House of Cards (miniserie televisiva)

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House of Cards

Serie TV

Immagine Le Palais de Westminster et Big Ben, à Londres le 9 mai 2013.jpg.
Titolo originale

House of Cards

Lingua originale inglese
Paese Regno Unito
Anno

1990 – 1995

Genere drammatico, thriller, politico
Stagioni 3
Episodi 12
Ideatore Michael Dobbs
Produttore Ken Riddington
Rete televisiva BBC
Netflix
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

House of Cards, serie televisiva britannica trasmessa dal 1990.

Prima stagione[modifica]

Episodio uno[modifica]

  • [Mentre guarda una foto di Margaret Thatcher] Niente dura per sempre. Persino il più longevo e sfavillante regno giunge al suo termine prima o poi. (Francis Urquhart)
  • [Su Margaret Thatcher] Chi la sostituirà? Ci sono molti candidati: vecchi guerrieri, giovani rampanti. Lord Billsborough per esempio, il capo del partito. Troppo vecchio e troppo conosciuto, infamato da migliaia di patti ignobili. Michael Samuels? Troppo giovane e troppo sveglio. Patrick Woolton? Un po' zotico, un po' bullo. Sì, potrebbe essere Patrick Woolton. Henry Collingridge, il beniamino del popolo: pieno di ottime intenzioni, senza passato e senza basi. Chi? Io? Oh, no. Io sono il Chief Whip,[1] un semplice funzionario. Mantengo l'ordine fra i ranghi. Brandisco il manganello, li metto in riga. E di certo, offrirò la mia massima fedeltà a chiunque verrà eletto mio superiore. (Francis Urquhart)
  • Siamo una nazione di azionisti, una nazione di donne e uomini orgogliosi e capaci che sanno come risolvere i problemi e come arrangiarsi. (Henry Collingridge)
  • Da ora in poi, il nostro motto sarà questo: diamoci da fare e affinché tutto il nostro popolo si unisca insieme. (Henry Collingridge)
  • Che insensatezza! "Unirsi insieme"? Sembra il motto di un bordello a Marrakech. (Patrick Woolton)
  • Non ho niente contro di lui, ovvio. Ma di certo è cambiato qualcosa da quando gli abbiamo permesso di salire così in alto. Le mie origini, come vedete, sono un po' differenti. Ma i privilegi comportano responsabilità. Sono un fedele servitore dello stato e fiero di esserlo. Inoltre, non ho molta stima di Henry Collingridge, ma io credo che lui l'abbia di me. Aspiro a qualche alta carica, lo confesso, e mi è stata promessa da lui personalmente. Ma un passo alla volta. Abbiamo ancora un elezione da vincere. (Francis Urquhart)
  • Un politico ha bisogno di una moglie e di altre persone, purtroppo. Un uomo di stato ha bisogno di folletti e di elfi che lo assistano. E anche di pedine inconsapevoli che non sanno per chi si prodigano. (Francis Urquhart)
  • Tutti si possono rivelarsi preziosi. È la mia filosofia. (Francis Urquhart)
  • Collingridge: Ho dato un occhiata a questo memorandum che mi hai dato. Tu proponi un rimpasto molto radicale. Vorrei sapere il perché.
    Urquhart: Beh...
    Collingridge: Soltanto in termini generali.
    Urquhart: D'accordo. Siamo rimasti al potere più a lungo di tutti dalla guerra. È una sfida tutta nuova. Dobbiamo dimostrare che non ci fossilizziamo, che siamo capaci di rinnovarci. La tua successione alla guida del partito è un ottimo esempio di questa direzione, Primo Ministro.
    Collingridge: E ora vorresti vedere altre mosse in questa direzione.
    Urquhart: A me sembra che sia arrivata un indicazione chiara che il paese sia alla ricerca di un cambiamento.
    Collingridge: A te sembra? Dei nomi nuovi che proponi qui, nessuno potrebbe essere ricondotto all'ala liberale del partito. Non concordi, Francis?
    Urquhart: Ma nemmeno alla destra radicale. Sono tutte delle persone perbene, Primo Ministro.
    Collingridge: Persone perbene di provincia. Mi garantisci che obbediranno?
    Urquhart: Io le considero persone cresciute e educate in una tradizione di servizio pubblico che hanno dimostrato la loro affidabilità nel corso degli anni.
    Collingridge: Beh, sì. Si potrebbe anche dire così. E so che tu mi offri i tuoi servigi per un alto incarico.
    Urquhart: Tu ti ricorderai, Primo Ministro, che qualche mese fa abbiamo trattato la possibilità che dopo le elezioni avrei potuto ottenere un posto di rilievo.
    Collingridge: Sì, certo. Me lo ricordo bene. Le cose cambiano molto rapidamente in politica, Francis. Ti sono molto grato per i tuoi suggerimenti, ma devo dirti che io non li approvo affatto. Ricordi Macmillan? La Notte dei Lunghi Coltelli? Licenziò un terzo del Parlamento e distrusse il governo che lo appoggiava. Perse l'incarico in un anno, Francis. Allora, ecco che cosa ho in mente. Come vedi, nessun tipo di cambiamento. Sono certo che vedrai in esso un segnale di forza e di convinzione totale.
    Urquhart: Spero che il gruppo parlamentare la veda nello stesso modo!
    Collingridge: Conto sulla tua abilità di convincerlo, Francis, in qualità di chief whip. Suppongo di avere il tuo pieno appoggio.
    Urquhart: Ma certo, Primo Ministro. Questo è sottinteso.
    Collingridge: Bene. Voglio che sappia che ti considero ancora un candidato per un alto incarico, ma tu sei il più stimato e rispettato chief whip che questo partito abbia mai avuto dalla fine della guerra. Con una maggioranza così ridotta in Parlamento, per me un buon chief whip è più importante d'un segretario di stato.
    Urquhart: [Scrocchiandosi le nocche in rabbia] Troppo gentile, Primo Ministro. Troppo gentile...
  • Lei può ipotizzarlo. Io non posso commentare. (Francis Urquhart)
  • Io sono il Chief Whip, Mattie. Le mie opinioni personali non sono rilevanti. Io mi occupo del morale e della disciplina dei deputati. Li tengo in riga, ascolto i loro problemi, quando posso li aiuto, e somministro qualche calcio al sedere quando lo ritengo opportuno. (Francis Urquhart)
  • Urquhart: Allora, Mister Stoat. Sembra che si sia infilato in un bel pasticcio. Questo non giova all'immagine del partito, non è vero?
    Stoat: No, Chief Whip. Non so dirle quanto sia desolato per questo.
    Urquhart: Avrebbe dovuto pensarci prima. Possiamo fare qualcosa, Stamper?
    Stamper: Non è facile, Chief Whip. Ho parlato col sergente, ed è comprensibilmente riluttante credere che il nostro amico abbia fermato l'auto per chiedere indicazioni per il suo stesso ufficio.
    Urquhart: Santo cielo...
    Stoat: Sono davvero...
    Urquhart: Non interrompa, Stoat.
    Stoat: Scusi.
    Stamper: Tuttavia, alla fine l'ho persuaso a chiudere un occhio. Non sporgerà denuncia.
    Stoat: Davvero? Oh, santo cielo. Non so dirvi quanto vi sia grato...
    Urquhart: È stato molto fortunato. Ho sentito una storiella buffa su di lei. So che pensava di astenersi alla seconda votazione per la legge sull'ambiente.
    Stoat: Cosa?
    Urquhart: Non lo farà!
    Stoat: No, certo che no.
    Urquhart: Molto bene, Stoat. Si prenda il giorno libero e cerchi di non fare l'idiota. E se va a prostitute, per l'amor del cielo, scelga una casa di tolleranza dove conoscono il significato della parola "discrezione". Stamper le darà un elenco di indirizzi, se ne ha bisogno.
    Stoat: Sì, certo. Grazie infinite. Sono davvero... Insomma, se c'e qualcosa che io, qualunque cosa che io possa fare...
    Urquhart: Sì, sì. Ora vada pure.
    Stoat: Arrivederci e, beh, ecco... Grazie di nuovo.
    Urquhart: Che individuo sgradevole. Dove li trovano di questi tempi?
    Stamper: Dio solo lo sa. Se avessi un cane così, lo abbatterei.
    Urquhart: E sì, anch'io...
  • La cocaina è un vizio particolarmente dispendioso. Ne vale la pena? Dicono che aguzzi l'ingenio. Se fosse vero, tu saresti un genio. (Francis Urquhart)
  • Non è insolito che un primo ministro cambi idea, ma non è così frequente vederglielo cambiare in pubblico. (Francis Urquhart)

Episodio due[modifica]

  • Le creature del giorno iniziano a vacillare e ad assopirsi. (Francis Urquhart)
  • Un congresso di partito può essere molte cose: una dimostrazione di forza, una dolorosa riconsiderazione o, come in questo caso, una serie di provini di pretendenti al trono, mentre il capo dismesso appassisce davanti ai nostri occhi. (Francis Urquhart)
  • Nessuno più di me è entusiasta degli incredibili progressi ottenuti dai nostri amici dell'Europa dell'Est. Ma un momento, insomma, scusa, tovarišč. Se devo entrare nella stanza delle trattative per abbracciarmi con degli orsi russi, non lascerò la mia pistola fuori dalla porta, se per te è lo stesso. (Patrick Woolton)
  • Urquhart: La tua assistente sta facendo un ottimo lavoro.
    O'Neill: Ah, quella ragazza vale oro, Francis.
    Urquhart: Non ne dubito. Suppongo che sia anche la tua amante. È un privilegio riservato a te soltanto?
    O'Neill: Cosa?
    Urquhart: Ho chiesto se tu hai sul suo corpo l'esclusiva completa o se c'è possibilità per gli altri.
    O'Neill: Ehi, ma andiamo, Francis. Non credo che sia il modo di parlare...
    Urquhart: Niente moralismi con me! Sai che potrei schiacciarti quando e come voglio. Rispondi alla domanda.
    O'Neill: Beh, sai, Penny e io ci conosciamo da tanto. In un certo senzo, siamo come fratello e sorella. Ma ci concediamo una licenza per buona condotta, se capisce cosa intendo. Ascolta, Francis, non è semplice. Lei non... Tu non puoi... Sono sicuro che sarebbe lusingata se tu glielo chiedessi gentilmente. Sono certo che...
    Urquhart: Chiudi il becco! Pensi davvero che io la vorrei?
    O'Neill: Ops, scusa, ho sbagliato.
  • Un tempo il nostro era un paese di eroi, Ben. Esploratori, soldati, mercanti, avventurieri. Noi vogliamo un leader che sia disposto a sguinzagliare tutti i suoi cani. (Francis Urquhart)
  • Chi vorrebbe essere a commando di questo perfido mondo? (Francis Urquhart)
  • Se gli anni ottanta sono stati un decennio del confronto, i novanta saranno invece il decennio della conciliazione, il decennio della collaborazione, il decennio della maturità. L'oppressione del dissenso non ci aiuterà a trovare la strada giusta. Di sicuro gli eventi nell'Europa dell'Est ci hanno insegnato questo. Il processo democratico nel Regno Unito è stato d'ispirazione per chi cercava la libertà in Polonia, in Russia, in Ungheria e in Cecoslovacchia, e io, per primo, ne vado molto fiero. (Henry Collingridge)

Episodio tre[modifica]

  • Una riunione di gabinetto straordinaria. Si prova sempre un piccolo brivido lungo la schiena in questi momenti. Qualcuno è nei guai. Sta per cadere qualche testa, ma non la nostra. (Francis Urquhart)
  • [Dopo le dimissioni di Henry Collingridge] Commovente, vero? Sapere che i tuoi sforzi sono apprezzati. E in effetti sono stati considerevoli se non, in certi casi, addirittura audaci. Non vi sentirete in colpa, spero. Se provate rimorso, liberatevene in fretta. Schiacciatelo sotto il tacco come un mozzicone. Al mio paese ho fatto solo un favore. Non aveva il cervello, né il cuore, né lo stomaco per governare la Gran Bretagna. Certo, era un brav'uomo, ma era privo di palle, sostanzialmente. La sua principale necessità era piacere alla gente. Tratto ammirevole, certo, in un barboncino... o una prostituta, non credo in un Primo Ministro. (Francis Urquhart)
  • Storin: Lei è l'unico politico per cui nutro rispetto. Se lei si candidasse, farei di tutto per aiutarla.
    Urquhart: Davvero, Mattie?
    Storin: Credo che lo sappia. Credo che sappia che potrebbe farmi quello che vuole.
    Urquhart: Parole poco adatte a una donna indipendente, Mattie.
    Storin: Oh, al contrario. Non sono il giocattolo di nessuno. Non vengo scelta, io scelgo, e non vado alle etichette che si mettono sull'età. Ti desidero dalla prima volta che ti ho incontrato.
    Urquhart: Mia moglie è andata in campagna questo pomeriggio.
    Storin: Sì.
    Urquhart: E ho un impegno alle nove. Non posso annullarlo.
    Storin: Non importa. Sono solo le sette, e anch'io ho da fare più tardi.
    Urquhart: Non potrai mai parlare di questo con nessuno al mondo.
    Storin: Perché dovrei? Non voglio. Non ha niente a che fare con gli altri. [lo bacia]
    Urquhart: Mattie...
    Storin: Non so come chiamarti.Che nome posso usare con te?
    Urquhart: Puoi chiamarmi Francis.
    Storin: No, non posso farlo. Non penso a te come Francis. È così stupido.
    Urquhart: Non puoi certo chiamarmi Chief Whip.
    Storin: Ti chiamerò "paparino".
    Urquhart: Cosa?
    Storin: Ti chiamerò il mio paparino. Che ne dici?
  • Sì, lo so. È irritante dover aspettare un uomo che non ha più potere. Ma persino un Primo Ministro in disgrazia può essere utile. Quindi conviene ancora essere l'umile, onesto buon vecchio Francis Urquhart, profondamente devoto. Un vero conforto in questa crisi! (Francis Urquhart)
  • Non mi ci vedo a candidarmi per la più alta carica del paese. A ognuno il proprio posto, e io so qual è il mio. (Francis Urquhart)
  • Non voglio fare il Primo Ministro. Quello è un lavoro orribile. (Francis Urquhart)
  • È difficile capire di chi fidarsi in tempi così sospetti. La passione genera fiducia? Non necessariamente. Eppure tutti quanti vorremmo le nostre certezze. Sentire la parola "sempre" e credere che sia vero. Lei si fida ciecamente di me, penso. Confido in questo. E io? Quello che credo è che lei sia assolutamente umana. (Francis Urquhart)

Episodio quattro[modifica]

  • Sono più abituato a servire il mio paese da dietro le quinte, ma dato che così tanti miei colleghi sono inclini a darmi il loro supporto, mi dimostrerei davvero arrogante a ignorarli. Quindi accetto di candidarmi per la leadership del Partito Conservatore. Ho grande fede nel popolo di questo paese. Io credo che sappia molto bene che tipo di governo vuole: un governo stabile e onesto, un governo che non ha paura di governare. Mi piacerebbe un po' meno ideologia e un po più di buon senso e, aggiungerei, un po' più umanità nella conduzione dei nostri affari qui e all'estero. (Francis Urquhart)
  • Stamper: [Leggendo dal giornale] "Il ministro della sanità investe un paralitico con la sua auto".
    Urquhart: Oh, poverino! Ha avuto un attacco di panico. Bene. Il prossimo?
    Stamper: Harold Earle.
    Urquhart: Cosa c'è su di lui?
    Stamper: C'è stato quasi uno scandalo una decina di anni fa.
    Urquhart: Il ragazzo a pagamento su un treno per Redhill. Certo! Voleva vendere la storia. Per farlo tacere l'abbiamo comprata. Sarebbe sgarbato riportare alla luce l'episodio. La vita privata di una persona dovrebbe rimanere privata.
    Stamper: D'altro canto, farselo succhiare in seconda classe per pochi spiccioli non è un comportamento da Primo Ministro.
    Urquhart: Beh, sì. Non lo si può negare.
  • La politica è più importante dell'ambizione personale. (Francis Urquhart)
  • Giocare con le speranze e i sogni di una figlia, essere gentile e severo, sgridare e ricompensare, castigare e perdonare. I piaceri di un padre, del padre di una figlia. C'è forse un potere più grande di questo? Cosa desiderare di più? Perché dovrei aspirare ad essere il padre di tutti? (Francis Urquhart)
  • A volte penso che siamo tutti delle puttane ormai. E allora brindiamo alle puttane! (Roger O'Neill)
  • A volte vorrei essere un alcolizzato. La vita sarebbe così semplice. Procurarsi la droga è così noioso e complicato. È un modo di sprecare la propria vita. Mi chiedo se sarà più facile da cavaliere. (Roger O'Neill)
  • [Mentre avvelena la cocaina di Roger O'Neill] Questo è un atto di misericordia, veramente. Lo conoscete ormai. Vedete che non ha un futuro. Mi sta implorando di liberarlo. Ne ha abbastanza e, quando finalmente riposerà, allora non avremo problemi a ricordare il vero Roger: l'ardente giovane con il maglione verde, la leggendaria capacità di schivare colpi, e il coraggioso sorriso atterrito. (Francis Urquhart)
  • Urquhart: Mattie? Qualche pensiero ti turba? Posso fare qualcosa? Sei sconvolta, lo vedo bene. Di che cosa si tratta?
    Storin: Dimmi che non è vero.
    Urquhart: Cosa?
    Storin: Dimmi che non è vero!
    Urquhart: Che non è vero cosa? Devo sapere di cosa parli, Mattie. Ho molti talenti, ma non la lettura del pensiero.
    Storin: Che sei tu la mente, che lo sei da sempre, dal primo momento, che hai incastrato Collingridge e suo fratello, che hai diffuso documenti imbarazzanti, che hai ordinato tu a mettermi paura, che hai ucciso Roger O'Neill. Dimmi che non è vero. Dimmelo!
    Urquhart: Mattie. Mattie. Guardami, avanti. Così va meglio. Non ti fidi più di me?
    Storin: È così? Hai ucciso tu Roger O'Neill?
    Urquhart: Mattie, hai la minima idea di quanto tutto questo sia penoso per me? Provo un forte sentimento per te, e non sopporto di essere oggetto dei tuoi sospetti. Io mi fido di te, Mattie. Perché tu non ti fidi di me?
    Storin: Io volevo e, credimi, lo voglio ancora.
    Urquhart: Davvero, Mattie?
    Storin: Io ti amo.
    Urquhart: Dimmelo bene. Chiamami paparino.
    Storin: Io ti amo, paparino. Adesso voglio solamente sapere.
    Urquhart: Cosa?
    Storin: Hai ucciso tu Roger O'Neill?
    Urquhart: Sì.
    Storin: Come?
    Urquhart: Veleno per topi. Ho dovuto sopprimerlo. È stato un atto di misericordia. È in pace ora. Non ha più paura. Mattie?
    Storin: Che c'è?
    Urquhart: Mattie!
    Storin: Che c'è...?
    Urquhart: Posso fidarmi?
    Storin: Certo, lo sai.
    Urquhart: Oh, Mattie. È penoso per me dirtelo, ma non ti credo. Penso che non potrò più fidarmi. [butta Storin dall'edificio]

Seconda stagione[modifica]

Episodio uno[modifica]

  • Ricordate quell'ometto terribilmente gentile che non faceva che parlare di una società senza classi? Ha dovuto rinunciare alla fine. Tutto cambia nella vita. (Francis Urquhart)
  • Un nuovo re. Una nuova epoca di speranza, di pace, di crescita spirituale, eccetera. E io sono ancora qui per i miei peccati. (Francis Urquhart)
  • [Prima dell'udienza con il nuovo re] Devo confessare che sento ancora un leggere fremito interno. Un re è un re dopotutto, e un sherry eccellente. Spero che non ci siano stati cambiamenti. Ho sentito addirittura parlare di te con la camomilla. (Francis Urquhart)
  • Re: Allora, penso che lei abbia più pratica di me in queste cose.
    Urquhart: Forse, Sire. Ma sono sicuro che abbiate tratto beneficio dall'esperienza di vostra madre e dai suoi consigli, come me del resto.
    Re: Sì. Mi ha detto che l'ha ascoltata con attenzione e deferenza, e che poi ha fatto di testa sua. Non è andata così?
    Urquhart: Questa è buona, Sire. La Sua Maestà piaceva moltissimo prendermi in giro. Lei ha sempre compreso molto bene i vincoli che ci reggono. Nessuno di noi può fare di testa sua, e questo probabilmente è un bene. Di certo, lo è nel mio caso.
    Re: Mister Urquhart, desidero che questi incontri siano un mutuo scambio.
    Urquhart: Ma certo.
    Re: Se non saremo schietti l'uno verso l'altro, il loro scopo verrà a meno.
    Urquhart: Sono assolutamente d'accordo, Sire.
    Re: Allora, mi dica, quali sono le priorità del governo a medio termine? Diciamo, per tre anni?
    Urquhart: Il consolidamento, Sire. Credo che sia di vitale importanza mantenere quelle politiche che ci hanno consentito a passare dalla recessione alla prosperità di cui ora godiamo.
    Re: Di cui alcuni godono.
    Urquhart: Sì, alcuni di noi ne hanno sempre goduto, suppongo. E adesso anche la maggioranza del paese.
    Re: Ma non tutti.
    Urquhart: Credetemi. Comprendo i vostri sentimenti e li condivido appieno. È molto doloroso per me, personalmente doloroso, sapere che parte del nostro popolo è senza casa, anche se pochi, e sapere che molti connazionali si sentono trascurati.
    Re: Sì, esatto.
    Urquhart: E sarebbe una terribile tentazione stanziare dei fondi per questi problemi adesso, denaro in prestito, perché ne pagheremo le conseguenze in pochi anni. Lo so che è penoso, ma penso che dovremo avere pazienza.
    Re: Lei è intelligente, Urquhart.
    Urquhart: Molto gentile, Sire, anche se preferirei più il termine "saggio" che intelligente. Ma credo che "affidabile" sia l'elogio migliore che possa aspettarmi.
    Re: Io vorrei che mi ricordassero come un uomo buono. Lei lo trova assurdo?
    Urquhart: Per nulla, Sire. E sono sicuro che lo sarete.
  • [Sul nuovo re] Non osserva nessuna etichetta, non ama conversare, e non ha senso dell'ironia. È stato interessante, ma lui vuole ripeterlo ogni settimana. Libero di formare un club di cuori solitari, ma deve capire che non posso perdere tempo. Devo governare il paese, tanto per cominciare. E così, il nostro regale amico lo farà diventare ne più ne meno che il lavoro di Chief Whip: una pacca sulla spalla, qualche complimento, un rimprovero ogni tanto e un bel calcio dove non batte il sole all'evenienza. (Francis Urquhart)
  • Stamper: Allora, come hai trovato Sua Maestà?
    Urquhart: Oh, come mi aspettavo: vorrebbe essere di aiuto, dice.
    Stamper: Ma lui è di aiuto. Può dare ricevimenti, inaugurare ponti, e ci risparmia il disturbo di eleggere un dannato presidente. Non è poco.
    Urquhart: Il problema è che ha delle idee, e ha una coscienza. Vuole dare il suo contributo.
  • Non sono un bruto, Elizabeth. Sono un uomo vecchio stampo che non ama le sciocchezze. (Francis Urquhart)
  • Urquhart: Come giudica il lavoro di questo governo, Mrs Harding?
    Harding: Estremamente efficace, perché non cercando l'approvazione di tutti ad ogni passo, ha rafforzato enormemente la sua posizione. Ora ha il favore del quarantasei percento dell'elettorato, e questo significa che può ignorare il resto, e lo fa. L'opposizione è inerme, perché non ha una base potente. La maggioranza delle classi inferiori non va più a votare. Insomma, lei ha virtualmente distrutto il sistema bipartitico.
    Urquhart: Bene. Ha scritto sull'Economist che Francis Urquhart è simile a uno squalo, che deve rimanere in movimento per sopravvivere.
    Harding: Non è un paragone lusinghiero. Mi scusi.
    Urquhart: Beh, meglio uno squalo che una pecora, suppongo.
  • Se pensa che essere re gli dia il diritto di dire quello che vuole, è davvero un emerito idiota. (Francis Urquhart)
  • Il popolo non prende bene che un uomo con tre Bentley gli faccia lezioni sull'ineguaglianza. (Francis Urquhart)
  • Lei ha abbandonato il Galles e la Scozia, migliaia di inglesi vivono sotto i ponti in totale povertà. Non posso credere che la gente appoggi la sua cieca politica brutale del tutto priva di compromessi. (Re)

Episodio due[modifica]

  • Noi siamo il governo di Sua Maestà, ma anche più di questo. Noi siamo il governo eletto dal popolo britannico e la nostra maggiore responsabilità è verso di esso. (Francis Urquhart)
  • Oggi, una soffiata controllata e in assoluto il modo migliore per annunciare qualcosa. Vi è piaciuto il discorso che ho fatto? La mia sofferenza personale è stato un colpo di genio. Sono, in effetti, furioso con Sua Maestà, e intendo fargliela pagare cara. Avrete notato la mia euforia. La prospettiva della lotta, certo, con tutti gli elementi generosamente a mio favore. Con una guerra in arrivo, cosa c'è di meglio che indire un elezione per contrarre i muscoli e far ribollire il sangue? (Francis Urquhart)
  • Lo sai che è strano? Non riesco a immaginare che un altro prenda il mio posto. (Francis Urquhart)
  • Harding: Sul serio lei eliminerebbe la monarchia se potesse? Se dovesse?
    Urquhart: Eliminare la monarchia? No. È un idea ripugnante per me. Ma costringere d'abdicare un particolare re è già successo in precedenza, e se mi venisse richiesto per il bene del paese, non mi tirerei indietro. Farei quello che farebbe un vero uomo.
  • Il cervello non è un organo sessuale, e il mio governo si basa sulla famiglia e i suoi valori. (Francis Urquhart)
  • Cosa c'è di vergognoso nello schierarsi dopo un divorzio? (Francis Urquhart)
  • Urquhart: L'Irlanda è una questione di onore, Sarah, non di profitto. Io non concederò un centimetro.
    Harding: Sei un vero dinosauro, non è vero? Non appartieni affatto alla Nuova Destra.
    Urquhart: Io ho un istinto per ciò che il popolo britannico è disposto a digerire. Le forze che mi guidano provengono da secoli di storia. La nostra è stata una grande nazione, e potrà diventarla di nuovo. Io restituirò la Gran Bretagna il proprio orgoglio. Sarà certo un processo doloroso, ma ne valerà la pena.
  • Dietro le quinte, la lotta per il potere. E dietro a tutto questo, oltre l'onore, oltre l'orgoglio, oltre la lussuria, e oltre l'amore, si consegue l'obbiettivo. Si afferra e si tiene stretto con le fauci serrate che mordono il potere e lo stritolano. Lo mordono e lo stritolano. (Francis Urquhart)

Episodio tre[modifica]

  • Gradisco molto queste visite a palazzo. Un bicchiere di sherry, qualche stoccata verbale e la giusta dose di astio e di disprezzo. Molto energizzante. (Francis Urquhart)
  • Non permetterò a questo governo di tagliare un milione di sterline a una famiglia reale meritevole con il pretesto di aiutare i bambini che muoiono di fame. (Francis Urquhart)
  • I re non devono pensare. È stato un errore mandarlo all'università e farlo parlare con tutti quegli architetti e filosofi e le giovani attiviste di colore. (Francis Urquhart)
  • Io amo mio paese, ma sono preoccupato per quello che gli sta succedendo. Purtroppo, l'inquinamento è la prima parola che mi viene in mente. [...] Inquinamento nel senso letterale dei mari, dei fiumi, delle strade, delle città, inquinamento causato dal cinico sfruttamento delle risorse naturali, ma esiste un tipo ancora più insidioso di inquinamento: quello morale, che noi potremo chiamare inquinamento dell'anima. Questa contaminazione permette lo sfruttamento delle risorse umane, lo spreco del talento delle persone, la distruzione, per proposito o negligenza, delle speranze dell'uomo e delle sue aspirazioni, l'erosione della dignità umana e il graduale annientamento di quei valori che ho sempre riconosciuto come tipicamente nostri e di queste isole: i valori dell'onestà e della tolleranza che ci rendono tutti quanti uguali agli occhi di Dio. Perché fare parte del genere umano significa essere legati da una fiducia reciproca, perché quello che alla fine sopravviverà è l'amore, nel suo significato più ampio. Sapete, la notte spesso dormo poco, e di giorno mi assale un persistente senso di disagio, e io so il perché: si sta diffondendo un nuovo spirito, che mi disturba e mi deprime anche. Non ci preoccupiamo più gli uni degli altri. Coloro che hanno un lavoro, che hanno una casa, del denaro, hanno iniziato a guardare ai disoccupati come a degli esseri umani inferiori a loro. I senzatetto sono degli esseri umani inferiori per loro, i nulla tenente sono degli esseri umani inferiori per loro. Non li notano più. Hanno indurito il loro cuore e li disprezzano per l'asprezza delle condizioni in cui vivono, come se non fossero più persone, come se non avessero più fame e freddo come noi. Ma ce l'hanno. Ce l'hanno. Non voglio regnare su un paese ne vivere in un paese il cui popolo non ha compassione per gli altri. Non sono un animale politico, ma mi sembra che dovremo trovare una maniera per comprenderci e convivere tutti sulla nostra terra. Ne siamo consapevoli. Le cose devono cambiare e voglio far parte di questo cambiamento. È necessario ricominciare tutto insieme... adesso. (Re)
  • Il Question Time del Primo Ministro. Spaventoso, come essere morsi da un topolino. (Urquhart)
  • Ma poi tutti, tutti quanti ci tradiscono alla fine. Ci amano, ma non abbastanza. Si fidano, ma non abbastanza, e noi sappiamo che sono esseri umani. Per questo non possiamo fidarci. Per questo non possiamo mai dormire sonni tranquilli. Come i gatti, anche noi dobbiamo dormire con un occhio aperto, sempre pronti a scattare come una molla. (Urquhart)

Episodio quattro[modifica]

  • Non è così facile come mi aspettavo sfidare un re, ma non mi lascerò conquistare. Niente mi farà desistere. (Urquhart)
  • Gli eventi sono i peggiori nemici di noi politici. Pianifichi tutto fino allo spasimo e poi succede qualcosa. Gli eventi ci sorprendono. (Urquhart)
  • Volevo soltanto servirlo, stare accanto a lui. Tutto qui. E finalmente adesso ho capito: mi ha semplicemente strumentalizzato. Mi ha solo usato come quei rasoi di plastica che si usano ora. Radono bene per qualche volta all'inizio e poi si buttano via. (Stamper)
  • Portman: Lei non trova che la netta divisione tra le nostre classi sia intollerabile? È soddisfatto di questa situazione?
    Urquhart: Certo che no. Esiste una profonda divisione nella società odierna: tra coloro che vogliono godersi i frutti del loro lavoro, rispettando e sostenendo le leggi del paese, e un crescente numero di persone che è di moda apostrofare come disagiate, come svantaggiate, o diversamente motivate, che noi chiamavamo persone pigre, disoneste persino, persone che non accettano la responsabilità delle loro azioni o della loro vita.
    Portman: Quindi non farebbe niente per tentare di cambiare la situazione?
    Urquhart: Al contrario. Ho deciso che è il momento di intraprendere alcune drastiche azioni: vogliamo ripristinare la leva nazionale, come primo passo di un programma su vasta scala di lavori pubblici. Faremo sollevare ai nostri giovani, a tutti i nostri giovani, il loro fondo schiena. Faremo un ingente investimento sul nostro futuro, e vedrete che saranno soldi spesi bene.
    Portman: Ma di che cosa sta parlando? Di un reclutamento universale in tempi di pace?
    Urquhart: Ascolti. Non è molto corretto che giovani persone nel vero e proprio fiore dei loro anni passino la metà del tempo sdraiati nel letto a dormire e la restante a scambiarsi droga o a derubarsi a vicenda. Diamo ai giovani la possibilità di apprendere un po' di disciplina, la possibilità di riprendere e a camminare a testa alta.
    Portman: Ma questa è una vera...
    Urquhart: Io ho piena fiducia nella Gran Bretagna. Non siamo una nazione di assistenti sociali e di clienti degli assistenti sociali. Non siamo, per amor del cielo, una nazione di casi disperati. Siamo un paese fiero e orgoglioso e siamo ancora, grazie a Dio, una nazione che merita rispetto.
  • Urquhart: Vedi, la grande bellezza del reclutamento è che ci consentirà di usare ragazzi dai 18 ai 23 anni per sottomettere i loro fratelli minori dei quartieri più poveri e più malfamati. E poi noi potremo pensare di esportarli, usare i nostri combattenti per risanare la bilancia commerciale.
    Harding: Ne sei davvero convinto?
    Urquhart: Perché no? Dopotutto, nessuno vuole quei giovani, nemmeno i loro genitori. Non hanno interessi, non hanno un istruzione, non hanno una disciplina. Sono del tutto inutili. E noi li renderemo tutti utili, Sarah. Come polli d'allevamento.
  • Re: Congratulazioni, Mister Urquhart.
    Urquhart: Grazie, Sire. Mi aspettavo che voi avreste evitato questi convenevoli.
    Re: Oh, per quale motivo? Mi dispiace che lei sia ancora il Primo Ministro, ma non sono certo scoraggiato. Il vento è cambiato e sono lieto di aver fatto la mia parte. Lei sarà cacciato entro un anno, Mister Urquhart, e ritengo che il paese ne gioverà.
    Urquhart: Le vostre opinioni non interessano più a nessuno, se non a voi stesso. Avete rischiato tutto per combattermi e avete perso. Sono qui per richiedere la vostra abdicazione ufficiale.
    Re: Il popolo non la sosterrà.
    Urquhart: Non ho bisogno di consultarlo, Sire. Mi ha appena rieletto, e non posso, ne voglio, tollerare un monarca che mi si è schierato contro così apertamente. Voi dovete abdicare, Sire. È l'unica alternativa onorevole. Dovete accettarlo.
    Re: Oh, lei non è certo nella posizione per parlare di alternative onorevoli. Io continuerò ad oppormi a lei pubblicamente mentre rimarrò sul trono. E se fossi costretto a lasciarlo, continuerò a combatterla da cittadino. Sarò lieto di questa opportunità, e sarà un vero piacere sconfiggerla nei sondaggi.
    Urquhart: Non ci scommetterei, Sire. Temo che non avrete grande influenza come cittadino. Dubito che qualcuno sarebbe interessato ad ascoltare ciò che avrete da dire. Non avete un elettorato, non avete potere. Non rappresentate altro se non una famiglia senza credito ne talento, e presto non rappresenterete nemmeno quella. Non rappresenterete niente. Non varrete niente. Non sarete niente.
    Re: Beh', vedremo. Ho studiato tutta la vita per fare il re.
    Urquhart: Non provo alcun rimorso, Sire. Avete tentato di distruggermi.
    Re: Io non volevo distruggerla affatto. Lei voleva distruggere la monarchia.
    Urquhart: Niente affatto, Sire. Non avete capito che cosa intendo? Io non voglio questo. Siete voi che voglio distruggere, non la monarchia. La mia famiglia è stata con Giacomo I. Abbiamo difeso il trono inglese prima che la vostra famiglia vedesse la luce. È per conservare l'ideale di una monarchia costituzionale che ora richiedo la vostra abdicazione.
    Re: Lei è un mostro, Urquhart.
    Urquhart: Potete anche pensarlo se volete, ma la vostra opinione personale non conta più molto.
  • Se volete il fine, dovete accettare i mezzi. (Urquhart)

Terza stagione[modifica]

Episodio uno[modifica]

  • [Dopo aver abbattuto il suo vecchio cane da caccia] Tutto passa. Niente dura per sempre. Era una brava cagna. Ha avuto una bella vita. In certi casi è meglio poter decidere da soli. Forse dovrebbe essere una prestazione facoltativa del Servizio Sanitario Nazionale, o addirittura obbligatoria. Beh, obbligatoria per qualcuno. (Urquhart)
  • [Durante il funerale di Margaret Thatcher] Che inutile tiritera: un funerale di stato adesso. Quella donna ha aspettato anche troppo a lungo. Meglio un uscita veloce che aggrapparsi al relitto di una passata carriera. A certe persone manca il senso del tempismo. (Urquhart)
  • [Su Margaret Thatcher] Voglio cancellare quella donna dalla memoria collettiva, Elizabeth. Voglio dare un colpo di spugna. Voglio che mi ricordano come il più grande Primo Ministro dopo Winston Churchill. (Urquhart)
  • Voglio fare qualcosa per l'Europa prima di andarmene. Ho lasciato un impronta in Gran Bretagna. Voglio lasciare un impronta nel mondo. (Urquhart)
  • Urquhart: Le persone sono veramente ingrate, a quanto pare. Non sono capaci di capire cosa ho fatto, cosa posso ancora fare per il bene del mio paese.
    Elizabeth: O il peso che devi sopportare per loro. Non capiscono niente.
    Urquhart: Duole più del morso di un serpente l'ingratitudine di un figlio.
  • Come mi considerate ora? Una forza della natura, suppongo. Sono qui da così tanto tempo che, volenti o nolenti, è difficile immaginare un altra persona al posto mio. Non è così? (Urquhart)
  • Forse è il momento di aggiungere un po' di pepe, ricordare chi è il capo del branco, sacrificare un agnello ed erigere un altare. Chi potrebbe essere? (Urquhart)
  • Cipro ha un particolare significato per me. Se la Camera mi permette un momento molto personale, ho passato tre anni cruciali su quella splendida isola in un periodo delicato. Non sarebbe esagerato affermare che sono cresciuto laggiù. (Urquhart)
  • Nures: L'accordo con Cipro è storico, oserei dire. C'è solo qualche dettaglio da sistemare, soprattutto l'esatta definizione delle acque territoriali. Solo qualche pesce, certo. Ma se ci fosse il petrolio?
    Urquhart: Ho saputo che l'indagine sismica non ha rilevato niente fuori dall'ordinario.
    Nures: Ho delle informazioni migliori, Mister Urquhart. Molto esaltanti. C'è il petrolio, una ricca concentrazione, ma solo in una particolare area. Una mia società ha effettuato delle trivellazioni in quella zona circa trent'anni fa, e quello che abbiamo scoperto in seguito ad esse e ai risultati della recente indagine e che potrebbe essere una delle più rare e promettenti opportunità. Il fatto è che si trova lungo la linea di confine. Quindi, capisce, io sono nella posizione di aiutarla in modo che lei aiuti i nostri due paesi. Lei credo sia nella posizione di aiutare me e di aiutare se stesso.
    Urquhart: Prosegua.
    Nures: Ci sarà un arbitrato con un collegio di cinque giudici internazionali: la parte turca ha nominato un malese e un egiziano. La greca, invece, ha nominato un francese e un serbo. Naturalmente, si divideranno tutto a metà. Ma il presidente con il voto decisivo dovrà essere un giudice britannico. Ho ragione?
    Urquhart: A quanto pare, lei è ben informato, Mister Nures.
    Nures: Come si dice? La conoscenza è la prima regola del gioco. Se il petrolio fosse nel settore greco, le concessioni di estrazione sarebbero degli amici francesi. Se fosse nel settore turco invece, potrebbero succedere molte cose piacevoli per il suo paese, per il mio paese, per me e per lei. A tutti serve un bel gruzzoletto.
    Urquhart: Temo di non poter consentire nessuna irregolarità.
    Nures: No, certo che no. Un giudice deve essere assolutamente incorruttibile, assolutamente imparziale. Ma lei potrebbe dare il suo consiglio sul nome del presidente del collegio. La selezione dovrebbe essere accurata, io credo.
    Urquhart: Lo sarà, Mister Nures.
  • Molti sostengono che non ci sia soddisfazione in un cavalierato, ma la maggioranza che lo sostengono non ce l'ha. (Bullerby)
  • [Non] posso certo tornare indietro o fermare il tempo o disfare ciò che ho fatto. Io posso solamente andare avanti finché avrò la forza e la volontà. Posso fare tutto ciò che va fatto. (Urquhart)

Episodio due[modifica]

  • Elizabeth: [Sulla Guerra delle Falkland] Una piccola guerra in un luogo dimenticato da Dio.
    Urquhart: Una piccola guerra, ma molto fortunata.
    Elizabeth: Fortunata per alcuni, ma non per altri.
    Urquhart: Beh, non funziona così, la guerra?
  • Certe volte, la prudenza è troppo noiosa e scontata perfino. Certi rischi sono troppo interessanti per resistere. (Urquhart)
  • È mia convinzione che noi possiamo fare del bene all'Europa mantenendoci risolutamente britannici, mostrando all'Europa la strada da percorrere piuttosto che trottare dietro l'Europa. L'Europa ha molto da imparare dalla culla della democrazia e poco da insegnarci. (Urquhart)
  • Per un reale ed efficiente mercato comune, ecco la proposta che intendo sottoporre ai miei colleghi durante il summit: un unica lingua per l'Europa. La quantità di denaro speso per gestire la moltitudine delle lingue ruota intorno ai miliardi, qualunque sia la valuta lo si misuri: sprechi, confusione, incomprensioni. È chiaro che tutti dovremmo parlare con una unica voce, e suppongo che sia una mera coincidenza storica che questa unica lingua possibile sia l'inglese. (Urquhart)

Episodio tre[modifica]

  • La Gran Bretagna ha molto più d'offrire all'Europa che il dito medio. (Makepeace)
  • Dopo i sorrisi, dopo le strette di mano, le pacche sulle spalle, e le risate allegre e false, dopo le promesse condizionate, e le amicizie acquisite, dopo le ricompense equivoche ed elusive, le minacce velate: dopo tutto questo, il calcolo delle probabilità, il vaglio delle possibilità, e poi la paura. La paura, nell'odore della carta stampata e nel brusio della radio, la paura che un giorno potremo svegliarci e scoprire che la magia è scomparsa. (Urquhart)
  • Quando ero piccolo, una volta mi portarono a un combattimento di tassi. È un esperienza che non si dimentica facilmente. Il tasso è estremamente robusto e non conosce la paura. Un solo morso può staccare la zampa a un cane o spaccargli la testa. Viene messo nell'arena con diversi cani. All'inizio, i cani sembrano senza speranza. Vengono feriti gravemente. Ma poi un cane sferra un colpo fortunato e scorre il sangue, e gli altri s'incoraggiano. (Urquhart)

Episodio quattro[modifica]

  • Vengono riferiti gravi disordini sull'isola di Cipro: attacchi a ville e ristoranti di cittadini inglesi, assembramenti non autorizzati, danni a cose e risse sparse. Qualcuno ha fatto circolare la notizia dell'esistenza di un grosso giacimento di petrolio nelle acque di Watling, al largo delle coste settentrionali di Cipro. I turchi hanno ottenuto la proprietà, e i greci sono rimasti a bocca asciutta. È una tragedia per l'accordo di Cipro e, naturalmente, l'occasione per riaffermare la nostra superiorità sul concorrente Makepeace e aumentare i sondaggi al nostro favore. (Urquhart)
  • Volete un leader forte che non abbia paura di agire? Avete scelto me. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa sia fatta in mio nome, ne siete compartecipi. (Urquhart)
  • [Rivolto alla statua di Margaret Thatcher] Ti supererò. Sei giorni ancora. Non ho finito. Non mi farò da parte. Non mi farò mai da parte. Io sopravvivrò. (Urquhart)

Citazioni su House of Cards[modifica]

Michael Dobbs[modifica]

  • Nella prima inquadratura il protagonista, l'attore Ian Richardson, attraversa una stanza e guarda una foto con Margaret Thatcher in una cornice d'argento, dice “niente dura per sempre” e la appoggia a faccia in giù sulla scrivania. Quella scena è andata in onda 3 giorni dopo che Margaret Thatcher era stata trascinata fuori da Downing Street in lacrime, e tutti pensarono che io lo sapessi. In realtà come sapete non fu un complotto, semplicemente accadde.
  • Nella serie inglese c'è più umorismo, si prende quasi in giro, la serie americana è molto più dark, è tutto bianco e nero, è davvero cattiva.
  • Se tu guardi le due versioni di House of Cards, quella fatta dalla Bbc e quella fatta da Netflix con Kevin Spacey, sono due epoche diverse. Vedi che nella serie Bbc i computer erano ancora nella fase infantile, i cellulari non erano ancora diffusi, non potevano ancora inviare messaggi o connettersi a Internet e agli aggiornamenti news 24 ore su 24. Tutto questo e i social media hanno cambiato enormemente il modo in cui i politici comunicano.

Voci correlate[modifica]

Note[modifica]

  1. Cfr. Whip, membro di un gruppo parlamentare incaricato di tenere i collegamenti tra il leader del partito e il gruppo stesso, assicurando, in particolare, che i suoi componenti siano presenti quando ci sono le votazioni alla camera e votino secondo le direttive del partito.

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