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Rino Fisichella

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Rino Fisichella durante una celebrazione liturgica

Salvatore "Rino" Fisichella (1951 – vivente), arcivescovo e teologo italiano.

Citazioni di Salvatore Fisichella

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  • [...] Adrienne von Speyr si presentò agli occhi di Balthasar come [...] una donna che facilmente spingeva, per un suo carisma [...], ad intravvedere le linee del paradosso e del dramma nascosto nel mistero dell'incarnazione di Dio.[1]
  • Sappiamo quanto la Fallaci tenga alla sua autonomia di giudizio, che è forse la qualità che più le ha permesso di fare storia, sia dal punto di vista del giornalismo che della narrativa. Così come sappiamo quanto il teologo Ratzinger sia stato sempre libero dalle idee ricevute e incurante del politically correct. Se c'è stato un incontro, esso è avvenuto sulla base della profonda libertà che queste due persone esprimono.[2]
  • [Papa Giovanni Paolo II] Ha avuto il grande merito di entrare in dialogo con l'Islam mantenendo la propria identità e questa è forza, non debolezza. A chi pensava di usare la violenza della spada Giovanni Paolo II ha mostrato un'altra via, che è quella – mi permetto di dire alla Fallaci – della forza della ragione. È da deboli opporre violenza alla violenza, è da forti riportare tutti alla ragione.[2]
  • Non ci allontaniamo molto se pensiamo che l'opera di von Balthasar si pone in piena continuità con le grandi opere dei Padri della Chiesa.[3]
  • [...] Gesù dice che noi siamo il sale della terra e come una città posta sopra il monte che deve essere vista. Non possiamo venir meno alle nostre responsabilità. Essere sale della terra significa essere capaci di portare una novità nel mondo, che non proviene da noi. Noi non siamo i primi della classe; siamo però coloro che hanno ricevuto una responsabilità, quella di rendere partecipi tutti del mistero dell'amore di Dio, che è stato vissuto e rivelato da Gesù di Nazareth. Questo ci porta quindi a dover considerare anche che, nel momento in cui non siamo più sale della terra, cioè nel momento in cui ci togliamo dal mondo per vivere in privato, siamo disprezzati dagli uomini. Gesù ci mette in guardia da questo pericolo quando dice che se il sale perde il sapore, non soltanto è gettato via, ma è calpestato dagli uomini. Questa è una parola credo tra le più drammatiche, e per alcuni versi violente, che il Signore ha pronunciato. Gesù dice che non possiamo venir meno in questo, perché il mondo ci disprezzerebbe.[4]
  • [Sulla Lega Nord] Quanto ai problemi etici, mi pare che manifesti una piena condivisione con il pensiero della Chiesa.[5]
  • La Chiesa non ha mai cambiato idea a tal proposito [sui divorziati] [...] Il presidente Berlusconi essendosi separato dalla seconda moglie, la signora Veronica, con la quale era sposato civilmente, è tornato ad una situazione, diciamo così, ex ante. Il primo matrimonio era un matrimonio religioso. È il secondo matrimonio, da un punto di vista canonico, che creava problemi. È solo al fedele separato e risposato che è vietato comunicarsi, poiché sussiste uno stato di permanenza nel peccato. A meno che, ovviamente, il primo matrimonio non venga annullato dalla Sacra Rota. Ma se l'ostacolo viene rimosso, nulla osta.[6]
  • [Sulla bestemmia pronunciata da Silvio Berlusconi al termine di una barzelletta] Bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare le cose. Certamente, non bisogna da un lato diminuire la nostra attenzione, quando siamo persone pubbliche, a non venir meno a quello che è il nostro linguaggio e la nostra condizione; dall'altra credo che in Italia dobbiamo essere capaci di non creare delle burrasche ogni giorno per strumentalizzare situazioni politiche che hanno già un loro valore piuttosto delicato.[7]
  • [In risposta a Rosy Bindi] Perché la bestemmia sia peccato, è necessario vi sia anche il deliberato consenso di voler offendere Dio e la piena avvertenza di quanto si sta facendo. [...] Non sempre la persona che bestemmia pecca. Ciò non significa indulgere, ma comprendere [...] il contesto [...]. Eludere questa condizione equivale a essere giudici spietati, privi di [...] comprensione e misericordia. [...] È peggio dire un'insulsa barzelletta condita da un'imprecazione, o presentare una legge contro la famiglia e pro nozze gay? Salvare la vita di Eluana o preferire l'eutanasia? Migliorare la legge sull'aborto o favorire la Ru486? Da vescovo sono turbato se vedo le pecorelle smarrirsi nei meandri dell'interesse politico, ignorando l'abc della morale cattolica.[8]

Gesù di Nazaret profezia del Padre

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  • Ciò che permette alla von Speyr di accedere nel numero delle profetesse, comunque, è quello che costituisce, a nostro avviso, l'intuizione più originale del mistero del Sabato santo: «il più grande regalo teologico che Adrienne von Speyr ha ricevuto da Dio e lasciato in eredità alla Chiesa», per usare l'espressione di von Balthasar.[9] [...] Dovremmo attraversare l'intera teologia neotestamentaria, da Giovanni a Paolo, da Ebrei ad Apocalisse per riconoscere il fondamento dell'intuizione di Adrienne. Il Figlio di Dio incarnato esprime l'essenza della vita intratrinitaria di totale accoglienza della volontà del Padre. (p. 252)
  • La significatività dell'opera di Adrienne, a nostro avviso, consiste appunto in questa capacità ad aver posto al centro di ogni cosa il mistero della Trinità e della rivelazione di Dio non come un fatto comune per la vita della Chiesa e del credente, ma come evento fondativo e primario. La perenne menzione dell'obbedienza del Figlio, la sua vita compresa come pura missione alla volontà del Padre, la sua discesa agli inferi come momento estremo della salvezza che raggiunge il peccato «oggettivo» e lo distrugge per risalire nella gloria del Padre, sono i temi che caratterizzano questa profezia; nessuna teologia, quindi, che voglia essere produttiva ed efficace per l'oggi può pensare di relegarli in spazi marginali. Qualunque potrà essere il giudizio sulla von Speyr, queste sue intuizioni [...] rimangono come una ricchezza per l'intelligenza della fede e segnano il passaggio necessario per il recupero dell'unità inscindibile tra teologia e spiritualità. (pp. 256-257)
  • I cristiani sono figli di una profezia attuata alla luce del Golgota; in forza di questo, reclamano giustamente la presenza di profeti come segni di un amore che sa arrivare fino al dono totale di sé. (p. 267)

La via della verità

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  • Come ogni contenuto rivelato, la speranza ha in sé la forza dell'intelligenza e chiede di essere espressa con intelligenza.
  • Cristo proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione.
  • È la fede che provoca la ragione a uscire da ogni isolamento e a rischiare volentieri per tutto ciò che è bello, buono e vero.
  • È necessario, pertanto, assumere il linguaggio stesso della rivelazione per poter accedere alla verità che vuole esprimere.
  • Il mistero, infatti, non è ciò che non si capisce, ma ciò che viene rivelato.
  • Il mistero non permette lo scontro, ma favorisce l'unità tra ricerca e offerta della verità
  • Il processo di comprensione deve poter partire dal silenzio dell'accoglienza per approdare alla percezione e all'intelligenza del senso.
  • La rivelazione viene a noi per Cristo mediatore il quale rende la sua Chiesa mediazione di ciò che egli ha rivelato.
  • Non è vero che la cultura e la scienza se distolgono il loro sguardo dalla fede possono muoversi con maggior libertà. Se viene meno il senso più profondo dell'essere, che la fede in ogni caso propone, quale guadagno possono acquistare la scienza e la cultura?
  • Se si vuole cogliere la verità e l'intelligenza del mistero, insomma, non è possibile pretendere di essere noi a manovrare la cabina di regia; essa può solo essere del Padre mentre a noi è richiesto di riconoscere il primato della rivelazione di Dio.
  • Tutto ciò che la misericordia umana da durante il nostro pellegrinaggio, la misericordia divina lo restituisce in patria.

Citazioni su Salvatore Fisichella

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  • Monsignore, Lei mi ha commosso. Naturalmente sapevo bene chi fosse il Rettore della Lateranense, il vescovo che ragiona al di là degli schemi e senza curarsi dei Politically Correct. Ma a leggere la Sua intervista al Corriere ho rischiato davvero la lacrimina. Io che non piango mai. E mi sono sentita meno sola come quando leggo uno scrittore che si chiama Joseph Ratzinger... (Oriana Fallaci)
  • Sai, mi dispiace molto morire. Infatti me ne vado con molti dispiaceri, ma il dispiacere più grosso è averti trovato così tardi e aver passato così poco, troppo poco tempo con te. Non so nemmeno chi eri, com'eri. Di te so soltanto chi sei oggi, una persona nella quale mi riconosco completamente, sebbene io sia completamente diversa da te. (Oriana Fallaci)

Note

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  1. Da Hans Urs von Balthasar e Adrienne von Speyr. L'inseparabilità delle due opere, Communio, n. 172-173, luglio-ottobre 2000, p. 64
  2. a b Dall'intervista di Luigi Accattoli, «Ratzinger e Oriana: l'incontro tra due pensieri liberi», Corriere della Sera, 25 giugno 2005.
  3. In AA.VV. Hans Urs von Balthasar. Cento anni dalla nascita, Communio, n. 203-204, settembre-dicembre 2005.
  4. Dall'intervista di Walter Montini, Il sapore della presenza, 30Giorni, novembre 2007.
  5. Citato in Fisichella: l'intervento dei vescovi era necessario, Corriere della Sera, 30 marzo 2010.
  6. Citato in Fisichella: «La Comunione? Berlusconi si è separato da Veronica, può farla», Il Messaggero, 21 aprile 2010.
  7. Citato in Il Vaticano contro Berlusconi "Battute deplorevoli e offensive", la Repubblica, 2 ottobre 2010.
  8. Sul settimanale Oggi, 4/1/2010.
  9. Cfr. La vita, la missione teologica e l'opera di Adrienne von Speyr, p. 39.

Bibliografia

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Altri progetti

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