Il signor Max

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Il signor Max

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Assia Noris e Vittorio De Sica nel film

Titolo originale

Il signor Max

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1937
Genere commedia, sentimentale
Regia Mario Camerini
Soggetto Amleto Palermi
Sceneggiatura Mario Camerini, Mario Soldati
Interpreti e personaggi

Il signor Max, film italiano del 1937 con Vittorio De Sica e Assia Noris, regia di Mario Camerini.

Citazioni su Il signor Max[modifica]

  • Anche nel Signor Max Camerini affronta – e descrive – due mondi in contrasto, quello degli aristocratici (l'attuale cafe society, l'attuale jet set) e quello dei proletari. Le sue simpatie vanno, naturalmente, al secondo; i risultati più ghiotti e felici "premiano", invece, l'altro. Questa inversione d'esiti non è casuale. Negli anni meridiani del regime, a Camerini riesce sempre meno facile riagguantare il bandolo del suo populismo senza cadere nell'affettazione. [...] Il film, in pratica, tèsse l'elogio della semplicità e della modestia; invitando così, senza volerlo, le classi subalterne alla pazienza. Aggiungo, a scanso di equivoci, che Il signor Max, giocato con estrema agilità su motivi d'intreccio meccanico (un modello, per il cinema bianco a venire) e su squarci di fresca commozione, è il prodotto, in più parti eccellente, di una disincantata maturità. (Francesco Savio)
  • Camerini è tornato alla più cameriniana delle formule: ironia e sentimento in quella dosatura così sua e riconoscibile. [...] Nessuno possiede come lui l'arte così difficile del mezzo tono, del detto e del non detto, e l'arte ancor più difficile di prendere in giro i propri personaggi senza renderli odiosi o almeno antipatici. Vero umorista dunque, anzi l'unico umorista del nostro cinematografo, se per umorismo deve intendersi ciò che si è sempre inteso, e cioè la descrizione delle debolezze umane, ma senza acrimonia, anzi con comprensione e simpatia cordiale. Il signor Max ha le sue debolezze, e il mondo nel quale capita [quello degli aristocratici e degli snob] come un pesce fuor d'acqua ha le sue, e tutti hanno le loro; ma Camerini ci passa sopra un obbiettivo sorridente e, in limiti del possibile, tollerante, e il risultato è un film amabile e di tinta giusta, anzi di mezza tinta, la classica mezza tinta di Camerini. (Sandro De Feo)
  • Camerini ha condotto tutto il film con una mano perfetta e soprattutto un tempo comico impeccabile. Ma se dovessi dire dove ha raggiunto il suo momento più felice, il tocco nuovo che si distingue e contrassegna il film, è nel modo trasparente, comprensivo e leggero con cui, senza abbassare la farsa, ha saputo mescolarvi l'emozione. Bisogna anche dire che egli è stato coadiuvato ottimamente da Assia Noris. [...] Anche De Sica è fresco ed eccellente nella doppia parte e mescola con una simpaticissima amenità accenti di verità e toni di caricatura. Dopo di lui si fa notare specialmente Rubi Dalma, che rende magnificamente come fotografia e che sta nella sua parte con una aderenza e una spontaneità veramente notevoli per una che deve affrontare nel suo debutto una parte relativamente così sviluppata. (Filippo Sacchi)
  • Classica commedia dei «telefoni bianchi», basata sull'equivoco sentimentale. Camerini ci mette di suo una sottile schermaglia classista, dove la simpatia va tutta al mondo degli onesti lavoratori, ma dove le gerarchie alla fine restano ben marcate. Impeccabile la fattura, con un ritmo che ha poco da invidiare alle commedie sofisticate d'oltreoceano, e disinvolto il cast. (Il Mereghetti)
  • La storia avrebbe potuto essere molto umoristica se Camerini, oltre a ritrarre al naturale il "gran mondo" (il cui tono e i cui modi sono tanto difficili che un giornalaio non può impararli da un momento all'altro), avesse avuto il coraggio di caricaturarlo. Che divertente satira avrebbe potuto essere questo film! Così come ha fatto, ha tutta l'aria, poveretto, di prendere sul serio tanto la signora dall'erre moscia che la sua insopportabile sorellina, il suo amico idiota e tutti quegli imbecilli d'ambo i sessi che fanno loro corona. E invece che una satira Il signor Max si riduce ad essere un misto di sentimentalismo e di mondanità, senza nessun condimento d'intelligenza. La cosa più grave è che questo film comico non è nemmeno del buon cinematografo e ci sarebbe da scrivere una intera pagina di giornale per dimostrare ciò che Camerini avrebbe dovuto fare e non fare, per dare al lavoro sveltezza, nervosità e un certo contenuto dinamico. (Guglielmina Setti)
  • Scritta con Mario Soldati, è una commedia dal ritmo perfetto, tipica dei "telefoni bianchi", basata com'è sul classico scambio dei ruoli e dei personaggi. Regista dai mezzi toni, M. Camerini riscatta il moralismo della storia (il confronto tra la sana piccola borghesia e la vacua aristocrazia) con una giusta dosatura di ironia e sentimento. (il Morandini)

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