Stand-up comedy

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Un'esibizione dello stand-up comedian George Carlin (2008)

Citazioni sulla stand-up comedy.

Citazioni[modifica]

  • [«Per questo suo elemento personale, il monologo di stand up è spesso comparato alla psicanalisi. Sei d'accordo?»] È sempre rischioso fare questo paragone, perché poi spesso c'è chi la vede in questo modo, va sul palco e racconta i cavoli suoi e basta senza preoccuparsi che le cose facciano davvero ridere. Ma la cosa importante è che ci sia un processo affinché queste emozioni negative si trasformino in positive attraverso la risata, tua e di chi ti ascolta. Mi capita spesso di pensare a temi di cui vorrei parlare, ma che è difficile tramutare in cose divertenti, quindi le metto da parte. (Stefano Rapone)
  • Ma perché in tutto il mondo "standup comedy" significa semplicemente "monologhi" e da noi [in Italia] significa "tremate gente arrivano i comici volgari e scorretti"? col risultato che ti dicono che fai standup pure se fai sketch comedy, o reading, o altro; e soprattutto, che dato che la comicità volgare e scorretta non fa ridere tutti, molta gente che non fa ridere "fa standup". (Daniele Fabbri)

Francesco De Carlo[modifica]

  • [Nel 2017, «come sta oggi la stand up comedy in Italia?»] Abbiamo una situazione diversa dal mondo anglosassone, dove c'è un modo di intendere la comicità del tutto diverso. La cultura degli spettacoli comici live è consolidata da decenni, il pubblico è molto ricettivo così come esistono circuiti di club che fanno dello spettacolo dal vivo la loro ragion d'essere. La vera differenza in Italia la fa la mancanza di locali, non c'è l'abitudine a fare serata andando a vedere comici sconosciuti in piccoli locali. La dimensione ideale per la stand up comedy è invece proprio questa, quella dei club con 60-70 persone, dove è possibile stabilire una relazione intima con il pubblico. Questa è l'unica dimensione attraverso la quale la stand up comedy più diffondersi in Italia.
  • [«Consigli per un aspirante stand up comedian»] Darsi tempo, non sono i 100 m, è una maratona. Ci vuole del tempo per trovare la propria voce, il proprio pubblico, crescere come essere umano e comico. Ci vuole molta pazienza, ma anche tanta disciplina, alla fine è un lavoro. Serve la capacità di essere cattivi con sé stessi quando è necessario, bisogna accettare i fallimenti e trasformarli in momenti di crescita.
  • Il monologo della stand up è vivo. Lo spettacolo che farò alla cinquantesima data sarà così diverso da quello della prima.

Saverio Raimondo[modifica]

  • In Italia si è creato un equivoco molto provinciale, cioè che stand-up comedy voglia dire fare comicità scorretta su temi scorretti. Ma attenzione: ci sono casi come quello di Jerry Seinfeld, forse lo stand-up comedian con più successo della storia, che non è certo un comico scorretto. Bill Cosby, che è stato un bravissimo stupratore ma anche un ottimo comico, sul palco era molto corretto e pulito, mai una parolaccia. Carlin, nei suoi spettacoli, passava da un pezzo sulla morte a uno sulle scoregge, dall'estremamente reale al gioco di parole astratto.
  • La stand-up comedy è come la musica: bello il disco, ma il live è molto meglio. La stand-up comedy vive del rapporto quasi intimo tra il comico e gli spettatori. La stand-up comedy più autentica è nei club, non nelle arene o nei teatri. La differenza è come tra il porno e il sesso vero: il porno è figo, ma il sesso vero è... vero!
  • La stand-up comedy esiste solo live. Cioè, certo, puoi filmare una serata e trasmetterla in televisione, ma per il pubblico a casa non è più stand-up comedy. Il bello è proprio la promiscuità che c'è tra il comico e la platea, siete insieme lì, in quel posto, spesso e volentieri talmente vicini che con un passo potresti trovarti sul palco e menare il comico, cosa che ogni tanto succede.
  • La stand-up comedy sicuramente non è un genere preciso, è un macro-mondo vasto e sfumato, che raccoglie cose tra loro distanti. All'interno di essa ci sono sia Jerry Seinfeld che Doug Stanhope, due persone con contenuti e linguaggio opposti, che arrivano a pubblici diversi. Seppur in zone confinanti con altri territori della comicità, all'interno della stand-up ci sono Emo Philips, Bo Burnham... [«O Adam Sandler.»] Assolutamente, ma pure Jim Carrey, anche se nel suo caso la definizione sarebbe un po' limitativa. Non è un genere netto, con regole precise e bordi ben segnati, bensì una tradizione comica molto sfumata. È un blob, un poligono irregolare.
  • La stand up in Italia è nata a Roma, [...] molti stand up comedian italiani sono romani o abitano nei dintorni di Roma. Secondo me il motivo è che è un po' come la New York pre-Giuliani: una città piena di disagio, invasa dalla spazzatura, in cui si vive un malessere che ha fatto da brodo primordiale per il tipico "umorismo del disagio" da stand up comedy.

Voci correlate[modifica]

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