Cabala

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L'albero delle Sephirot

Citazioni sulla Cabala o Qabbaláh o Cabbala o Kabbalah.

  • Fu detto da alcuni che l'Essenismo generò i Cabalisti e gli Gnostici: gli Esseni, che accomodarono il Cristianesimo alle loro vecchie dottrine, diventarono Gnostici: Gli Esseni che rimasero ebrei, diventarono Cabalisti: così l'Essenismo morì dando alla luce questi due gemelli poderosissimi: Cabala e Gnosticismo. (Ulisse Bacci)
  • I cabalisti si dividono in due scuole fondate quasi contemporaneamente in Palestina verso la metà del secolo XVI; l'una da Mosè Cordovero[1], d'origine spagnuola, che fioriva a Sefat nella Galilea inferiore; l'altra, da Isacco Loria[2], morto pure a Sefat nel 1572, e considerato da alcuni Ebrei come il precursore del Messia. Il primo, senza penetrare molto addentro nello spirito dei monumenti originali, sta piuttosto attaccato al loro senso proprio ed al loro significato reale; il secondo invece se ne allontana quasi sempre per isciogliere la briglia alla sua immaginazione e prevale ordinariamente nell'opinione. (Moïse Schwab)
  • La Cabala, dove il problema di Babele e della natura del linguaggio è esaminato con tanta insistenza, sa di un giorno di redenzione quando la traduzione non sarà più necessaria. Tutte le lingue umane saranno rientrate nell'immediatezza trasparente di quella parola primeva perduta, comune ad Adamo e a Dio. Abbiamo visto tale visione continuare nelle teorie della monogenesi linguistica e della grammatica universale. Ma la Cabala conosce anche una possibilità più esoterica. Registra l'ipotesi, senza dubbio eretica, secondo cui verrà un giorno in cui la traduzione non sarà soltanto inutile ma inconcepibile. Le parole si ribelleranno all'uomo. Si scrolleranno di dosso la servitù del significato. Diventeranno «solo se stesse, e come pietre fredde sulla nostra bocca». In entrambi i casi, uomini e donne saranno liberati per sempre dal fardello e dallo splendore del crollo di Babele. Ma quale, ci si domanda, sarà il silenzio più grande? (George Steiner)
  • Nel cabalismo, la branca mistica ed esoterica della tradizione ebraica, l'Ain Soph viene, al pari del Tao, espresso con termini negativi e a esso equivale in quanto principio supremo incondizionato, al di là di qualsiasi finita capacità di comprensione. È l'Uno privo di attributi, insieme immanente e trascendente, mistero fondamentale. (Jean Campbell Cooper)
  • Non esiste alcuna scienza che possa attestare meglio la divinità di Cristo che la magia e la cabala. (Pico della Mirandola)
  • Sembra, secondo i più famosi rabbini, che lo stesso Mosè, prevedendo la sorte che poteva subire il suo libro e le false interpretazioni che i tempi gli avrebbero riservato, sia ricorso a una legge orale che egli affidò a viva voce a dei discepoli sicuri, e che incaricò di trasmettere nella segretezza del santuario ad altri uomini che, a loro volta, trasmettendola di epoca in epoca, la facessero così pervenire alla più lontana posterità. Questa legge orale si chiama Qabbālāh, dalla parola ebraica che significa "ciò che è ricevuto", "che viene passato di mano in mano". (Antoine Fabre d'Olivet)
  • Vi è nella Cabala una musica dei Numeri, e questa musica che riduce il caos materiale ai suoi princìpi, attraverso una sorta di grandiosa matematica, spiega come la Natura si ordini e diriga la nascita delle forme che estrae dal caos. E tutto quel che vidi, mi parve ubbidire a una cifra. (Antonin Artaud)

Note[modifica]

  1. Moses ben Jacob Cordovero (1522-1570).
  2. Rabbi Isaac Ashkenazi Louria, o Loria (1534-1572).

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