senza fare una guerra. È per questo che ci siamo liberati?
- La lotta contro i criminali la può fare solo chi ha le mani pulite e la volontà politica. Da quelli che comandano non possiamo aspettarci niente, perché hanno le mani sporche e non hanno alcuna volontà politica.
1996
[modifica]- [Sulla crisi degli ostaggi in Kizljar-Pervomajskoje] No, io non mi presterei a uno scambio con gli ostaggi. Mi offro invece di assumere il comando delle forze russe in Cecenia. E dopo aver ricevuto piena autorità, sono pronto a raggiungere Pervomajskoe in un'ora e a prendermi la responsabilità della vita degli ostaggi.[fonte 1]
- [Sulla prima guerra cecena] Andrei a combattere in Cecenia solo alla guida di un reggimento composto dai figli di ministri e pezzi grossi del Cremlino. Ma quelli, naturalmente, se ne stanno a casa.[fonte 2]
- Mio nonno fu una vittima delle purghe staliniane, venne imprigionato, quindi esiliato; quando tornò dall'esilio fu arruolato per combattere nella seconda guerra mondiale, dove fu ferito undici volte; finita la guerra, tornò a casa e morì, all' età di 34 anni. [...] Mio padre fu rinchiuso nel Gulag, poi venne spedito nell'Esercito nei cosiddetti battaglioni punitivi o battaglioni della morte; ha lavorato tutta la vita, non ha mai messo da parte un soldo, e anche lui è morto troppo giovane, a 56 anni.[fonte 3]
- Io non ho nostalgie, non so che farmene della nostalgia. Ma una volta, quando eravamo l'Urss, l'esercito era una cosa potente, organizzata, era più facile trovare un posto nella società. Tutto era ben prevedibile, segnato, ordinato. Adesso mi sono laureato tre giorni fa alla fine dei corsi e ancora non si sa che firmerà i diplomi perché il ministro della Difesa non c'è, licenziato, cacciato, scomparso. È un caos. Tutti quelli che sono vicini al potere in Russia sono macchiati dalla corruzione. Anche l'esercito è corrotto, ma anche qui i ladri sono ai vertici. Allora penso che dobbiamo dare battaglia, usare tutto il nostro apparato della forza. E usare metodi crudeli, sì, crudeli, quelli che ho visto applicare nel Caucaso dove la gente ha paura del castigo e non è indifferente come a Mosca, dove quando vedono uno aggredito per strada tirano dritto.[fonte 4]
- Sono allergico agli ex membri del Comitato centrale del pcus, Eltsin e Ziuganov inclusi.[fonte 5]
- [Su Boris Nikolaevič El'cin] Non ho alcuna ragione per averlo in simpatia, ma rappresenta un'idea nuova, mentre i comunisti finora hanno portato solo disgrazia.[fonte 5]
- [Sulle elezioni presidenziali in Russia del 1996] Il voto del 3 luglio è una scelta tra nuova e vecchia società. Qualcuno sostiene che il mio programma e quello di Eltsin sono incompatibili, ma la nostra è l' unione di due persone che credono alla possibilità di costruire un futuro non comunista per la Russia. Libertà e ordine, democrazia e patriottismo, non saranno più concetti contrastanti. Oggi abbiamo la libertà senza l' ordine. I comunisti vogliono l' ordine senza la libertà. Io voglio l' ordine e la libertà.[fonte 6]
- Se la Nato vuole allargarsi ad Est ci provi, gliela faremo pagare tanti di quei miliardi che se ne pentirà.[fonte 6]
- [Sulla sua polemica contro i mormoni in Russia] Non capisco di che cosa si lamenta il presidente degli Stati Uniti. Vorrei vedere come reagirebbe se una setta russa andasse a predicare in Alabama e a insegnare agli americani come devono vivere. Io non sono contro la cultura occidentale, ma non voglio che essa rimpiazzi completamente la cultura e le tradizioni russe.[fonte 7]
- Se ne vadano pure, [...] ma ho qualche dubbio sul futuro di una Cecenia indipendente.[fonte 8]
- [Sulla prima guerra cecena] Tutte le guerre, anche quelle che durano cento anni, prima o poi si concludono con trattative e colloqui di pace. Perché aspettare allora a intavolare queste trattative?[fonte 9]
- Che Eltsin scelga: o me o Anatolij Kulikov. [...] Due uccelli non possono vivere nello stesso nido.[1][fonte 10]
- Volete conoscere il nome di un eroe della guerra di Cecenia? Ve lo dico io, è Kulikov. E vi dico anche che un paese povero, con l' economia in sfacelo, incapace di farsi valere con la forza delle armi e che si dice democratico, non può pensare di risolvere le questioni delle nazionalità con i missili e le cannonate.[fonte 10]
- Vi dico che questa guerra deve finire e finirà. Chiunque mi metterà i bastoni tra le ruote, sarà fatto fuori.[fonte 10]
- [Sulla battaglia di Groznyj] Anche Berlino fu conquistata ma ciò costò la vita di decine di migliaia di persone, decine di migliaia di soldati e di abitanti. Ci serve proprio? La prima cosa da fare è separare le parti belligeranti, e io sono venuto qui per fare questo.[fonte 11]
- Chi dice che io minaccio l'Alleanza con i missili, o che la Russia invaderebbe chiunque osa mettersi sotto la protezione della Nato, racconta favole da guerra fredda.[fonte 12]
Intervista di Anna Zafesova, La Stampa, 14 giugno 1996
- Vi sfruttavano i burocrati rossi, ora ci sono quelli democratici. Ma è sempre la stessa gente, la piaga eterna, la nomenklatura. È colpa loro se campate a stento, invece di vivere una vita bella, ricca e libera.
- Dal burocrate non deve dipendere più nulla: finanziamenti, distribuzione, licenze, appalti. Lasciate la gente libera di agire, e vedrete che i russi, uno dei popoli più ingegnosi e laboriosi del mondo, produrranno un miracolo che farà impallidire la Corea.
- Non sono un liberale, sono un generale.
- [Sull'opposizione] L'abolirò. Troppo comodo per i fannulloni: storci il naso in tv una volta a settimana e te ne vai a nanna.
- I valori occidentali sono belli, ma dobbiamo fare di testa nostra. Sa, Gorbaciov ha piantato cactus a Foros. Il clima pareva adatto, ma sono appassiti.
- Lo scriva, lo dica agli italiani, [...] la Russia non farà mai più guerre. Saremo amicissimi di tutti.
- [Sull'Unione Sovietica] Chi non la rimpiange non ha cuore, chi la vuole indietro non ha cervello.
- [Sull'allargamento dell'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord] Se hanno tutti questi soldi facciano pure. Spiegherò semplicemente ai contribuenti tedeschi, italiani ecc., che dovranno pagare un pugno di ferro puntato contro il nulla. Non attaccheremo.
- Ci siamo vantati che i nostri missili bastano a distruggere la Terra 51 volte. Che fesseria! Basta una, no?
Intervista di Enrico Franceschini, la Repubblica, 18 giugno 1996
- Tornare indietro è impossibile. Il nostro paese ha già percorso una strada difficile e dolorosa, costata molte vite umane e molto denaro. Quei morti e quei soldi non possono essere recuperati, perciò abbiamo l'obbligo di andare avanti
- [«Quale è oggi il pericolo maggiore per la Russia?»] Il rischio che il paese cada in un abisso, che si divida ancora una volta in Rossi e Bianchi. Questo va assolutamente evitato. Andando alle urne, i russi hanno fatto la loro scelta. Può piacere o meno, ma tutti devono accettarla.
- All'inizio del ventesimo secolo c'erano vari imperi: quello inglese, francese, austro-ungarico, russo. I primi sono crollati dopo la seconda guerra mondiale, infine è scoppiato anche l'impero russo. Bisognerebbe chiedersi perché negli ultimi quarant'anni nessuna potenza ha provato a ricreare un impero. Forse che gli Stati Uniti non avevano la forza per farlo? Ce l'avevano. Ma si sono resi conto che nel mondo moderno è molto più facile, produttivo, efficace, rimpiazzare l'espansione geografica e militare con l'espansione economica e culturale. Ed è quello che hanno fatto, basta guardare i programmi delle tivù o le merci nei nostri negozi. Si può piangere per la morte dell'Urss, ma non si può pensare seriamente di ricostruirla.
- [Sulla prima guerra cecena] Nel '91 si permise a Dudaev di prendere il potere, usufruire del 100 per cento degli armamenti sovietici rimasti in Cecenia, godere di piena libertà di traffico aereo e di dogana, cosicché la regione diventò una formidabile base per il traffico di armi, droga e petrolio. Adesso che Dudaev non c'è più, la Russia si trova a combattere contro gente che se ne frega di Dudaev ma lotta per vendicare le proprie mogli e i propri figli trucidati, che è quello che un vero uomo deve fare. Per prima cosa, occorre eliminare le radici economiche del conflitto, poi pensare al resto. La guerra è una cosa brutale, che non si ferma né con lo sterminio, né con il gesto di una mano.
Intervista di Carey Schofield sull'allargamento dell'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord, la Stampa, 25 settembre 1996
- Chiariamo le cose. Gli interessi industriali tedeschi e americani in Russia soffrirebbero gravemente in caso di un allargamento dell'Alleanza atlantica. Noi troveremo molti modi per colpire i due sostenitori di questa linea. Gli uni e gli altri hanno enormi interessi, qui, ma in ogni caso il nostro mercato è in piena espansione. Ci saranno altri investitori.
- Adesso ci troviamo nel mezzo della campagna presidenziale americana e Bill Clinton mostra con grande cinismo di considerare più importante il voto dei polacchi di Chicago che le buone relazioni con la Russia nei prossimi 20 anni.
- Con l'ampliamento della Nato e dell'Unione europea l'Europa centrale e orientale finiranno sotto il dominio politico ed economico della Germania. Questa sarebbe la logica della nuova generazione di politici del dopo-Muro? Costruire il Quarto Reich.
- Un tempo eravamo alle prese con il confronto Est-Ovest. Ma adesso qual è il problema della Nato? La mentalità di creare blocchi rivali in Europa è anacronistica. Come sempre succede, gli strateghi sono rimasti legati al passato. Così, la logica della guerra fredda finirà per produrre il prossimo conflitto. Mantenete la Nato per le missioni di "peace-keeping", ma un suo ampliamento appare come un capriccioso trionfalismo da parte dell'Occidente e soprattutto degli Usa.
- La maggior parte degli occidentali che incontro ammettono che il programma di ampliamento dell'Alleanza è un errore e che sta deteriorando i rapporti tra noi e voi. Sanno che Polonia, Repubblica Ceka e Ungheria non hanno problemi di sicurezza. Dov'è la minaccia? La verità è che la Nato si prepara ad affrontare una Russia risorgente.
Intervista di Pezel Guzev, la Stampa, 4 ottobre 1996
- Ai tempi dell'Urss si è diffusa un'opinione errata: che le forze armate rappresentassero centinaia di migliaia di baionette, scintillanti al sole, pronte a colpire agli ordini del Segretario Generale del partito comunista. Questo era già allora lungi dall'essere vero. Adesso, la situazione è un incubo. Se io avessi un blindato vecchio e malandato, un fucile scassato, pantaloni sdruciti, e il mio stomaco fosse così vuoto da restare incollato allo sterno, di cosa staremo a parlare?
- Il livello della tensione tra i militari è tanto alto che, per guadagnare il tempo necessario a prendere misure serie, abbiamo bisogno di sei miliardi di rubli [...]. Questo ci consentirebbe almeno di pagare gli stipendi arretrati. Qui allo stato maggiore non è stato pagato nessun salario negli ultimi tre mesi.
- Un presidente deve avere la forza di leggere documenti, prendere decisioni, incontrare consiglieri e assistenti. Costituisce un precedente pericoloso il fatto che una nazione sia governata in nome del presidente. Questo non mi piace. Preferirei avere a che fare con un capo, anche provvisorio. E il capo dovrebbe sapere di essere responsabile per tutto quel che di buono o di cattivo avviene nel Paese. Bisognerebbe fare così: se il presidente è malato, trasmette i suoi poteri a qualcun altro.
Intervista di Alexndr Gamov, la Stampa, 11 novembre 1996
- Io vado sempre all'attacco, non sono mai passato alla difensiva, non lo so fare.
- [Su Aleksandr Koržakov] Potete pensare di lui quello che volete, ma è stato calunniato.
- Dobbiamo studiare il problema della Nato invece di gridare con o senza motivo che siamo contrari alla sua espansione a Est. A Bruxelles non c'è nemmeno una rappresentanza russa.
- [Sulla prima guerra cecena] Sono convinto al 95 per cento di essere riuscito a strappare la radice della guerra. Era una guerra stupida, senza idee, senza ideologia, senza scopo. Non avevamo né armi, né munizioni, i militari non venivano pagati per 3-4 mesi. Ci facevamo a pezzi a vicenda, ma in nome di che cosa?
- Ho capito che nel nostro Paese non esiste un meccanismo di decisione nello Stato. L'ho visto ad agosto, quando ho ricevuto due ordini: il primo di fermare la guerra in Cecenia, l'altro di ricominciarla. Entrambi avevano un facsimile della firma di Eltsin.
- Io ho combattuto contro Massud. Ma oggi sono convinto che dobbiamo aiutarlo. Ci metteremo d'accordo. Se sconfiggono i Taleban si alleeranno con l'opposizione tagika e rovesceranno il governo attuale [di Emomalī Rahmon].
1997
[modifica]- Eltsin non è in grado di lavorare. Non è lui che governa il paese. La Russia sta andando in pezzi. Ecco perché dovendo scegliere tra un paese di 150 milioni di abitanti e il presidente, io ho scelto il paese.[fonte 13]
Intervista di Enrico Franceschini, la Repubblica, 14 gennaio 1997
- Il sistema comunista e quello democratico, o meglio pseudo-democratico, hanno già dimostrato al paese quello che sanno fare. Ora bisogna che qualcuno prenda in braccio la Russia, le dia un bello scossone, e la rimetta in piedi.
- Non cerco appoggi fra la gente famosa: solitamente sono già fuori uso. Le persone davvero intelligenti, in Russia, non si sono ancora fatte avanti, lasciando che a occupare la scena fossero gli avventurieri.
- La salute del presidente è un dramma umano e personale, che sta diventando una tragedia nazionale. Da sei mesi assistiamo a un triste spettacolo: trasloco di Boris Nikolaevic da una casa di cura all'altra, da un ospedale a una clinica, da una dacia a un sanatorio, mentre il paese rimane senza guida. Un paese talmente in crisi che non si pagano più le pensioni né i salari né le tasse. Oggi occorre una gestione severa, seria, ben ponderata e civilizzata. Altrimenti ci attende un' esplosione sociale. E io questo voglio evitarlo.
- In Cecenia io sono riuscito a ottenere la cosa essenziale: dimostrare che la pace è più vantaggiosa della guerra, per tutti. Il resto viene da sé, se ne può occupare chiunque.
- [«Allora non ci sarà più guerra in Cecenia?»] Non ci sarà, parola di Aleksandr Lebed.
Dichiarazioni durante la visita a New York, nytimes.com, 23 gennaio 1997
- Non ho eroi. Anche il sole ha le macchie.
- I don't have any heroes. Even the sun has spots.
- [Sui nuovi ricchi russi] Applico un semplice test. Quando saluto un gruppo di imprenditori, li saluto: "Ciao truffatori!" Se la prendono bene, allora non sono senza speranza. Se si battono il petto e lo negano, allora sono incorreggibili.
- I apply a simple test. When I greet a group of entrepreneurs, I hail them, 'Hello, crooks!' If they take it O.K., then they are not hopeless. If they beat their breasts and deny it, then they are incorrigible.
- I ceceni mettono Allah al primo posto. Al secondo mettono me.
- The Chechens put Allah in first place. In second, they put me.
- [Sull'allargamento dell'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord] Se lo stupro è inevitabile allora rilassati e cerca di godertelo.
- If the rape is unavoidable, relax and try to enjoy it.
- [Sull'investire in Russia] Colui che non rischia non beve champagne.
- He who doesn't take risks, doesn't drink champagne.
- [Sul governo di El'cin] Sono come un cane a guardia di un pagliaio. Non possono mangiare il fieno da soli, ma non lo lasciano mangiare nemmeno a nessun altro.
- They're like a dog guarding a haystack. They can't eat the hay themselves, but they won't let anyone else eat it either.
- [Su Viktor Stepanovič Černomyrdin] È così impacciato che ha bisogno di un traduttore dal russo al russo.
- He's so inarticulate he needs a translator from Russian into Russian.
- Il principio dei paracadutisti è: cadere dal cielo, colpire il suolo e iniziare a combattere.
- The paratroopers' principle is: fall from the sky, hit the ground and start fighting.
- [Sui costanti cambiamenti di governo in russia] Ci deve pur essere un momento in cui bisogna smettere di calpestare lo stesso rastrello.
- There's got to be a time when you stop stepping on the same rake.
1998
[modifica]Intervista di Irina Nagornykh, la Stampa, 18 novembre 1998
- Per quanto possa sembrare ridicolo, il ruolo e il posto del popolo nella nostra storia postsovietica sta aumentando. Verso il Duemila diventerà assoluto e dominante. Gli imperi finanziari stanno tremando, domani possono crollare e cessare di essere una vera forza.
- Il 22 agosto del 1991 è stata commessa una sciocchezza: la costruzione della democrazia è stata annunciata senza che ci fossero i reali presupposti. Ci hanno detto: "Da oggi è democrazia. Tutti devono essere contenti. Dalle nove alle sei con intervallo per il pranzo. Aspettate il mercato, arriverà come Babbo Natale". È un vero delirio.
- Per me sono importanti due punti: essere richiesto e avere risorse. Per il momento non vedo all'orizzonte nessuno dei due. Se si proliferanno, mi candiderò. Non c'è fretta, ho solo quarantotto anni.
1999
[modifica]- La gente siberiana si ribellerà [...]. Non si può non mettere a bilancio il pagamento dei salari arretrati da mei e delle pensioni per decine di migliaia di persone. Così, voi di Mosca, state preparando la spaccatura della Russia. [...] La Siberia, con le sue immense risorse, sfama la Russia, non dimenticatelo![fonte 14]
- Non ho bisogno di un mandato dato in fretta e furia da un presidente che è già sulla via d' uscita. Io non prenderò nessuna elemosina.[fonte 15]
Intervista di Giulietto Chiesa sulla guerra del Kosovo, la Stampa, 18 giugno 1999
- [Su Viktor Stepanovič Černomyrdin] Lui è un commerciante. Gli hanno detto di fare il mediatore, e lui ha fatto una compra-vendita. L'affare non si è rivelato buono, ma un risultato è stato raggiunto: affondare definitivamente Cernomyrdin come potenziale candidato presidenziale.
- [«Lei è contrario alla presenza russa in Kosovo?»]
Nient'affatto! Sono favorevole perché si serbi possano aggrapparsi solo a noi ormai. E solo noi possiamo evitare il peggio, bilanciare in qualche modo, anche se non è detto che sia possibile. Gli americani sono evidentemente di parte, non disarmano l'Uck. Così s'innescherà una catena di altre vendette e poi la guerra partigiana, per bande. Tenga a mente questa mia previsione, ne sono sicuro, ci saranno molti morti tra le truppe Nato. Lo so per esperienza, l'ho visto molte volte. Non saranno uomini quelli che combatteranno, saranno lupi, resi furibondi dall'odio. - Milosevic è personaggio odioso, ma quello che l'America ha fatto è vergognoso. Milosevic è figlio del genocidio, esattamente come la signora Albright. Non c'è nessuno da salvare in quel disastro. La casa comune europea è in rovina e tutti abbiamo fatto un balzo indietro di vent'anni.
- Gli americani hanno subito una sconfitta tattica e hanno ottenuto una vittoria strategica, eliminando un concorrente: l'Europa. La loro guerra è una vergogna e una viltà, militarmente parlando, perché significa colpire senza essere colpiti. Non è stata una gran bella figura.
- [«Lei [...] non ritiene, come molti in Russia, che la sorte della Jugoslavia anticipi di qualche anno quella della Russia?»]
Assolutamente no. Perché noi abbiamo armi strategiche temibili, oggi, domani e dopo. Il parallelo non regge. E quando Eltsin dice che i missili non sono più puntati... Beh, lei capisce che sono delle solenni stupidagini.
Intervista di Alberto Stabile, La Repubblica, 26 settembre 1999
- [Sulle elezioni presidenziali in Russia del 2000] Lei parla di candidarsi alla presidenza come se si trattasse di lavarsi i denti. In realtà, nel paese è in corso una guerra che supererà per dimensioni la campagna cecena del '94-96. Sarebbe più logico che mi chiedesse se intendo diventare comandante di campo.
- [...] per partecipare alle elezioni, c'è bisogno innanzitutto che queste elezioni si tengano, mentre a me pare che siano in dubbio.
- [Sulle bombe nei palazzi in Russia] Quando scoppiano interi palazzi e la potenza dello scoppio raggiunge 5-600 chili di tritolo e centinaia di persone muoiono, e migliaia vengono ferite, e milioni subiscono traumi psicologici; quando c'è il terrore di massa, con la gente tesa e angosciata, e in una regione come il Caucaso, dove le teste calde abbondano, si svolgono operazioni militari su vasta scala, in questa situazione le scadenze elettorali, sia politiche che presidenziali, vanno messe sotto un grosso punto interrogativo.
- Ma perché abbiamo paura di chiamare le cose con il loro nome? In Dagestan è in corso una guerra che ha già provocato centinaia di morti e migliaia di profughi. Non è questo di per sé uno stato d'emergenza? Ma noi siamo un paese democratico e, da democratici, ci vergogniamo a chiamarlo così. Forse bisogna far fuori un milione di persone? In Karacjaevo-Cerkessia, fino a poco tempo fa una delle repubbliche più tranquille del Caucaso, è stato eletto un presidente con il 75 per cento dei voti. Il 10 per cento degli elettori contesta il risultato, ma anziché dichiarare lo stato di emergenza e instaurare l'ordine costituzionale si lasciano scatenare le passioni. Le autorità dimostrano impotenza, creano nella gente l'illusione dell'impunità e non c'è niente di meglio dell'impunità per incoraggiare il separatismo e il banditismo.
- [Su Boris Nikolaevič El'cin] [...] è un uomo troppo anziano, troppo malato, troppo inadeguato per questa situazione. Il paese sta esplodendo. Non possiamo sacrificare milioni di vite per compiacere le ambizioni di un uomo vecchio e malato.
- [Sulle elezioni presidenziali in Russia del 1996] A me non interessava Eltsin ma il paese e la situazione nel paese in quel momento era paradossale. La cosa che il leader comunista Zjuganov temeva più di tutto era di vincere, perché non sapeva cosa farsene della vittoria.
- Bisogna chiarire questa storia: il 17 giugno del '96, dopo il primo turno delle elezioni, quando l'esito sembrava già chiaro, sono andato dal presidente. In quel momento, sia Eltsin che il primo ministro, che tutti gli altri erano nella merda fino alle labbra a causa della guerra in Cecenia. Allora ho detto al presidente: mi impegno a risolvere il problema ceceno. Il problema l'ho risolto in diciannove giorni. Ma a questo punto il seguito presidenziale ha avuto paura. E si sono inventati un consiglio di difesa, e hanno escogitato l'accusa totalmente assurda nei miei confronti di aver preparato un golpe. Così la Russia ha perso l'occasione di risolvere il problema ceceno non con i pugni ma con la ragione.
- Non sono tra i sostenitori della teoria del complotto internazionale. Se ti picchiano devi reagire. Il danaro può provenire da molte parti, ma i mascalzoni sono sempre nostrani. Ciascun paese deve difendere i propri interessi nazionali, ma la ragione va cercata sempre all'interno.
- Zhirinovskij non sarà mai presidente, perché è un protettore politico di banditi. Javlinskij è un uomo molto intelligente, sa da dieci anni di che cosa ha bisogno la Russia, ma non lo dice a nessuno. Zjuganov sta perdendo i voti avuti nel '96. Luzhkov può essere eletto a Mosca, ma non nel paese, perché Mosca ha derubato tutto il paese.
Intervista di Laure Mandeville, Le Figaro, no. 17147, 29 settembre 1999, p. 2
- Putin si comporta in modo duro, mostra i muscoli parlando di una soluzione militare, ma come sempre le nostre truppe non hanno né munizioni né denaro. Solo dei diciottenni da mandare al fronte. E poi non ha letto gli accordi di Chasavjurt. Dice senza pensare che gli accordi di Chasavjurt sono una vergogna.
- Poutine fait le dur, il gonfle ses muscles en parlant de solution militaire, mais comme toujours, nos troupes n'ont ni munitions ni argent. Juste des gamins de 18 ans à envoyer au front. Et puis, il n'a pas lu les accords de Khassaviourt. Il affirme sans réfléchir que les accords de Khassaviourt sont une honte.
- [Sulle bombe nei palazzi in Russia] Il presidente e "la famiglia" si trovano ora isolati. Non hanno alcuna forza politica che permetta loro di vincere le elezioni. Quindi, vista la natura inestricabile della sua situazione, chi è al potere può avere un solo obiettivo: destabilizzare la situazione in modo che non ci siano elezioni. Le case stanno esplodendo, si contano già 294 morti, migliaia di disabili, milioni di persone traumatizzate.
- Le président et «la famille» se retrouvent ajourd'hui isolés. Ils n'ont aucune force politique qui leur permette de gagner les élections. Alors, voyant le caractére inextricable de sa situation, le pouvoir ne peut avoir qu'un but : déstabiliser la situation pour qu'il n'y ait pas d'élections. Les maisons explosent, il y a déja 294 morts, des milliers d'invalides, des millions de gens traumatisés.
- [«Sta dicendo che dietro gli attacchi c'è la mano del potere?»]
Ne sono quasi convinto. Qualsiasi comandante ceceno, se avesse voluto vendicarsi, avrebbe iniziato a far saltare in aria i generali. Oppure colpirebbe le strutture del Ministero degli Interni o del FSB, o le scorte di armi o le centrali nucleari. Non avrebbe preso di mira persone semplici e innocenti. L'obiettivo auspicato è creare un terrore di massa, una destabilizzazione che permetta a un dato momento di dire: non dovete andare ai seggi elettorali, altrimenti rischiate di saltare con le urne...
- [«Vous êtes en train de dire que la main du pouvoir est derrière les attentats ?»]
J'en sui presque convaincu. N'importe quel commandant tchétchène, s'il voulait exercer sa vengeance, se serait mis à faire sauter des généraux. Ou alors, il frapperait des établissements du ministère de l'Intérieur ou du FSB, ou encire des stocks d'armes ou des centrales nucléaires. Il n'aurait pas pris pour cibles des gens simples et innocents. Le but recherché est de créer une terreur massive, une déstablisation qui permette è un moment donné de dire : Tu ne dois pas aller dans les bureaux de vote, sinon tu risques de sauter avec les urnes...
- [...] c'era un accordo con Basaev, soprattutto perché è un ex informatore del KGB. [...] Penso che Basaev e le autorità abbiano raggiunto un accordo.
- [...] il y ait eu un accord avec Bassaïev, d'autant que c'est un ancien informateur du KGB. [...] je pense que Bassaïev et le pouvoir se sont mis d'accord.
- [...] Basaev ha il suo obiettivo, che converge con quello del potere. Basaev è un magnifico strumento di destabilizzazione. Riconosciamo le sue qualità: è un guerriero per natura. Ha iniziato studiando scienze della terra, poi ha capito la sua vera natura ed è diventato un combattente. Talentuoso, pieno di compostezza.
- [...] Bassaïev a son but, qui converge avec celui du pouvoir. Bassaïev est un magnifique instrument de déstabilisation. Reconnaissons ses qualités : c'est un guerrier par nature. Il a commencé par étudier les sciences de la terre, puis il a compris sa vraie nature, et il est devenu un combattant. Talenteux, plein de sang-froid.
- [Su Aslan Maschadov] È un ufficiale di altissima qualità. È anche un uomo che, a causa delle circostanze, ha dovuto difendere il suo popolo. Ma l'amministrazione presidenziale e il governo russo hanno fatto di tutto per trasformarlo in un leader formale. Si dice che non controlli più il processo, che non abbia più influenza.
- C'est un officier de très grande qualité. C'est aussi un homme qui, en raison des circonstances, a dû prendre la défense de son peuple. Mais l'administration du président et le gouvernement russe ont tout fait pour qu'il se transforme en leader formel. On dit qu'il ne contrôle plus le processus, qu'il n'a plus d'influence.
- [Sulla guerra in Daghestan] Si tratta davvero di stupidità, oppure tutto ciò nasconde un atto vizioso mascherato da stupidità? Sono tentato di decidere a favore della seconda ipotesi. Abbiamo l'impressione che si tratti di un'operazione di destabilizzazione su larga scala. Invece di fare cose chiare e comprensibili, organizziamo Dio sa cosa. Avremmo potuto organizzare una mobilitazione parziale in Daghestan, portare i volontari daghestani nel nostro esercito, dove si sarebbero trovati immediatamente sotto controllo. Avremmo così guadagnato combattenti con la migliore motivazione: difendere le loro terre e le loro case. Beh no! Invece, abbiamo creato una sorta di milizie che obbediscono Dio sa a chi, e di cui nessuno sa cosa vogliono e in quale direzione spareranno...
- Est-ce vraiment de la stupidité, ou tout cela cache-t-il un acte vicieux camouflé en stupidité ? Je suis tenté de trancher en faveur de la seconde hypothèse. On a l'impression qu'il s'agit d'une opération de déstabilisation de grande envergure. Au lieu de faire des choses claires et compréhensibles, on organise Dieu sait quoi. Nous aurions pu organiser une mobilisation partielle au Daguestan, faire entrer les volontaires daguestanais dans notre armée, où ils se seraient retrouvés immédiatemente sous contrôle. On aurait gagné ainsi des combattants avec la meilleure des motivations : défendre leurs terres et leurs maisons. Eh bien non ! A la place, on a créé des espèces de milices qui obéissent Dieu sait à qui, et dont personne ne sait ce qu'elles veulent et dans quelle direction elles vont tirer...
- I combattenti ceceni sono soldati molto ben preparati, che non si metteranno mai di proposito sotto le bombe. A soffrire sono le donne e i bambini, i civili. E di conseguenza avremo ancora una volta di fronte un intero popolo.
- Les combattants tchétchènes sont des soldats très bien préparés, qui n'iront jamais se mettre exprès sous les bombes. Ce sont les femmes et les enfants qui souffrent, les civils. Et du coup, on va de nouveau avoir face à nous un peuple entier.
- [Sulla guerra di Transnistria] Sa perché i moldavi mi sono così grati? Perché quando ho dovuto fermare il conflitto tra russofoni e moldavi come comandante della 14a armata nel 1992, non ho distrutto le case dei civili. Ho colpito duramente le posizioni militari dell'avversario. Ma il paese è intatto. Mi sono comportato come un chirurgo che agisce con crudeltà, ma solo per togliere il dolore. Non come un macellaio.
- Savez-vous pourquoi les Moldaves me sont si reconnaissants ? Parce que, quand j'ai dû arrêter le conflit entre russophones et moldaves en tant que commandant de la 14e armée, en 1992, je n'ai pas détruit de maisons civiles. J'ai frappé durement les positions militaires de l'adversaire. Mais le pays est intact. J'ai agi comme un chirurgien qui agit cruellement, mais seulement pour enlever la douleur. Pas comme un boucher.
My Life and My Country
[modifica]Citazioni
[modifica]- Il mio naso era rotto e spinto da un lato, ma non ho lasciato che questo mi disturbasse. Non ero una ragazza. Sapevo che un uomo doveva essere solo leggermente più bello di una scimmia, e che il vero valore di un uomo non era definito dalla bellezza del suo viso.
- My nose was broken and pushed to one side, but I didn't let this bother me. I was no girl. I knew a man needed to be only slightly better looking than an ape, and that a man's true worth wasn't defined by the prettiness of his face. (p. 4)
- I primi mesi e mezzo o due sono stati duri, a volte molto duri, ma continuo a credere che questo sia il periodo più importante per plasmare il carattere di una giovane recluta. O supera se stesso e diventa un soldato, oppure resta indietro ed è un disadattato.
- The first one-and-a-half or two months were hard, sometimes very hard, but I still believe that this is the most important period in building the character of a young recruit. Either he overcomes himself and becomes a soldier, or he lags behind and is a misfit. (p. 20)
- Ciò che ricordo più vividamente di quel periodo è la sensazione di fame perpetua. Diciassette cadetti della nostra compagnia hanno presentato richieste formali di dimissioni e sono stati eliminati. Chiunque restasse sviluppava la pelle e i talloni di un rinoceronte. Si è trattato di una selezione naturale: tutti coloro che cercavano il facile romanticismo della vita d'ufficiale se ne sono andati, gli altri si sono avvicinati. In un mese e mezzo siamo diventati persone diverse, pronte ad ogni sfida.
- What I remember most vividly from that period is the ever-present feeling of hunger. Seventeen cadets from our company filed formal requests to resign, and were washed out. Anyone who stayed on developed the hide and heels of a rhino. It was natural selection: all those who were looking for the easy romanticism of the officer's life dropped out, and the rest drew closer together. In a month and a half, we became different people, ready for any challenge. (p. 22)
- Sono stato il primo della nostra classe a diventare un uomo sposato. Ora io e mia moglie abbiamo tre figli adulti e, nonostante siano passati molti anni, il tempo non ha attenuato i miei sentimenti per lei.
- I was the first of our class to become a married man. Now my wife and I have three adult children, and though many years have passed, time has not blunted my feelings for her. (p. 27)
- "Attenzione! Cadetti tal dei tali, tal dei tali e tal dei tali, dieci passi avanti! Raggiungete le file al centro!" Ho annunciato che i cadetti che si sarebbero fatti avanti sarebbero stati membri del comitato Komsomol del battaglione. "Tutti a favore, dite 'sì'!" Ho dimenticato di dare il comando "Riposo!" quindi hanno dovuto votare stando sull'attenti. Questa era considerata una parodia della democrazia. Nel giro di un'ora non ero più un funzionario politico.
- "Attention! Cadets so-and-so, so-and-so, and so-and-so, ten steps forward! Close ranks to the middle!" I announced that the cadets who stepped forward were going to be members of the battalion's Komsomol committee. "All in favor, say 'aye'!" I forgot to give the command "At ease!" so they had to vote while standing at attention. That was considered a travesty of democracy. Within the hour, I was no longer a political officer. (p. 46)
- Non migliori le persone mentendo sulle loro prestazioni. Dare un voto positivo a persone che non lo meritano è un insulto.
- You don't make people better by lying about their performance. Handing out a passing grade to people who don't deserve it is an insult. (p. 48)
- Dopo aver comandato i cadetti per otto anni, ero abituato a un diverso livello di interazione. I cadetti erano stati molto più istruiti ed erano, per la maggior parte, educati, intelligenti e furbi. Qualsiasi interazione con loro era basata innanzitutto sull'intelletto. Qui il livello intellettuale era più basso, i rigori del servizio avevano lasciato il segno ed era cresciuta una sorta di cultura bandita. È stato lì che ho imparato la verità, antica quanto il mondo, che l'esistenza determina la coscienza.
- After commanding cadets for eight years, I was used to a different level of interaction. The cadets had been much better educated and were, for the most part, polite, clever, and smart. Any interaction with them was based first on the intellect. Here, the intellectual level was lower, the rigors of service had left their mark, and a kind of bandit culture had grown up. This was where I learned the truth, which is as old as the world, that existence determines consciousness. (p. 52)
- C'erano poche possibilità di fare il bagno. La biancheria da letto spesso mancava e, dove esisteva, veniva cambiata raramente. Naturalmente tutto ciò ha provocato massicce infestazioni di pidocchi. Trovare soluzioni a questi problemi è stato il mio primo compito, perché se un soldato vive come un essere umano, si comporterà come un essere umano, ma se vive come un maiale...
- There was little opportunity to bathe. Bed linens were often missing, and, where they existed, were infrequently changed. Naturally, all of this brought about mass infestations of lice. Finding solutions to these problems was my first task, because if a soldier lives like a human being, he will behave like a human being, but if he lives like a pig... (p. 52)
- [Sulla guerra in Afghanistan] Afghanistan significa dolore. Afghanistan significa lacrime. Afghanistan significa ricordo. L'Afghanistan può significare tutto quello che vuoi, ma non la vergogna. A prendere le decisioni erano i politici: alcuni saggi, altri meno; alcuni utili, altri no. Per le decisioni imprudenti, i soldati pagarono con il sangue. I politici che iniziarono e gestirono la guerra sapevano che né loro, né i loro figli, né i loro nipoti, né i loro amici, né chiunque conoscessero personalmente avrebbero combattuto. Là combatté l'"Armata Rossa degli operai e dei contadini". Intendo, letteralmente, i figli degli operai e dei contadini. Non importa chi fossero: semplici, maggiori o colonnelli. Nessuno ha mai visto i figli di alti funzionari sovietici in uniforme in Afghanistan.
- Afghanistan means pain. Afghanistan means tears. Afghanistan means remembrance. Afghanistan can mean anything you like, but not shame. It was politicians who made the decisions: some wise, others less so; some expedient, others not. For the unwise decisions, soldiers paid with their blood. The politicians who started and ran the war knew that neither they, nor their children, nor their grandchildren, nor their friends, nor anyone they knew personally would do the fighting. The "workers' and peasants' Red Army" fought there. I mean, literally, the children of workers and peasants. It didn't matter who they were: privates, majors or colonels. No one ever saw the children of high-ranking Soviet officials in uniform in Afghanistan. (pp. 61-62)
- [Sulla guerra in Afghanistan] Come in ogni guerra, ne abbiamo avuti di tutti i colori: codardi, feccia e mascalzoni, ma anche coloro che esemplificavano l'impennata invisibile dello spirito umano. Ce n'erano incomparabilmente di più di questi ultimi. L'Afghanistan è stato pagato con quindicimila vite, donate onestamente in una guerra che non capivano. Circa quarantamila furono feriti e mutilati. Nessuno ha mai contato quante decine di migliaia di soldati si ammalarono di epatite, malaria, tifo o febbri esotiche. A queste persone la vita è stata accorciata di almeno dieci anni.
- As in any war, we had all kinds there: cowards, scum, and rascals – but also those who exemplified the unseen soaring of the human spirit. There were incomparably more of the latter. Afghanistan was paid for with fifteen thousand lives, given honestly in a war they didn't understand. About forty thousand were wounded and maimed. No one ever counted how many tens of thousands of soldiers took ill with hepatitis, malaria, typhoid, or exotic fevers. Such people had their lives shortened by at least ten years. (p. 62)
- [Sulla guerra in Afghanistan] Le forze sovietiche hanno collaborato con l'esercito afghano per condurre le operazioni. In pratica ciò significava che la zona sarebbe stata circondata dai soldati sovietici, poi rastrellata due volte: una volta dagli afgani, una volta dai sovietici. Per questa operazione fu affidato al mio comando il secondo battaglione del 444° reggimento afghano, i "commando". Il nome del reggimento era coperto di gloria storica, ma c'erano alcune anomalie. I veri "commando" - quelli che avevano dato al reggimento il suo glorioso nome - erano stati uccisi o erano fuggiti. Il reggimento era stato rifornito da soldati regolari e aveva perso il suo tradizionale spirito combattivo e la disciplina militare. I comandanti erano tutti personaggi sfuggenti. [...] I tanto decantati commando esaurirono rapidamente ogni mio sentimento di internazionalismo. Per prima cosa, praticavano quella che chiamavamo la "difesa del tè". In effetti funzionava così: circondavamo un villaggio o un gruppo di villaggi e ci preparavamo a setacciare la zona. Poi l'anello afghano si sarebbe trasferito, si sarebbe sistemato nel villaggio e all'interno del cortile sarebbe stato srotolato un tappeto, una teiera sarebbe stata messa a bollire e sarebbero state disposte le loro focacce afghane.
Un paio di volte, ho cercato di spiegare loro che in linea di principio non avevo nulla contro il tè, ma che il momento giusto per il tè era dopo la fine dell'operazione. Non capivano. Gli afghani sono un popolo onesto e virile, forgiato da un'educazione rigorosa e da una tradizione e una religione profondamente radicate. Era radicato in loro che un vero leader fosse forte e duro. Se cercava di convincere il suo popolo a fare o abbandonare qualcosa con le parole, allora non era una buona scusa per un leader.
- Soviet forces cooperated with the Afghan army to conduct operations. In practice this meant that the area would be surrounded by Soviet soldiers, then combed twice: once by the Afghans, once by the Soviets. For this operation, the second battalion of the Afghan 444th Regiment, the "commandos", was given to my command. The regiment's name was covered in historical glory, but there were some anomalies. The real "commandos" – those who had given the regiment its glorious name – had either been killed or had run away. The regiment had been replenished by regular draftees, and had lost its traditional fighting spirit and military discipline. The commanders were all slippery characters. [...] The much-praised commandos quickly exhausted all my feelings of internationalism. For one thing, they practiced what we called the "tea defense". In effect, it worked like this: we would surround a village or a group of villages and prepare to comb the area. Then the Afghan ring would move in, set up in the village, and inside the courtyard, a carpet would be unrolled, a tea pot would be set boiling, and their Afghan flat cakes would be laid out.
A couple of times, I tried to explain to them that I had nothing against tea in principle, but that the proper time for tea was after the operation had been completed. They didn't understand. The Afghans are a decent, manly people, forged by a rigorous upbringing and deeply rooted tradition and religion. It was ingrained in them that a real leader was strong and harsh. If he tried to talk his people into or out of something, then he was a poor excuse for a leader. (pp. 62-63)
- [Sulla guerra in Afghanistan] La maggior parte delle operazioni furono infruttuose. Tanto per cominciare, gli afghani sono guerrieri nati. In secondo luogo, queste erano le loro montagne. Terzo, la loro intelligenza ha funzionato. E in quarto luogo, anche senza alcuna intelligenza, i nostri vecchi veicoli militari facevano così tanto rumore e sollevavano così tanta polvere che non era mai molto difficile capire dove fossero diretti gli Shuravi (sovietici). Ovunque ci siamo imbattuti in mine e occasionalmente in imboscate, di solito vicino ai villaggi.
- Most of the operations were fruitless. To begin with, the Afghans were born warriors. Second, these were their mountains. Third, their intelligence worked. And fourth, even without any intelligence, our old military vehicles made so much noise and threw up so much dust that it was never very hard to figure out where the Shuravi (Soviets) were going. Everywhere, we were met with mines, and occasionally with ambushes, usually near villages. (p. 70)
- [Sulla guerra in Afghanistan] Ho cercato di capire chi stava combattendo contro chi e perché, e penso di aver capito bene. Per quanto ho potuto vedere, si dividevano in sei categorie.
Prima di tutto, c'erano persone che trovavano intollerabili le truppe di occupazione. Erano persone orgogliose, indipendenti e amanti della libertà. Patrioti.
La seconda categoria era composta da persone che, a seguito del caleidoscopio di cambiamenti del regime – Zahir Shah – Taraki – Amin – Karmal – avevano perso alcune proprietà e speravano di riaverle indietro, o acquisire nuove proprietà nel corso della guerra.
La terza categoria era costituita dai fanatici religiosi. Gli infedeli nella loro terra insultavano la loro sensibilità religiosa. Stavano conducendo una guerra santa – una jihad – ed erano pronti a combatterla per decenni, se necessario, fino a quando l'ultimo infedele fosse fatto a pezzi, spazzato via o portato via dal vento. Avevano la brutta abitudine di far esplodere i cadaveri in pezzettini.
La quarta categoria era composta dai mercenari. Provenivano da diverse etnie, erano coraggiosi sotto tutti gli aspetti e avevano un alto livello di preparazione professionale, ma avevano un tallone d'Achille. Questi uomini hanno venduto la loro capacità di combattere. Organizzare un'imboscata in modo impeccabile, e poi frantumare e saccheggiare una colonna di passaggio: questo potevano farlo. Ma se qualcuno avesse opposto una dura resistenza, i mercenari sarebbero fuggiti, lasciandosi dietro tutto, compresi i propri morti e feriti.
La quinta categoria era unica. In Afghanistan dovevi pagare per una moglie, ed era costoso. Un uomo povero si sarebbe sgobbato facendo un lavoro massacrante e, molto tempo dopo aver compiuto trent'anni, non avrebbe ancora avuto nulla da guadagnare: niente casa, niente dimora, niente moglie. Ci sono molte persone così in Afghanistan. La gente ne approfittava così:
"Quanti anni hai, Mahmoud?"
"Trentasei."
"Quanti soldi ti servono per comprare una casa e una moglie?"
"Centomila afgani."
"Posso darti 200.000, Mahmoud, così potrai comprarli tutti e vivere come un uomo. Ma ricorda: Allah non dà mai niente a nessuno gratuitamente. Devi guadagnartelo. O più precisamente, devi lottare per questo. Solo un anno, Mahmoud. Prima che ti guardi intorno, sarà sparito. E poi...."
Era un'offerta che non poteva rifiutare. O Mahmoud avrebbe preso gusto al sangue, e allora nessuno avrebbe potuto fermarlo; oppure, dopo aver scontato onestamente il suo anno, si sarebbero accordati su: "Hai combattuto bene, Mahmoud. Grazie e vai in pace".
Ma nessuno, che io sappia, ha mai percorso più di un chilometro "in pace".
E con mio profondo rammarico, noi stessi siamo stati la causa della sesta categoria. I dushmani occuperebbero qualche villaggio pacifico, bombarderebbe una colonna sovietica e le causerebbe grandi sofferenze. Il comandante infuriato, guidato dal principio "Lasciate piangere le loro madri", si volterebbe e lascerebbe che il villaggio avesse tutto ciò che aveva. Se fosse stato creativo, avrebbe chiamato da quattro a otto elicotteri per attaccare il villaggio.
Dopo gli elicotteri, una batteria di artiglieria avrebbe pompato da duecento a trecento proiettili nel villaggio, e poi avrebbero scoperto che su dieci persone uccise, una di loro poteva essere un Dushman, gli altri ovviamente civili.
Un uomo, che non ha assolutamente nulla a che fare con la guerra e che non vuole combattere, un giorno torna a casa e scopre che la moglie che aveva non c'è più; i figli che aveva non ci sono più; la madre che aveva non c'è più. E il suo sangue ribolle. Cessa di essere un uomo; ora è un lupo, pronto a uccidere senza fermarsi. E più a lungo dura la guerra, più questi lupi avrai. E noi, ad ogni nuovo turno di rimpiazzi, gettavamo una folla di ragazzi inesperti in questo maledetto mercato. Con il passare degli anni, i lupi diventavano sempre più duri e i bambini rimanevano bambini.
È così che va la guerra. Ma durante la guerra potevi ancora trovare persone così stupide da chiedere: "Perché non hai ancora vinto la guerra?"
- I tried to figure out who was fighting against who and why, and I think I got it right. As far as I could see, they fell into six categories.
First, there were people who found any occupation troops intolerable. These were proud, independent, and freedom-loving people. Patriots.
The second category was made up of people who, as a result of the kaleidoscope of changes in regime – Zahir Shah – Taraki – Amin – Karmal – had lost some property and hoped to get it back, or acquire new property in the course of the war.
The third category was made up of religious fanatics. Infidels to their land insulted their religious sensibilities. They were waging a holy war – a jihad – and were ready to wage it for decades, if necessary, until the last infidel was cut to pieces, swept away, or carried off by the wind. They had the nasty habit of blowing corpses up into little pieces.
The fourth category was made up of mercenaries. They came from various ethnic groups, were brave in all respects, and had a high level of professional training, but they had one Achilles heel. These men sold their ability to fight. To organize an ambush in a letter-perfect way, and then shatter and pillage a passing column – that they could do. But if anyone offered tough resistance, the mercenaries would run, leaving everything behind, including their own dead and wounded.
The fifth category was unique. In Afghanistan, you had to pay for a wife, and it was expensive. A poor man would slave away doing back-breaking work, and, long after he turned thirty, he would still have nothing to show for it: no house, no home, no wife. There are a lot of people like that in Afghanistan. People took advantage of this along the following lines:
"How old are you, Mahmoud?"
"Thirty-six."
"How much money do you need to buy a house and a wife?"
One hundred thousand Afghani."
"I can give you 200,000, Mahmoud, so you can buy it all, and live like a man. But remember: Allah never gives anybody anything for free. You have to earn it. Or more accurately, you have to fight for it. Just one year, Mahmoud. Before you look around, it will be gone. And then...."
It was an offer he couldn't refuse. Either Mahmoud would get a taste for blood, and then there would be no stopping him; or, after serving out his year honestly, they would settle up: "You fought well, Mahmoud. Thank you, and go in peace".
But nobody, as far as I know, ever went more than a kilometer "in peace."
And to my deep regret, we ourselves were the cause of the sixth category. The Dushmani would occupy some peaceful village, shell a Soviet column, and cause it great suffering. The enraged commander, guided by the principle "Let their mothers cry", would turn and let the village have it with everything he had. If he were inventive, he would then call fo four to eight helicopters to make a strike on the village.
After the helicopters, an artillery battery would pump two hundred to three hundred shells into the village, and afterwards, they'd find out that out of every ten people killed, one of them might be a Dushman, the rest, of course, civilians.
A man, who has absolutely nothing to do with the war and who doesn't want to fight, returns home one day to find that the wife he had is now gone; the children he had are now gone; the mother he had is now gone. And his blood boils. He ceases to be a man; he is now a wolf – ready to kill without stopping. And the longer the war lasts, the more of these wolves you have. And we, with each noew shift of replacements, threw a crowd of inexperienced kids into this bloody marketplace. With each passing year, the wolves became more and more hardende, and the kids remained kids.
That's how war goes. But during the war you could still find people stupid enough to say, "Why haven't you won the war yet?" (pp. 71-73)
- Nel Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan (Pdpa) c'erano due ali: i parchunisti e i khalqisti. (Parchun significa "bandiera", e Khalq significa "popolo"). I parchunisti costituivano il 30% del partito e il restante 70% erano khalqisti.
Sebbene la minoranza, i parchunisti, che rappresentavano l'ala destra del partito, ne costituivano il fondamento. I grandi proprietari terrieri, studiosi, diplomatici e industriali - l'élite - entrarono tutti in quest'ala del partito.
I khalqisti, l'ala sinistra del partito, erano un insieme eterogeneo: contadini e operai, delinquenti di tutti i tipi, marxisti di estrema sinistra, marxisti di estrema destra, maoisti, ammiratori dei Khmer rossi; insomma, un potpourri di sinistra. Costituivano la maggioranza formale. I paraocchi ideologici, il dogmatismo, l'intransigenza e i disaccordi talvolta arrivavano al punto dello scontro armato. Era tipico dei khalqisti risolvere un disaccordo di partito con l'aiuto di una lunga raffica di fucile automatico. Nessuna persona, nessun problema, niente più disaccordo.
- In the People's Democratic Party of Afghanistan (PDPA) there were two wings: the Parchunist and the Khalqists. (Parchun means "banner", and Khalq means "people".) Parchunists made up 30 percent of the party, and the other 70 percent were were Khalqists.
Though the minority, the Parchunists, who represented the right-wing of the party, were its foundation. The big property owners, scholars, diplomats, and industrialists – the elite – all went into this wing of the party.
The Khalqists, the left-wing of the party, were a motley assemblage: peasants and workers, low-lifes of all types, extreme left-wing Marxists, extreme right-wing Marxists, Maoists, admirers of the Khmer Rouge; in short, a potpourri of leftists. They made up the formal majority. Ideological blinders, dogmatism, intransigence, and disagreements sometimes reached the point of armed confrontation. It was typical of the Khalqists to solve a party disagreement with the help of a long burst from an automatic rifle. No person, no problem, no more disagreement. (p. 73)
- Grazie alla loro schiacciante superiorità intellettuale, i parchunisti occupavano tutti i posti dirigenziali del partito e tutti i posti più importanti nell'esercito. Ma dal grado di comandante di reggimento in giù, i khalqisti dominavano.
L'ala khalqista del Partito odiava l'ala parchunista con ogni fibra della sua anima. Nell'esercito, ciò comportava una disobbedienza diretta. Se il comandante di un reggimento era un parchunista, poteva dare qualsiasi ordine – intelligente, stupido, competente, tempestivo – e non aveva importanza. Qualunque cosa dicesse, sarebbe stato fatto esattamente il contrario, perché era un parchunista.
- Due to their overwhelming intellectual superiority, the Parchunists held all of the leading posts in the Party, and all of the top posts in the army. But from the rank of regimental commander on down, the Khalqists dominated.
The Khalqist wing of the Party hated the Parchunist wing with every fiber of its soul. In the army, this entailed direct disobedience. If the commander of a regiment was a Parchunist, he could give any orders – smart ones, stupid ones, competent ones, timely ones – and it didn't matter. Whatever he said, the exact opposite would be done – because he was a Parchunist. (p. 74)
- La stupidità costa cara. Posso dire con la coscienza pulita che ho fatto tutto il possibile per proteggere la vita dei miei uomini. L'ho mantenuto semplice: ho predicato il principio americano della "terra bruciata". Ho usato il fuoco dell'artiglieria, veicoli blindati ed elicotteri per sopprimere il fuoco dalle postazioni nemiche e non ho mai inviato i miei uomini ad attacchi insensati. Poche madri hanno sofferto per causa mia, ma ci sono state comunque delle perdite. Non importa come pianifichi, non importa come progetti, non importa come manovri, non puoi combattere una guerra senza perdite.
- Stupidity is expensive. I can say with a clear conscience that I did everything I could to protect the lives of my men. I kept it simple: I preached the American "scorched-earth" principle. I used artillery fire, armored vehicles, and helicopters to suppress the fire from enemy emplacements, and never sent my men into foolish attacks. Not many mothers grieved on my account, but there were losses, all the same. No matter how you plan, no matter how you scheme, no matter how you maneuver, you can't fight a war without losses. (p. 76)
- [Sulla guerra in Afghanistan] Circa il 50% di tutte le perdite furono il risultato di disattenzione, distrazione, negligenza, o di qualsiasi cosa diversa dall'azione nemica. La stupidità non è l'assenza di pensiero; è un modo di pensare. Niente viene conteggiato così a buon mercato e niente costa così tanto.
- Roughly 50 percent of all losses were the result of carelessness, absent-mindedness, sloppiness, anything other than enemy action. Stupidity is not the absence of thinking; it's a way of thinking. Nothing is counted so cheaply, and nothing costs so much. (p. 78)
- Se hai qualcosa che vuoi rovinare completamente, assegna quel lavoro ai commandos [afghani] e non dovrai nemmeno controllare. Hanno fatto trapelare il 100% delle informazioni – è difficile dire se per ingenuità o per stupidità. Ma non importa quante volte li avessi avvertiti, non appena avessi comunicato la missione ai suoi ufficiali, l'intero battaglione lo avrebbe saputo un'ora dopo.
- If you have something that you want to ruin completely, assign that job to the commandos, and you won't even have to check it. They leaked 100 percent of the information – whether through naiveté or stupidity it's hard to say. But no matter how many times you warned them, as soon as you told its officers the mission, the whole battalion would know about it an hour later. (p. 78)
- Vorrei scrivere qualche parola sui giubbotti antiproiettile. Ho imparato a non fidarmi di loro in Afghanistan, e non mi fido di loro ancora oggi. I giubbotti antiproiettile comunemente distribuiti alle truppe potevano salvarti solo da tre cose: freddo, pietre e proiettili smussati o esplosi. Ma i giubbotti sono pesanti e le persone provano un vago senso di sicurezza indossandoli.
- Let me say a few words about bullet-proof vests. I learned not to trust them in Afghanistan, and I do not trust them to this day. The bullet-proof vests that were commonly handed out to the troops could save you from only three things: cold, stones, and blunt or spent bullets. But the vests are heavy, and people get a flase sense of security from wearing them. (pp. 85-86)
- Un paracadutista, armato della sua razione secca, è invincibile!
- A paratrooper, armed with his dry ration, is invincible! (p. 88)
- Il domino, a mio avviso, è un gioco che a livello intellettuale è solo leggermente al di sopra del tiro alla fune.
- Dominoes, in my view, is a game which is on an intellectual level only slightly above tug-of-war. (p. 110)
- In ogni azione militare, come in ogni guerra, c'è sempre un primo e un ultimo uomo ucciso. Non puoi farci niente; è il destino.
- In any military action, like in any war, there is always a first and a last man killed. There's nothing you can do about it; it is fate. (p. 115)
- Cosa significa essere ubriachi? È quando hai avuto più di quanto dovresti, ma meno di quanto vorresti.
- What does it mean to be drunk? It's when you've had more than you should, but less than you want to. (p. 123)
- Non puoi cancellare la guerra dalla tua memoria. In pace l'ipocrisia è una maschera facile da indossare, ma la guerra ci rende indecentemente nudi: o sei un uomo e un guerriero, o sei un uomo solo di nome.
- You can't wipe war out of your memory. In peace, hypocrisy is an easy mask to wear, but war makes us indecently naked: either you're a man and a warrior, or you're a man in name only. (p. 130)
- [Sulla guerra in Afghanistan] Abbiamo portato l'Afghanistan a casa con noi – nei nostri cuori, nelle nostre anime, nei nostri ricordi, nelle nostre abitudini, in ogni cosa. Questa avventura politica incompetente, questo tentativo di esportare la nostra rivoluzione, che non si era giustificata, ha segnato l'inizio della fine. Nel 1986 Alma-Ata prese fuoco, e poi Karabakh, Fergana, Georgia, Tagikistan... e lì si diffuse. Il numero delle persone uccise e ferite sul territorio dell'Unione Sovietica ha da tempo superato il numero delle vittime sul suolo afghano.
Chi ci ha delusi? Una burocrazia corrotta. Oggi queste stesse persone hanno semplicemente scambiato le loro tessere di partito con striscioni democratici. Dobbiamo capirlo, altrimenti non cambierà nulla. Potrà solo peggiorare.
- We brought Afghanistan home with us – in our hearts, our souls, our memories, our habits, in everything. This incompetent political adventure, this attempt to export our revolution, which had not justified itself, spelled the beginning of the end. In 1986 Alma-Ata caught fire, and then Karabakh, Fergana, Georgia, Tajikistan... and on it spread. The number of those killed and wounded on Soviet Union territory has long since outstripped the number killed on Afghan soil.
Who failed us? A corrupt bureaucracy. Today, these same people have simply exchanged their Party cards for democratic banners. We must understand that, or nothing will change. It will only get worse. (p. 130)
- L'esercito è un'istituzione profondamente conservatrice e, nella maggior parte dei casi, è un bene. Ma è anche possibile annegare nel dogmatismo e nell'esercito ciò può portare a conseguenze catastrofiche.
- The army is a deeply conservative institution, and for the most part, that's a good thing. But it is also possible to drown in dogmatism, and in the army that can lead to catastrophic consequences. (p. 138)
- [Sulla proibizione] Gli stolti che fecero rispettare questo editto urlarono di gioia mentre tagliavano tutte le viti, rompevano tutte le bottiglie in tutte le distillerie e tornavano in fretta a riferire che avevano fatto il loro lavoro. Le organizzazioni del partito hanno riferito di aver ottenuto una vittoria decisiva e irrevocabile sul "serpente verde dell'abuso di alcol". Il segretario generale è stato naturalmente il primo a dichiarare la sua sobrietà. Gli alti funzionari, in ogni occasione opportuna, tiravano profondi sospiri e dicevano: "Non tocchiamo mai quella roba. Nemmeno una goccia". I capi di ogni dimensione, grado e calibro, insomma, tutti al vertice facevano la stessa cosa.
E sotto? Di seguito, il popolo sovietico, che aveva un senso di contraddizione profondamente radicato, iniziò tranquillamente a bere fino ad ammazzarsi. Anche le persone che erano state asteme per tutta la vita iniziarono a bere. Prima la vodka c'era nei negozi: se volevi, potevi comprarla; se non volevi, non lo facevi. Adesso ricevevi le tessere annonarie: due bottiglie al mese. Chi potrebbe resistere alla lunga fila per scambiare quelle carte con una bottiglia? È diventata una causa santa! Più si cercava di limitare il consumo pro capite di alcol, più il popolo sovietico impazziva. Cominciarono a bere tutto ciò su cui riuscivano a mettere le mani: acqua di colonia, alcol denaturato, vernici... Scoprirono in quali medicinali c'era l'alcol e li ordinarono tutti. Hanno iniziato a produrre birra in casa a oltranza. Tutto e qualsiasi cosa diventava materia prima per la produzione di liquori.
Ascolta, compagni capi, questo è il modo sbagliato di procedere! Devi capire la mentalità della popolazione che controlli. Usa la psicologia inversa! Erigete monumenti agli alcolisti morti prematuramente per le troppe abbuffate. Organizzate "gare di bevute socialiste" tra turni, negozi e intere imprese, sotto lo striscione: "Chi morirà per primo?" Fatene uno sport. Organizzate delle "sbronzate", preferibilmente con esito letale. Seppellite i vincitori come eroi nazionali. Crea il titolo "Beone onorato dell'URSS" e così via. E prima che tu te ne accorga, i contadini si solleveranno e distruggeranno le enoteche e si precipiteranno come pazzi a tagliare le proprie viti.
- The dolts who enforced this edict screamed with glee as they chopped down all the grapevines, smashed all the bottles at all the distilleries, and hurried back to report that they had done their job. Party organizations reported that they had won a decisive and irrevocable victory over the "green snake of alcohol abuse". The general secretary was naturally the first to declare his sobriety. Top officials, at any appropriate occasion, heaved deep sighs and said, "We never touch the stuff. Not a drop". Bosses of all sizes, ranks, and callibres, in short, everyone at the top did the same thing.
And below? Below, the Soviet people, who had a deeply rooted sense of contradiction, quietly started drinking themselves to death. Even people who had been teetotalers all their lives started drinking. Earlier, vodka was there in the stores: if you wanted to, you could buy it; if you didn't, you didn't. Now you received ration cards – two bottles a month. Who could resist standing in a long line to trade in those cards for a bottle? It became a holy cause! The more they tried to limit per-capita alcohol consumption, the more the Soviet people went crazy. They began to drink anything they could get their hands on: eau de cologne, rubbing alcohol, varnish... They figured out which medicines included alcohol and ordered them all. They started home-brewing with a vengeance. Anything, and everything, became raw material for brewing liquor.
Listen, Comrade Bosses, that's the wrong way to go about it! You have to understand the mentality of the population you control. Use reverse psychology! Erect monuments to alcoholics who died before their time from too many binges. Organize "socialist drinking competitions" between shifts, shops, and entire enterprises, under a banner: "Whose boozers will die first?" Make a sport of it. Hold "drink-offs", preferably with a lethal outcome. Bury the victors as national heroes. Create the title "Honored Wino of the USSR", and so on. And before you know it, peasants will rise up and destroy the wine shops and rush madly to cut down their own grapevines. (pp. 143-144)
- Le parole dette volano via, ma le parole scritte restano.
- Spoken words fly away, but written words stay. (p. 155)
- Essere troppo duri non è meno dannoso che essere troppo morbidi.
- Being too hard is no less harmful than being too soft. (p. 165)
- [Sulla prima guerra del Nagorno Karabakh] Sono arrivato a Sumgait un po' più tardi. E lì, per la prima volta dall'Afghanistan, ho visto camion e autobus bruciati, case carbonizzate e i capelli delle persone, naturalmente neri, diventati bianchi a causa degli orrori che avevano visto. E gli occhi... gli occhi... Tutto questo, nel mio paese – com'era allora!
- I got to Sumgait a little later. And there, for the first time since Afghanistan, I saw burned-out trucks and buses, charred houses, and people's hair, naturally black, turned white from the horrors they had seen. And the eyes... the eyes... All this, in my country – as it was at the time! (pp. 165-166)
- Tutta la mia esperienza nel servizio mi ha detto che quanto peggiore è il porco che hai di fronte, tanto più equilibrato e sobrio devi essere. Se parli con lui, usa sempre la forma educata. Qualunque cosa accada, non alzare la voce. E porta sempre almeno due testimoni.
- All my experience in the service told me that the worse the swine who stands before you, the more even-tempered and restrained you have to be. If you talk to him, always use polite form. Whatever happens, don't raise your voice. And always have no fewer than two witnesses. (p. 168)
- Un soldato, un ufficiale, è un uomo pubblico, un funzionario dello Stato. Ciò che fa non è una sua decisione; deve eseguire gli ordini. È ridicolo che persone intelligenti parlino di "democratizzare l'esercito". Per l'amor di Dio, che tipo di "democrazia" può esserci quando un uomo ha il diritto di mandarne un altro alla sua morte? Dovrebbero tenere una riunione e contare prima i voti? In battaglia, è dovere primario e più sacro di un comandante di qualsiasi grado sparare sul posto, come un cane rabbioso, senza alcuna indagine o processo, chiunque prenda in considerazione una simile discussione. Sì, i rapporti nell'esercito possono e devono essere riformati. L'ufficiale e il soldato possono e devono essere avvicinati. La giornata lavorativa può e deve essere regolamentata. Qualsiasi militare può e deve essere ricompensato per il lavoro aggiuntivo. Si può fare e si farà molto per rendere le cose migliori, più umane e più ragionevoli, ma non esiste e non può esistere qualcosa come un "esercito democratico". Se esistesse una cosa del genere, potresti chiamare un'organizzazione del genere come preferisci, ma non un esercito. Un esercito senza il principio del comando unitario, un esercito in cui gli ordini non hanno peso, un esercito senza disciplina – un tale esercito non è altro che una folla. In qualsiasi scontro armato, metà di loro scapperebbero e l'altra metà verrebbe falciata.
- A soldier, an officer, is a public man, an official of the state. What he does isn't his own decision; he has to follow orders. It's ridiculous when clever people talk about "democratizing the army". For God's sake, what kind of "democracy" can there be when one man has the right to send another to his death? Should they have a meeting and count the votes first? In battle, it is the primary and most sacred duty of a commander of any rank to shoot on the spot, like a mad dog, without any investigation or trial, anyone who even contemplates such a discussion. Yes, relations in the army can, and must, be reformed. The officer and the soldier can, and must, be brought closer together. The working day can, and must, be regulated. Any serviceman can, and must, be compensated for additional work. Much can, and will, be done to make things better, more humane, and more reasonable, but there is not, and cannot be, such a thing as a "democratic army". If there were such a thing, you could call such an organization anything you like, but not an army. An army without the principle of unitary command, an army where orders have no force, an army without discipline – such an army is nothing more than a mob. In any armed confrontation, half of them would run away and the other half would be mowed down. (pp. 170-171)
- [...] divenne chiaro che era nello stile di Gorbačëv lasciare la città ogni volta che sembrava che da qualche parte stesse per scoppiare un conflitto.
- [...] it became clear that it was Gorbachev's style to get out of town whenever it looked as if a conflict would break out somewhere. (p. 173)
- Il sistema fognario deve funzionare, qualunque sia il regime al potere.
- The sewer system has to run, no matter what regime is in power. (p. 182)
- La morte è facile da affrontare quando si fa parte di una folla, ma quando il governo tira fuori un individuo dalla folla, pochi sono coraggiosi.
- Death is easy to face when you're part of a crowd, but when the government pulls an individual out of the crowd, few are brave. (p. 182)
- [Sulla prima guerra del Nagorno Karabakh] Siamo rimasti stupiti dalla posizione che stavano assumendo le forze dell’ordine locali. Gli armeni, siano essi sospettati o vittime, sarebbero sottoposti a insulti, umiliazioni e percosse. Non c'era riguardo per la giustizia, almeno non per gli armeni.
- We were astonished at the position of the local law enforcement agencies were taking. Armenians, whether suspects or victims, would be subjected to insults, humiliations, and beatings. There was no question of justice, at least not for Armenians. (p. 182)
- [Sulla prima guerra del Nagorno Karabakh] La tensione aumentò notevolmente quando i profughi azeri iniziarono ad arrivare dall'Armenia. Cenciosi, bastonati, isterici, senza un soldo e nemmeno un tozzo di pane, facevano paura, per la febbre della loro rabbia, per la loro sete di vendetta. Inizialmente furono sfortunati perché erano fuggiti per salvarsi dalla violenza e dalla crudeltà, privati di tutto – un tetto sopra la testa, bestiame, mobili, vestiti, denaro – nel giro di un'ora. E in secondo luogo perché erano ben lungi dall'essere accolti nella loro "patria storica". Dopo aver vissuto per secoli in Armenia, avevano perso gran parte della loro lingua, dei loro costumi e delle loro abitudini, e furono subito soprannominati con disprezzo "Yerazy" - azeri di Erevan - e furono trattati come "intoccabili". Erano trattati con disprezzo o con schizzinosa compassione. Le autorità azere si sono limitate a dare a ciascun rifugiato 50 rubli.
- The tension significantly increased when Azeri refugees began arriving from Armenia. Ragged, beaten, hysterical, without a kopeck to their name or even a crust of bread, they were scary, because of the fever of their rage, their thirst for revenge. They were unfortunate first because they had fled for their lives from violence and cruelty, deprived of everything – a roof over their heads, cattle, furniture, clothing, money – in the course of an hour. And secondly because they were far from welcomed in their "historical homeland". After living for centuries in Armenia, they had lost much of their language, customs, and habits, and were immediately given the contemptuous nickname of "Yerazy" – Yerevan Azeris – and were treated as "untouchables". They were held in contempt, or with squeamish compassion. The Azerbaijanis authorities limited themselves to giving each refugee 50 rubles. (p. 183)
- [Sulla prima guerra del Nagorno Karabakh] Quando un gatto viene messo all'angolo diventa una tigre. Se lo Stato non adotta misure adeguate e lascia i suoi cittadini al limite della sopravvivenza, saranno questi cittadini ad adottare le misure da soli. I profughi azeri iniziarono a impossessarsi di appartamenti e case armeni. Agli abitanti è stato detto: "Ci hanno cacciato dalle nostre case, dalla nostra terra, quindi noi scacceremo voi! 'Occhio per occhio e dente per dente!' Fuori!" (La stessa cosa è successa in Armenia con gli armeni fuggiti dall'Azerbaigian).
- When a cat is driven into a corner, he becomes a tiger. If the state doesn't take appropriate measures and leaves its citizens on the edge of survival, these citizens will take measures themselves. The Azeri refugees began to seize Armenian apartments and houses. Inhabitants were told: "They drove us out of our homes, from our land, so we'll drive you out! 'An eye for an eye, and a tooth for a tooth!' Get out!" (The same thing happened in Armenia with Armenians who had fled from Azerbaijan.) (pp. 183-184)
- [...] non è compito dell'esercito intervenire nella repressione dei disordini interni. Non perché l'esercito non sia abbastanza forte per farlo, ma proprio perché è troppo forte. Dare funzioni di polizia all'esercito in generale, e alle truppe aviotrasportate in particolare, è una grande umiliazione. L'esercito non è preparato psicologicamente ad intraprendere azioni di questo tipo e, se fosse costretto a farlo, ciò provocherebbe solo un feroce risentimento da parte dell'esercito e una grave perdita di rispetto da parte della popolazione.
- [...] it is not the army's business to be involved in putting down internal disorders. Not because the army's not strong enough to do it, but precisely because it's too strong. Giving police functions to the army in general, and to the Airborne troops in particular, is a great humiliation. The army is not prepared psychologically to undertake actions of this type, and if it is forced to do it, it will lead only to fierce resentment by the army, and severe loss of respect from the people. (p. 188)
- It takes only one step back, just one, from any stage of civilization to return us to the apes. (p. 193)
- Quando si parla ad una folla, è importante mantenere la calma assoluta. Nella maggior parte dei casi, la folla riconoscerà la superiorità morale di una persona del genere e si calmerà. Ma le repubbliche transcaucasiche non hanno eguali quando si tratta di formare grandi folle unite da un'unica idea.
- When you talk to a crowd, it is important to maintain absolute calm. In most cases, the crowd will recognize the moral superiority of such a person and quiet down. But the Transcaucasian republics have no equals when it comes to forming huge crowds united by a single idea. (p. 196)
- Non ho mai perdonato, e non perdonerò mai, un insulto personale. Poche persone nella mia vita sono state così stupide da farlo, e tutte lo hanno pagato caro.
- I have never forgiven, and will never forgive, a personal insult. Few people in my life have been foolish enough to do so, and they have all paid for it dearly. (p. 196)
- Quindi, siamo davvero solo un paese di imbecilli? Le bugie che ci hanno sistematicamente propinato sono rimaste attaccate alle nostre orecchie, così da non poterle più scrollare di dosso? È difficile dirlo e forse non è nemmeno più così importante. Puoi dire che è storia. Puoi sputarci sopra o venerarlo, ma non puoi rifarlo.
- So, are we really just a country of fools? Have the lies that they've systematically fed us stuck to our ears, so that we can't shake them off anymore? It's hard to say, and perhaps it isn't even all that important anymore. You can say it's history. You can spit on it or venerate it, but you can't remake it. (p. 202)
- Cos'è un commissariato militare, quando non c'è controllo, quando lo spirito di corruzione e le storie di illegalità e prepotenza sono nell'aria? Una miniera d'oro.
- What is a military commissariat, when there is no control, when the spirit of corruption and stories of lawlessness and high-handedness are in the air? A bonanza. (p. 211)
- [Sulla guerra civile in Georgia] [...] il conflitto in Georgia è stato solo l'inizio, una guerra di tutti contro tutti, con decine di migliaia di vittime. Libertà, indipendenza e sovranità si sono trasformate in freddo, fame, povertà e nella totale distruzione di un paese un tempo prospero. Quando la guerra finì, a Shevardnadze, "il grande timoniere", rimase solo una Tbilisi semidistrutta, dove gas, acqua ed elettricità non erano altro che un piacevole sogno. Ma tutto questo doveva avvenire.
- [...] the conflict in Georgia was only the beginning, a war of all against all, with tens of thousands of victims. Freedom, independence, and sovereignty turned into cold, hunger, poverty, and the total destruction of a once-prosperous country. When the war ended, Shevardnadze, "The Great Helmsman", was left with nothing but a half-destroyed Tbilisi, where gas, water, and electricity were nothing but a pleasant dream. But all this was to come. (p. 215)
- [Sulla prima guerra del Nagorno Karabakh] C'è un'antica battuta che suona più o meno così: il comandante di un reggimento sta discutendo con il suo capo di stato maggiore. Chiamano il funzionario politico a fare da arbitro. Ascolta il comandante e riassume: "Comandante, hai ragione". Poi ascolta il capo di stato maggiore e dice: "Hai ragione!" Il segretario del comitato del partito interviene: "Come può essere? Il comandante ha ragione, e anche il capo di stato maggiore ha ragione? Non può essere!". Il funzionario politico dice: "Anche tu hai ragione!"
Questa battuta è il modo migliore per riassumere la posizione assunta da Michail Gorbačëv rispetto ai continui problemi in Azerbaigian. L'Armenia aveva ragione. L'Azerbaigian aveva ragione. Aveva ragione anche la Turchia, l'Iran, la diaspora armena all'estero e in generale chiunque volesse intervenire nel conflitto in Azerbaigian.
- There's an ancient joke that goes something like this: The commander of a regiment is arguing with his chief of staff. They bring in the political officer to act as a referee. He listens to the commander and sums up, "Commander, you're right". Then he listens to the chief of staff and says, "You're right!" The party committee secretary butts in: "How can this be? The commander's right, and the chief of staff is also right? It can't be!" The political officer says, "You're right, too!"
This joke is the best way to summarize the position taken by Mikhail Gorbachev to continuing troubles in Azerbaijan. Armenia was right. Azerbaijan was right. Turkey, Iran, the Armenian diaspora abroad, and in general, anyone who wished to intervene in the conflict in Azerbaijan was also right. (p. 221)
- Spesso l'eroismo si accompagna alla stupidità, anche se è triste doverlo dire. Dove c'è il buon senso, vengono alla ribalta le tattiche elementari: si corre a raffiche brevi o si striscia. Ma un soldato o un ufficiale penetrato dalla psicologia dell'inespugnabilità semplicemente si rimbocca le maniche, si attacca una sigaretta al labbro inferiore, porta la pistola inclinata e cammina avanti senza fretta mostrando in modo dignitoso il suo eloquente disprezzo per tutto e per tutti – per la propria vita e per il nemico.
Da un lato devi lottare contro questo tipo di psicologia, perché se la incoraggi porterà a perdite umane ingiustificate, ma dall'altro non puoi combattetelo troppo duramente, perché se un uomo sa per certo che verrà ucciso in un attacco, non attaccherà!
- Frequently, heroism is accompanied by stupidity, although it is sad to have to say so. Where there is common sense, elementary tactics come to the fore: you run in short bursts, or crawl. But a soldier or officer penetrated with the psychology of impregnability just rolls up his sleeves, sticks a cigarette to his lower lip, carries his gun atilt, and walks forward in no hurry showing in a dignified way his eloquent contempt for everything and everyone – for his own life and for the enemy.
On the one hand, you have to fight against this kind of psychology, for if you encourage it, it will lead to unjustified human losses, but on the other hand, you can't fight against it too hard, because if a man knows for sure he will be killed in an attack, he won't attack! (pp. 236-237)
- Ho trovato strano leggere il comando "Carica!" nei regolamenti militari. E non l'ho mai sentito usare in tutta la mia vita. Una volta ho chiesto informazioni ad alcuni veterani e mi hanno confermato che non sarebbe mai stato possibile convincere la gente a lanciarsi in un vero attacco con un comando così secco. Nella battaglia reale, le persone vengono comandate principalmente attraverso parolacce.
- I found it strange for me to read the command, "Charge!" in the military regulations. And I have never heard it used in my whole life. I once asked some veterans about it, and they confirmed that you could never get people to go into a real attack with such a dry command. In real battle, people are commanded chiefly through profanity. (p. 237)
- Ero abituato a vedere le immagini dei nostri leader sui manifesti nelle sale conferenze di Lenin con la didascalia "Il Politburo del Comitato Centrale del Pcus", dove ringiovaniti e ritoccati da una mano abile, guardavano al futuro, consapevolmente e intenzionalmente. Quando ho confrontato le loro pietose e borbottanti risposte alle domande più semplici con queste immagini, mi è venuto in mente involontariamente il pensiero: "Chi sono queste persone che ci governano?" Mio Dio! Perché il nostro Paese, famoso per le sue menti brillanti, deve essere governato da vecchi senili che hanno perso ogni contatto con la realtà? Dove ci stanno portando e perché li stiamo seguendo? Quanto vale un Paese se è "guidato" dalla pallida debolezza e l'impotenza organizzativa? Come possono governare il Paese persone a cui manca la più elementare lucidità di pensiero? Come siamo arrivati a questo, come è diventato possibile?
- I was used to seeing the pictures of our leaders on posters in Lenin conference rooms with the caption, "The Politburo of the Central Committee of the CPSU", where rejuvenated and retouched by an artful hand, they looked into the future, knowingly and purposefully. When I compared their pitiful, mumbling answers to the simplest questions with these pictures, the thought involuntarily came to mind: "Who are these people who are ruling us?" My God! Why does our country, which has been famous for its brilliant minds, have to be ruled by senile old men who have lost all touch with reality? Where are they leading us, and why are we following them? What is a country worth if it is "led" by pale feebleness and organizational impotence? How can people, who lack the most elementary clarity of thought, govern the country? How did we come to this, how did it become possible? (p. 250)
- Perché nonostante la nostra colossale ricchezza (nessun paese al mondo può paragonarsi al nostro!), viviamo in povertà e miseria? Perché non siamo padroni della nostra terra? Perché sputiamo sull'ambiente che sarà dei nostri figli e nipoti dopo di noi? Dozzine, centinaia di "come" e "perché" amari e senza risposta si riversano dalla nostra povera terra sofferente.
- Why is it that in spite of our colossal wealth (not a single country in the world can compare with ours!), we live in poverty and misery? Why are we not masters of our own land? Why do we spit on the environment that will be our children's and grandchildren's after us? The dozens, the hundreds of bitter and unanswerable "hows" and "whys" spill out from our poor suffering land. (p. 252)
- Non sapere è sempre peggio di un guaio sicuro, perché genera ansia e sfiducia. Avevamo adottato, per esempio, la pratica secondo cui, se fossimo andati in Azerbaigian, avremmo lasciato i ragazzi azeri nelle baracche; se fosse l'Armenia, sarebbero gli armeni; e se fosse stata la Georgia, i georgiani. Non perché non ci fidassimo di loro, ma perché quando tutto fosse finito, avrebbero dovuto vivere lì! Non c'è bisogno di trasformare un ventenne in una bomba a orologeria umana che potrebbe esplodere in qualsiasi momento.
- Not knowing is always worse than sure trouble, because it generates anxiety and lack of confidence. For example, we had adopted the practice that if, say, we were going to Azerbaijan, we'd leave the Azeri guys behind in the barracks; if it was Armenia, it would be the Armenians; and if it was Georgia, the Georgians. Not because we didn't trust them, but because after it was all over, they'd have to live there! There's no need to turn a twenty-year-old into a human time bomb that could blow up at any time. (p. 265)
- La sensazione angosciante che qualcosa si fosse rotto non se ne andò nemmeno quando tornai a casa. Al contrario, è peggiorato. Coloro che avevano accettato con entusiasmo la perestrojka, dopo cinque anni di infruttuosi tentativi di ristrutturazione erano diventati moralmente stanchi e profondamente delusi sia dall'idea stessa che da coloro che l'avevano realizzata. Tutti erano stufi della stupidità della nomenklatura e dell'arroganza del partito, intrecciata con impotenza e debolezza organizzativa. Tutti sapevano che da questo mostro chiamato "perestrojka" non sarebbe venuto fuori nulla, ma nessuno aveva idea di cosa fare dopo.
Questa mancanza di chiarezza, di definizione, questa disperazione e malinconia rendevano le persone meschine, e di conseguenza si è verificata un'ondata di crimini e suicidi. Su scala più ampia, ciò ha portato a conflitti interetnici. Il prezzo della vita umana scese precipitosamente, fino ad attestarsi al livello di un cane bastardo. Se ne uccidi uno - vabbè, scusa e tutto il resto - soffri per qualche minuto e poi vai avanti con la tua vita.
La vita, se così si può chiamare, andava avanti. I bambini si erano abituati a passare tra i cadaveri mentre andavano a scuola. E questo tornerà a tormentarci. Siamo stati noi a mettere queste "mine ad azione ritardata" nell'anima dei nostri figli, ed esse esploderanno, ancora e ancora, per molto tempo a venire.
- The distressing feeling that something had broken did not go away, even when I returned home. On the contrary, it got worse. People who had eagerly accepted perestroika had become morally weary after five years of fruitless attempts at restructuring, and were deeply disappointed, both in the idea itself, and in those who carried it out. Everyone was sick of the nomenklatura's stupidity and the Party's arrogance, laced with impotence and organizational weakness. Everyone knew that nothing would come of this monster called perestroika, but no one had any idea what to do next.
This lack of clarity, of definition, this hopelessness and melancholy made people mean, and as a consequence, there was a wave of crimes and suicides. On a larger scale, this led to inter-ethnic conflicts. The price of human life dropped precipitously, until it came to rest at the level of a mongrel dog. If you killed one of them – oh well, sorry and all that – you grieve for a few minutes and then get on with your life.
Life, if you could call it that, went on. Children got used to stepping through corpses on their way to school. And this will come back to bite us. We were the ones who put these "delayed-action mines" in our children's souls, and they will go off, again and again, for a long time to come. (p. 279)
- I partiti, le sette, i calcoli e i calcoli astrologici crebbero e si moltiplicarono, ma nulla cambiò in meglio. Ciò ha portato a una nuova ondata di delusione, al discredito delle autorità, alla fede in un miracolo, in un "eroe". E ancora, il vecchio pensiero latente cominciò a risvegliarsi: Lo Zar. Lo zar è una divinità, oggetto di ammirazione. Tutto ciò che c'è di buono su questa terra viene da lui. Se solo potessimo eleggere o nominare un buon zar, tutto andrebbe meglio. Non del tutto bene, perché sotto uno zar c'erano sempre boiardi (nobili) che si sforzavano di allontanare la divinità dalla gente. Ma era inevitabile.
- The parties, sects, and astrological computations and calculations grew and multipled, but nothing changed for the better. This led to a new wave of disappointment, to a discrediting of authorities, to faith in a miracle, a "hero". And again, the old, latent thought began to stir: The Czar. The czar is a deity, an object of admiration. Everything good on this earth comes from him. If we could just elect or appoint a good czar – everything would be better. Not completely all right, because under a czar, there were always boyars (noblemen) who strove to move the deity away from the people. But that was inevitable. (p. 281)
- Un'ondata di porcherie ha attraversato il paese con la velocità di uno tsunami. E per tutto questo tempo gli idoli del Partito, che non avevano idea di cosa stesse succedendo, si spartirono voluttuosamente il potere. Gorbačëv, il nostro timoniere e architetto, è diventato progressivamente il "miglior tedesco", il "miglior ebreo", il "miglior americano". Era il migliore ovunque tranne che nel suo paese. Nel suo paese, a quel tempo, era diventato semplicemente "Miška l'Uomo Marchiato".
- A wave of rubbish rolled across the country with the speed of a tsunami. And all this time, the Party idols, who had no idea what was going on, were voluptuously dividing up power among themselves. Gorbachev, our Helmsman and Architect, progressively became the "best German", the "best Jew", the "best American". He was the best everywhere except his own country. In his own country, by that time, he had become simply "Mishka the Marked Man". (p. 282)
- Il dogmatismo era dilagante. Gli slogan includevano parole come "distruggere", "annientare", "diffamare", "spazzare via". L'atmosfera era piena di odio e di disprezzo, che ha portato alle menzogne più spudorate, alla demagogia, al populismo e all'indulgenza. Nessuno si prese più nemmeno la briga di fare appello all'interesse nazionale. L'interesse nazionale è diventato fuori moda.
- Dogmatism ran rampant. Slogans included words like "destroy", "annihilate", "smear", "wipe out". The atmosphere was full of hatred and spite, which led to the most shameless lying, demagoguery, populism, and pandering. No longer did anyone even bother to appeal to the national interest. The national interest became unfashionable. (p. 283)
- Il rifiuto di un percorso pacifico, naturale ed evolutivo di rinnovamento del Paese, la totale e fatale riluttanza a pensare e il desiderio di trarre profitto dalle distorsioni politiche hanno portato fin dall'inizio a un vicolo cieco e, alla fine, al collasso dello Stato.
- The rejection of a peaceful, natural, evolutionary path of renewal for the country, the total and fatal unwillingness to think, and the desire to profit from the political mudslinging led to a dead end at the very outset, and, in the end, to the collapse of the state. (p. 284)
- I maggiori esponenti dell'economia si mettevano la parrucca e organizzavano accese gare teoriche per vedere "chi avrebbe potuto fare della Russia la Terza Roma nel minor numero di giorni". Il volto luminoso della rivoluzione faceva capolino dalle pagine dei loro programmi. Tutti avevano dimenticato, innanzitutto, che la rivoluzione è sempre negativa e sempre carica di conseguenze negative; e in secondo luogo, che si erano guadagnati le parrucche e gli abiti accademici, le cattedre e i dottorati abbattendo il cavallo dell'economia politica socialista. Tre giorni, cinque giorni, cento giorni... Aleksandr Isaevič Solženicyn disse allora che anche in cinquecento giorni sarebbe stato possibile solo rovinare la Russia.
- The leading economic minds were pulling out their wigs, organizing heated theoretical races to see "who could make Russia the Third Rome in the fewest days". The bright face of revolution peered out from the pages of their programs. They had all forgotten, first of all, that revolution is always bad and always fraught with negative consequences; and second, that they had earned their wigs and academic robes, their professorships and doctoral degrees by running the horse of the socialist political economy to the ground. Three days, five days, one hundred days... Aleksandr Isaevich Solzhenitsyn said at that time that even in five hunded days it was only possible to ruin Russia. (p. 287)
- Sono stato istruito da persone piuttosto intelligenti, e loro consideravano una verità indiscutibile il fatto che serviva riferire la situazione così com'era realmente, e non nel modo in cui qualcuno voleva sentirla. Solo così si poteva prendere la decisione giusta.
- I had been taught by some pretty smart people, and they considered it an indisputable truth that you had to report the situation the way it really was, and not the way someone wanted to hear it. That was the only way that the right decision could be made. (p. 312)
- Si dice che si possa ottenere un voto negativo in tattica per tre cose: sferrare un attacco nucleare contro le proprie truppe, attraversare un fiume invece di attraversarlo e "avanzare" nella direzione opposta a quella del nemico.
- There is a saying that you can get a failing grade in tactics for three things: delivering a nuclear strike on your own troops, going through a river instead of crossing it, and "advancing" in the opposite direction from the enemy. (p. 317)
- [Sul putsch di agosto] Come essere umano, mi dispiace che delle vite siano andate perdute. Possano trovare la strada per il Paradiso e che le loro anime riposino in pace. Ma il fatto che essi siano diventati gli ultimi eroi dell'Unione Sovietica, gli ultimi nella storia di quel paese, a ricevere il titolo postumo dalle mani di coloro che si preparavano a liquidare l'Unione Sovietica, suona sempre più blasfemo con ogni giorno e mese che passa.
- As a human being, I am sorry that lives were lost. May they find their way to Heaven, and may their souls rest in peace. But the fact that they became the last Heroes of the Soviet Union, the last in that country's history, being awarded the title posthumously from the hands of the people who were getting ready to liquidate the Soviet Union, sounds more and more blasphemous with each passing day and month. (p. 319)
- Come una capanna di legno divorata dalle termiti, l'Unione Sovietica era erosa dalla triplice immoralità di pensare una cosa, dirne un'altra e fare qualcos'altro. E ora l'Unione Sovietica non esiste più. Coloro che non si rammaricano della sua disintegrazione non hanno cuore, e coloro che pensano che possa essere ripristinata nella sua forma originale non hanno cervello. Ma c'è qualcosa di cui rammaricarsi: c'è una grande differenza tra essere cittadino di una grande potenza, con molti difetti, ed essere cittadino di un paese emaciato "in via di sviluppo".
Ma la Russia è ancora qui, e le stesse termiti sono ancora dentro di lei. L'élite del nostro Partito, i nostri impareggiabili leader, sono diventati più forti come risultato di molti anni di allevamento selettivo, e hanno imparato a essere resilienti e a tenere il naso al vento. Sembrava che fossimo tutti sulla strada verso un futuro luminoso insieme, ma non appena il vento ha cominciato a soffiare in una direzione diversa, loro, i nostri leader della nomenklatura, sono stati abbastanza intelligenti da restare un po' indietro, gettano le loro tessere del partito nella spazzatura e issano striscioni democratici. Ancora una volta, erano davanti a tutti, portandoci verso un futuro non meno luminoso, questa volta capitalista.
- Like a log cabin eaten away by termites, the Soviet Union was eroded by the triple immorality of thinking one thing, saying another, and doing something else. And now, the Soviet Union no longer exists. Those who do not regret its disintegration have no heart, and those who think that it can be restored in its original form have no brains. But there is something to regret: there is a big difference between being a citizen of a Great Power, with many shortcomings, and being the citizen of an emaciated "developing" country.
But Russia is still here, and the same termites are still inside her. Our Party elite, our peerless leaders, have become stronger as the result of many years of selective breeding, and they have learned to be resilient and keep their noses to the wind. It seemed that we were all on the way to a bright future together, but as soon as the wind started blowing in a different direction, they, our leaders from the nomenklatura, were smart enough to lag behind a little, throw their Party cards in the trash, and hoist democratic banners. Once again, they were ahead of everyone, leading us now to a no less brighter future – this time a capitalist one. (p. 320)
- [Sul putsch di agosto] E cosa è successo alla comunità di persone ripetutamente lodata chiamata "popolo sovietico"? Dove guardavano quando il loro amato paese veniva fatto a pezzi proprio davanti a loro? Non posso rispondere per tutti, ma non è difficile indovinarlo. Quando la tensione intorno alle mura della Casa Bianca era al culmine, non c'erano più di centomila persone, ovvero solo l'1% della popolazione della città eroica di Mosca. Cosa stava facendo il restante 99%? Compravano febbrilmente maccheroni e facevano finta di nulla. C'era un'altra folla in piedi sotto gli stendardi rossi da qualche parte lì vicino, impaziente di unirsi allo scontro? Al momento della conclusione dello spettacolo, non era rimasta altro che una folla enorme, non unita da alcuna idea che si elevasse al di sopra delle preoccupazioni etniche con nulla in comune, la maggior parte della quale pensava "come posso sopravvivere", mentre gli altri cercavano un modo per trarre profitto dal caos.
- And what happened to the repeatedly praised communiy of people called the "Soviet people"? Where were they looking when their beloved country was being torn apart right in front of them? I cannot answer for everyone, but it isn't hard to guess. When the tension near the walls of the White House was at its peak, there were no more than one hundred thousand people there – only 1 percent of the population of the hero city of Moscow. What were the other 99 percent doing? They were feverishly buying up macaroni and pretending that nothing was going on. Was there another crowd standing under red banners somewhere close, itching to enter the fight? By the time of the spectacle's denouement, there was nothing left but an enormous crowd, not united by any idea that rose above ethnic preoccupations with nothing in common, most of whom were thinking "how can I survive", while the rest were looking for a way to profit from the chaos. (p. 321)
- [Sul putsch di agosto] Ero tormentato dalla sensazione che qualcosa di grande e importante mi fosse appena passato accanto, di non averlo visto, di non averlo capito, e ora era troppo tardi per capirlo. Ciò mi ha fatto invidiare quelli che capivano, e mi sono sentito terribilmente irritato anche con loro.
- I was tormented by the sense that something big and important had just passed me by, and that I hadn't seen it, hadn't understood it, and now it was too late to figure it out. That made me envy those who did understand, and I felt terribly irritated with them, too. (p. 324)
- [Su Aleksandr Vladimirovič Ruckoj] Far stare sull'attenti "il popolo" era tutto ciò che sapeva sulla democrazia.
- Making "the people" stand at attention was all he knew about democracy. (p. 325)
- [Su guerra di Transnistria] Per quanto riguarda la Transnistria, dovrei scriverne in dettaglio o non scriverne affatto. A questo punto la mia delusione è ancora troppo grande. Forse un giorno scriverò di coloro che furono coraggiosi in battaglia, ma indifesi davanti ai furfanti insolenti in casa. Potrei scrivere di come le brave persone siano state messe l'una contro l'altra per interessi politici egoistici e di come l'impulso umano alla libertà venga spudoratamente sfruttato per creare un piccolo principato, dove gli eccessi più sfrenati regnano sovrani. Forse. Ma non ora.
- When it comes to Transdniester, I would either have to write about it in detail or not write about it at all. At this point, my disappointment is still too great. Perhaps someday I will write about those who were courageous in battle, but helpless before insolent scoundrels at home. I could write about how good people were played off against one another for selfish political interests, and about how the human urge for freedom is being shamelessly exploited to create a little principality, where the wildest excesses reign supreme. Perhaps. But not now. (p. 332)
- Quando un ufficiale prende una decisione, dovrebbe vedere la vittoria con gli occhi della mente e non il pubblico ministero militare che gli sta con il fiato sul collo.
- When an officer makes a decision, he should see victory in his mind's eye, and not the military prosecutor breathing down his neck. (p. 334)
- [...] per rovinare una grande potenza bisogna prima rovinare il suo esercito.
- [...] to ruin a great power, one must first ruin its army. (p. 334)
- [...] se un leone è a capo di un esercito di leoni, la vittoria è assicurata. Se un leone si trova a capo di un esercito di asini, le probabilità sono cinquanta e cinquanta. Ma se un asino si trova a capo di un esercito di leoni, tanto vale rinunciare!
- [...] if a lion stands at the head of an army of lions, victory is assured. If a lion stands at the head of an army of asses, the chances are fifty-fifty. But if an ass stands at the head of an army of lions, you can call it quits! (p. 338)
- Le persone intelligenti imparano dagli errori degli altri. Le persone stupide imparano da sole.
- Smart people learn from other people's mistakes. Stupid people learn from their own. (p. 342)
- Siamo tutti colpevoli, tutti, di aver lasciato che la scopa del nostro grande potere si dipanasse. Il 73% dei cittadini ha votato per l'Unione – e noi l'abbiamo lasciata crollare! Alcuni dei suoi ramoscelli si contorcevano nel fuoco della guerra fratricida; altri si piegarono e si spezzarono sotto la pressione dei fardelli economici, si impoverirono e si divisero, si divisero, si divisero. L'Unione è andata in pezzi. Ora anche la Russia sta cadendo a pezzi. Repubbliche sovrane, oblast' sovrane, città sovrane. Presto arriveremo alle fattorie sovrane, o addirittura alle famiglie sovrane. Russia feudale! Adesso abbiamo iniziato a "scimmiottare" gli altri paesi. Come al solito, seguiamo l'esempio dei nostri "eroi": Stati Uniti, Germania e Giappone. Il nostro obiettivo era "raggiungerli e superarli". Adesso proviamo solo a imitarli.
- We're all guilty, all of us, of letting the broom of our great power unravel. Seventy-three percent of the people voted for the Union – and we let it fall apart! Some of its twigs writhed in the fire of fratricidal war; others bent and broke under the pressure of economic burdens, became impoverished, and split, split, split. The Union fell apart. Now, Russia is falling apart, too. Sovereign republics, sovereign oblasts, sovereign cities. Soon, we'll get to sovereign farms, or even sovereign households. Feudal Russia! Now we've started "aping" other countries. As usual, we're following the example of our "heroes": the U.S.A., Germany, and Japan. We used to tru to "catch up to them, and surpass them". Now, we just try to imitate them. (p. 343)
- L'uomo vive di speranza; non importa quanto siano difficili le cose, solo la speranza lo aiuterà a superare qualsiasi cosa. L'uomo può vivere in situazioni disperate per un periodo di tempo, ma quando pensa che il resto della sua vita sarà vissuto in tali condizioni, perde la speranza. E poi i cadaveri, avvolti in sacchetti di cellofan, inizieranno a riempire i cimiteri.
- Man lives by hope; no matter how hard things are, hope alone will help him overcome anything. Man can live in desperate situations for a period of time, but when he thinks that the rest of his life will be lived in such conditions, he loses hope. And then corpses, wrapped in cellophane bags, will beging to fill the cemeteries. (pp. 344-344)
- Fratelli slavi (e non slavi), scambiando il totalitarismo con la democrazia, non abbiamo semplicemente scambiato una cosa negativa con un'altra?
- Brother Slavs (and non-Slavs), in trading totalitarianism for democracy, haven't we just traded one bad thing for another? (p. 344)
- Lo zar Alessandro III una volta disse che "la Russia non ha amici". Da allora non è cambiato nulla. Legioni di nuovi ricchi strisciano sulla nostra terra. Promettono miliardi e comprano la nostra ricchezza nazionale e le nostre anime a prezzi di magazzino. Con l'aiuto dei voltagabbana, compiono le loro azioni nefaste con un obiettivo in mente: assicurarsi che la Russia non abbia futuro. Lavorano in modo organizzato, senza sonno né riposo, e in ogni dimensione: politica, economica, morale. Spendono generosamente, perché queste spese, paragonate al denaro che costerebbe resistere ad una grande potenza, non sono niente!
- Czar Alexander III once said that "Russia has no friends". Nothing has changed since then. Legions of nouveaux riches are crawling over our land. They promise billions, and they buy up our national wealth and our souls at warehouse prices. With the help of turncoats, they do their black deeds with one goal in mind – to make sure that Russia has no future. They work in an organized way, without sleep or rest, and in every dimension: political, economic, moral. They spend liberally, because these expenditures, compared to the money it would cost to resist a great power, are nothing! (pp. 344-345)
- Se spari al passato con una pistola, il futuro ti risponderà con un cannone.
- If you shoot at the past with a pistol, the future will shoot back with a cannon. (p. 345)
- Il nuovo giogo strisciante, viscido e putrefatto che avanza da ogni parte sulla nostra terra è diretto non solo contro l'involucro materiale del nostro Paese, ma contro lo spirito del suo popolo. Il nemico è terrificante perché è invisibile. Non puoi incrociare le spade con esso. Non puoi ucciderlo con un proiettile. Ma è lì. Sta scuotendo e distruggendo i nostri morali fondamentali, stabiliti dai nostri antenati, e li sta sostituendo con idee straniere. Sta dando origine a tutti i tipi di sette, partiti e oscure organizzazioni pubbliche e predica l'Ortodossia alla Russia ortodossa in inglese. Sta creando il caos politico ed economico e mettendo i gruppi etnici gli uni contro gli altri.
- The new, creeping, slimy, rotting yoke advancing on our land from all sides is directed not only against our contry's material shell, but against the Spirit of its People. The enemy is terrifying because it is invisible. You cannot cross swords with it. You can't kill it with a bullet. But it is there. It is shaking and destroying our fundamental moral foundations, laid down by our ancestors, and replacing them with foreign ideas. It is giving rise to all sorts of sects, parties, and murky public organizations, and is preaching Orthodoxy to Orthodox Russia in English. It is creating political and economic chaos, and setting ethnic groups off against one another. (p. 346)
- Siamo tutti difficili; alcuni vedono e immaginano la rinascita della Russia in modo diverso da come la vediamo noi. E queste è un bene. Veniamo tutti a questo mondo in modo diverso, ed è così che lo lasciamo. E in questa varietà, in questa molteplicità di punti di vista, opinioni e giudizi, la verità come sempre si trova da qualche parte nel mezzo. Si dimostra che ha ragione non con i pugni, ma con la logica, la ragione e l'esperienza. Ciò che veramente merita gloria non è vincere con la forza, ma con la persuasione. Oggi i discendenti di ferventi monarchici e i discendenti di non meno ferventi comunisti si ritrovano insieme in emigrazione. Non c'è più niente che li separi. Siamo tutti figli della Russia ed è tempo di tenderci la mano l'uno verso l'altro.
- We are all difficult; some see and imagine Russia's revival differently from the way we see it. And that's all right. We all come into this world different, and that's how we leave it. And in this variety, this multiplicity of views, opinions, and judgements, the truth as always is found somewhere in the middle. One proves that he is right, not with his fists, but by logic, reason, and experience. What really deserves glory is not conquering by force, but by persuasion. Today, the descendants of fervent monarchists and the descendents of no less fervent communists find themselves together in emigration. There's nothing separating them any longer. We are all children of Russia, and it is time to extend our hands to one another. (p. 351)
- Il nazionalismo russo è come un orso in letargo in inverno. È difficile svegliarlo e farlo muovere. Ma se inizia, non ostacolarlo! Provocherà il terrore. Non lascerà vivere gli altri. E presto non lascerà più vivere neanche se stesso.
- Russian nationalism is like a bear hibernating in winter. It's hard to wake him up and get him moving. But if he gets started, don't stand in his way! He will cause terror. He won't let others live. And soon he won't let himself live either. (p. 352)
- La Chiesa rafforza l'esercito; l'esercito difende la Chiesa. E su questo asse spirituale restaurato – le due forze del nostro grande potere – possiamo cominciare a sentirci di nuovo russi. Questa forza spirituale e questo coraggio, uniti, daranno origine al genio creativo. Un triangolo è una figura dura e irremovibile.
- The Church strengthens the army; the army defends the Church. And on this restored spiritual axis – the two forces of our great power – we can begin to feel like Russians again. This spiritual might and bravery, united, will give rise to creative genius. A triangle is a tough, unshakeable figure. (p. 352)
- Dobbiamo smettere di combattere e iniziare a vivere. Le persone non sono spazzatura, non sono fertilizzante per i campi. Il sangue umano non è acqua. Ha un prezzo.
- We have to stop fighting and start living. People are not trash, they are not fertilizer for the fields. Human blood is not water. It has a price. (p. 353)
- [...] dobbiamo finalmente smettere di mentire. Quante montagne di bugie abbiamo accumulato! Eppure continuiamo perché le stesse persone sono ancora al potere. C'è solo una verità: grande, bella e pura. Ma in pratica, si scopre che esiste la verità della Transnistria e la verità della Moldavia, la verità dell'Armenia e la verità dell'Azerbaigian, la verità della Georgia e la verità dell'Abcasia, il Tagikistan ha due verità, tutte per sé. E tutti questi piccoli ruscelli che vanno sotto il nome di verità sfociano nelle paludi della menzogna. È tempo di lasciare che il torrente cristallino della verità lavi via tutta la sporcizia e il sangue. Dobbiamo farlo noi stessi!
- [...] we must finally stop lying. What mountains of lies we have piled up! Yet we continue because the same people are still in power. There is only one truth – big, beautiful, and pure. But in practice, it turns out that there is Transdniester truth and Moldovan truth, Armenia truth and Azeri truth, Georgian truth and Abkhazian truth, Tajikistan has two truths, all to itself. And all of these little streams, which go under the name of truth flow into the swamps of lies. It's time to let the crystal-clear torrent of truth wash away all the filth and blood. We have to do it ourselves! (p. 354)
- Credo che abbiamo grandezza e gloria davanti a noi. Perché l'uomo è forte solo nella fede. L'era dei distruttori sta giungendo alla sua triste, inevitabile conclusione; un'altra era – l'era dei creatori – è all'orizzonte. L'era dei creatori di una grande Russia.
- I believe that we have greatness and glory ahead of us. For man is strong only in faith. The age of destroyers is reading its sad, inevitable conclusion; another age – the age of creators – is on the horizon. The age of creators of a great Russia. (p. 355)
- [Sulle elezioni presidenziali in Russia del 1996] El'cin o Zjuganov. È stata una scelta tra "pessimo" e "pessimissimo".
- Yeltsin or Zyuganov. It was a choice between "bad" and "very bad". (p. 357)
- El'cin si era ritirato dalla guida effettiva del governo. Non era mai stato un democratico, e la sua età avanzata e la sua cattiva salute non davano motivo di sperare che lo diventasse mai. Era capace di regnare a modo suo e di emanare decreti, la maggior parte dei quali nessuno intendeva comunque eseguire. Aveva abbastanza forza per gli intrighi di palazzo, ma non si degnò mai di affrontare il problema della "marmaglia".
- Yeltsin had withdrawn from the actual running of the government. He had never been a democrat, and his advanced age and poor health gave no reason to hope that he would ever become one. He was capable of reigning in his own way, and of issuing decrees, most of which no one intended to carry out anyway. He had enough strength for palace intrigues, but he never condescended to grapple with the problem of the "rabble". (p. 357)
- [...] se Zjuganov fosse salito al potere, la nostra caduta sarebbe stata ancora più precipitosa e probabilmente più sanguinosa.
- [...] if Zyuganov had come to power, our fall would have been even more headlong, and probably more bloody. (p. 358)
- [Sulla prima guerra cecena] Non c'era modo di vincere la guerra in Cecenia, che era diventata una guerra totale. Qualsiasi leader militare di talento può vincere una battaglia contro un esercito nemico. Ma quando un intero popolo comincia a combattere, un leader militare non può fare nulla. Qualsiasi popolo – sia in Transnistria, sia in Cecenia, o in Abcasia, o in Karabakh – costretto a combattere una guerra totale è invincibile. Chiunque si trovi dalla parte sbagliata di una guerra del genere – Napoleone e Hitler, per esempio – perde. Gli americani dovevano ritirarsi da una guerra come quella in Vietnam, e le truppe sovietiche dovevano ritirarsi dall'Afghanistan. Combattere dalla parte sbagliata di una guerra del genere è come cercare di abbattere un muro sbattendoci contro la testa.
- There was no way to win the war in Chechnya – and it had become a total war. Any talented military leader can win a battle against an enemy army. But when an entire people begins to fight, there's nothing a military leader can do. Any people – whether in Transdniester, or in Chechnya, or in Abkhazia, or in Karabakh – forced to fight a total war are invincible. Anyone on the wrng side of such a war – Napoleon and Hitler, for example – loses. The Americans had to pull out of a war like this in Vietnam, and the Soviet troops had to pull out of Afghanistan. Fighting on the wrong side of such a war is like trying to knock down a wall by banging your head against it. (p. 358)
- Ho preso la decisione politica di porre fine alla guerra in Cecenia e ne sono orgoglioso. Il presidente, come sempre, non c'entrava niente. Allo scoppio della guerra ebbe problemi al setto nasale. Quando ho posto fine a tutto ciò, aveva problemi di cuore e, spero, di coscienza.
- I made the political decision to end the war in Chechnya, and I'm proud of that. The president, as always, had nothing to do with it. When the war began, he had problems with his nasal septum. When I put an end to it, he had problems with his heart – and, I would hope, with his conscience. (p. 358)
- Ci possono essere solo tre tipi di relazioni tra i popoli della Russia e dell'Ucraina: buone, molto buone e meravigliose. Tutti gli inconvenienti (economici, militari, demografici e morali) legati al divorzio affrettato dovrebbero essere risolti in modo civile, sulla base della pratica internazionale e del diritto internazionale. La questione di chi possiede Sebastopoli è una questione che deve essere risolta da avvocati internazionali qualificati. Non è una questione di guerra.
- There can be only three kinds of relations between the peoples of Russia and Ukraine – good, very good, and wonderful. All the inconveniences (economic, military, demographic, and moral) connected with the hasty divorce ought to be resolved in a civilized way, on the basis of international practice and international law. The question of who owns Sevastopol is a question for qualified international lawyers to work out. It is not a question of war. (p. 359)
- Al giorno d'oggi, il russo medio è altrettanto lontano dalle vere leve del potere quanto lo era quando era al controllo il Pcus. Forse anche più lontano. Il divario tra ricchi e poveri ha raggiunto proporzioni pericolose. Il dominio oligarchico e la profonda stratificazione sociale sono due fattori che rendono irrealistico il raggiungimento della pace civile in Russia. E nessuna "giornata di riconciliazione nazionale" cambierà la situazione.
- Nowadays, average Russians are just as far from the real levers of power as they were when the CPSU was in control. Perhaps even farther. The chasm between rich and poor has reached dangerous proportions. Oligarchic rule and deep social stratification are two factors making the achievement of civil peace in Russia unrealistic. And no "days of national reconciliation" will change the situation. (p. 364)
- Il nostro Paese nel XX secolo ha superato tutti gli altri nella forza distruttiva e nella crudeltà delle sue rivoluzioni. Un'altra rivoluzione annienterebbe semplicemente il paese. La maggior parte dei russi lo capisce e non si lascerà coinvolgere in un nuovo giro di spargimenti di sangue.
- Our country in the twentieth century has exceeded all others in the destructive force and cruelty of its revolutions. Another revolution would simply annihilate the country. Most Russians understand this and will not let themselves get involved in a new round of bloodshed. (p. 365)
- L'idea che l'Occidente verserà i suoi soldi in Russia è pura fantasia. Gli investimenti seri vanno solo nei paesi in cui la situazione economica, politica e legale è sicura e il rischio è minimo. Non siamo ancora un paese del genere.
- The idea that the West will pour its money into Russia is pure fantasy. Serious investments only go to countries where the economic, political, and legal situation is secure, and the risk minimial. We are not yet such a country. (p. 365)
- Sono ancora più convinto di prima che la rinascita della Russia debba iniziare con il ristabilimento dell'ordine. Ordine non significa dittatura o governo pesante e arbitrario. Per ordine intendo soprattutto il rigoroso rispetto della legge da parte di tutti, e dico tutti, i cittadini. Tutti devono essere uguali davanti alla legge, non solo a parole ma nei fatti.
- I am even more convinced than before that Russia's revival must begin with the establishment of order. Order does not mean dictatorship or heavy-handed, arbitrary rule. By order, I mean above all strict obedience to the law by all, and I mean all, citizens. Everyone must be equal in the eyes of the law, not only in words but in fact. (p. 366)
- Sono contrario alla restaurazione del vecchio Stato russo centralizzato e unitario, che si tratti dell'Impero russo o dell'Unione Sovietica. Quella forma di governo, che soffoca ogni iniziativa degli enti locali o dei semplici cittadini, ha esaurito la sua utilità. Ma sono anche contrario all'attuale condizione caotica dello Stato russo.
- [...] I am against restoring the old, centralized, unitary Russian state, whether it is the Russian Empire or the Soviet Union. That form of government, which stifles any initiative on the part of the local authorities or the rank-and-file citizens, has outlived its usefulness. But I am also against the present chaotic condition of the Russian state. (p. 366)
- La riforma costituzionale più accettabile nelle condizioni attuali sarebbe quella di trasformare la nostra attuale repubblica "superpresidenziale" in una sorta di repubblica presidenziale-parlamentare. Ciò limiterebbe in qualche modo l'autorità del presidente. Ma dovrebbe restare responsabile delle forze armate e della politica estera e continuare a nominare il capo del governo. Il presidente manterrebbe il suo status ufficiale di leader politico della nazione. Ma la vera guida della politica interna e dello sviluppo socioeconomico del paese passerebbe nelle mani del governo, che sarebbe responsabile nei confronti della camera bassa del Parlamento e dipenderebbe a sua volta dai risultati delle elezioni parlamentari.
- The constitutional reform most acceptable under present conditions would be to transform our existing "super-presidential" republic into some sort of presidential-parliamentary republic. This would somewhat curtail the authority of the president. But he should remain in charge of the armed forces and foreign policy, and should continue to name the head of government. The president would keep his official status as the nation's political leader. But the real leadership of domestic policy and the country's socio-economic development would pass into the hands of the government, which would be responsible to the lower house of Parliament and would itself depend on the results of parliamentary elections. (p. 367)
- Nonostante la lunga storia di reciproco sospetto e competizione, credo che la Russia possa cooperare con l'Occidente – e con l'America – in tutti gli aspetti dell'attività internazionale. La cooperazione, infatti, è essenziale, perché un Paese come la Russia, che occupa un sesto del globo, non può essere ignorato. Se le persone provano a recintare un paese del genere, queste romperanno sempre quelle barriere. Dobbiamo assicurarci che non esca come una bestia selvaggia, ma in modo civile.
- Despite the long history of mutual suspicion and competition, I believe that Russia can cooperate with the West – and America – in all aspects of international activity. Indeed, cooperation is essential, because a country like Russia that occupies one-sixth of the globe cannot be ignored. If people try to fence such a country in, she will always break those barriers. We need to make sure that she breaks out not like a wild beast, but in a civilized way. (p. 369)
- La Nato si espanderà come desidera. Per la Russia si tratta semplicemente di limitare i danni, niente di più.
- NATO will expand as it desires. For Russia, it is simply a question of limiting the damage, nothing more. (p. 370)
- Il governo ha dichiarato la sua intenzione di sradicare la corruzione. Ma poiché l'élite politica è collettivamente responsabile della corruzione, non può succedere nulla. Abbiamo una vecchia battuta che descrive la situazione. Il presidente di una fattoria collettiva discute con un prete. Il presidente non vuole fornire i mattoni per una nuova chiesa. Il prete dice: "Se non mi date i mattoni, non vi fornirò suore per il vostro intrattenimento in sauna". Il presidente risponde: "Va bene, allora non fornirò pionieri della Lega della gioventù comunista per il tuo coro".
- The government has declared its intentions to root out corruption. But since the political elite is collectively responsible for the corruption, nothing can happen. We have an old joke that describes the situation. The chairman of a collective farm is arguing with a priest. The chairman doesn't want to provide the bricks for a new church. The priest says, "If you don't give me the bricks, I won't provide the nuns for your sauna entertainment". The chairman replies, "Okay, then I won't provide pioneers from the Communist Youth League for your choir". (p. 373)
- Il governo è un vuoto di potere; il governo, nel senso civilizzato del termine, non esiste in Russia. Ciò che abbiamo è una sorta di mutante amministrativo costruito sulle rovine dell'Unione Sovietica. Ridistribuisce la proprietà e riorienta i flussi finanziari. Queste manipolazioni sono un gioco giocato dal 5% della popolazione. Alcuni si arricchiscono, altri vanno in rovina. E il restante 95% della popolazione diventa mendicante. I loro risparmi evaporano, il loro futuro è rovinato e dal lavoro non si guadagna più denaro. Anche se il nostro popolo fosse paziente come i cammelli, prima o poi si ribellerebbe.
- The government is a power vacuum; government, in the civilized understanding of the term, does not exist in Russia. What we have is a kind of administrative mutant built on the ruins of the Soviet Union. It redistributes property and retargets financial flows. These manipulations are a game played by 5 percent of the population. Some get rich, others go broke. And the other 95 percent of the population are made beggars. Their savings evaporate, their futures are ruined, and no money is made from work. Even if our people were as patient as camels, at some point they will rebel. (p. 375)
- Mio nonno andò in guerra, mio padre combatté, e anch'io combattei, e questo è stato tutto ciò che noi tre generazioni abbiamo mai ricevuto. Eppure qualcuno come Berezovskij ha acquisito Aeroflot, il principale canale televisivo russo Ort, e il gruppo finanziario-industriale LogoVaz. Cosa ha fatto per meritarsi questo, mentre gli altri non hanno nulla? Se non si faranno passi avanti per raggiungere la giustizia sociale, ci sarà un'esplosione con ripercussioni così enormi che tutto il mondo vorrà fermarla, ma non sarà possibile.
- My grandfather went to war, my father fought, and I fought too, and this was all we three generations ever received. And yet someone like Berezovsky acquired Aeroflot, Russia's main television channel ORT, and the financial-industrial combine LogoVAZ. What has he done to deserve this, while others have nothing? Unless steps are taken to achieve social justice, there will be an explosion with such enormous reverberations that the whole world will want to stop it, but it won't be possible. (p. 376)
- L'Occidente è confuso sulla situazione in Russia perché Čubajs, la cui popolarità in Russia è al 2%, parla la lingua dell'Occidente quando va all'estero. Descrive un modello di riforma che sa essere efficace in America. Agisce come sostenitore dell'ideologia occidentale. Ma il popolo russo non crede a Čubajs; e non saranno guidati con la forza.
- The West has been confused about the situation in Russia because Chubais, whose popularity in Russia is at 2 percent, speaks the language of the West when he goes abroad. He describes a model of reform that he knows is effective in America. He acts as a proponent for Western ideology. But the Russian people don't believe Chubais; and the won't be driven by force. (p. 376)
- La Russia non ha né i soldi né la forza per riportare indietro le repubbliche, e non ha senso farlo. È molto più semplice ed economico ricostruire le relazioni con i vicini rispettandone la sovranità e l'indipendenza. Certamente, quando le repubbliche tagliarono sconsideratamente legami economici ben sviluppati, tutti soffrirono. Ma costringere tutti sotto lo stesso tetto, per creare una nuova Unione Sovietica, non ha senso.
- Russia has neither the money nor the force to bring the republics back, and it makes no sense to do so. It's much easier and cheaper to rebuild relations with neighbors by respecting their sovereignty and independence. Certainly, when the republics thoughtlessly cut well-developed economic ties, everyone suffered. But to force everyone under the same roof, to create a new USSR, is senseless. (p. 377)
Explicit
[modifica]- Se la Russia continua a crollare, non sarà come l'Albania. Qui i rivoluzionari non prenderanno solo le mitragliatrici. Il disordine in Russia rischia la perdita o l'acquisto di armi nucleari e, quindi, lo scatenamento del terrorismo nucleare. È nostra responsabilità reciproca – Russia e Occidente – garantire che ciò non accada, che le armi nucleari, chimiche e biologiche non proliferino e non cadano nelle mani sbagliate. Se mai arrivasse il momento in cui questo tremendo arsenale di sterminio non avesse più proprietario e la popolazione venisse sempre più criminalizzata, non farebbe bene a nessuno. Il grande compito della Russia è garantire che la nostra situazione non oltrepassi i confini della civiltà. Se ciò dovesse accadere, cadremmo nel baratro del caos. Oppure possiamo evitarlo. Se lo evitiamo, potremo parlare del brillante futuro della Russia.
- If Russia continues to crumble, it will not be like Albania. Here, the revolutionaries will not only seize machine guns. Disorder in Russia risks the loss or purchase of nuclear weapons, and therefore, the unleashing of nuclear terrorism. It is our mutual responsibility – Russia and the West's – to ensure that this doesn't happen, that nuclear, chemical, and biological weapons do not proliferate and do not fall into the wrong hands. If a time should ever arrive when this tremendous arsenal of extermination has no owner and the population becomes more and more criminalized, it won't be good for anyone. Russia's great task is to make sure our situation does not leap over civilized boundaries. Should it do so, we will fall into a ditch of chaos. Or we can avoid it. If we avoid it, then we can talk of Russia's bright future.
Citazioni su Aleksandr Lebed'
[modifica]- Abbiamo ucciso 2.500 soldati, ne abbiamo feriti diverse migliaia, diecimila forse. In questa situazione, ancora in mezzo agli spari, è arrivato Lebed', "a titolo personale", e ha avviato colloqui affermando di non essere un traditore, come lo accusavano in Russia, ma di volere anzi salvare la Russia dall'infamia e dal disprezzo universale. Anche perché, come ormai sapevano tutti, il rischio era che la Russia stessa cadesse preda della guerra. (Šamil' Salmanovič Basaev)
- Alexandr Lebed ha compreso che per uscire dalla trappola cecena non basta più riproporre al tavolo delle trattative la consunta formula "soldi per la ricostruzione più una forte autonomia". L'ex generale dei parà potrebbe anche accarezzare l'idea di uno strappo "alla De Gaulle", la Cecenia come l'Algeria, ma deve tenere conto degli orientamenti opposti dei suoi potenti avversari al Cremlino, a cominciare dal premier Viktor Cernomyrdin. (Demetrio Volcic)
- Avevamo preso l'abitudine, giornalisti, politici, opinione pubblica, di chiamarlo "Rambo". Un Rambo russo. Colpa della sua biografia: paracadutista, decorato in Afghanistan, militare di carriera, generale. Colpa del suo aspetto fisico: testa grossa, spalle larghe, un metro e ottantacinque di muscoli. Colpa della voce: paragonata, sempre dai giornali, al ringhio di un cane, al rombo del tuono. E siccome una volta si lasciò scappare che non gli dispiaceva Pinochet, gli è stata affibbiata l'etichetta di duce nazionalista. (Enrico Franceschini)
- Avrei preferito che l'alleato e l'erede di Eltsin fosse un liberale, come Javlinskij, non un generale. Temo che dovremo fare presto la conoscenza con il suo bonapartismo. È possibile che diventi una specie di "De Gaulle russo", ma non abbiamo alcuna garanzia al riguardo. (Sergej Adamovič Kovalëv)
- Ha paura della guerra civile. È il suo chiodo fisso. Pensa che se vince Ziuganov [nelle elezioni presidenziali in Russia del 1996] gli altri spareranno. Lui fa comodo a Eltsin anche per un altro motivo. Che porterà via voti ai comunisti e a Zhirinovskij, non certo a Eltsin. Insomma ha ceduto. Niente da fare. (Grigorij Javlinskij)
- [Sulla guerra di Transnistria] Il comandante della 14ª Armata dell'epoca, il leggendario e ormai defunto generale russo Aleksandr Lebed, giustificò l'intervento illegale delle sue truppe in un paese straniero con un'affermazione che prevenne la menzogna di Putin del 2022. Lebed disse a una conferenza stampa nel 1992 che il nuovo governo della giovane Repubblica di Moldavia a Chişinău si stava comportando peggio degli uomini delle SS tedesche 50 anni prima. L'intervento militare aperto delle truppe regolari russe di Lebed portò ad una divisione permanente in Moldavia. (Andreas Umland)
- Per capirlo, serve rammentare che nell'agosto '91 la sua divisione corazzata fu la prima a venire in soccorso di Eltsin, contro i golpisti che avevano destituito Gorbaciov; e che come comandante della 14esima Armata in Moldavia ha usato, sì, la forza, ma per riportare la pace in una regione minacciata da una guerra etnica tra russi e rumeni. In campagna elettorale si è presentato come il paladino della lotta a corruzione e criminalità, l'uomo delle "mani pulite": una sorta di "Di Pietro russo". Altro che Rambo. E dalle risposte che dà ai cronisti emerge un leader ambizioso, che crede nell'ordine ma anche nella democrazia, e dotato di un suo particolare umorismo: chissà che non sia il tipo giusto per completare il viaggio della Russia verso stabilità e benessere. (Enrico Franceschini)
- Questi aveva dimostrato un certo senso politico quando nel 1991 si era schierato con Eltsin contro i golpisti; ora, in vista del secondo turno, gli promette i suoi voti, si fida delle promesse, ma non otterrà nulla, salvo un posto in provincia come governatore. Avrà poi la sfortuna di morire a bordo di un elicottero che tocca il suolo in malo modo. È sepolto al cimitero delle glorie di Novodievici a Mosca: tra le statue funebri di marescialli e generali proprio la sua è quella che possiede il maggior numero di medaglie, casellate nella pietra, dalle spalle fino alla cintola. In un certo momento la Nato e l'Occidente l'hanno considerato come il futuro presidente della Russia. (Demetrio Volcic)
- Lebed è stato a pranzo a casa mia a metà gennaio e in quella circostanza abbiamo parlato a lungo della NATO. Anche se non è mia intenzione mettergli delle parole in bocca, Lebed mi fece capire che la questione dell’allargamento della Nato veniva affrontata dalla elite russa in modo da creare il rischio dell’autoisolamento della Russia. A suo giudizio l’elite russa stava facendo dell’inutile allarmismo. Personalmente non riteneva un problema l’allargamento della NATO. Scherzosamente lasciò intendere che il modo migliore per affrontare la questione consisteva nel dare un nuovo nome alla Nato per poi procedere al suo allargamento. Ai russi non sarebbe restato altro che accettare la nuova realtà in quanto a molti russi è solamente il nome che da fastidio in quanto riporta alla memoria i giorni della guerra fredda quando erano tutti condizionati dalla propaganda sovietica e indotti a considerare la Nato un nemico.
- Lebed è una persona molto franca. Non si perde in inutili giri di parole e ovviamente non si lascia influenzare dagli slogan di facile presa. E ciò che più conta, rifiuta in modo categorico l’intera tradizione imperiale. Dice con chiarezza che la sua idea di una Russia moderna coincide con l’idea di una Russia che non sia più uno Stato imperiale.
- Se Lebed non verrà assassinato, è l’uomo più forte e probabilmente il candidato più credibile nella corsa alla presidenza della Russia.
- Chi si troverà di fronte come avversario questo candidato a presidente della Russia avrà la vita difficile.
- È abituato a parlare all'aria aperta, alle sue truppe. Il linguaggio è quello del popolo, fatto di battute trancianti, privo di ricercatezze che, del resto, non gli sono proprie. Ma tutto è chiaro, comprensibile, vicino. È uno di loro che parla come loro.
- Lui, Aleksandr Ivanovic, parla in piedi, sull'attenti, come si conviene a un militare tutto d'un pezzo. Le mani lungo i fianchi, niente appunti, la voce tonante di basso, le labbra che appena si muovono, sembra scolpito nel granito. Dice cose pesanti come pietre, con l'aria di chi non ha tempo da perdere.
- Non alza mai la voce, non si scompone, non sorride mai. Una specie di Schwarzenneger in divisa, capelli corti, in ordine fino all'ultimo bottone.
- A lui, militare di carriera che ha indossato l'uniforme dell'Armata Rossa a 18 anni e l'ha abbandonata solo ora, a 46, la parola «liberalismo» non dice niente.
- Forse il più carismatico candidato alla presidenza russa.
- Forte della sua esperienza di 30 anni in caserma, Lebed è convinto che tutto dipenda da un ordine, da come e chi lo dà. E la provincia, gli orfani di uno Stato padre che puniva, ma difendeva anche, lo accetta e lo acclama come la sua speranza.
- Il parà che era entrato al Cremlino facendo innamorare di sé mezza Russia, e che era apparso da protagonista nelle vicende cruciali del decennio eltsiniano, aveva molti elettori, ma ben pochi amici.
- Le stesse cose le diceva Eltsin nel '91, e ha vinto. Certo, parlava anche di democrazia. Ma i tempi sono cambiati e la ricetta di Lebed è un'altra, molto semplice: ordine, ordine, ordine. Una parola magica che in Russia può essere tutto, dittatura compresa. Per Lebed significa cacciare i burocrati corrotti, mettere dentro ladri e banditi e fissare delle regole del gioco rispettate da tutti.
- Patriota ma non nazionalista, militare ma pacifista, con una reputazione immacolata, un eroe che parlava la lingua della gente semplice e che due giorni dopo il primo turno delle elezioni si era ritrovato al Cremlino: segretario del Consiglio di sicurezza, consigliere presidenziale, presidente della commissione di nomina degli alti gradi dell'esercito, in cambio di 15 milioni di voti da regalare a Eltsin.
- Questo generale con la faccia da Schwarzenneger che sembra uscito da un film americano della guerra fredda non dimostra aggressività, ma un buon senso quasi casalingo condiviso dai suoi elettori.
- Sembrava un Eltsin dei tempi migliori e corretto: un vero «muzhik» russo, brusco e forte, che dice pane al pane, un figlio del popolo che non ha paura dei potenti, con la mano e la battuta pesante. Con il nasio rotto in una rissa, i modi brutali («Vi spezzerò la spina dorsale», aveva promesso ai suoi oppositori a Krasnojarsk), un'espressione perennemente minacciosa sulla tonda faccia da contadino e un sorriso raro ma improvvisamente timido, per i politologi era un rozzo figlio della caserma, per i liberali un «Pinochet russo», per il popolino «uno dei nostri», facile alla rabbia, ma con una personale idea di giustizia. Nonostante l'immagine del cattivo, paradossalmente, questo generale che si era guadagnato le mostrine in Afghanistan, nel corpo più rude e fiero dell'ex Armata Rossa, i paracadutisti, cercava la pace.
- Squillano le trombe, rullano i tamburi, i cadetti della scuola Suvorov marciano sulla piazza. Alexandr Lebed, in alta uniforme, guarda soddisfatto questi ragazzi diciassettenni, magri, brufolosi, i baffi appena spuntati. E le mamme dei soldati bambini, acceccate dai gradi d'oro di generale che splendono al sole, spingono i figli: «Fatti una foto con lui e ricordati che da grande devi essere così».
- Un generale pacifista e dal cuore tenero. Nel tempo libero gioca con i suoi bobtail e prima di dormire si immerge nel mondo allegro e spensierato di «La mia famiglia e altri animali» di Gerald Durrell.
Note
[modifica]- ↑ Lebed significa "cigno", Kulikov "beccaccia".
Fonti
[modifica]- ↑ Citato in Il communista Zjuganov. "Eltsin si offra prigioniero", la Repubblica, 15 gennaio 1996.
- ↑ Citato in Un generale-eroe sfida Eltsin, la Repubblica, 16 giugno 1996.
- ↑ Citato in Lebed story, la Repubblica, 20 febbraio 1996.
- ↑ Citato in «Aleksandr è un vero duro non farà la fine di Rutskoi», La Stampa, 19 giugno 1996.
- ↑ a b Citato in Lebed: sarò io il Presidente, e presto, la Stampa, 23 giugno 1996.
- ↑ a b Citato in Lebed, il generale decisionista che già comanda al Cremlino, la Repubblica, 30 giugno 1996.
- ↑ Citato in Il nazionalismo di Eltsin per fermare Zjuganov, la Repubblica, 1 luglio 1996.
- ↑ Citato in Lebed: Dudaev il ribelle è vivo, La Stampa, 8 luglio 1996.
- ↑ Citato in Cecenia, la pace di Lebed, la Repubblica, 13 agosto 1996.
- ↑ a b c Citato in Lebed: "Via il Ministro degli interni", la Repubblica, 17 agosto 1996.
- ↑ Citato in Lebed ferma le bombe di Mosca, la Repubblica, 22 agosto 1996.
- ↑ Citato in Lebed: La Nato a est, ma non abbiate fretta, la Repubblica, 8 ottobre 1996.
- ↑ Citato in Lebed lancia la sua coalizione. "Toglieremo il potere a Eltsin", la Repubblica, 2 marzo 1997.
- ↑ Citato in Il generale Lebed minaccia rivolta in Siberia, La Stampa, 16 gennaio 1999.
- ↑ Citato in Il grand rifiuto di Lebed. Non voglio elemosine, la Repubblica, 20 settembre 1999.
Bibliografia
[modifica]- General Alexander Lebed, My Life and My Country, Regenery Publishing, Inc., Washington, D.C., 1997, ISBN 0-89526-422-6
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