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Jurij Felštinskij

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Felštinskij nel 2016

Jurij Georgievič Felštinskij (1956 – vivente), storico russo, naturalizzato statunitense.

Citazioni di Jurij Felštinskij

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  • [Sul conflitto russo-ucraino] La Federazione Russa crollerà, che ci crediate o no. In modo simile l'Unione Sovietica è crollata a seguito dell'invasione sovietica dell'Afghanistan.[1]
  • [Sulla morte di Evgenij Prigožin] Abbattere un aereo nel cuore della Russia sa di disperazione più che di autorità. Se Putin e il Cremlino fossero stati davvero al comando, Prigozhin sarebbe svanito nel nulla, come il giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi, o addirittura il fondatore del gruppo Wagner Dmitry Utkin che, per quanto ne sappiamo, non è stato visto vivo dal 2016 e che oggi apparirebbe improvvisamente morto insieme al suo amico Prigozhin sullo stesso aereo.[2]

Dalla premessa di Russia. Il complotto del Kgb

Aleksandr Val'terovič Litvinenko e Jurij Felštinskij, Bompiani Overlook, 2007, ISBN 978-88-452-5901-2

  • L'ultima volta che ho parlato con Aleksandr è stato al telefono. [...] Quel giorno Aleksandr credeva di essere sopravvissuto al tentativo di assassinio. Sapeva di essere stato avvelenato e sapeva anche che erano stati i Servizi russi per la sicurezza federale (FSB). Era altrettanto sicuro che l'ordine fosse partito dal presidente Vladimir Putin. Ma, soprattutto, era convinto che sarebbe sopravvissuto e che il peggio fosse passato. Non gli feci molte domande, ritenendolo troppo debole per analizzare la situazione e rispondere ai miei interrogativi. Mi disse: "Nel giro di pochi giorni sarò di nuovo a casa. Allora avremo tempo per parlare".
  • Fin dall'inizio del mandato di Putin non ho apprezzato quello che si stava facendo in Russia, lo scoglimento della camera alta del parlamento, la reintroduzione dell'inno sovietico e la promozione di vecchi e colleghi dell'FSB a cariche governative dei primo livello. Ricordo spesso una delle mie prime conversazione con Aleksandr nell'ufficio di Boris Berezovskij, a Mosca. Litvinenko disse che se Putin fosse salito al potere avrebbe perseguito una politica di epurazione, uccidendo o imprigionando i suoi avversari. "Me lo sento. Ucciderà anche tutti noi. Credimi. So quello che dico".
  • [Sulle bombe nei palazzi in Russia] Giunsi alla conclusione che quegli atti terroristici erano stati perpetrati dai servizi speciali russi e attribuiti ai ceceni con l'unico scopo di scatenare la seconda guerra cecena (che infatti cominciò poco dopo gli attacchi, il 23 settembre 1999).

Intervista di The Sun Online sulle proteste nella Federazione Russa del 2021; riportato e tradotto in Dagospia.com, 5 febbraio 2021

  • Vladimir Putin è terrorizzato di fare la stessa fine di Gheddafi in un questi giorni in cui continuano le proteste per la liberazione di Navalny
  • [Su Vladimir Putin] È abbastanza intelligente da sapere che se ci fossero regole normali, il suo sistema di governo non potrebbe esistere. Non è un idealista. Sa che non c'è modo che possa sopravvivere a meno che non continui a opprimere. La lezione che Putin avrà imparato dopo i recenti eventi è che deve controllare di più e che deve reprimere di più. Ed è quello che vedremo
  • In Russia la FSB è al di sopra dei partiti ed è l'unico potere. Putin non è diventato un dittatore perché era intelligente o carismatico, ma perché c'è l'intera struttura della FSB dietro di lui. Anche se Putin morirà domani nulla cambierà drasticamente. E al momento non c'è nessuno in competizione con di lui e non ci sono movimenti armati che cercano di rovesciare il suo potere.

Intervista di Antonella Scott, Ilsole24ore.com, 14 aprile 2023

  • Questa è l'idea: attaccare dalla Bielorussia la Lituania, o la Polonia: i due Paesi che il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha citato come minaccia alla sicurezza nazionale. E poiché il suo è uno Stato indipendente, la risposta della Nato verrebbe diretta contro la Bielorussia, non contro la Federazione Russa. Ecco perché Putin, che si è annesso di tutto, anche i territori ucraini che neppure controlla totalmente, ha lasciato stare la Bielorussia. Nessuno dei suoi parla di annessione. Lo spostamento delle armi nucleari in Bielorussia non è un ricatto per spaventare l'Occidente: per quello sarebbe bastato posizionare i missili a Kaliningrad. Questo è l'inizio di un'operazione militare. E' il più grande pericolo che stiamo correndo dall'inizio della guerra, e non sono certo che sia stato compreso.
  • Dimostrare a tutti di essere in grado di conquistare l'Ucraina è così importante per lui da spingerlo a passi assolutamente irrazionali, e distruttivi per la Russia. Non si fermerà, come Terminator. Per questo, non ci lascia altra scelta che sconfiggerlo.
  • Dobbiamo dare armi e sistemi offensivi che permettano all'Ucraina di colpire i Paesi aggressori, Russia e Bielorussia. Non puoi vincere una guerra senza combattere in territorio nemico, è impossibile. Ecco perché credo che ci resti poco tempo per concludere questa guerra, perché lo stadio successivo è uno scenario nucleare. So che queste affermazioni suonano radicali, ma la Nato dovrebbe decidere azioni preventive in Bielorussia, perché quando le armi nucleari saranno installate, sarà troppo tardi.
  • Non vediamo voci contrarie alla guerra. Sono certo che nell'Fsb non sono affatto contenti di come sta andando la guerra, di quello che sta succedendo a loro e alla Russia. Non perché siano gente pacifica che ama l'Ucraina, ma perché vedono quanto siano stati sbagliati i calcoli. [...] Così tante persone sono state uccise, così tanto danno è stato fatto [...], che non basta più consegnare Putin al Tribunale dell'Aja e chiudere il capitolo. Capiscono bene che cadrebbero anche loro.
  • Prima del 1991 era diverso [...]. Lo Stato era il Partito comunista, e il Kgb un suo strumento. Dopo il 1991 i servizi si sono ricomposti, e con il 2000 hanno ripreso il controllo dello Stato. Per loro è stata la vittoria più grande
  • In realtà [...] il gruppo che stava dietro di lui [Putin] non aveva nessuna fretta di rivelarsi. Era l'Fsb, i servizi di sicurezza. Putin iniziò a governare il Paese a nome loro. Si vedeva come un ufficiale del Kgb a cui era stato ordinato di servire come presidente della Russia. Boris Eltsin lo aveva scelto tra tre persone, tutti candidati provenienti dai servizi: oltre a lui, Evghenij Primakov e Serghej Stepashin.
  • È una struttura molto potente [...] la sola sopravvissuta al collasso dell'Urss, accanto all'esercito. Non sappiamo quanti uomini ne facciano parte. C'è una struttura, il Collegio dell'Fsb, di cui sappiamo pochissimo. Ritengo sia composta da 18 persone, una rete che controlla le regioni del Paese. I loro incontri sono totalmente segreti, non esistono documenti. Di fatto non ne sappiamo nulla, ma il controllo del Paese passa di qui.
  • Il grande problema dei russi è che si vedono ancora come un impero. La Russia è sempre esistita come un impero. Lo è stato prima del 1918, lo è stato prima del 1991, un impero sovietico.
    Non è mai esistita come democrazia, se non tra il 1991 e il 1994, quando è iniziata la prima guerra in Cecenia. I russi sono grandi, questo è quello che vendono alla gente. E questa idea di ricostituire l'impero russo è così irrazionale che in Occidente hanno pensato sinceramente che fosse retorica, che non sarebbe successo nulla.
  • Nel mondo ci sono stati tanti imperi, ma vi immaginate se domani il presidente turco Recep Tayyep Erdogan dicesse esattamente quello che dice Putin, che non accetta il crollo dell'Impero Ottomano, tragedia personale per lui? O se il Governo austriaco dicesse che la caduta dell'Impero austro-ungarico è stata una catastrofe geopolitica? O se la Gran Bretagna volesse indietro l'India, e magari anche gli Stati Uniti, le sue ex colonie? Diremmo che sono tutti matti. Ma quando Putin ha iniziato a dirsi scontento dei confini successivi alla caduta dell'Urss, nessuno gli ha dato del pazzo.
  • Parlano con orgoglio di Čaikovskij, di Dostoevskij, di Solženitsyn e Pasternak, Pušhkin e Lermontov. Della grande cultura russa. Però pensa, Pušhkin è stato ucciso, e prima di questo è stato esiliato, bandito. Lo stesso con Lermontov, ucciso in guerra in Caucaso. Dostoevskij lo hanno mandato in colonia penale, Tolstoj è stato scomunicato dalla Chiesa ortodossa per le sue idee. Solzhenitsyn è finito in campo di concentramento, Pasternak e Bulgakov non venivano pubblicati. Čajkovskij è morto per le critiche dei colleghi, ad Anna Akhmatova hanno giustiziato il marito e imprigionato il figlio. Non c'è un solo rappresentante della cultura russa, e di cui i russi sono così orgogliosi, che non sia stato ucciso in qualche modo dallo Stato.
  • I russi [...] devono capire che sono gente normale. Che non ci sono differenze tra russi, francesi, tedeschi, ucraini, baltici. Non hai bisogno di essere un impero per diventare un normale, civilizzato Paese europeo. Due nazioni hanno creduto nella propria grandezza, la Germania e il Giappone: solo dopo aver perso sono diventati due miracoli economici. Sfortunatamente, a volte una nazione per guarire deve essere sconfitta in una grande guerra. Chissà, forse questo aiuterà la Russia a diventare un Paese normale. Ma prima dovrà accettare la sconfitta, e capire di aver compiuto dei crimini, e accettare la colpa così come hanno fatto i tedeschi, per tante generazioni. Penso che alla Russia accadrà esattamente questo. E che la punizione maggiore per i russi sarà che i figli odieranno i genitori e i nonni, a causa dei crimini commessi in Ucraina.

Corriere.it, 16 settembre 2023

  • I servizi hanno sempre controllato tutto e il Kgb, poi rinominato Fsb, è stata la sola istituzione a sopravvivere alla fine dell’Unione Sovietica. [...] I suoi membri non vanno mai in pensione, dopo gli anni di servizio passano alla cosiddetta riserva attiva, concepita per infiltrare la società ad ogni livello: banche, case editrici, imprese, media, associazioni, partiti. Nessuno ufficialmente sa che sono agenti, e chi lo sospetta non può farne il nome perché è un segreto di Stato il cui disvelamento è severamente punito dalla legge. Quando Putin è arrivato al potere ogni tessera era già al suo posto. È così che ha potuto consolidare il suo potere, controllare l’opposizione, la Duma, le aziende, tutte ampiamente infiltrate.
  • Quando Putin andrà via, il che prima o poi succederà, io non penso che i servizi di sicurezza passeranno il controllo a un’altra struttura, a un attore indipendente.
  • Nulla potrà cambiare in Russia fino a quando la struttura dei servizi non sarà smantellata. Sarebbe dovuto succedere dopo la caduta dell’Urss nel 1991, aver perso quell’occasione fu una colpa gravissima.
  • Le intelligence creano sistemi paralleli non apertamente legati allo Stato. Il Fsb lo ha fatto con il gruppo Wagner. Ci sono stati disaccordi tra Putin e i servizi, scontenti che dopo un anno e mezzo la guerra non sia andata come previsto. All’inizio l’intelligence era totalmente al fianco di Putin, la decisione di invadere l’Ucraina l’hanno presa in cinque e tre di loro — oltre a Putin, Patrushev e Bortnikov — erano uomini dell’Fsb, gli altri erano militari, Shoigu e Gerasimov. Oggi queste persone sono in disaccordo, non è chiaro su cosa. Penso che certi dirigenti dell’Fsb trovino controproducente e suicidario il richiamo alla minaccia nucleare. E comunque sappiamo con certezza che Putin ha tentato di sottrarre Wagner al controllo dei servizi, per farla passare sotto l’autorità del ministero della Difesa.

Russia. Il complotto del KGB

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Per approfondire, vedi: Russia. Il complotto del KGB.

Note

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  1. Citato in L'invasione dell'Ucraina sarebbe "suicida" per Putin, Latribuna.sm, 22 gennaio 2022
  2. Citato in Prigozhin morto o ucciso? Che ne sarà di Wagner e della Russia, quifinanza.it, 24 agosto 2023.

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