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Tre uomini e una gamba

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Tre uomini e una gamba

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Titolo originale

Tre uomini e una gamba

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1997
Genere commedia
Regia Aldo Baglio, Giacomo Poretti, Giovanni Storti e Massimo Venier
Sceneggiatura Aldo Baglio, Giacomo Poretti, Giovanni Storti, Giorgio Gherarducci, Massimo Venier
Interpreti e personaggi

Tre uomini e una gamba, film italiano del 1997 diretto e interpretato da Aldo Baglio, Giacomo Poretti, Giovanni Storti con Massimo Venier.

Frasi

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  • [Leggendo le istruzioni di montaggio del fucile, allontana Jack] Tenere lontano dalla portata dei bambini... (Al)
  • Ma hai visto quel cane lì? Gli hanno montato... le tibie al contrario? (Giovanni) [riferito al bulldog Ringhio]
  • Un latte macchiato tiepido, senza schiuma e con poco caffè... tiepido, eh, non freddo! Poi gli chiedi le cose... Freddo, lo sapevo io! (Giovanni)
  • Mattone polacco minimalista di scrittore morto suicida giovanissimo! Copie vendute: due. (Giovanni) [parlando del libro che sta comprando Giacomo]
  • Ma vai! Ma vieni! Ma chi sono? Eh, pirletti, dimmi, chi sono? Altro che la tua ruota! [vede il padre dei bambini che lo guarda storto] Chi arriva ultimo [all'auto] è pirla! (Giovanni)
  • Anche il capitano del Titanic lo diceva: "Ma no, ma no, è solo un rumorino! Da niente!" (Giovanni)
  • A volte dorme di più lo sveglio che il dormiente! (Aldo)
  • Una rondine non vola solo e sempre a primavera. (Aldo)
  • Allora, secondo Platone l'uomo una volta era così, come questa mela: perfetto, bastava se stesso ed era felice. Non c'erano distinzioni tra uomini e donne, c'erano soltanto questi individui perfetti e felici. Solo che un giorno Zeus, che era geloso della loro perfezione... [taglia la mela] e da quel giorno l'uomo ha incominciato a cercare disperatamente la sua metà, perché senza di lei si sentiva incompleto, infelice, solo che per quanti tentativi facesse non riusciva mai a trovare la sua metà esatta e non ce la fa tuttora... no, perché è praticamente impossibile trovare la propria metà e riconoscerla... ci vorrebbe un miracolo. (Chiara)
  • Ma vieni! Jair! È il ritorno della Grande Inter! È il ritorno! (Giovanni) [dopo aver segnato un bel gol in "Italia-Marocco"]
  • Questo qui [Giacomo] si deve sposare e siamo in ritardo di una vita... il dietro della macchina... completamente sfasciato... ci ha affidato un bulldog e gli [al suocero] riportiamo... un toporagno... e una gamba da trecento milioni è in mano a una banda di muratori marocchini! Ditemi voi... (Giovanni)
  • [Al telefono, chiama il suocero] Pronto, pronto sì, ssss sì ssì sssss stiamo, siam... sìsìsì no, è... la la lascia lasciami... è m mma maria nnn... noo... ss, bè, ss se fosse stato per me... sì... ma io ss sono il primo che che... non ho ca, non ho ca, non ho c... non ho c... [urlando stressato] Allora, mi lasci parlare o no? Hai capito? E non ne posso più di ascoltarti, stai parlando solo tu! E mi hai proprio rotto i coglioni, mi hai rotto i coglioni, hai capito? Perché non sono un automa, sono una persona, e a un certo punto te lo devo proprio dire: vaffanculo! Vaf-fan-cu-lo! V, A, F, F, 'ncuuuulo! Tu, il tuo negozio, la tua villa di merda, mi fai schifo, strooonzoo! [chiude furiosamente la chiamata e gli altri lo guardano colpiti] Era occupato. (Aldo)
  • Giacomino è in bagno... Giacomino sta dormendo... eh sì... sta dormendo in bagno... eh, si vede che si è addormentato mentre stava cagando! Che ne so io! Stiamo arrivando! Sì! Ma stiamo arriva... ma... Ma vaffancuuulo! (Aldo)

Dialoghi

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  • Giacomo [al telefono con Giovanni]: Pronto?
    Giovanni: Giacomo, tutto a posto?
    Giacomo: Sì, è tutto a posto... senti, mi chiami dopo che mi sta finendo il film?
    Giovanni: No, stiamo chiudendo, dai! A proposito, dove hai messo le rondelle del sei, che Aldo non le trova?
    Giacomo: Cosa ne so io delle rondelle del sei, dai, chiamami dopo, dai!
    Giovanni: Senti, le commissioni le hai fatte?
    Giacomo: Le ho fatte tutte, sì.
    Giovanni: Il vestito l'hai ritirato?
    Giacomo: Eh, secondo te mi sposo nudo?
    Giovanni: Eh... gli anelli?
    Giacomo: Ma che palle che sei! Certo che li ho ritirati gli anelli!
    Giovanni: Anche le scarpe?
    Giacomo: Le scarpe le ho ri... Porca puttana, le scarpe!
    Giovanni: Hai visto? Se non ti telefonavo io ti sposavi in ciabatte!
    Giacomo: Vabbe' dai, se mi sbrigo riesco a andare a ritirarle, dai!
    Giovanni: Ah, a proposito, il pacco è arrivato, eh... domattina andiamo a ritirarlo prima di partire. Senti, ti vengo a prendere verso le... sette e mezza.
    Giacomo: [con tono contrariato] Ma come le sette e mezza?
    Giovanni: Vabbe'... sette e un quarto. Ciao!
  • Giacomo [urlando verso l'appartamento di Aldo, quasi in cima ad un condominio]: Aldo! Aldo!
    Giovanni e Giacomo [urlando all'unisono]: Aldo!
    Giovanni: Aldo!
    Giacomo [urlando più forte]: Aldooo!
    Giovanni: Allora?
    Giacomo [urlando ancor più forte]: Aldoooo!
    Aldo [affacciandosi dalla finestra]: Allora, che c'è?
    Giovanni: E che ha detto alle otto, sono le otto e sette!
    Aldo: E c'è bisogno di gridare così? Qui c'è gente che mi conosce!
    Giacomo: Dai, su, sbrigati, scendi, che dobbiamo anche ritirare il pacco, dai!
    Aldo: Va be', finisco di mangiare la peperonata e scendo!
    Giovanni [a Giacomo]: Peperonata? Alle otto del mattino? Mezzogiorno... topi morti?
  • Portinaia: Signor Giovanni! Signor Giovanni! Buongiorno signor Giovanni... come sta la sua signora? È già giù al mare che l'aspetta, nè? Ma lei non è geloso?
    Giovanni: Be'...
    Portinaia: Eh, me la saluti tanto, tanto... e lei, signor Giacomo! Il grande giorno si avvicina, eh? Paura?
    Giacomo: Mah, insomma, ancora tre giorni e poi mi sposo...
    Portinaia: Eh, era ora che facesse qualcosa anche lei, eh! Così siete a posto tutti e tre, finalmente! A proposito, se non togliete la macchina lì davanti al portone immediatamente, io ve la faccio rigare da mio marito! E poi ve la faccio anche portar via dai vigili! Capito? Eheheh! [a Giovanni] Buon viaggio, nè! [a Giacomo] Buon viaggio anche a lei, nè!
  • [Aldo ruba il posto in macchina a Giacomo proprio quando si sta sedendo]
    Aldo: Scusa!
    Giacomo: Ma come "scusa"? Arrivi, neanche saluti e mi ciuli il posto?
    Aldo: Hai ragione. Ciao, come stai? Andiamo Giovanni, che è tardi!
  • Donna: Ma chi sono quelli là?
    Portinaia: Ma come chi sono? Quelli là son dei mantenuti!
    Donna: Ma chi?
    Portinaia: Due hanno sposato le sorelle Cecconi, e l'altro sta per attaccare il cappello con la più giovane, la terza!
    Donna: Mmmh!...
    Portinaia: E adesso stanno andando giù nel meridione, nelle Puglie, per fare il matrimonio, perché il cavalier Cecconi vuole celebrarlo giù a Gallipoli dov'è nata sua moglie!
    Donna: Ma, scusi, le figlie del dottor Cecconi...?
    Portinaia: Certo! Sì, quello che ha quella grande catena di negozi di ferramenta, che se non fosse per lui, ti dico la verità, io ti assicuro che quei tre lì a quest'ora sarebbero in mezzo alla strada!
  • Giovanni: Scusa, puoi togliere i piedi dal cruscotto, che lo sporchi?
    Aldo: Mi', come sei pignolo!
    Giovanni: Io sono pignolo?
    Giacomo: Be', un po' pignolo lo sei!
    Giovanni: Cioè, questo qua mi cammina sul cruscotto ed io sarei pignolo!
    Giacomo: Capito, ma devi anche saperle accettare le critiche, sennò...
    Giovanni: Va be', allora, visto che sono pignolo: puoi spostare la gambetta sennò non entran le marce?
    Aldo: Lo vedi che sei veramente pignolo?
    Giovanni: Ecco, allora facciamo tutto il viaggio in prima perché sennò io sarei pignolo! Comunque mettiti le cinture, che se facciamo un incidente e sbatti l'assicurazione non paga.
    Aldo: Ma a che serve? Stiamo andando a trenta all'ora! [Giovanni frena di colpo, facendolo sbattere violentemente in testa sul cruscotto] Ah!
    Giovanni: Visto?
    Giacomo: Allora sei bastardo!
    Giovanni: E pignolo!
  • Giovanni: Allora io vado a prendere il pacco, tu... non so... vai a prendere...
    Giacomo: Scusa, ma possibile che quando c'è un lavoro di responsabilità devi farlo sempre tu? Cos'è, io non son capace?
    Giovanni: No. Però, se vuoi andare...
  • Giovanni [parlando della scultura]: Scusate ma... centosettanta milioni per questa merdina qua? Ma dai, è una follia!
    Giacomo: Ma che follia, che follia? Ma lo sai che questo qui è un Garpez, uno dei più grandi scultori viventi?
    Giovanni: Ma scultore che cosa? Ma guarda che il mio falegname con trentamila lire la fa meglio. Va', non ha neanche le unghie!
    Aldo: Cosa se ne fa nostro suocero di una scultura di centosettanta milioni?
    Giacomo: Eh certo! Siccome uno fa il ferramenta non gli può interessare l'arte moderna. Bravo, bravo! Continuiamo a ragionare per luoghi comuni! Bravo!
  • Cecconi: Lo sai come so' fatti 'sti artisti... Mezzi drogati, mezzi froci... ma comunque, se 'more, la gamba fa un sarto [salto], uno zompo, e va a trecento milioni! Ma che sto a di', a te, che nun capisci niente, su! Per piacere, a' nano [sarebbe Giacomo], e passame er pignolo [sarebbe Giovanni], và! Pronto, pignolo? Andò state?
    Giovanni: Eh, è poco che siam partiti, avremo fatto... quaranta chilometri!
    Cecconi: Aoh, 'a pignò, ma dovete sbrigarve, dovete còre! [correre] Perché stasera c'abbiamo una cena! Sì, siete tutti invitati ar Gambrinuse, ar ristorante! Così ve presento er prete. Oh, me raccomando, eh... nun me fate fa' figure de merda! Mi raccomando! [il cane Ringhio abbaia] Oh... oh, oh, sento Ringhio! Ah, ah, Ringhio, a papà, fa sentì 'a vocetta tua! [il cane Ringhio abbaia forte] Eheheh, meno male che ce sei te, Ringhio... eh, sei l'unico che me dà soddisfazione...
  • Giacomo: Scusa, puoi tirar su il finestrino? Lo sai che ho avuto problemi al trigemino quest'anno. [Giovanni chiude il finestrino ed accende l'aria condizionata] Ti dico di tirar su il finestrino, mi accendi l'aria condizionata? Ho già fatto tre bronchiti quest'anno!
    Giovanni: Ho capito, se fumi attacco l'aria condizionata, cosa faccio, accendo la radio?
    Giacomo: No, la radio no perché ho già un po' di mal di testa.
    Giovanni: Sì, ma se lo dicevi prima ci portavamo dietro il polmone d'acciaio! [strappa il sigaro dalla bocca di Giacomo per spegnerlo] Eh cazzo!
  • Aldo: Oh! Ti fermi che devo fare pipì?
    Giovanni: Eh, adesso mi fermo ogni due minuti perché devi far pipì?
    Aldo: Va bene, allora ti piscio in macchina!
  • Giovanni: Senti, lega il mostro [il cane Ringhio] alla macchina, così ci fa anche la guardia.
    Aldo: Ma perché, non può venire?
    Giovanni: Chi, la merdina?
    Aldo: Dammi qua, per l'amore della pace, va!
  • Aldo [osservando Giacomo]: Ma quanti libri legge quello lì?
    Giovanni: Ma neanche uno! Ne compra cento al mese e non gliene ho visto sfogliare uno!
  • Giovanni [dopo che lui e Giacomo hanno appurato che il cane Ringhio, lasciato legato al cofano della macchina quando erano ripartiti, ormai non c'è più]: Be', così è la vita...
    Aldo : Con te non ci parlo più, sei un assassino!
    Giovanni: Io? A parte che sei stato tu a legarlo dietro!
    Aldo: Sì ma sei tu il piede che gli ha dato la morte!
    Giacomo: Dai, quel che è stato è stato, è inutile star qui a litigare per questo!
    Giovanni: "Quel che è stato è stato" un paio di balle! Chi è che glielo dice adesso al vecchio?
    Aldo: Quello prima ci apre la testa e poi ci sputa dentro!
    Giovanni: E poi ci licenzia!
    Giacomo: Certo che voi due siete proprio dei conigli, dai! Ma che paura dovete avere? Siamo delle persone civili o no? Lo si chiama e gli si spiega che è stato un incidente!
  • Giacomo: Non sento nessun rumorino, a parte che ho appena avuto l'otite e non ci sento molto bene!
    Giovanni: Allora sei 'na discarica!
  • Giacomo [parlando di Chiara]: Oh, però è carina, eh?
    Giovanni: Carina è carina, sì.
    Giacomo: Ma non è solo carina, c'ha anche quell'aria lì un po' particolare, un po', eh...?
    Giovanni: Sì, c'ha quella roba lì, però calcola che tra due giorni ti sposi, eh!
    Giacomo: Perché, cosa ho detto di male?
    Giovanni: Be', sei sempre lì a far lo scemetto, gli occhi dolci, tì-tì-tì-tì...
    Giacomo: Che occhi dolci, ma cosa stai dicendo? Ma Aldo, sto facendo lo scemo?
    Aldo: Be', un po' lo scemo lo stai facendo, va!
    Giovanni: Cioè, abbiam fatto la constatazione amichevole e a momenti avevo torto io!
    Aldo: Be', insomma, tutte le ragioni non ce le avevi!
  • Giacomo: Tutto a posto?
    Chiara: Sì, per fortuna sono riuscita a spostare il traghetto, altrimenti addio vacanze!
    Giacomo: Traghetto per...?
    Chiara: Ah, Grecia. Faccio Brindisi-Patrasso, poi un giro per le isole...
    Giacomo: Vai a raggiungere... il fidanzato?
    Chiara [imbarazzata e giù di morale]: No...
    Giovanni: Toccato un tasto dolente? [Chiara annuisce] Vi siete appena lasciati.
    Chiara: Hmmm-mm.
    Giovanni: Ti ha mollato lui!
    Chiara [sull'orlo delle lacrime]: Hmmm-mm!
    Giovanni [tra sé e sé, sottovoce]: Si vede.
    Giacomo [rivolgendosi sottovoce a Giovanni]: Sei un deficiente!
    Giovanni: Con la tua migliore amica! [Chiara piange]
    Giacomo: Ma smettila, Giovanni!
    Giovanni: Be', lo dicevo così, per rompere il ghiaccio...
    Chiara [asciugandosi gli occhi]: Scusate... [al trio] Voi... siete musicisti?
    Giovanni: Come?
    Chiara: Nella custodia cosa c'è, un sax?
    Giovanni: Ah, lì... no, c'è una roba...
    Giacomo: E' un'opera d'arte, è una scultura?
    Chiara: Posso vederla?
    Giovanni: Eh no, ciccia, non è che possiamo farla vedere a chiunque!
    Giacomo: Come no, Giovanni, dai, fagliela vedere!
    Giovanni [sospirando]: Fagliela vedere... [prende la gamba e la dà a Chiara] Ecco, vedi? Guarda qua...
    Chiara: No...
    Giovanni: Eh sì, eh, purtroppo sì, eh...
    Chiara: Non è possibile, quest... è autentica?
    Giovanni: Eh, la gamba!
    Chiara: Questo è un Garpez!
    Giacomo: Ma scusa, ma come hai fatto così al volo?
    Giovanni: Per forza, è una merda, è un Garpez! Anzi, ciccia, visto che costa una cifra... [se la fa ridare] Bella, però...
    Chiara: Sì, lo so... io ho a che fare con le opere d'arte per lavoro. Sì, insomma, faccio la restauratrice.
    Giacomo: Ma va? Ma lo sai che è sempre stato il sogno della mia vita fare il re...? [Aldo e Giovanni scoppiano a ridere in crepapelle]
    Giovanni: Ma se non sai neanche unire i puntini della settimana enigmistica, Giacomo!
    Aldo: L'ho capita adesso!
    Giovanni: Ma c'è da ammazzarsi dal ridere!
    Chiara: E voi?
    Giovanni: Eh?
    Chiara: Cosa fate nella vita?
    Giovanni: Be', noi... lavoriamo nella meccanica di precisione, tecnologie avanzate al servizio di progettazioni particolari e specifiche. Non so... "harware"...
    Giacomo: Hardware!
    Giovanni: Hardware e quelle cose... cioè, creiamo dei supporti che poi serviranno per progettare grosse situazioni, non so, mecc... Proprio... Strumenti di precisione per una svolta magari futura anche della meccanica... eh, non so se mi spiego...
    Aldo: Sì, insomma... Abbiamo un negozio di ferramenta... Cioè, non è che il negozio di ferramenta è nostro... noi ci lavoriamo come commessi, come galoppini, insomma, come... come... sì...
  • [Nel cinema, mentre cercano il meccanico]
    Chiara: Oh! Oh! Oh! Oh! Oh! È un Garpelli!
    Giovanni: Chi?
    Chiara: È un film di Garpelli, neorealista. Non lo proiettano da trent'anni!
    Giovanni: Ci sarà il suo motivo, dai!
    Chiara: [incamminandosi verso la sala] Non possiamo perderlo, vi prego!
    Giovanni: Ma no, ma... Giacomo!
    Giacomo: [seguendo Chiara] Eh, è un Garpelli, Giovanni!
    Giovanni: Ma dai! Aldo!
    Aldo: [allontanandosi anch'egli] Vado a prendere i popcorn!
  • Dottore [rivolgendosi a Giacomo]: Dunque, vediamo, nome e cognome?
    Aldo: Giacomo Poretti.
    Dottore: Ah, perché l'ho chiesto a lei? È lei il malato?
    Aldo: Ma lo conosco, è mio cognato...
    Dottore: E secondo lei io devo compilare un documento che è ufficiale mettendo le informazioni del primo che passa? [a Giacomo] Senta, è suo cognato?
    Giacomo: Si, si...
    Dottore [rivolgendosi ora ad Aldo]: Va bene, come ha detto che si chiama?
    Aldo: Perché non glielo chiede a lui?
    Giovanni: Giacomo Poretti... per favore, siamo in ritardo! [rivolgendosi ora, sottovoce, ad Aldo] Non star lì sempre a questionare...
    Dottore [scrive]: Gia-como... Po-ret-ti... Allora... vediamo un po'... se tocco qui fa male? [lo tocca sul basso addome, e Giacomo emette un verso di dolore] Ma è sicuro, eh? [lo ritocca sullo stesso punto, e Giacomo emette delle urla di dolore ancor più forti] Invece se tocco qui? [lo tocca sulla schiena, all'altezza dei reni]
    Giacomo: No!...
    Aldo: Dottore, perché non gli diamo un calmante per endovenosa... che ne so io, quattro cc di placibio?...
    Dottore: Ah, è medico! Non lo sapevo... [rivolgendosi ora a tutti gli astanti] È medico! E dov'è che ha studiato? Mi faccia il sacrosanto piacere di mettersi lì e di stare zitto, e non disturbi, mentre faccio il mio lavoro! Signorina, mi prepari un calmante, dunque vediamo... Quattro cc di placibio per endovena. [Aldo si mostra visibilmente sconcertato]. [nuovamente a Giacomo] Ecco, la lingua, mi faccia vedere la lingua...
    Aldo: Dottore, secondo me ha un colica renale.
    Dottore: Che cosa le ho detto prima? Di stare...?
    Aldo: Zitto...
    Dottore: E di mettersi... lì.
    Aldo: Si, però, è...
    Dottore: Sono io che faccio le visite. Ha capito?
    Aldo: Sì, però se tocchiamo qui [ritocca Giacomo sul basso addome, che riurla di dolore] e gli fa male non può essere una tracheite!
    Dottore: Adesso si mette anche a fare le diagnosi! È arrivato il professorone, è arrivato! Sa cosa faccio adesso? Mi tolgo il camice... mi tolgo il camice e lo do a lei, va bene? Glielo do? Vuole il camice? Stia zitto! Non voglio più sentire neanche una parola capito? Zitto! [rivolgendosi nuovamente a Giacomo] Caro signor...
    Aldo: Giacomo Poretti.
    Dottore: Caro signor Poretti, qui abbiamo una bella colica renale! [Aldo fa nuovamente la faccia allibita] Dobbiamo fare qualche esamino, lei questa notte la passa qui dentro. Motivi precauzionali.
    Giovanni: Guardi che siamo già in ritardo incredibile...
    Aldo: Non è che ti puoi mettere a discutere col professore, è un professorone! Un professorone di stirpe, non è che si è inventato la maggior parte..., se sa quello che deve dire.
  • Giovanni: Oh cazzo, la macchina! [Chiara] Ci ha ciulato la macchina! Ma... Hai visto? Quella tua amichetta, eh, e la Grecia, e la mitologia, e tagliamo la mela, e intanto ci ha ciulato la macchina con dentro la gamba! E io pirla, che le ho lasciato anche le chiavi! Quella grandissima... Chiara!
    Chiara: Voi siete matti a lasciare giù la gamba... e se ve la rubano? Ah, la... macchina l'ho messa all'ombra, era sotto il sole...
    Giovanni: Brava!
    Chiara: E... questa è la tua borsa, no, Giacomo?
    Giacomo: Si...
    Chiara: Il pigiama dov'è?
    Giacomo: Eh... non c'è il pigiama.
    Chiara: Non c'è il pigiama?
    Giacomo: Eh... dormo nudo...
    Giovanni: Dormi nudo? Tu c'hai due bronchiti al giorno e dormi nudo?
    Aldo: Eeeeh, ragazzi, stiamo calmi, non è successo niente, vorrà dire che gli presterò il mio!
  • [Vedendo Giacomo con indosso, a mo' di pigiama prestatogli da Aldo, dei pantaloncini da tuta ed una maglietta dell'Inter]
    Giovanni: Sì, però, anche tu... ti sembra il caso di dormire con la maglietta di Sforza?
    Aldo: Eh, quella di Ronaldo era finita! [Giovanni, per tutta risposta, con una finta gli fa sbattere violentemente la testa sulla porta vetrata alle sue spalle, al che si contorce dal dolore]
  • Giovanni: Lo sai che con venti milioni si può comprare un bar in Costa Rica? Sulla spiaggia. Sole, mare, un sacco di palme.
    Aldo: Tutto l'anno in costume.
    Giovanni: Tutto l'anno in costume. Nessuno che ti rompe le palle; che ti dice quello che devi fare. Certo, ci vuole coraggio, bisogna abbandonare tutto.
    Aldo: E se ti va male?
    Giovanni: Be', il rischio c'è. Del resto, se non rischi... Tu non hai mai rischiato?
    Aldo: Una volta. Una volta ho messo due fisso a Inter-Cagliari.
  • Aldo: Ragazzi! Ragazzi! Ho trovato il nuovo Ringhio! [mostra a tutti un bastardino dalla pelliccia nera e riccioluta]
    Giovanni: Ma se è nero!
    Aldo: Ma perché, devi essere razzista anche coi cani?
  • Chiara: Oh, ragazzi, e se facessimo un bel bagno [nel lago]?
    Giovanni: No eh, ragazzi, simpatia, va bene, si scherza, si gioca, gli ho fatto anche guidare la macchina, però siamo già in ritardo! Non scherziamo... [si gira e non vede più nessuno in macchina, e si rivolge allo spettatore] Va bene. Ma solo cinque minuti.
  • [Mentre nuotano al lago]
    Chiara: E così domani ti sposi?
    Giacomo: Sì, ma niente di serio.
  • Maresciallo: Allora, ci mettiamo a rubare le statue, eh? Storti? Sì, sì, abbassa gli occhi. Baglio: furto con scasso, vilipendio alle massime cariche dello Stato... come la mettiamo?
    Aldo: Come vuole lei Signor Direttore...
    Maresciallo: Baglio, facciamo gli spiritosi? Te la faccio passare io la voglia di ridere, sai? Ci metto poco.
    Giacomo: Scusi Maresciallo, la gamba però è nostra... cioè, non è che sia proprio nostra, apparterrebbe a...
    Maresciallo: Allora, uno che si chiama "Poretti Giacomino" ed è nato a Busto Garolfo, dovrebbe avere il buon gusto di stare zitto!
    Chiara: Comunque si chiama Giacomo.
    Maresciallo: Qualcuno le ha chiesto di fare l'avvocato delle cause perse a lei?
    Chiara: Ti chiami Giacomo, no?
    Giacomo: [Imbarazzato] Giacomino...
    Maresciallo: Dunque, qui il fatto è grave. Cosa ne facciamo di questi qua, Ingegnere? Procediamo?
    Ingegnere marocchino: Ma lasciali andare Maresciallo, mi fanno pena. Sono dei poveracci. Tutto 'sto casino per una gamba che con trentamila lire il mio falegname la fa meglio.

[Poco prima che siano arrivati in macchina dal suocero, che li aspetta tenendo in braccio il suo fucile, ormai furioso]
Giacomo: Sei proprio sicuro, Giovanni?
Giovanni: Fidati, è meglio per tutti. [se ne vanno via]

Citazioni su Tre uomini e una gamba

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  • [«Per quale motivo, quando avete cominciato a scrivere la storia di Tre uomini e una gamba, avete pensato al viaggio? [...]»] Quando abbiamo iniziato non avevamo un'idea precisa, il nucleo erano i tre cortometraggi che volevamo inserire. Per onestà eravamo chiaramente propensi ad inserire il repertorio dei tre comici perché era quello che ci era stato richiesto e quello che il pubblico si aspettava. Non bastava però fare la solita operazione in cui il repertorio teatrale o televisivo viene semplicemente riprodotto sullo schermo. Soprattutto in Tre uomini e una gamba dunque il viaggio è stato funzionale allo svolgimento di una vicenda, o meglio alla proposta di una serie di avvenimenti e gag che sarebbero altrimenti state inserite con difficoltà. Confesso che molto ha giocato l'inesperienza e la paura di sbagliare. Il viaggio serviva per dare anche un respiro più ampio, per offrire più occasioni ai personaggi ed era l'espediente ideale per chi non aveva mai fatto prima dei film: se da una parte le riprese possono essere più faticose ed impegnative, dall'altra un viaggio è già di per sè una storia, è già un andare da una parte all'altra. (Massimo Venier)

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