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Vincent Cassel

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Vincent Cassel

Vincent Cassel (1966 – vivente), attore, doppiatore e produttore cinematografico francese.

Citazioni di Vincent Cassel

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  • In Italia non si riesce a vedere un film in lingua originale, perché i doppiatori qui sono una mafia. Non capisco perché abbiano tutto questo potere. Il doppiaggio esiste anche in Francia, ma non hanno lo stesso potere. Quando c'è uno sciopero della categoria il cinema non si ferma. Meglio comunque il doppiaggio piuttosto che il film non esca proprio.[1]
  • Per quanto mi concerne, l’unica avvisaglia dell’età sono gli acciacchi fisici. Ma mio padre (l'attore Jean-Pierre Cassel, scomparso nel 2007, ndr) diceva che se dopo i 50 non hai qualche doloretto vuol dire che sei morto. A parte il corpo, che sul set uso senza risparmio, mi sento molto meglio oggi che a 25-30 anni.[2]

Con tre donne vivo da pascià. Anzi no: da schiavo

Intervista di Paola Piacenza, iO Donna, 1º ottobre 2011.

  • Il sesso è importante e non solo perché ci dà piacere, ma anche per la riproduzione, per le responsabilità che abbiamo nei confronti delle generazioni che seguiranno. Secondo me il sesso è un dovere sociale. Perché più che nei confronti della politica o della società, il nostro primo dovere è verso i nostri figli.
  • Gli uomini hanno tutto l'interessa a riconoscere la propria femminilità ed essere circondato da donne, anche se una è piccolissima – ha solo 15 mesi – mi fa progredire come essere umano.
  • [Mio padre] È l'uomo che ha fatto di me quello che sono oggi. Ha saputo darmi fiducia, una cosa rara, che non succede in tutte le famiglie. Mi ha permesso di ucciderlo, in senso psicanalitico, un bel regalo, perché di fronte ai propri figli bisogna sparire. È stato sempre presente nella mia vita, ma senza cercare di plasmarmi. Il segno più evidente di maturità per un genitore, secondo me, è proprio quello di capire di non poter fare della vita dei figli una replica della propria.
  • Quando sono stato nelle banlieue parigine per girare L'Odio mi sono detto: «Qui un giorno scoppierà la rivoluzione». Ma i problemi non possono restare sempre confinati alla periferia, per non contaminare il centro pulito di Parigi. La racaille [marmaglia, le bande criminali] c'è, ma il problema è capire chi ne ha favorito la nascita e la crescita. Un bambino che viene su in una banlieue diventa così perché lì non si parla che quella lingua, perché lì devi lottare per tutto, per garantirti i diritti essenziali.
  • Ho una considerazione altissima della creatività italiana. Il problema è che da voi la volgarità dei medi trascina tutto – società, cultura – verso il basso. In Italia ci sono qualità straordinarie, ma forse a causa della politica, non so, trovo che il Paese sia divorato dal cinismo. A me sembra che gli italiani non credano più a niente. Pensano che si debba sempre essere ruffiani per ottenere le cose. Mi fa male, mi fa arrabbiare.

Note

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  1. Da un'intervista a Hollywood Party, Rai Radio 3; citato in Vincent Cassel: «I doppiatori in Italia sono una mafia», rollingstone.it, 17 marzo 2016.
  2. Dall'intervista di Gloria Satta, Vincent Cassel: fino al prossimo scandalo, grazia.it, 24 marzo 2016.

Filmografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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