Nascita della Repubblica Italiana

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
(Reindirizzamento da Referendum istituzionale del 1946)
Distribuzione delle percentuali di voto sul territorio italiano del referendum istituzionale del 1946

Citazioni sulla nascita della Repubblica Italiana, a seguito del referendum istituzionale del 1946.

Citazioni[modifica]

  • Il 2 giugno del 1946, dopo il duro ventennio fascista e la sciagura della guerra, l'Italia entrava a far parte a pieno titolo del novero delle nazioni libere e democratiche. E questo accadde, si badi bene, non soltanto perché la forma repubblicana prevalse su quella monarchica, ma perché, per la prima volta nella storia della nazione, ritrovata la libertà, la partecipazione al voto di tutti, uomini e donne, realizzava una piena democrazia. È stata l'introduzione dell'autentico suffragio universale a far compiere all'Italia il vero salto di qualità, trasformandola in un Paese in cui tutti i cittadini concorrono, in egual misura, a determinare, con il loro voto, le scelte fondamentali della vita nazionale. Furono i cittadini a scegliere la forma di Stato, ad eleggere i membri dell'Assemblea costituente, a determinare la formazione dei governi. Per questo credo che oggi si possa affermare che la festa del 2 giugno è la festa della libertà di scelta: e per questo è la festa che riunisce tutti gli italiani. (Sergio Mattarella)
  • Se la lasciamo nelle loro mani, i comunisti faranno della Repubblica una bandiera in grado di raccogliere una maggioranza. (Mario Scelba)
  • Storicisticamente al referendum del 1946 avrei votato per la monarchia [...] Un conservatore è per la continuità. [...] La monarchia era un principio di legittimazione della nostra identità nazionale, che è molto debole. (Gaetano Quagliariello)
  • Fra il referendum e la proclamazione della Repubblica c’è il tentativo del re di bloccare la proclamazione della Repubblica. Umberto resisteva al Quirinale. I tre grandi protagonisti, De Gasperi, Togliatti e Nenni, presero la decisione di convocare il Consiglio dei Ministri e di dare i poteri di capo dello stato a De Gasperi, che era presidente del consiglio. De Gasperi andò al Quirinale sfrattò Umberto. In quei giorni noi, dalle federazioni del partito socialista, chiedemmo che fare. C’era il rischio reale che si bloccasse il processo democratico. Nenni appunto diramò la disposizione: quando si rompono gli equilibri istituzionali o c’è la soluzione democratica o la parola passa alla forza. (Rino Formica)

Eugenio Scalfari[modifica]

  • Croce era convinto che l'istituto monarchico offrisse maggiori garanzie di laicità rispetto alla repubblica guidata dalla Democrazia cristiana. Per molti cattolici l'Italia era "il giardino del Vaticano".
  • [Sul voto per la monarchia espresso da Luigi Einaudi] Era un liberale, come lo ero io. In realtà eravamo repubblicani. E infatti subito dopo il voto mi sentii lealmente schierato con la Repubblica.
  • In un primo momento circolò la voce che avessero vinto i monarchici: al Sud il loro voto era stato di gran lunga prevalente. C'era una grande confusione, anche il timore che la votazione non si fosse svolta in modo regolare.
  • Ne discussi anche con Italo Calvino, che votò per la Repubblica. Lo ricordo bene perché fu l'ultima lettera, quella che chiuse il nostro scambio epistolare.
  • Perché ho votato per la monarchia? Ero liberale e crociano. E Croce riteneva che soltanto la monarchia avrebbe potuto arginare la pressione del Vaticano.

Voci correlate[modifica]

Altri progetti[modifica]