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Agostino Depretis

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Agostino Depretis

Agostino Depretis (1813 – 1887), politico italiano.

Citazioni di Agostino Depretis

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  • [A quanti lo festeggiavano a Macerata] Badate, non entusiasmatevi, perchè io sono il capo degli esattori.[1]
  • L'ingegno e la dottrina che egli fece spendere sulla cattedra e nei suoi scritti, il suo patriottismo che lo fece prender parte ai più grandi avvenimenti dell'epopea nazionale, il suo carattere intemerato, mai un istante smentito, fece di Carlo Boncompagni uno dei più chiari uomini onde un paese si possa onorare.[2]
  • Mentre si era soliti dire che il governo rappresentava un partito, noi intendiamo invece governare nell'interesse di tutti... ed accetteremo l'appoggio di tutti gli uomini onesti e leali a qualsiasi gruppo appartengano.[3]
  • Piace a me e basta.[4]
  • Se la parola d'ordine delle amministrazioni precedenti era questa: chi non è con noi è contro di noi; la nuova parola d'ordine che io rivolgo a nome del Ministero a tutti i funzionari dello Stato, è quest'altra: lasciate passare la volontà del Paese.[5]

Citazioni su Agostino Depretis

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  • A colui che Giosuè Carducci chiamava «l'irto spettral vinattier di Stradella»[6] si rimproverò l'eccessivo attaccamento al potere (alla Camera si rideva ogni volta che egli accennava ad una sua non mai creduta volontà di dimettersi), la eccessiva scaltrezza, l'asserita corruzione del costume parlamentare introdotta col trasformismo. Ma, in realtà, il vecchio statista, con tutte le sue deficienze ed i suoi errori, contribuì potentemente all'assestamento del giovanissimo Stato[7], equilibrandone le forze interne, accrescendo la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica con la legge elettorale del 1882, rafforzando l'esercito e la flotta, sviluppando le ferrovie e togliendo l'Italia all'isolamento diplomatico. E l'uomo che con sorridente indulgenza era anche troppo sollecito ad applicare a vantaggio di altri la sua formula scherzosa: «La legge è uguale per tutti, il favore è per gli amici», ignorò sempre l'arte di lucrare vantaggi o profitti per sé e per i suoi dagli uffici ricoperti. E non fu merito modesto né inutile insegnamento. (Alberto Maria Ghisalberti)
  • Depretis era un uomo austero la cui unica stravaganza consisteva in una vistosa barba bianca. Anche da primo ministro visse sempre in una camera ammobiliata affittata in casa di una coiffeuse francese, ed era lì che, quando giaceva con uno dei suoi attacchi di gotta, riceveva sia i colleghi del parlamento sia ambasciatori e principi. Personalmente era incorruttibile, ma possedeva un tocco simile a quello di Mida, che corrompeva tutto ciò che si trovava a portata delle sue mani: destra e sinistra, ricchi e poveri. Depretis, diceva il deputato della destra Silvio Spaventa, era come un gabinetto pubblico, che resta pulito anche se vi passa ogni sorta di immondezza. (Robert Katz)
  • Depretis fu dodici volte membro o presidente di otto consigli dei ministri e ciò gli dette la possibilità di introdurre alcune necessarie riforme. Ma, per la sua versatile capacità di manipolazione di tante coalizioni eterogenee, passò alla storia come il grande corruttore della politica italiana. Pur essendo onesto nella vita privata, Depretis ammise francamente che – come politico – era costretto a sfruttare l'avidità di denaro e il carrierismo degli altri; e, molto spesso, coloro che venivano eletti deputati erano più che disposti ad accettare piccole forme di corruzione e di favoritismo personale. (Denis Mack Smith)
  • È nato malfattore politico come si nasce poeta o ladro. (Ferdinando Petruccelli della Gattina)
  • Efficace la frase, Voi non lo conoscevate, onorevole Depretis, il ventre di Napoli. Avevate torto, perché voi siete il Governo e il Governo deve saper tutto. (Matilde Serao)
  • Il Depretis sentiva la urgenza della vasta azione in cui il giovane Stato italiano doveva impegnarsi; ma di farne tutto il programma dinanzi al parlamento, domandando i mezzi appropriati, non aveva né il coraggio né la forza parlamentare adeguata alla difficoltà della impresa. (Pietro Chimienti)
  • L'audacia e l'impudenza di Depretis nel '66[8] come ministro della marina superano ogni descrizione. Il Giuriati disse argutamente che pur di comandare, il vinattier di Stradella[6] avrebbe «accettato il soglio pontificio»; e la frase collima perfettamente con quella dello stesso Depretis, che al Persano[9], il quale gli osservava non esser gli ufficiali di marina indicati a guidare le truppe di sbarco – replicò: «un ufficiale della marina deve anche saper dir messa». (Alessandro Luzio)
  • Aveva pallidissimo il volto, smunte le guancie, e già le fatiche dell'ufficio riuscivano superiori alla resistenza della sua fibra malata. I giornali gli attribuivano congiure parlamentari e propositi di dominazione. Egli lottava per la difesa della sua persona, e pareva invece che riguardasse le battaglie parlamentari più da spettatore intelligente che da combattente. Vedendo seduti vicino a sé, al banco dei Ministri, i successori suoi, ossia gli uomini che volta a volta lo avevano combattuto, – Crispi, Saracco, Zanardelli, – chi sa quali melanconiche riflessioni dovette fare quello spirito acuto e sottile, negli ultimi giorni della sua vita!
  • Da quel che se ne può sapere, sembra che il Depretis fosse ossequente ai voleri superiori più di quanto convenga a ministro di Stato libero. Aveva debolezza di fibra, era facile a ricevere le impressioni altrui, a meno che non lo spingesse a reagire un forte interesse personale. Era proclive, cosi, a soddisfare ai voleri superiori, meno per pressioni forti che gli venivano fatte, meno per calcolo, che per natura buona dell'animo suo, e per il suo temperamento facile, bonario, indulgente.
  • Depretis era la più originale e simpatica figura del nostro mondo politico, la più serena e geniale. Noi cominciamo ora a comprendere i pregi altissimi e l'importanza dei servigi resi al paese da quest'uomo.

Note

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  1. Citato da Medoro Savini nella Tornata del 19 febbraio 1877 della Camera dei Deputati (Regno d'Italia).
  2. Dal discorso commemorativo citato in Atti parlamentari. Discussioni, 15 dicembre 1880.
  3. Citato in Denis Mack Smith, Storia d'Italia dal 1861 al 1997, volume I (Modern Italy. A Political History, 1997), Laterza, Bari, 1997, p. 129.
  4. Da Discussioni della Camera dei Deputati, 30 gennaio 1884, vol. VII, p. 5527; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 343.
  5. Dal discorso di Stradella dell'8 ottobre 1876; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 212.
  6. a b Allusione malevola al Depretis, nato nei pressi di Stradella, comune dell'Oltrepò Pavese.
  7. Il Regno d'Italia nato nel 1861.
  8. 1866, anno della terza guerra d'indipendenza italiana.
  9. Comandante della flotta italiana nella terza guerra d'indipendenza.

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