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Campionato mondiale di calcio 1978

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Citazioni sul campionato mondiale di calcio 1978.

  • In Argentina, i Mondiali dovevano immortalare l'immagine di un popolo felice e ordinato e di un'organizzazione efficiente. Insomma, erano uno spot per la dittatura militare di Jorge Rafael Videla. Da calciatore ho girato il mondo in lungo e in largo, ma avevo poco tempo per comprenderlo davvero. Noi vivevamo in una bolla, in una gabbia dorata ben separata dalla realtà. Io, in quel periodo, pensavo solo al calcio, al Mondiale. Poi, un giorno, mentre andavo all'allenamento, ho incrociato lo sguardo di un uomo con un bambino sulle spalle, forse erano padre e figlio: la folla intorno a loro si sbracciava per salutarci, per avere un autografo. Loro, invece, erano fermi, composti. Non ho mai dimenticato la tristezza di quegli occhi. È stata quella l'unica volta che in Argentina ho percepito il dolore della gente. (Marco Tardelli)
  • Io me lo ricordo quel giugno del 1978, in caserma a Taranto a fare il primo mese di naja, e si passava la giornata in attesa della notte, quando avevamo il permesso di riunirci in 500 in un camerone per vedere Paolo Rossi fare gol a tutti. (Paolo Condò)
  • L'amore è condivisione, fratello e sorella che leggete queste righe. Anche l'amore per una cosa da niente, quale dovrebbe essere un pallone che rotola. Quando riusciamo a smetterla di pensare da egoisti, entriamo in una dimensione distinta e distante. Più alta. A memoria, capitò qualcosa di simile nel 1978. Il furore terrorista dilagava in Italia, Aldo Moro era appena stato assassinato, il Presidente della Repubblica Giovanni Leone era stato costretto alle dimissioni. Da una Argentina lontana lontana, presero ad arrivare le immagini della prima Nazionale di Enzo Bearzot, protagonista stupefacente di un mondiale non vinto ma quasi. Fu lì, lo affermo senza pudore, che la mia generazione intuì che ne saremmo venuti fuori, perché esisteva, anche e per fortuna, una idea sana della Nazione. (Leo Turrini)
  • Nel '78 hanno vinto il Mondiale ma sanno benissimo come l'hanno vinto quel Mondiale. E tanta gente ha perso compagni di scuola, compagni di militare, compagni di esistenza. Non è un Mondiale che ricordi sempre con gran facilità. (Federico Buffa racconta Storie Mondiali)

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