Africa addio
Africa addio
Civili trucidati durante la Rivoluzione di Zanzibar
Titolo originale |
Africa addio |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1966 |
Genere | Documentario |
Regia | Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi |
Sceneggiatura | Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi |
Produttore | Angelo Rizzoli |
Interpreti e personaggi | |
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Note | |
Musiche: Riz Ortolani Sottogenere: Mondo movie |
Africa addio, film documentario del 1966, regia di Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi.
L'Africa dei grandi esploratori, l'immenso territorio di caccia e di avventura che intere generazioni di giovani amarono senza conoscere, è scomparso per sempre. A quell'Africa secolare, travolta e distrutta con la tremenda velocità del progresso, abbiamo detto addio. Le devastazioni, gli scempi, i massacri ai quali abbiamo assistito, appartengono a un'Africa nuova, a quell'Africa che seppure riemerge dalle proprie rovine più moderna, più razionale, più funzionale, più consapevole, sarà irriconoscibile. D'altronde il mondo corre verso tempi migliori. La nuova America sorge sopra le tombe di pochi bianchi, di tutti i pellirossa e sulle ossa di milioni di bisonti. La nuova Africa risorgerà lottizzata sulle tombe di qualche bianco, di milioni di negri e su quegli immensi cimiteri che una volta furono le sue riserve di caccia. L'impresa è così moderna e attuale che non è il caso di discuterla sul piano morale. Questo film vuole soltanto dare un addio alla vecchia Africa che muore e affidare alla storia il documento della sua agonia. (narratore) [voce fuori campo]
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Si concludono così due secoli di storia. L'ultimo rappresentante di sua maestà britannica esce graziosamente dalla scena in quel clima di festosa cordialità che sempre accompagna la partenza ospite rimasto troppo a lungo. [...] L'Europa ha fretta di andarsene, e in punta di piedi, anche se, a conti fatti, ha dato a sé più di quanto ha preso. L'Europa, il continente che ha tenuto l'Africa a bada, non ce la fa più con questo grosso bambino nero, cresciuto troppo in fretta, che frequenta i cattivi compagni, e che per di più la mette in croce perché ha la pelle bianca. E così, lo abbandona, ancora inquieto e immaturo proprio nel momento in cui avrebbe tanto bisogno di lei. (narratore) [voce fuori campo]
- La terra ai valorosi Mau-Mau! Amnistia per tutti i Mau-Mau! Kenyatta li proclama eroi nazionali. Motivazioni: Per il trionfo dell'Uhuru, voluta da negri e negata dai bianchi, hanno ammazzato ventisette bianchi e cinquemila negri. Kenyatta annuncia che, oltre l'imperitura gratitudine della nazione, i Mau-Mau riceveranno come premio le terre e le case dei coloni bianchi, nelle quali compirono le loro imprese. (narratore) [voce fuori campo]
- Per gli africani, il cavallo è il simbolo dell'uomo bianco: Come il bianco rifugge il contatto con le altre specie, si sottrae al contagio della promiscuità, circondandosi di un vuoto che va da lui all'orizzonte. Per gli africani, il cavallo è fisicamente razzista: teme il negro e rifiuta di farsi cavalcare da lui. Senza il complemento del bianco, la sua groppa è nuda, la sua naturale architettura è mutilata come un monumento equestre dal quale una violenza improvvisa abbia disarcionato l'eroe. Come il bianco, il cavallo è nobile, ha la pelle delicata, è sofisticato nella scelta del cibo. Come il bianco, è timido: basta un po' di rumore per farlo scappare via. Come il bianco, il cavallo è inutile. Tanto vale mangiarlo. (narratore) [voce fuori campo]
- È cominciato tutto ieri sera quando un africano di nome Okello, reduce della Russia, ha rovesciato il millenario governo del Sultano e, autonominatosi generale rivoluzionario, ha ordinato la strage di tutta la popolazione araba di Zanzibar. (narratore) [voce fuori campo]
- Okello ha distribuito ottocentocinquanta fucili misteriosamente arrivati sull'isola che gli africani non sanno ancora usare. La caccia all'arabo è aperta! La propaganda ha informato le nuove generazioni che gli arabi sono una maledetta razza di negrieri che vendono gli africani ai mercanti di schiavi della costa. Naturalmente ha omesso di aggiungere che tutto questo accadeva dieci secoli fa. (narratore) [voce fuori campo]
- La guerra dei Bahutu contro i Watussi non è altro che una persecuzione razzista fomentata a scopo politico dalla presenza della propaganda cinese nello stato del Ruanda-Urundi. (narratore) [voce fuori campo]
- I Watussi erano un millenario popolo di pastori. Ora è un popolo di superstiti che continua a fuggire verso l'ignoto, inconsapevole e sgomento. È un popolo che non c'è più. (narratore) [voce fuori campo]
- [Sul Sudafrica] Ci siamo appena lasciati alle spalle un'Africa che va scomparendo e subito entriamo in un'Africa già scomparsa. La frattura è mieta come una crepa. Di là confusione e morte indiscriminata, di qua ordine e vita discriminata. (narratore) [voce fuori campo]
- Al grido universale che reclama "L'Africa agli africani", i sudafricani rispondono: "Qui non è Africa." E almeno questo è vero. (narratore) [voce fuori campo]
- [Sul Sudafrica] Se non è Africa, non è neppure Europa né America. Non è niente che possa dar senso a un'espressione geografica. Non è un miraggio africano perché esiste nel luogo e nel tempo. Non è una terra promessa perché gliene mancano i requisiti biblici. Non resta che definirlo un miracolo, un paesante miracolo compiuto in tre secoli da un popolo perseguitato che volle provare che soltanto il suo Dio era quello giusto. (narratore) [voce fuori campo]
- Moise Ciombe ritorna dall'esilio come liberatore, padre della patria, e inviato speciale dell'ONU. Il Congo è per tre quarti in mano dei ribelli e dei comunisti. Ciombe promette di far piazza pulita in tre mesi. (narratore) [voce fuori campo]
- La propaganda insegna ai Simba a colpire l'uomo bianco soprattutto nel suo Dio, un Dio dalla pelle bianca responsabile della secolare superbia dei suoi fedeli. (narratore) [voce fuori campo]
- Lungo la via per Boende, gli scheletri dei Simba marciscono nelle pozzanghere, senza gloria e senza sepoltura. Avanzarono allo scoperto storditi dalla droga, intonarono il "Mai Mulele", il grido magico che avrebbe dovuto trasformare in acqua il piombo dei fucili. Caddero increduli e sbigottiti. Morirono per niente e per nessuno. Da una parte dall'altra, l'Africa non ha caduti. Ha soltanto cadaveri. (narratore) [voce fuori campo]
- Qui in Sudafrica, per ogni bambino che nasce con la pelle bianca, ne vengono al mondo altri cinque con la pelle nera. La separazione razziale, che qui si chiama "apartheid", è una diga effimera e provvisoria. È la reazione isterica ad una situazione isterica che minaccia di spingere nell'odio anche il sorriso delle nuove generazioni. (narratore) [voce fuori campo]
- L'apartheid ha rinchiuso due razze in prigioni diverse, le cui serrature si aprono alla rovescia. Due prigioni dalle sbarre d'oro nel paese più ricco del mondo. (narratore) [voce fuori campo]
Citazioni su Africa addio
[modifica]- Africa Addio è nato in quel momento, ed è stato fatto con il senno di quel momento. Con il senno di poi non ha senso giudicare le cose. Noi, in quel momento avevamo quelle idee: pensavamo che l'Africa sarebbe andata incontro a qualcosa di terribile, di tragico. Africa Addio è stato un film profetico. Tutto ciò che abbiamo previsto in quel film si è avverato. Non dicevamo qualcosa di falso, ma qualcosa di vero. (Franco Prosperi)
- [Gualtiero Jacopetti] è stato accusato di tutto. Di fascismo. Di aver detto ai soldati a proposito del condannato a morte: "Fucilatelo lì, a quell’ora, perché io devo preparare la cinepresa...". Io non farei mai una cosa del genere. È agli antipodi della mia mentalità. Ero contro. Però che sfida che ha lanciato. (Ruggero Deodato)
- Il film ci rivela quanto abietto, crudele e stolto è l'uomo: è quindi una lezione di umiltà. Ci frusta il cuore coi nefandi stermini di uomini, donne, bambini biondi e neri, di stupendi animali innocenti. Moralmente, insomma, è una purga di rara energia. C'è però un lato negativo, forse. Africa addio, volontariamente o no, risulta razzista, tirando a dimostrare che nella generalità i negri dell'Africa sono della gente inferiore, e che l'avergli dato libertà e indipendenza è stata una delle più grosse balordaggini mai commesse dall'Occidente. (Dino Buzzati)
- Non c'è un istante, in due ore e mezzo di proiezione, in cui un africano sia innalzato alla dignità di uomo. Si sottolineano i particolari più disgustosi, i denti cariati, le bocche parte in atteggiamento ferino per passare con uno stacco allusivo alle fauci delle belve. (Angelo Del Boca)
- "Viva l'Africa indipendente", gridavano stupidamente e demagogicamente i socialcomunisti. Noi, invece, avevamo visto in faccia la cruda realtà e dicevamo che l'Africa non poteva ancora accedere all'indipendenza. Le popolazioni locali non erano mature. (Franco Prosperi)
- La sofferenza umana, il sangue dell'uomo che in Africa scorre oramai come un fiume, io dovevo farli vedere perché non si ignorasse, perché non si possa dire: ma io, io non lo sapevo. Il materiale che ho tagliato e messo da parte è dieci volte più terrificante di quel che si vede nel film. I morti, laggiù, non c'era bisogno di andarli a cercare; le scene che ci sono nel film non sono niente in confronto a quanto ho raccolto e tenuto da parte.
- Le cose non si possono risolvere con la non-violenza. La non-violenza permette ai più forti di dormire, la violenza ci vuole, io amo la violenza, sono un apostolo della violenza.
- Se dico che in Africa muoiono centottanta ippopotami al giorno dovrò pur mostrarne una ventina io... E poi Riz Ortolani aveva composto una musica magnifica, a sincrono con ogni ammazzamento.
- [Sul rischio di venire uccisi in un'esecuzione sommaria in Congo durante le riprese] Stavano per metterci al muro, avevano già caricato le armi. Poi sento una voce: "Fermi tutti, non sono bianchi, sono italiani". Voleva dire che non eravamo gli odiati inglesi. E la scampammo, per un pelo.
Voci correlate
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