Manuel Vilas

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Manuel Vilas, 2014

Manuel Vilas Vidal (1962 - vivente), scrittore e poeta spagnolo.

Citazioni di Manuel Vilas[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Ricordo mio padre e mia madre, alla fine degli anni 70, che guardavano Raffaella Carrà in televisione che cantava in spagnolo. Ma non ci importava se cantava in spagnolo o in italiano. Credo che ci piacesse di più quando cantava in italiano. Perché lo spagnolo e l’italiano erano la stessa lingua quando cantava Raffaella. Italia e Spagna si trasformavano nello stesso Paese grazie a lei. Fu un grande miracolo di comunione sentimentale fra due culture sorelle.[1]
  • Uscivamo dalla lunga, triste, orribile notte del franchismo e ci ritrovammo con Raffaella, che finì per simboleggiare la vita a colori della democrazia spagnola. La fine degli anni 70 ci portò la libertà politica e le canzoni di Raffaella Carrà.[1]

Dal Putin non ci sopporta. La prosperità dell’Occidente è il suo vero nemico

Articolo sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Corriere della Sera, 7 marzo 2022, pag. 20.

  • Nessuna democrazia occidentale accorse in aiuto della Repubblica spagnola nei mesi che seguirono il 18 luglio del 1936, e da ultimo Franco fece il suo ingresso a Barcellona nel gennaio del 1939 con piglio da padrone di casa. Hitler invase la Polonia perché convinto che gli appartenesse. Putin vuole annettersi l'Ucraina perché anche lui è convinto che gli appartenga. Torniamo a guardare alla storia come un esercizio di ferro e fuoco e di fatti compiuti. Però che nessuno si illuda: dopo l'aggressione di Putin all'ordine internazionale sul mondo incombe una minaccia costante alla cultura e alle democrazie occidentali. Il nemico di Putin è il ceto medio europeo e la sua prosperità economica. Putin è a caccia di tutti noi.
  • Francia, Germania, Italia, Spagna e neppure gli Stati Uniti sono disposti a inviare truppe in difesa dell'Ucraina, perché l'Unione europea sta vivendo un altro momento storico, un’evoluzione politica e ideologica nella quale il concetto di guerra e spargimento di sangue ci risulta tanto ripugnante quanto inaccettabile. Per Putin, invece, la guerra non è affatto ripugnante, anzi, resta un ottimo strumento di azione politica. Putin sapeva benissimo che nessun Paese civilizzato avrebbe messo a repentaglio la vita di uno solo dei suoi cittadini, e neppure dei suoi soldati professionali. Il valore della vita per noi è sacro. Ma non per Putin. Anche Franco sapeva che alla fine le democrazie occidentali avrebbero ingoiato il rospo del franchismo.
  • [Riferendosi a Putin.] Se la bestia si accontenta dell'Ucraina saremo salvi, è quanto pensiamo tutti in questo istante.
  • Putin adduce come giustificazione la presenza della Nato, ma oggi la Nato assomiglia più al servizio di sorveglianza privato delle ville dei ricchi che non a un esercito efficace.
  • Medievalismo, comunismo, stalinismo, carri armati, bombe, esercito, ecco che cosa ci porta quest’uomo. Se lo ricordi però il ceto medio europeo, ovvero tutti i lettori di questo articolo: Putin vi minaccia e minaccia il vostro stile di vita perché quest’uomo lo trova inammissibile. Non sopporta la prosperità, la crescita economica, la ricchezza culturale, le società critiche che contestano il potere politico. Non sopporta la stampa libera, i romanzi, i film, i profumi, le spiagge, gli alberghi, le scarpe nuove e i baci degli omosessuali per strada. Non sopporta il concetto di cittadinanza fondato sul piacere e sul lusso di vivere. Non sopporta la democrazia. In realtà, è un poveraccio che non ha capito niente.
  • La Russia è un disastro economico, un Paese arretrato, ma vanta un esercito antiquato e obbediente, una struttura stalinista del potere militare. È l’unica cosa che possiede: la capacità di infliggere la morte ai suoi cittadini, senza una ragione.
  • Trump ha sempre osannato Putin, ha sempre ammirato Putin e gli piacerebbe addirittura essere Putin. Se non è diventato Putin, lo deve al fatto che gli Stati Uniti sono una democrazia e la Russia no.

Incipit di In tutto c'è stata bellezza[modifica]

Magari si potesse misurare il dolore umano con numeri chiari e non con parole incerte. Magari ci fosse un modo di sapere quanto abbiamo sofferto, e il dolore fosse materiale e misurabile. Un giorno o l’altro ogni uomo finisce per affrontare l’inconsistenza del suo passaggio nel mondo. Ci sono esseri umani che riescono a sopportarlo, io non lo sopporterò mai.
Non l’ho mai sopportato.

Note[modifica]

Bibliografia[modifica]

  • Manuel Vilas, In tutto c'è stata bellezza, traduzione di Bruno Arpaia, Guanda, 2019. ISBN 9788823522459

Altri progetti[modifica]